"'Cause all of me
Loves all of you
Love your curves and all your edges
All your perfect imperfections"  

"T-ti droghi ancora?"

Le parole uscivano flebili dalle labbra di Abigail, quasi come fossero un sussurro, come se quella frase la spaventasse.
Infatti ne aveva paura, aveva paura dell'eroina.

"No, non lo faccio più" la tranquillizzò Salvatore.

"Allora perché ce l'hai ancora? Non ti serve se non ti fai"

"Non si sa mai, insomma, potrebbe succedere qualcosa e- fece una pausa passandosi una mano tra i capelli e scompigliandoli- potrei averne bisogno.
Cosa faccio se non la ho? Tu non sai com'è sentirne il bisogno e non averla, è orribile"

La mise con cura dentro ad un cassetto e si avvicinò a lui che continuò a parlare.

"L'eroina è l'unico modo che ho per evadere dalla realtà, per sentirmi davvero felice"

Abigail si morse il labbro, abbassò lo sguardo e sussurrò.

"Credevo che tu fossi felice, credevo che fossi io a renderti felice"

Appoggiò la bambina, che nel frattempo si era addormentata, e si avvicinò alla ragazza.

Le mise una mano sotto al mento accarezzandole e sollevandole il viso.

"Tu mi rendi felice, non immagini quanto" 

Si accoccolò sulla sua mano stringendola tra le sue dita.

"Allora buttala, non ti serve perché io non me ne vado"

"Sì, la butterò, tranquilla" e la abbracciò, lo faceva sempre quando voleva cambiare discorso.
A volte la baciava anche, qualsiasi cosa purché lei si dimenticasse di cosa stavano parlando prima.

Poggiò la testa sul suo petto strofinandola sulla sua maglia inebriandosi del suo odore, lui le accarezzava delicatamente i capelli, perché a lei piaceva tanto quando lo faceva e a lui piaceva farla stare bene.

"Promettimelo, promettimi che la butterai, promettimi che non lo farai più"  lo supplicava mentre lo stringeva fra le sue esili braccia e Salvatore continuava a dirle che non lo avrebbe fatto, che doveva stare tranquilla e Abigail cercava di auto convincersi che sarebbe stato così, che doveva fidarsi di lui.

Le prese la mano facendo teneramente intrecciare le loro dita.

"Tua madre sarà preoccupata, forse è meglio che torni a casa"

Le accarezzava la mano con il pollice e la guardava negli occhi, con l'altra mano le spostava delicatamente una ciocca di capelli da davanti al viso.

Rimasero così, a guardarsi negli occhi come se si leggessero dentro, non avevano bisogno di parlare per capirsi, per stare bene.
Bastava che fossero insieme.

"Non voglio tornare a casa, voglio restare con te" disse avvicinandosi per baciarlo.
Le loro labbra si unirono nella dolcezza di un bacio semplice, senza malizia o secondi fini.

Un bacio lento e bellissimo.

Un bacio che vorresti non finisse mai, uno di quei baci che ti completa lentamente, che ti fanno sentire come se avessi trovato il tuo posto nel mondo.

"Ci vediamo dopo dai" sussurrò staccandosi lentamente dal bacio ma continuando ad accarezzarle il viso.

Annuì rassegnata e gli lasciò un altro bacio, questa volta a stampo, sulle labbra per salutarlo.

Poi si avvicinò alla bambina e le diede un leggero bacio sulla fronte "A dopo piccolina" salutò anche lei per poi uscire dalla porta diretta verso casa, anche se in realtà per lei non era quella la sua casa.

Casa per lei era con Salvatore.

Appena varcò la porta di casa si sentì gli sguardi dei genitori addosso e iniziarono le solite domande.
"Dove hai dormito stanotte?"
"Perché non hai avvisato?"
Li liquidò dicendo che aveva il telefono scarico e non poteva chiamare e cercò di evitare la prima domanda, con scarsi risultati.
"Dove hai dormito?" ripetè la madre mettendosele davanti.
Abigail sospirò e chiuse gli occhi rispondendo "Da Salvatore"

Aurora la guardò preoccupata.
"Abby, cosa c'è tra di voi?"

Pensò che ormai poteva dire la verità, tutti lo sapevano.

"Stiamo insieme, mamma"
"Cristo- intervenne Sascha- Non potete stare insieme, potrebbe essere tuo padre Abigail!"

Sbuffò.
"Lo so papà, non me ne frega un cazzo di quanti anni abbia"

"A me si che importa, perché non ti trovi un ragazzo della tua età? Sei bella, non hai problemi a trovarti qualcuno" 

"Non voglio un ragazzo della mia età mamma, non voglio un altro, io voglio lui e basta"

"Puoi trovarti un altro tossico se vuoi, però della tua età" Propose Sascha che in risposta venne guardato male sia da Aurora che da Abigail.

"Non si droga più" spiegò Abby, il padre sbuffò fregandosene e se ne andò non intenzionato a continuare la conversazione.

Era ormai ovvio che lui odiasse Salvatore, odiava quando qualcuno lo nominava e odiava il fatto che sua figlia passasse del tempo, anzi, stesse addirittura insieme a lui.

"Come sta?" chiese invece Aurora che non aveva mai smesso di interessarsi a Salvatore, al suo migliore amico.

"Bene" rispose semplicemente senza dare troppe spiegazioni per poi andarsene in camera sua, da sola.

Si accese una sigaretta guardando fuori dalla finestra.

Quando non era con Salvatore pensava molto, pensava a se stessa, alla sua vita.
Non sapeva se era davvero felice di chi era e di com'era diventata, non lo sapeva cosa voleva essere.

Sapeva solo che c'era lui nella sua vita e che non poteva immaginare di vivere nemmeno un giorno senza di lui, figuriamoci una vita intera.

Ormai ne aveva bisogno, e poi stavano così bene insieme, perché separarli?

Perché separare due pezzi che combaciano perfettamente?
Perché dividere ciò che è destinato a stare insieme? 

Voi non distruggereste mai una cosa perfetta, giusto? Allora perché cercare di dividere Abigail e Salvatore?

Che capitolo di merda.

No davvero, penso di avere tipo il 'blocco dello scrittore' (anche se ho sempre pensato che sia una scusa di chi non ha voglia di scrivere, ma vabbeh)
Comunque, sto bene e sono uscita dall'ospedale, don't worry I'm alive e mi scuso per questa...cosa.

Per farmi perdonare

A 500 STELLINE ESCO IL NUMERO DI AURORA (vi prego non arrivateci che poi mi tocca farlo)

ps: vi sta simpy la figlia di Salvatore? Intendo nella ff...perché lui non ha figli, credo, spero. 

Mi eclisso, ciaone
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