Ex lover.
"Ciao papà!" il ragazzo entrò nella stanza del padre che era intento a guardare il cellulare con aria piuttosto annoiata.
"Ciao Thomas, come mai sei in ritardo?" domandò.
"Uhm, c'era Abigail nel corridoio, e ho scoperto che è incinta, ti rendi conto? Incinta! A quest'età" disse cercando di farla sembrare una disgrazia, ma Giuseppe non era d'accordo.
Dopotutto Salvatore era stato il suo migliore amico, lo conosceva bene, sapeva che quando si affezzionava avrebbe fatto di tutto per quella persona.
"Salvatore non è stupido, e poi è come se avessero già una figlia, non vedo dove sia il problema" fece spallucce, poi continuò
"Comunque ho finito gli esami, possiamo andare a casa quando vuoi"
"Ma non pensi a cosa diranno i suoi? Soprattutto suo padre!" insisteva.
"Di sicuro non sono cose che riguardano noi, se la vedranno loro"
Thomas roteò gli occhi, voleva che Abigail e Salvatore si lasciassero, ma sembravano inseparabili.
Nel frattempo Abigail dormiva ancora appoggiata nel letto di Salvatore, nel sonno gli aveva preso la mano e lui, che in quel momento era sveglio, l'aveva stretta.
La guardava e non poteva fare a meno di sorridere.
Aveva giurato a se stesso che l'avrebbe protetta, invece chissà quanto aveva sofferto nell'ultimo periodo.
La ragazza mugolò strofinando il viso sul lenzuolo, poi alzò la testa stroppicciandosi gli occhi come una bambina.
"Buongiorno amore" sorrise Salvatore accarezzandole i capelli.
"Stai bene?" gli chiede sbadigliando, lui annuì.
"Mi hai fatto preoccupare, hanno detto che eri svenuta"
Lei aggrottò le sopracciglia.
"Io invece ero tranquilla sapendo che ti stavano operando perché avevi una pallottola nello stomaco" si alzò dalla sedia.
"Come sei puntigliosa" si lamentò lui in modo scherzoso poi si sorrisero entrambi.
Lei si avvicinò a lui, buttò le braccia attorno al suo collo e lo strinse forte.
Aveva bisogno di quell'abbraccio, avrà bisogno di sapere che lui era li, accanto a lei e che non se ne sarebbe andato.
Lui, sorpreso dal gesto improvviso di lei, ricambiò la stretta con un leggero sorriso in volto.
“Mi hanno fatto un ecografia... Senza di te” sussurrò appoggiandosi al petto dell'uomo.
“Com'è andata?” domandò mentre la coccolava dolcemente.
“È una macchiolina”
Salvatore aggrottò le sopracciglia, macchiolina?
“Di solito non era maschio o femmina? Cosa significa? È nero?”
“Ma no coglione!” Abigail rise alla sua reazione, poi prese una foto dell'ecografia dalla tasca dei suoi jeans.
“Vedi? -indicò il bambino nella foto- è una macchiolina”
Lui annuì osservando la foto, quello era il suo bambino e questa volta la madre era una ragazza che amava.
Dopo pochi minuti bussarono alla porta e, senza aspettare risposta, entrò un'infermiera.
“Buongiorno Salvatore, come ti senti?” chiese in tono leggermente scortese, cosa che a lui dava molto fastidio.
“Bene” rispose con disinteresse sperando che se ne andasse in fretta.
“C'è qualcuno che vuole vederti, te la senti?”
In risposta mugolò incitandola a continuare per farsi dire di chi si trattava.
“C'è una donna anziana e una bambina”
“Anziana...?” lui non conosceva nessuna anziana.
“Possono entrare si o no?” sbottò esausta.
Salvatore annuì e lei se ne andò lasciando spazio alle due visitatrici.
La bambina in questione entrò e, appena individuò Salvatore, corse verso di lui sorridendo e esclamando un sonoro “Papà!”
“Ciao amore mio” la prese in braccio e lei in pochi secondi si aggrappò a lui.
Per quando riguarda alla donna 'anziana' si trattava di Aurora.
“Lei sarebbe anziana?” Salvatore era confuso quanto divertito dalla situazione.
Lei si avvicinò a lui salutandolo timidamente.
Bastò uno sguardo, un solo sguardo.
Quella donna stava crollando.
“Abigail, puoi lasciarsi soli? Prendi anche Antonella”
Si alzó dal lettino, le sue gambe avevano bisogno di ricordarsi di essere vive, e porse la bambina alla sua ragazza, anche se la più piccola non era molto d'accordo.
Abigail gli lasciò un bacio sulla guancia, gli disse di non affaticarsi ed uscì chiudendo la porta alle sue spalle.
I due rimasti nella stanza si guardavano negli occhi senza dire una parola.
Lei non avrebbe voluto essere li, sapeva che non avrebbe retto il confronto, l'aveva fatto solo con la piccola.
Abbassò lo sguardo, guardava ovunque, ma cercava di evitare Salvatore.
Era nervosa, si mordeva il labbro e si torturava le mani.
Strinse gli occhi cercando di calmarsi.
Sentì una presa sulle sue mani e poco dopo un pollice accarezzarle.
Sussultò aprendo lentamente gli occhi.
Lui era incredibilmente vicino.
“Perchè sei così spaventata da me?” chiese a voce bassa.
“Non ho paura di te, ho paura del nostro passato” rispose con lo stesso tono.
Il loro passato era stato un fottuto casino che li avrebbe segnati per sempre.
Una ferita che non si rimarginerà mai.
“Come stai?” le chiese.
A quella domanda lei sentì gli occhi pizzicare, le lacrime minacciavano di scendere.
“B-bene” balbettò cercando di non piangere.
“Come stai?" ripetè più duramente.
Lei rimase in silenzio, lo guardò negli occhi.
Smise di trattenere le lacrime, le sue labbra tremavano.
Si avvicinò a lui, appoggiò il viso sull'incavo del suo collo e lo abbracciò.
“Non riesco più a vivere senza di te”
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