Drugs.
"I like the sad eyes, bad guys
Mouth full of white lies"
'Sto bene'
Due parole così semplici da dire, non sembrano nascondere nulla ma avete mai pensato a cosa può esserci dietro a quella frase così scontata?
Ormai la diciamo quasi per abitudine, un po' anche per pigrizia; chi ha voglia di perdere tempo a raccontare i suoi problemi? Soprattutto se la gente che ti circonda se ne strafotte.
Forse se si guardassero gli occhi delle persone potremmo capire qual è il loro vero stato d'animo.
Forse se provassimo ad essere più comprensivi saremmo tutti più felici.
Puoi mentire a tutti ma non puoi farlo a te stesso, quando ti guardi allo specchio lo vedi che non stai bene, quando ascolti canzoni e non ti viene nessuna voglia di cantare ti accorgi che c'è qualcosa che non va.
Quando la cosa che una volta era la tua ragione di vita perde completamente il tuo interesse non può andare tutto bene.
Costruisci un muro attorno a te stesso e speri che nessuno riesca ad oltrepassarlo, anche se ci sarà sempre un punto debole.
Un giorno arriverà qualcuno che sarà in grado di abbattere quel muro nonostante tu provi con tutte le tue forze ad impedirglielo.
Ad un certo punto ti stanchi anche di lottare, di resistere, ti lasci semplicemente andare.
Andrà bene? Meglio.
Andrà male? Chi cazzo se ne frega.
Più o meno era così che Salvatore si era ritrovato a fregarsene di tutto, se stesso compreso, ed ora qualcuno cercava in tutti i modi di abbattere quel muro.
Quel qualcuno era Abigail.
"Cos'hai oggi? Sei strano"
La mora si avvicinava a lui che, quel giorno, la stava quasi ignorando.
Aveva lo sguardo perso, con la sua solita sigaretta in mano.
"Nulla"
Gli prese la sigaretta ricevendo un'occhiataccia da parte del ragazzo.
"Ne stai fumando troppe, è la quarta nel giro di venti minuti!"
"Che te ne frega?" chiese acido.
Lo guardò incredula, come poteva chiederle una cosa simile?
Non avrebbe mai lasciato che lui, il ragazzo della quale era stranamente innamorata, si rovinasse davanti ai suoi occhi.
Si alzò dalla sedia dov'era seduto non aspettando una risposta da parte di Abby e tirò fuori un piccolo foglio di carta stagnola dalla tasca.
Lo aprì e dentro c'era della polvere bianca.
"Me la fai provare?"
"Non ti eri mai presa una sbronza fino a qualche giorno fa e ora vuoi drogarti?"
Abbassò lo sguardo, sapeva bene a che rischi andava in contro eppure voleva farlo comunque.
Voleva capire come si sentiva lui, perché lo faceva.
"Voglio sapere cosa provi, solo una volta ti prego, poi smetto"
Salvatore si passò una mano tra i capelli scompignandoli e sbuffando.
"Non puoi smettere quando vuoi, se inizi ci sei dentro, sei fottuta"
Deglutì rumorosamente
"Voglio farlo e basta, se non lo fai tu lo farò da sola"
"Vuoi sniffarla o la vuoi in vena?"
Che differenza c'era? Non lo sapeva, ma non voleva mostrarsi inesperta ai suoi occhi.
"V-vena" cercò di non balbettare ma non ci riuscì, aveva paura.
Una parte di lei voleva tirarsi indietro, fermarsi finché era ancora in tempo; l'altra parte pensava che non aveva nulla da perdere, l'unica persona della quale le importava c'era dentro all'eroina quindi poteva starci benissimo anche lei.
Le fece un cenno con la testa per dirle di alzare la manica del maglione, lo fece.
Si fermò qualche secondo a guardarle il braccio.
"Sei ancora in tempo per cambiare idea"
"Non voglio cambiare idea, sbrigati" lo supplicò, lui prese la siringa in mano.
"Siediti" le ordinò, lei fece anche questo.
Inspirò una grande quantità d'aria tenendola dentro ai suoi polmoni e strinse il muscolo del braccio.
La mano di Salvatore le sfiorò la vena, lei sobbalzò e lo guardò negli occhi.
Lui scosse la testa e posò la siringa sul tavolo.
"Tu non farai un cazzo"
"Ma" provò a ribattere ma lui la fermò
"Stai tremando, hai paura ti si legge negli occhi che sei terrorizzata. Non puoi farti di eroina solo perché lo faccio io, cazzo.
Se mi ammazzo che fai, lo fai pure tu? Non essere ridicola, Abigail"
Quelle parole, nonostante avesse ragione, la ferirono perché sì, se lui si fosse ucciso probabilmente lo avrebbe fatto anche lei.
Non riusciva ad immaginare una vita senza di lui, senza i suoi sbalzi d'umore, senza il suo carattere di merda.
Salvatore ormai aveva un posto fisso nella quotidianità di Abby, era la prima cosa bella che le fosse capitata.
"Hai ragione, scusa" sospirò cercando di non far notare che stava male.
Le prese la mano facendola alzare e la portò vicino a lui, teneva la testa chinata verso il basso e il ragazzo mise una mano dietro di essa appoggiandola al suo petto.
Abby fu sorpresa da quell'azione anche se si stava lentamente abituando.
La parte da stronzo del suo carattere stava via via sparendo lasciando spazio a qualche momento di dolcezza.
Strofinò la testa sulla sua maglia, lo abbracciò stringendolo.
Salvatore le accarezzava la testa e l'altra mano era poggiata sul fianco di lei.
"Non drogarti Abby, almeno tu salvati"
"Se volessi potresti uscirne anche tu, lo farai vero?"
Non rispose, lei alzò leggermente la testa e lo guardò
"Vero?" ripeté.
"Non voglio smettere"
"C-come non vuoi?" balbettò
"Potresti morire, non puoi continuare!"
Si allontanò da lui aspettando una risposta che non arrivava.
Gli sfiorò il braccio con la mano incitandolo a parlare.
"Anche se dovessi morire cosa cambierebbe? Non ho nulla da perdere, non ho nulla in nessun caso.
Anticiperei un fatto che prima o poi sarebbe accaduto lo stesso"
"Io non voglio perderti" sussurrò
Le accarezzò il viso, aveva gli occhi lucidi.
"Non ti ho mai vista piangere, Abby"
"Non ho mai pianto per nessuno" confessò ed era vero.
L'unica persona per cui aveva pianto era se stessa, anche perché nessuno aveva un ruolo così importante per meritare le sue lacrime.
Probabilmente aveva pianto anche per Sascha ma era comprensibile, era pur sempre suo padre e, sotto sotto, lei gli voleva bene.
Gute nacht/guten morgen :D
Ho scritto tutto ciò guardando Harry Potter, e ci ho messo due ore.
Cioè, wow.
Non ho nulla da dire, ye, quindi me ne vado senza rompere le palline.
Ciaone. </3
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