"Josh, cos'è una puttana?"
{Personaggi: Tyler Joseph; Joshua Dun; Jenna Black-Joseph; Brendon Urie; Gerard Way; Pete Wentz III; Pete Wentz II, Debby Ryan}
{Ship: Joshua Dun & Tyler Joseph -> Joshler}
{Fandom: Twenty Øne Piløts}
{No Humans: sono delle fottute mattonelle del pavimento. Io vi avevo avvertito del disagio.}
{Parole: 1660}
{Avvertenze: DISAGIO.}
{Ringraziamenti: grazie a quelle del gruppo WhatsApp sui TØP che mi hanno aiutato a partorire quest'idea malata u.u}
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C'era una volta (a/n: SÌ COMINCERÒ COSÌ TUTTE LE VOLTE, FIGHT ME) un pavimento perfetto, in una casa perfetta, per una famiglia perfetta. Tutti quelli che venivano lì facevano i complimenti per quel pavimento, era davvero ben curato e perfetto. Tutti avrebbero desiderato essere così belli come il pavimento della famiglia Wentz. Loro sì che erano ricchi. Ma che peccato che non si fossero accorti che venivano ascoltati. Oh sì, tutti i litigi, tutti i segreti, tutto quello che andava bene a Pete, il figlio più grande, e che irritava Pete, il padre.
... effettivamente era meglio se avessero cambiato nome, avrebbe semplificato la vita di tutti. Non era facile con il gossip, il povero pavimento chiedeva pietà per quelle mattonelle che invano provavano a parlottare quando la famiglia non era in casa, e che ogni volta doveva specificare di che Pete stavano parlando.
Però non era male, quella vita. Certo, non potevi muoverti, non potevi sempre parlare e venivi calpestato tutti i giorni, ma non dovevi andare a scuola, o al lavoro. Non dovevi fare nulla dalla mattina alla sera, a parte sopportare tutto il loro peso. Ti pulivano, spolveravano, non dovevi fare nulla tu. Facevano tutto loro. Se avevi qualche problema cutaneo, bastava aspettare l'aspirapolvere ed eri a posto.
Tutte le mattonelle erano felici.
Tutte.
Eccetto una.
Lo chiamavano Tyler. Detestava essere una mattonella. E per di più, una mattonella d'angolo. Perché tutti i giorni era sempre la stessa storia. Stare lì, in un angolino, a prendere la polvere. Nessuno mai ti notava, nessuno se ne preoccupava. Pulivano tutti gli altri, a parte te. Eri inutile ai loro occhi, eri sempre sporco e malridotto, nessuno ti parlava. Tyler invidiava le mattonelle al centro, sempre belle e pulite, ma anche vanitose. Gerard e Brendon, per esempio. Loro due erano al centro esatto del pavimento. Erano splendenti, con alcuni vetrini blu e rossi che riflettevano la luce, sembravano dei coralli nell'oceano. O almeno, così glieli descriveva la mattonella di fianco a lui, Jenna. Lei era davvero gentile, l'unica amica che abbia mai avuto. Ed era stata in diverse abitazioni, che si affacciavano anche sul mare. Lei sì che aveva fatto belle esperienze.
Ma Tyler ormai, aveva perso la speranza di vedere il mare. Sapeva che sarebbe morto lì, coperto dalla polvere e lo sporco, dimenticato da tutti. L'unico suo desiderio, però, voleva realizzarlo: parlare con Josh, la mattonella poco più distante, a mezza via tra lui e Gerard. Jenna gli aveva detto che quella settimana sarebbe toccato a Pete Junior pulire, quindi c'era una possibilità che Tyler venisse spostato. Infatti, quando il ragazzo vedeva le mattonelle d'angolo troppo sporche, le spostava. Era già successo a Mikey, Ryan e Frank, perciò voleva dire che quel giorno sarebbe toccato a lui. Sperava solo di venire piazzato vicino a Josh, e non vicino a Brendon. Quello era solo una diva queen pieno di sé stesso.
Non ebbe nemmeno il tempo di fare ordine nei suoi pensieri che delle mani lo presero e poté sentire l'orribile odore di qualcosa che sembrava sudore. Il sudore di Pete. Come facevano gli umani a convivere con questa puzza? Era un mistero per tutti. Faceva solo... schifo.
Dopo pochi secondi, menomale, Pete lo mise a terra, incastrandolo in quello che prima doveva essere il posto di Debby, visto che la sentiva lamentarsi. E Debby era vicino a Josh.
Lui era vicino a Josh.
A JOSH.
Sarebbe potuto diventare umano dalla felicità. Ma non lo fece, perché gli umani lo disgustavano. Oh, e non era fisicamente possibile fare una cosa del genere, sarebbe restato una mattonella per sempre. Una mattonella felice. Di fianco a Josh. Per il resto della sua esistenza. E, ah, lo stavano lavando! Non veniva lavato dal giorno in cui vide Josh per la prima volta, 379 giorni prima. Sì, era felice, finalmente.
Quando Pete finì di pulire e se ne andò, Tyler sentì l'imbarazzo pervaderlo. Cosa gli avrebbe detto? Come avrebbe cominciato la conversazione? Gli avrebbe mai parlato? A lui interessava di Tyler? Gli sarebbe stato antipatico? Sicuramente sì. Non era mai stato simpatico a nessuno, a parte Jenna. Che gli era saltato in mente? A una mattonella al centro quale era Josh, non importava della povera mattonella d'angolo chiamata Tyler.
«Hey,» sentì Tyler, vicino a lui, «tu sei Tyler, giusto?» chiese ancora una voce che aveva sentito tante volte. La voce di Josh. Gli stava parlando.
«Sì,» rispose, «e tu sei Josh.»
A quella risposta, sentì Josh ridacchiare. Ecco. Lo sapeva. Era infantile, inutile, antipatico. «Mi piace la tua voce, Tyler. Ti sentivo qualche volta mentre parlavi con Jenna, è davvero bella. Potrei addormentarmi se mi parli la notte, quando non c'è nessuno.» spiegò lui, senza nemmeno dare il tempo a Tyler di chiedere. Lui lo ascoltò sbalordito. Non era possibile, la sua voce era orribile. Come le sue risate. Non potevano piacere a Josh.
«Mi piacciono anche le tue risate, Tyler. Non sottovalutarti così, sei una brava mattonella.» disse Josh, con la voce che Tyler poteva ascoltare fino allo sfinimento. E allora realizzò che aveva detto tutto quello ad alta voce. Tyler stava per scusarsi, ma fu in quel momento che Brendon e Gerard iniziarono a chiacchierare.
«Lascia stare Ry! Lui è mio, tu non sei degno della sua gayaggine!»
Cosa, pensò Tyler, sentendo tutto quel casino.
«E chi ha toccato il tuo passatempo, puttanella! Io ho il mio Fronk, non mi interessa di quel pezzo di marmo!»
Preferivo stare nell'angolino.
«Non sono marmo! Sono porcellana.»
Oh Gesù.
«Infatti era un insulto, demente. E Bren, davvero? Il rosa? Il tuo colore preferito è il rosa? Sei davvero gay.»
Finirà male.
«Lo so! E vado fiero di essere gay! Tu piuttosto, mettiti un po' di colore addosso, sembri carbone. Che è molto peggio del marmo, aggiungerei. Non ti dona quel look.»
Dio, dimmi perché sto assistendo a una puntata di "Ma come ti vesti?" versione mattonelle.
«Almeno io so truccarmi, puttana.»
Anche il Make Up adesso.
«Voglio dar fuoco a qualcosa.»
Che minchia c'entra.
«Fronk, ti farò infuocare Pete.»
Cosa cazzo.
«Aw, quanto sei romantico!»
Romantico sta minchia, ti fa uccidere una persona, cretino.
«Non fare caso a quelli là,» disse Josh, distraendo Tyler dalla discussione incredibilmente stupida in atto tra le altre quattro mattonelle, «fanno sempre così.»
Tyler li ascoltò ancora, chiedendomi come fossero così amici anche se si insultano sempre a vicenda. Ma non trovò la risposta a questa sua domanda, così lasciò perdere e chiese a Josh un'altra cosa. «Josh... Cos'è una puttana?»
L'altro ci pensò un po' su. «Hai presente quando Pete piccolo fa sesso sul divano con una persona diversa tutte le volte?» provò a spiegare, sperando che l'amico capisca. Tyler annuì. «Ecco, Pete è una puttana.»
Tyler fece due conti mentali prima di parlare di nuovo. «Quindi... Una puttana è una persona che fa sesso sul divano con tanta gente diversa?»
«Esatto, Tyler.» confermò Josh.
«Ed è una cosa negativa?» chiese lui, ancora confuso. Non capiva tutta questa cosa dei termini degli esseri umani. «Cioè, se fai sesso con tante persone vuol dire che tante persone ti amano tanto, no?»
Josh sembrava scioccato dalla sua affermazione. «No, Tyler. No. Vogliono solo provare piacere e lo fanno così.»
«Che schifo.» commentò Tyler, con tono di disprezzo e disgusto.
«Già.» concordò Josh. «Gli umani mi disgustano.»
«Anche a me, sono schifosi.» aggiunse Tyler, per poi fare una lista di aggettivi che aveva sentito negli anni e che attribuita a cose negative. «E sporchi. E luridi. Mi fanno quasi pena.»
Da lì, i due cominciarono a parlare, tutti i giorni, fino a quando non arrivava qualcuno. Poi, quando se ne andava, ricominciavano. Entrambi amavano parlare l'uno con l'altro.
Poi, un giorno, Tyler lo disse.
«Josh, credo di amarti.»
L'amico singhiozzò, felice. «Anche io, Tyler. Anche io.»
Entrambi erano felici in quel momento. E non poco. Erano infinitamente felici.
Ma le cose non potevano rimanere così per sempre. Perché il destino deve mettersi in mezzo. E io sono sadica. Quindi un giorno, Pete grande portò via Tyler mentre stava dormendo e lo buttò nella spazzatura. Era una mattonella vecchia, molto sporca e segnata in diversi punti. Non poteva rimanere lì, bisognava sostituirla.
Non appena Josh si svegliò e vide che l'amico non era con lui, impazzì. Voleva andare da lui, voleva aiutarlo. Voleva stare con Tyler, per sempre. Se l'erano promesso una settimana prima, non avrebbe infranto così il suo voto di devozione. Così, insultò Frank e Gerard lo danneggiò ribaltandosi addosso a lui, rigandolo.
Non appena Pete piccolo se ne accorse, prese Josh e lo buttò nel pattume, con Tyler. Si ritrovarono subito, e poco dopo un camion della spazzatura li portò alla discarica cittadina.
Vissero lì per diversi anni, innamorati, passando il loro tempo a parlare di qualsiasi cosa, finché un giorno lo portarono in un'altra struttura. Non sapevano cosa li aspettava, temevamo il peggio, la separazione, ma ciò non accadde. Invece, li misero dentro una macchina e li unirono in una mattonella unica.
Josh e Tyler erano ancora più felici: nessuno poteva più separarli. Sarebbero stati insieme per sempre.
Dopo un po', sentirono che qualcuno li aveva presi in mano. Guardarono verso l'alto, e videro un uomo sulla ventina, dagli occhi azzurri, i capelli biondi e con un fedora nero in testa. Si voltarono di poco, e videro Pete piccolo di fianco all'uomo.
Pete, la persona che li aveva fatti incontrare, ora li aveva fatti sposare. Li aveva uniti, per sempre. I due si domandarono per un attimo se quell'uomo sapeva di quello che aveva fatto.
All'improvviso, l'uomo con il Fedora parlò. «Perché hai voluto unire proprio queste due? Non potevamo comprarne una nuova?» chiese, un po' scocciato. Evidentemente voleva una bella mattonella, una mattonella nuova, non una vecchia e malandata.
«No, Pat.» rispose Pete, sorridendo. «Questa mattonella è perfetta.» aggiunse, accarezzandola dolcemente con la mano destra. Sapeva. Sapeva quello che aveva creato e che aveva portato a termine. Sapeva di Josh e Tyler. E di questo, non lo ringrazieranno mai abbastanza.
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