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Truth.

Salvatore si trovava, detto in modo fine, nella merda.

Di certo la colpa non era di Antonella, non poteva sapere che così avrebbe causato danni, lei voleva solo proteggere il suo papà.

“Salvatore, cos'hai nel fianco?” ripeté Abigail con più freddezza nella voce.
Lui abbassò lo sguardo, fece un piccolo sorriso alla figlia, poiché la vedeva preoccupata, e alzò lentamente la maglia.

La verità stava venendo a galla.

La ragazza sfiorò le bende con la mano, erano macchiate di sangue in vari punti.
“Come te lo sei fatto?”

I due si guardarono negli occhi e lui non rispondeva.

“Salvatore che cazzo hai fatto!” gridò, spaventando Antonella che sussultò.

“Antonella, vai in camera, tranquilla, va tutto bene” le disse il padre e lei, molto lentamente, seguì ciò che aveva detto.

La piccola si sentiva tremendamente in colpa.
Si arrampicò nel suo lettino e si mise sotto le coperte coprendosi le orecchie con le mani, aveva paura.

Gli occhi di Abigail, nel frattempo, erano pieni di rabbia.
Si sentiva presa in giro dalla persona di cui si fidava più in assoluto.

“Abigail, amore, è meglio che tu non lo sappia...” provò a coprirsi in questo modo, ma fu totalmente inutile.
“Salvatore Cinquegrana, dimmi cosa cazzo hai fatto e non chiamarmi amore”

Lui guardava ovunque, tranne che lei.
Non era pronto a dirle la verità, ma non aveva altra scelta.

“Va bene, ti dirò tutto, ma sappi che se non te l'ho mai detto è stato solo per proteggerti”

Incrociò le braccia al petto pronta ad ascoltarlo, lui si passò una mano tra i capelli.

“Sono uno spacciatore, ma non solo quello, rubo droga ad altri spacciatori.
Il taglio me l'hanno fatto ieri sera mentre cercavo di scappare” rimase in silenzio per qualche secondo poi continuò.

“Sono un criminale...un assassino”

Finalmente Salvatore trovò il coraggio di guardare la sua ragazza.
Le sue labbra formavano una piccola 'o', era incredula.
Lo guardava con una faccia schifata, non era quello il ragazzo di cui si era innamorata.

“Ti prego Abigail parla...”

Si avvicinò a lei, ma si allontanò.

“Vivo con un assassino...” ripeté a bassa voce, come se lo stesse dicendo a se stessa.

“Abigail io non ucciderei mai di mia spontanea volontà..”

“STAI ZITTO!”

“Lo sto facendo per proteggerti! Mi hanno minacciato, hanno detto che avrebbero fatto del male a te e ad Antonella!”

Lo fulminò con lo sguardo.

“Smettila di giustificarti, io me ne vado”

Si diresse a passo svelto verso la camera per prendere i suoi vestiti.
Salvatore la seguiva, con lo sguardo, era allibito.

Avrebbe voluto fermarla, ma come poteva farlo?
Lei aveva ragione.

“Dove andrai?” le chiese appena la vide tornare con le sue cose.

“Torno dai miei” rispose senza guardarlo, lui abbassò lo sguardo.

“Io non voglio che tu te ne vada...” sussurrò.

“Ed io non voglio vivere con uno spacciatore, ladro, assassino e magari tossicodipendente.”

Abigail si sedette sul divano e chiamò la madre.
La sua voce tremava e Salvatore si sentiva sempre peggio.

Stava male, per lui.
Esattamente come Aurora.

Appena chiuse la chiamata, dove le chiese di venirla a prendere, sospirò sonoramente passandosi una mano sugli occhi.

Stava piangendo.

“Abigail...” Salvatore si sedette accanto a lei che, questa volta, non lo mandò via.

“Lo so che è uno shock per te, lo so che è difficile, ma so quello che faccio, non farei niente che possa mettere me o voi in pericolo...per favore”

Lei scosse la testa.

“Ho bisogno di tempo, da sola”

“Va bene...” disse a voce bassa.

Rimasero li, in silenzio, uno accanto all'altro.
Entrambi avrebbero voluto abbracciarsi, stringersi e dirsi che sarebbe andato tutto bene, che avrebbero superato anche questa, ma lei aveva paura che Salvatore non fosse più lo stesso e lui temeva che Abigail non lo volesse.

Invece sarebbe bastato così poco per stare bene, solo un po' di coraggio in più.

Dopo pochi minuti arrivò Aurora, senza dire una parola Abigail si diresse verso la porta.

“Salvatore” disse, senza voltarsi, prima di uscire.

“Cosa?” sperava che avesse cambiato idea, ma non fu così.

“Sono incinta” e prima che lui potesse dire qualsiasi cosa lei se n'era già andata.

La ragazza che amava era incinta e non erano più insieme.
Esattamente come anni fa con Aurora, ma sotto sotto lui lo sapeva che Abigail sarebbe tornata, e se non l'avesse fatto se la sarebbe andata a prendere, ad ogni costo.

Aveva già perso una persona fondamentale, non avrebbe rifatto lo stesso errore.

Decise di smettere di rimuginare sull'accaduto e di rendersi utile, quindi andò nella cameretta della figlia.

Era rimasta sotto le coperte.

Le spostò scoprendo il corpo della piccina che si era addormentata rannicchiata su se stessa.

Lui la prese in braccio e si stese nel lettino con lei.
Le baciò la fronte facendola mugolare.

“Papy...?” sussurrò aprendo leggermente gli occhi.
“Va tutto bene amore, sono qui” la coccolava dolcemente cercando di calmarla.
“Dov'è la mamma...?”
“La mamma tornerà, te lo prometto, non ti lascia da sola”

Antonella si accoccolò al petto del padre, lui sollevò le coperte e coprì entrambi.

Lei si addormentò calmandosi grazie alla presenza del padre e, poco dopo, si addormentò anche lui.

Abigail sarebbe tornata, loro due si amavano, avevano una figlia e tra poco avrebbero avuto che figli.
Aveva solo bisogno di tempo, tempo per fidarsi di Salvatore, per rendersi conto che sapeva davvero cosa stava facendo e che sarebbe andato tutto bene.

Perché sarebbe andato tutto bene, vero?

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