Daughter.
"You have a hollowed out heart
But it's heavy in your chest
I try so hard to fight it
But it's hopeless"
'Sal, vieni a prendermi?'
Diceva il messaggio di Giulia che si trovava in ospedale da quattro giorni.
Aveva partorito e, nonostante fosse nata prima della data prevista, la bambina stava bene.
Salvatore non era con lei quando Antonella era nata.
Salvatore non era stato con lei nemmeno i giorni dopo.
Non l'aveva neanche vista sua figlia, si era limitato a portare Giulia all'ospedale ed ora ad andarla a prendere.
Perché si comportava così? Non voleva avere nulla che la legasse a lei.
Non voleva che in qualche modo la bionda pensasse che lui voleva tornare con lei, anche se sapeva che probabilmente aveva già calcolato tutto nella sua malata mente da troia.
La stava aspettando fuori dalla sua stanza, con l'Iphone in mano mentre messaggiava con Abigail.
La porta si aprì lasciando vedere i lunghi capelli biondi della ragazza che teneva tra le braccia la piccola bambina, addormentata, avvolta da una coperta rigorosamente rosa.
Guardò Salvatore che oltre a non essere stato con lei ora non stava mostrando la minima attenzione.
"Hey..." si avvicinò a lui che, finalmente, si mise il telefono in tasca.
"Era ora" si lamentò iniziando a camminare verso l'uscita.
Lei lo seguì senza dire nulla, pensò che magari era solo una giornata no.
Lei pensava che ora sarebbero stati insieme.
I due erano nell'auto del ragazzo e quest'ultimo stava guidando verso casa della ragazza.
"Sai che non tornerò con te solo perché hai partorito, vero?" disse senza distogliere lo sguardo dalla strada.
"C-come no?"
Lui non rispose.
"Non posso crescerla da sola, non voglio farlo, voglio che tu stia con me"
"Io sto con Abigail e non ho nessuna intenzione di lasciarla"
Giulia rimase zitta mentre l'auto era ormai giunta davanti casa sua.
"Ti devo portare in braccio o vai da sola?"
Passò lo sguardo dalla bambina, che era appoggiata al suo petto, a Salvatore.
Se la tolse di dosso e gliela porse, un po' come se fosse un oggetto.
"Prendila" disse freddamente.
"Cosa?"
"Prendi questa fottuta bambina, non la voglio"
Negli occhi di Giulia si riusciva ad intravedere solo odio verso quella creaturina che non aveva nessuna colpa.
Eppure lei la odiava, l'unico motivo della sua esistenza era far tornare Salvatore però lui continuava a non volerla e di certo non si sarebbe tenuta una marmocchia tra i coglioni.
Vide che il ragazzo accanto a lei non reagiva, non prendeva sua figlia.
Sbuffò aprendo la portiera della macchina, poggiò la bambina sul sedile e uscì dall'auto.
"Se cambi idea chiamami" disse prima di chiudere la portiera e avviarsi verso la porta di casa sua, sculettando.
Salvatore posò lo sguardo sulla piccola che emetteva dei gemiti poiché si stava svegliando.
Pregò con tutto se stesso che non si mettesse a piangere, non sapeva nemmeno come si teneva in braccio un bambino.
La prese e la appoggiò al suo petto e, mentre la teneva con un braccio per non farla cadere, con l'altro guidava verso casa.
Abigail, nel frattempo, era visibilmente incazzata col fratello.
"Alan, fai schifo" sbuffó contro di lui che aveva appena assunto l'espressione più dolce e colpevole esistente.
"Ti ho già chiesto scusa Ab"
La sorella lo fulminò con lo sguardo.
"Non chiamarmi Ab, sacco di merda"
Aurora entrò nella stanza dove si trovavano i due.
"Che succede?" chiese preoccupata.
"Lo sapevi che Alan mi mangiava il gelato quando eravamo piccoli?"
Ci fu un attimo di silenzio in cui il biondo avrebbe voluto scomparire.
"Alan" iniziò a parlare la madre "Sei una merda"
Lui iniziò a lamentarsi chiedendo ripetutamente scusa ad Abby che sorrise istintivamente.
"Vieni qui, coglione" disse allargando le braccia e Alan si fiondò ad abbracciarla.
Si stringevano forte l'uno all'altro facendo sorridere anche la madre.
Si staccarono poiché alla ragazza arrivò un messaggio, da parte di Salvatore.
'Vieni da me, subito, ho bisogno di te'
Quel messaggio le fece salire l'ansia.
"Devo andare, ci vediamo dopo" salutò velocemente Aurora e Alan per poi uscire subito di casa.
Appena varcò la soglia della porta di casa di Salvatore ciò che vide la fece subito intenerire.
"Che cariniii" disse con una vocina stridula.
Lui la guardò con un'espressione annoiata.
"Non fare quella faccia e aiutami"
Sorrise e si avvicinò a lui che aveva la piccola Antonella in braccio accoccolata al suo petto.
"Finché dorme non hai problemi" gli diede un bacio sulla guancia e lui, in risposta, si girò lasciandole un bacio a stampo sulle labbra.
"Prima o poi si sveglierà, e quella puttana di Giulia me l'ha mollata e io non so come si va dietro ad una bambina e non ho nemmeno le cose, cioè, cosa serve?"
Stava letteralmente entrando in panico perché non sapeva cosa doveva fare e questo fece ridere Abigail.
"Sta tranquillo, sei così tenero quando sei ansioso" gli diede un altro bacio "ci penso io a prendere quello che serve, tu non farla svegliare"
Annuì e la bambina si mosse strofinando la testa sulla sua maglia.
"No ti prego non svegliarti, dormi per sempre, per favore, sei così carina quando dormi"
Abby scoppiò a ridere ricevendo un'occhiataccia da parte del ragazzo.
"Cazzo ridi? Mettiti nei miei panni, insomma"
"Scusa, scusa" disse cercando di trattenere le risate "sei fortunato, è un angioletto"
La piccola aprì lentamente gli occhi emettendo un verso simile ad uno 'gna' che fece sorridere entrambi.
"Ha gli occhi enormi, come te"
Mise un braccio attorno alle spalle di Abigail tenendola vicina a se mentre con l'altro teneva sua figlia che allungò la manina tendendola verso la ragazza.
La prese tra due dita stringendola leggermente e Antonella fece lo stesso.
"Dovresti essere tu sua madre, non Giulia"
*nonhovogliadifarel'angoloautrice*
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