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Strange love.

 "And everybody wants to hear
How we chainsmoked until three
And how you laughed when you said my name
And how you gripped my hips so mean"

Deve sempre esserci qualcosa che rovina tutto, perché nulla può andare sempre bene.

Il 'mai una gioia' è la filosofia di vita della maggior parte delle persone sulla faccia della terra, soprattutto di Abigail che si era illusa per la prima volta.

Non le era mai successo di credere in qualcosa, di credere nella felicità ed ora che aveva finalmente una ragione per sorridere quella ragione si era rivelata motivo di tristezza.

Di cosa parlo? Di Salvatore, ovviamente.
Dopo il bacio e la frase della sera precedente la ragazza pensava che, forse, per quanto strano potesse essere tra i due ci fosse qualcosa e ne era felice.

La felicità venne spenta da un messaggio che citava 'Grazie Abby, Giulia si è finalmente convinta a non rompere i coglioni.' questo significava che i baci erano finti, le parole pure: tutto fottutamente falso.

Nulla riusciva a distrarla dal ricordo delle labbra di lui poggiate nelle sue, nulla riusciva a farle dimenticare il suo sapore, le sue mani, i suoi occhi.

Tutto di lui era impresso nella sua mente.

'Hey Abigail, ti stai forse innamorando?'

Sorrise a quel pensiero: lei, che non provava affetto nemmeno di per sua madre si stava innamorando di un uomo con diciannove anni in più di lei? Impossibile.

'Nulla è impossibile'
Citava qualcuno ma un trentaseienne non può amare una diciassettenne.

Abigail sospirò una volta giunta alla piazzetta vicino alla sua scuola, non era psicologicamente ad incontrare persone.
Le persone hanno il terribile potere di farti sentire a disagio, tutti gli sguardi puntati su di te e tu non ne conosci il motivo.
Se poi queste persone iniziano a parlare dell'unica cosa che non vorresti sentire sei nella merda.

"Abigail, allora com'è andata?" Anna con i suoi odiosi, lunghissimi, capelli color miele si avvicinava con un sorriso raggiante che non venne ricambiato.
"Com'è andata cosa?" s'intromise Alan.
"La nostra Abby ieri è uscita con un ragazzo! Ed io voglio i dettagli."
La mora rispose sbuffando, evidente segno che non voleva parlare cosa che solo Thomas notò infatti disse "Cosa potevi pretendere da uno come lui?"
Il fratello e la bionda si voltarono di scatto in direzione del ragazzo "Sai chi è?!".
Stava per rispondere quando la voce dell'amata lo bloccò "Prova a dire il suo nome e giuro che ti distruggo."
Thomas deglutí e decise, quindi, di non dire quello che sapeva.

Dopo la breve, ma comunque insopportabile, conversazione ognuno riprese la sua strada verso la scuola e le rispettive classi.

Cinque interminabili ore di tortura.
Cinque ore di interrogazioni, di 'Abigail segui la lezione', di 'Abigail fai questo, Abigail fai quest'altro'.

Prese il suo telefono e, cercando di non farsi scoprire, digitò un messaggio 'Non pensi che serva qualcosa di più di un semplice grazie?'.
Dire chi era il destinatario era inutile, c'era solo lui nella sua testa.

La risposta non tardò ad arrivare 'Cosa vuoi?'.
Pensò a cosa poteva dire, tutte le sue idee sparirono.

Lei aveva sempre la risposta pronta tranne quando si trattava di lui.

La verità era che nemmeno lei lo sapeva cosa voleva: una relazione seria? Una cosa da una notte e via? 

Non lo sapeva, vuoto totale.

'Voglio te.' scrisse e dopo essersi tormentata non capendo se era la cosa giusta da scrivere inviò e bloccò il telefono di scatto e riportò la sua attenzione sul professore intento a spiegare qualcosa di cui Abigail se ne fotteva altamente.

Si ritrovò, durante la noiosissima ora di chimica, a pensare a sua madre.

Perché mai avrebbe dovuto scegliere uno come Sascha quando aveva Salvatore? 

Come aveva potuto rifiutarlo? 
Lui era il ragazzo perfetto, dolce e protettivo. 

O almeno questo era quello che le avevano raccontato, ora non è di certo così.
Avrebbe tanto voluto scoprire il lato dolce di quel ragazzo che sembrava fregarsene di tutto, avrebbe voluto capire cosa c'era sotto quella maschera che si era creato durante tutti questi anni.

Prese coraggio e controllò se fosse arrivata una risposta da parte del ragazzo: la risposta era 'visualizzato alle 11:48'.

Sospirò, doveva aspettarselo, era solo una ragazzina e lui era ormai un uomo: non poteva esistere nulla tra loro.

Suonò anche l'ultima campanella, gli studenti si alzarono dai loro banchi diretti verso l'uscita impazienti di arrivare a casa.

Abigail no. 
Che motivo c'era di avere tanta fretta? Una volta uscita da quell'edificio avrebbe incontrato Thomas che le avrebbe rotto i coglioni, sarebbe tornata a casa e i suoi le avrebbero rotto i coglioni.

La sua vita era una rottura di coglioni.

Si alzò svogliatamente dalla sedia e si trascinò fuori dalla scuola.

Si guardò attorno per assicurarsi che non ci fosse Thomas e prese a camminare, venne però bloccata dopo poco da una mano che le stringeva il polso.

Si voltò di scatto e si formò un lieve sorriso e un'espressione sorpresa nel suo volto.

"Perché sei qui?" 
"Hai detto che mi volevi, no?" 

Lei abbassò lo sguardo convinta che lui non avesse capito cosa intendeva. 
Lui le mise una mano sotto il mento alzandole leggermente il volto e costringendola a guardarlo negli occhi si avvicinò a lei e fece sfiorare le loro labbra.
"Vieni con me?" Le chiese a pochi millimetri dalla bocca di lei che rispose annuendo confusa e ammaliata dal comportamento di Salvatore.

Non le chiese nemmeno dove fossero diretti, lo seguiva semplicemente, si fidava di lui.

Stava pian piano lasciando la sua vita nelle mani di un ragazzo che probabilmente l'avrebbe distrutta eppure in quel momento era felice.
Felice di essere con lui nonostante non capisse quali fossero le sue intenzioni ma, infondo, come poteva pretendere di capire cosa voleva lui se non sapeva nemmeno cosa voleva lei stessa?

I due salirono nella macchina del ragazzo, il viaggiò durò relativamente poco ma quel tempo immerso nel silenzio sembrò quasi essere infinito alla mora.
Appena la macchina si fermò lui guardò la ragazza accanto a lui dicendole di rimanere dov'era e uscì dal veicolo.

Come se non fosse bastato il silenzio di prima, Abigail odiava aspettare.

Soprattutto se non sapeva perché o cosa stava aspettando.

Non sapeva quanto ci avrebbe messo e nemmeno perché aveva deciso di portarla con lui.

Fortunatamente tornò dopo pochi minuti.

"Perché ci hai messo tanto, e perché mi hai detto di restare qui?" 
"Fai troppe domande, stai con me o ti porto a casa?"

Non sarebbe nemmeno stata una domanda da fare visto che Abigail si sarebbe gettata in un fiume piuttosto che restare a casa con i suoi.
"Sto con te." 
Lui sorrise leggermente, un sorriso quasi impercettibile, e mise in moto l'auto e dopo poco i due si ritrovarono davanti casa del ragazzo. 

"Sal, perché sei venuto a cercarmi a scuola? Insomma, ieri sera hai detto che ti servivo solamente per liberarti di Giulia e lo hai fatto."Gli chiese per rompere l'insopportabile silenzio che si era creato.

"Ti sei mai fatta una canna?" 
Rigirò il discorso lui, lei alzò gli occhi al cielo.

"Anche tua madre lo faceva sempre." 

"Cosa?" 

"Alzare gli occhi al cielo quando qualcosa la infastidiva." 

Prese una cartina dal tavolo e se la rigirò tra le mani mettendoci qualcosa dentro, poi la passò ad Abigail che esitò nel prenderla.

"Andiamo, non avrai mica paura."

La prese e se la accese ribattendo con un "No, non ho paura." lui ne accese una a sua volta.
"Non hai risposto alla mia domanda, cos'è cambiato rispetto a ieri sera?"

"Sei come tua madre." sbuffò.
"Smetti di paragonarmi a lei, io non sono come lei." disse acidamente.

Lui la guardò per un attimo poi, finalmente, le rispose "Ci ho semplicemente ripensato.".

CIAO PANDINI (che schifo di nome.)

Da quanto non aggiorno? Da troppo.

Di chi è la colpa? Della scuola.

Vi dico solo i miei ultimi voti e capirete, spero: 1, 4, 3.

Perdonatemi.

Anyway, io Aurora stiamo facendo cose malsane. 

Del tipo 'The other side of beside you'.

Dovete avere paura, molta.

Dovete aver paura anche delle idee che mi sono venute per questa ff, soprattutto per il finale. 

Lasciatemi i commentini e le stelline, e gli stendini.

Regalate a me un Surrealpower (Amoremiomimanchi) e ad Aurora dei cestini.

Bacini a tutti.
Ciaone <\3

*piccione subliminale* 



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