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In love.

   "I hate you I love you I hate that I love you don't want to, but I can't put Nobody else above you

   I hate you I love you I hate that I want you You want her, you need her and I'll never be her "

Dopo l'incontro con Giulia Abby si era allontanata da lei, dimenticandosi completamente delle sigarette.
Qualche lacrima scendeva dai suoi occhi, solitamente si tratteneva ma quella volta no.
Era stanca di essere forte, di essere quella senza emozioni perché lei le emozioni le provava eccome.

Negli ultimi mesi aveva conosciuto sentimenti così forti e intensi che le sembravano quasi incredibili.

Nei film quando ci si innamora parlano di un sentimento così bello che fa venir voglia di innamorarsi, di dichiarare i propri sentimenti ma nella realtà non è così.

L'amore non è quel sentimento che ti fa star bene, non è quel sentimento che ti fa sorridere alle sei del lunedì mattina quando qualsiasi cosa ti fa schifo.

L'amore è quella cosa che ti colpisce quando meno te l'aspetti e ti distrugge dentro.
Ti rende estremamente debole e vulnerabile.

Diventi dipendente da una persona e non puoi farne a meno.

L'amore è quel sentimento che crea legami indissolubili contro la tua volontà.
Ti fa immaginare cose che prima consideravi da diabete ed odiavi.
Ti fa star male il giorno di San Valentino perché vorresti essere con lui.
Ti fa star male quando vedi coppie baciarsi ed abbracciarsi perché vorresti farlo anche tu.

Tutto ruota attorno ad un fottuto sentimento.

Quando ti innamori sei nella merda perché non puoi uscirne, come una droga

Abigail tornò dove non andava da molto, nel suo piccolo angolo di paradiso, il luogo dove andava quando stava male.
Si sedette a terra poggiando la schiena su un albero li vicino e scoppiò in un pianto isterico.

Non aveva più senso resistere, si resiste quando si è sicuri di ottenere qualcosa alla fine ma lei era ormai convinta che non avrebbe ottenuto nulla.

Salvatore le mancava terribilmente, così tanto che pensava di non potercela fare senza di lui.
Le mancava sentire le sue braccia stringerla forte, le mancava accoccolarsi al suo petto mentre le accarezzava la testa.

Le mancavano le sue mani che giocavano con i suoi capelli.

Le mancavano le sue labbra, i suoi baci.
Aveva bisogno di sentirlo stringerle i fianchi mentre si baciavano, aveva bisogno di guardarlo negli occhi.

Quegli occhi che nascondevano tanto dolore, quegli occhi dov'erano nascosti i suoi demoni.

Quei demoni che andavano d'accordo con quelli che aveva lei.

Era diventato una parte fondamentale della sua vita eppure lei diceva di non amarlo.

Perché? Aveva paura dell'amore. 
Quella parola la spaventava.

Amare significa aprirsi completamente qualcuno, lei aveva paura di far vedere chi era realmente.
Tutti la conoscevano come 'la ragazza stronza' che in realtà non era affatto, si era solo creata una maschera per far si che nessuno potesse conoscere lei e i suoi punti deboli.

Però non c'erano altre spiegazioni, lei doveva per forza essere innamorata, non c'era nessun altro sentimento che spiegasse tutto ciò che provava.  
Odiava l'idea di essere innamorata, odiava aver bisogno di lui soprattutto perché era convinta che lui amasse e volesse Giulia, e lei non era Giulia.

Quando si sta male, si sa, si fanno cazzate.
Si toccò la tasca tirando fuori il suo telefono, entrò su whatsapp, iniziò a scrivere.

"Ciao, non so perché sto scrivendo 'sto messaggio, sai?
Non so nemmeno se avrò il coraggio di inviarlo, che stupida che sono.
Credevo che tu provassi davvero qualcosa per me, ma infondo sono solo una bambina e Giulia ha ragione.
Tu hai la tua vita ed io ho la mia.
Però io, la mia vita, non riesco a viverla senza di te, eri e sei troppo importante.

Mi manchi tanto, vorrei tanto che tu mi abbracciassi, adesso.

Ho bisogno dei tuoi abbracci, dei tuoi baci, di te."

Non ci pensò e, istintivamente, inviò pentendosene subito dopo ma, forse, stava troppo male anche per pentirsi del gesto appena fatto.

Bloccò l'Iphone rimettendolo in tasca, poggiò la testa sul tronco dietro di lei e chiuse gli occhi continuando a piangere, dopo qualche minuto si addormentò.

Si svegliò sentendo una mano che le accarezzava dolcemente il viso, aprì lentamente gli occhi e appena realizzò di essersi addormentata si spaventò non avendo visto chi l'aveva svegliata.

"Non dovresti addormentarti in giro" 

Quella voce, l'avrebbe riconosciuta tra mille.
"Cosa ci fai qui?" 
"Ho letto il messaggio"
Si era completamente dimenticata di quel messaggio, si strinse nel cappotto nascondendo il viso e guardandosi le scarpe, si vergognava terribilmente.

"Come facevi a sapere che ero qui?"

"Non lo sapevo, ti ho semplicemente cercata, non dovresti essere a casa?"

Lei abbassò lo sguardo, probabilmente imbarazzata da ciò che stava per dire.

"Sei tu la mia casa."

Lui rimase a guardarla, questo le fece salire un'ansia tremenda che temeva di aver esagerato, di aver detto qualcosa di fin troppo sdolcinato per entrambi.
"Le pensavi davvero le cose che hai scritto o sei ubriaca?" cambiò discorso.
"Ti sembro ubriaca?" chiese retoricamente, era ovvio che non lo fosse.
"No, ma guardandoti potresti esserti drogata, oppure hai pianto tanto" si riferiva ai suoi occhi terribilmente arrossati.

Si abbassò mettendosi accanto a lei e le cinse le spalle con il braccio avvicinandola e Abby ne approfittò poggiando la testa nel suo petto.
"Per quanto hai pianto?" 

"Non lo so" rispose chiudendo lentamente gli occhi per godersi quel momento.

Lui le prese una ciocca di capelli e la arrotolò tra le sue dita.
"Mi piace questo colore, ti sta bene il blu anche se è strano"
Sorrise e non rispose, ma non ce ne fu bisogno perché lui continuò a parlare.
"Cosa ti ha detto Giulia?"
Il suo sorriso si spense, si era dimenticata di Giulia, del bambino.
"Niente" sussurrò spostando la testa dal suo petto e mordendosi il labbro.
"Abigail, cosa ti ha detto?" ripetè la domanda con tono più severo.
Lei sospirò "Che la ami e che ora siete legati per sempre"
Salvatore rise leggermente ricevendo un'occhiata confusa da parte della ragazza.
"Il fatto che abbia accettato ti passare del tempo con la mia presunta figlia non significa che ami quella troia" spiegò guardandola negli occhi.

Quanto le erano mancati i suoi occhi.

Non ci pensò, e avvicinò il volto al suo baciandolo.

Non riusciva più a resistere, averlo li accanto e non poterlo baciare era una tortura.

Lui ricambiò il bacio approfondendolo.

Abby sentì le famose farfalle nello stomaco a quel contatto, i battiti regolari del suo cuore aumentarono mentre la mano di Salvatore era nel suoi viso e la teneva vicina a lui.

Lei aveva la mano nella sua schiena, poco sotto al collo, e gli stringeva la maglia tra le dita.

Si staccarono lentamente e sorrisero entrambi.

"I capelli blu, il piercing sulla lingua, poi che hai fatto?" 
"Un tatuaggio" 
"Cazzo Abigail, ti lascio da sola per un po' e mi diventi una piccola punk?" lei rise a quella frase.
Si alzò e le porse la mano per far alzare anche lei, cosa che fece.

Gli mise le braccia attorno al collo abbracciandolo, lui la strinse forte a se e con una mano le accarezzava delicatamente i capelli.
"Mi sono mancati tanto i tuoi abbracci"
"Anche tu mi sei mancata, piccolina" quel soprannome assomigliava, anzi era praticamente uguale, a quello che aveva dato a sua madre.
"Piccolina?"
Lui sciolse l'abbraccio e la guardò negli occhi.
"Sì, sei la mia piccolina" rispose baciandola nuovamente.

Il fatto che la chiamasse così significava che la metteva nello stesso piano di Aurora, o almeno questo è quello che credeva Abigail, e sappiamo tutti quanto fosse importante Aurora per lui.

  Sapeva bene che con Salvatore non avrebbe mai avuto una relazione normale però questo la rendeva felice, nulla è sbagliato se ti rende felice.
Lui era la ragione del suo sorriso, ciò che la spingeva ad andare avanti.
L'unica persona per la quale avrebbe fatto qualsiasi cosa .

Loro due insieme erano una pazzia, tutti quelli che sapevano del loro rapporto facevano una faccia schifata ma se ne fregavano.
Gli altri non sapevano cosa provavano quando erano insieme, non sapevano cosa sentivano quando si baciavano, non sapevano quanta dipendenza si creassero reciprocamente e se lo avessero saputo sarebbero solo stati gelosi di loro.

1289 parole.

Sono più del solito, sono stata brava, voglio un premio.

Prima di scrivere l'angolo autrice ho sempre tante cose da dire, quando inizio me dimentico tutto, che palle.

Se qualcuno di voi mi manda la richiesta d'amicizia su facebook non è che non l'accetto perché sono cattiva (bad girlXd) ma perché una volta mi è arrivata una richiesta da uno che aveva cambiato nome in 'Attore porno (toro superdotato)' e quindi per prevenzione non accetto più quasi nessuno, ahahah.

Però se mi scrivete che non siete attori porno vi accetto.

Se mi date i soldi vi abbraccio anche, QUANTOSONOTENERA.
Ad ogni modo, spero che il capitolo vi sia piaciuto come al solito blablabla lasciate le stelline i commentini blablabla e ci sentiamo in the next capitolo.
CIAONE. <\3

Instagram: __weltshmerz__



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