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Capitolo 6 - Campeggio

Ciao a tutti!! Non vorrei sembrare monotona ma G R A Z I E a chi legge, vota e commenta questa storia.

Warning: si consiglia la lettura di questo capitolo a un pubblico adulto. Quindi prima di leggerlo consegnate un documento. I minori sono ammessi se accompagnati dai genitori.
In altre parole, smut.


Si era sforzato di non darlo a vedere per tutto il giorno, ma Harry era ancora turbato per ciò che era accaduto quella mattina, sul prato.
L'arrivo di quell'assurdo bus e dei suoi abitanti gli avevano portato la mente altrove e in seguito aveva cercato di stare lontano da Louis il più possibile; ma il pensiero di quello che sarebbe potuto succedere se non gli fosse squillato il telefono non cessava di tormentarlo, e probabilmente l'aveva capito anche il liscio.
Quell'immagine era cristallizzata nella sua mente: il piccolo, bellissimo Louis tra le sue braccia, i lineamenti perfetti, le labbra sottili, gli occhi più profondi e vivi che avesse mai visto, il suo respiro caldo.
Doveva stare lontano da lui; era indispensabile portarlo a New York il prima possibile o non avrebbe più risposto delle sue azioni.

Mentre seguiva quella catena di pensieri, le sue paure assunsero una forma concreta.
Se ne stava in disparte a guardarlo sguazzare nel laghetto insieme agli altri; Louis e le ragazze facevano squadra contro Niall e Zayn in una guerra di pistole d'acqua, e lui da solo faceva più casino di tutti gli altri messi insieme. Sembrava felice e spensierato per la prima volta da quando l'aveva conosciuto.
Non poteva credere che avrebbe davvero sposato Liam Payne e tutta la sua boria, ma cercò di scacciare quell'immagine. Non peggioriamo le cose, pensò.
Per fortuna Niall venne in suo aiuto, invitandolo ad unirsi a loro. "Dai Harry siamo in svantaggio!!" - gli gridò mentre tentava di vendere cara la pelle - "Ci serve la cavalleria!!".
Il riccio tornò con i piedi per terra e sghignazzando si mise a nuotare e con due bracciate raggiunse il gruppo.
"Styles!" - gli urlò Louis mentre rispondeva all'attacco del biondo - "Non vorrai mica fare squadra con loro!!". Era evidente che era un po' su di giri; aveva gli occhi rossi e la lingua impastata di chi ha passato il pomeriggio a bere e fumare.
Appena Harry gli fu abbastanza vicino, abbandonò la battaglia e con stile traballante nuotò nella sua direzione e, come se fosse una cosa perfettamente normale, gli circondò il collo con le braccia.
"Ciao... Lo sai che sei carino con quelle treccine?" gli sussurrò all'orecchio.
Harry fu colto di sorpresa; si innervosì e cominciò a sudare. "No... no, Lou... ehi... che stai facendo?" cercò di fermarlo.
"Proprio proprio carino..." Il respiro caldo di Louis gli attraversò la spina dorsale come una scossa elettrica che lo colpì dritto ai lombi.
Si era aggrappato a lui e gli si strusciava addosso ma non era del tutto lucido, Harry lo sapeva e non voleva approfittare della situazione.
Sì, certo che voleva, ma non poteva.
Lo prese per i fianchi e lo spinse via dolcemente, con l'intento di allontanarlo. "Forse è meglio se ci asciughiamo e ci vestiamo, che ne dici?"
Ma il liscio non ne voleva sapere di staccarsi. Aiutato dall'acqua che gli rendeva il corpo leggero, gli circondò la vita con le gambe. "E tu cosa volevi farmi stamattina, eh?" - disse ridacchiando mentre con la pistola gli sparava dei piccoli spruzzi d'acqua in faccia - "Se non fosse suonato il tuo cazzo di telefono". Affondò il viso nel collo di Harry continuando a ridere.
I loro bacini si toccavano e sfregavano l'uno contro l'altro, creando attrito. Il riccio tentò di ritrarsi. Sentiva un desiderio intollerabile che lo consumava in mezzo alle gambe. Dovette fare un grande sforzo di volontà per sollevarlo, afferrandolo per i fianchi, e caricarselo in spalla come un sacco. Reggendolo per i polpacci si avviò fuori dall'acqua.
Louis prese a dimenarsi e a tirargli pugni sulla schiena. "METTIMI GIÙ SUBITO!! SEI UN BRUTO, MI TRATTI MALE!! METTIMI GIÙ!!" e intanto cercava di scalciare.
Harry gli diede una sculacciata sul sedere. "Vuoi stare fermo con quelle gambe? Finirai col farmi male!"
Louis protestò ancora più animatamente. "MI HA PICCHIATO!! LO AVETE VISTO TUTTI!! COME TI PERMETTI!!" cercò di liberarsi piagnucolando e ridendo insieme.
Una volta sulla riva Harry lo posò dolcemente a terra tenendolo fermo per le spalle finché non fu sicuro che fosse stabile. "E ce ne sono delle altre se non stai buono!!" gli disse mostrandogli il dito indice.
Chissà perché quel segnale funzionava particolarmente bene con Louis, che finalmente si calmò e si lasciò aiutare dal riccio. Harry gli avvolse il suo asciugamano intorno alle spalle e lo frizionò con vigore mentre Louis non smetteva di guardarlo negli occhi con un sorriso sornione. "Prima mi picchi e poi mi aiuti. Sei proprio un tipo strano tu" e ricominciò a spruzzargli l'acqua addosso con la sua pistola, senza smettere di ridacchiare.
Harry grugnì ma non disse niente. Tenerlo tra le sue braccia era stato troppo bello, non era il caso di rovinare tutto.

Poco dopo furono raggiunti dagli altri che si erano divertiti un mondo a guardare quella scenetta, e una volta asciutti e rivestiti tornarono all'accampamento dove il resto della truppa aspettava solo loro per mangiare.

La cena fu deliziosa. Mangiarono a sazietà, arrostirono i marshmallows e trascorsero il resto della serata a cantare e a ridere come pazzi.
Con lo stomaco pieno Louis sembrava essersi ripreso e aveva ingaggiato una partita a calcio con Zayn, Niall e il dentista canadese, mentre gli altri si divertivano con scherzi e battute.
Ed e Harry avevano finito la loro canzone e si esibirono in un duetto stonato che Jordan si affrettò a filmare e mettere sul suo blog di viaggio.
Era ormai notte quando la piccola Lux si decise ad andare a dormire, non prima di aver sciolto le treccine di Harry lasciandolo più riccio di prima, e poco a poco ognuno si ritirò nella propria tenda augurando la buonanotte e dandosi appuntamento all'indomani.

****

So you can keep me
Inside the pocket
Of your ripped jeans
Holdin' me closer
'Til our eyes meet
You won't ever be alone
Wait for me to come home

Accovacciato davanti a quel che restava del fuoco Louis non riusciva a smettere di canticchiare la canzone di Ed e Harry, e non ricordava di essere mai stato così felice.
Davvero bastava così poco? Aveva sempre avuto tutto, feste, ragazzi, sballi... Non c'era molta differenza dalla giornata appena trascorsa in realtà, eppure le due cose non potevano essere più diverse.
Si passò una mano sul mento e rise tra sé: con quella barba lunga, i capelli arruffati e i vestiti sporchi, a questo punto non correva più il rischio di essere riconosciuto.
Sentì una morsa attanagliargli il cuore al pensiero che l'indomani avrebbe lasciato quella compagnia ma non era solo quello... Era scappato di casa e ora non ricordava neanche più il perché... Lo scopo della sua fuga si era dissolto nel nulla per lasciare il posto alla sensazione di aver trovato qualcosa che non aveva nemmeno cercato; ora sapeva che non sarebbe più riuscito a lasciarsi indietro il bagaglio accumulato strada facendo, una valigia colma di colori, facce, odori, canzoni, voci, fango, risate, luoghi, pensieri, polvere... Non era ancora pronto a chiamarli ricordi, non era ancora pronto a lasciare che quegli istanti diventassero solo una fotografia da tenere nella tasca dei jeans. Provava invidia per Ed che aveva scelto di restare a vivere sulla strada, ogni giorno senza certezze ma ogni giorno sempre più ricco.
Si sforzò di pensare alla vita che lo aspettava con Liam ma fu anche peggio. Immaginò la sua faccia allibita se lo avesse visto in quel momento, a cosa avrebbero detto i suoi amici di Miami a sentirlo ragionare in quel modo, e gli venne la nausea all'idea di tornare alla sua vecchia vita.

Ma la cosa peggiore di tutte era che l'indomani avrebbe detto addio per sempre a Harry. Raccolse le ginocchia al petto e vi affondò la testa. Il pensiero era lacerante, era stato in agguato per tutto il giorno e aveva dovuto offuscare la mente per non sentirlo, ma ora non poteva più fare finta di niente. Quel ragazzo era arrogante e a volte un po' troppo rozzo, va bene, ma si era preso cura di lui come nessun altro prima, l'aveva rassicurato, l'aveva coccolato mentre dormiva, l'aveva fatto stare bene come non si era mai sentito in vita sua.
Lo aveva guardato come una persona qualunque, senza soggezione.
E lo aveva visto.
Senza saperlo Harry Styles aveva colto il suo lato più vero. Ed era così eccitante, e l'idea di lasciarlo andare era insopportabile da togliere il fiato.

Sentì un rumore di passi accanto a sé e l'oggetto del suo tormento si materializzò davanti a lui.
Indossava un'ampia camicia a fiori sbottonata fino a metà con i suoi soliti jeans aderenti e stava fumando uno spinello. Era di una bellezza indescrivibile, un dio del sesso dai capelli ricci e gli occhi di smeraldo.
Si avvicinò e gli si sedette accanto.
"Ehi Tomlinson, tutto a posto?" Gli domandò con la voce roca.
"No" rispose Louis. "Non è a posto per niente, e io non ci capisco più un cazzo".
Harry fece un tiro e gli passò la canna. "Cos'è che non capisci?"
Louis accettò l'erba e lo guardò negli occhi. Perché devo dirti addio? pensò. Perché non può restare tutto com'è adesso?
Abbassò di nuovo lo sguardo e dopo qualche minuto si ricordò del bagno al laghetto.
"Scusami per oggi..." - gli disse - "Chissà cos'avrai pensato. Ho fatto proprio la figura del coglione" ridacchiò malinconico scuotendo la testa.
"In effetti..." rispose Harry pacato. Louis gli passò di nuovo lo spinello. Il riccio fece un tiro e sbuffò fuori il fumo lentamente. "Su una cosa avevi ragione però".
"Ah sì? E sarebbe?"
Gettò il mozzicone continuando a fissare le fiamme.
"Su quello che avrei fatto se non avessi ricevuto quella chiamata".
Louis deglutì. No, non adesso cazzo, non adesso.
Le mani presero a tremargli, fece per rispondere ma Harry non gliene diede il tempo. Si voltò verso di lui e gli prese il viso con una mano costringendolo a voltarsi. Lo trafisse con lo sguardo.
"Avrei fatto questo" disse avvicinando le labbra alle sue e posandogli un lieve bacio a lato della bocca. "Poi avrei fatto questo" e si spostò per lasciare un bacio anche dall'altra parte. "E questo" gli mordicchiò leggermente il labbro inferiore mentre con la mano gli avvolgeva il collo e lo accarezzava sotto l'orecchio con il pollice.
Louis lo guardò tremante, il corpo scosso dai brividi, poi chiuse gli occhi. "Non... non fermarti... Ti prego..." lo supplicò con un filo di voce.
Harry gli spostò il ciuffo dalla fronte. "Non avevo intenzione di fermarmi..." sussurrò mentre continuava a mordicchiargli il labbro, per poi assaggiarlo con la punta della lingua. "Apri la bocca Louis... lasciami entrare... ". Lo strinse forte con entrambe le braccia e catturò le sue labbra, baciandolo con dolcezza, lentamente, cercando la sua lingua. Louis lo lasciò fare e rispose alla richiesta, cercandolo a sua volta finché le loro lingue intrecciarono una danza sensuale ed erotica che crebbe piano piano fino a incendiare i loro sensi. Louis gli gettò le braccia al collo e in un attimo i loro corpi erano così stretti l'uno all'altro che sembravano fondersi.
Harry si staccò da lui e si alzò in piedi. Lo prese di nuovo come un sacco, come aveva fatto quel pomeriggio ma questa volta non per sculacciarlo. Mentre lo portava verso la tenda infilò una mano nei pantaloni della tuta e gli palpeggiò le natiche sode. "È da ieri che voglio farlo" gli disse addentandogli il fianco.
"Sei un selvaggio!" rispose Louis a testa in giù, già eccitato.
Una volta nella tenda lo adagiò sul materassino e si mise a cavalcioni sopra di lui.
"Oh cazzo ancora con quelle Mura di Gerico!!" ridacchiò Louis vedendo il telo appeso a separare i sacchi a pelo.
"Zitto ragazzino!" lo ammonì Harry mentre lo svestiva con impazienza.
"Non dirmi di stare zitto!" ribattè il liscio, lasciandolo però fare.
Harry lo spogliò mentre lo baciava dappertutto, sulle labbra, sulla mandibola, sul collo, famelico, avido di assaporarlo, mordendo e succhiando ogni centimetro di pelle.
Louis si lasciò baciare beandosi al contatto con quelle labbra succose che sembravano volerlo divorare, sempre più eccitato da quel corpo possente che lo schiacciava; poi ad un tratto lo fermò e si mise seduto ma solo per potergli sbottonare quel che restava da sbottonare della camicia e ricoprirgli il torace di umidi baci. Gli addentò un capezzolo e lo morse ma Harry non lo fermò, anzi gli accarezzò la testa e la schiena per incoraggiarlo.
Louis continuava a baciarlo avidamente lungo il petto giù giù fino all'ombelico per poi risalire di nuovo e bloccarsi all'improvviso. "Porca troia Harry ma tu hai quattro capezzoli!!" esclamò.
Harry gli prese il viso tra le mani e lo baciò di nuovo. "Si, ma non ti costerà un centesimo extra, tranquillo!".
Louis sorrise e prese a sbottonargli i jeans. "Bene perché non ho un soldo!" e ricominciò a baciarlo sul basso ventre.
Harry si sfilò i pantaloni e lasciò che Louis lo stuzzicasse con la lingua. Il fiato caldo attraverso la stoffa delle mutande gli provocò delle fitte acute che gli invasero l'anima e smaniò dalla voglia di spogliarsi, sentiva che ormai avrebbe resistito poco quando finalmente il liscio gli abbassò i boxer e liberò la sua erezione. Glielo prese in mano e cominciò a leccarlo tutto, dalla punta fino alla base e poi di nuovo su, insistendo sulla vena che piano piano si ingrossava, mentre con l'altra mano gli massaggiava i testicoli. Continuò così per un po', poi lo prese in bocca e iniziò a succhiare. "Cristo santo Louis!!" ansimò Harry al contatto con le sue labbra bollenti.
Louis non si fermava, continuava a succhiare fino in fondo, giocando con la lingua per stimolarlo ancora di più, usando solo la bocca adesso, mentre con la mano libera si masturbava a sua volta. Con la testa andava sempre più veloce, affondando il naso nel pube del riccio e credette di morire di eccitazione quando Harry lo prese per la nuca e lo aiutò a spingere.
Il riccio non resistette più. Afferrandolo per i capelli lo fermò e lo fece sdraiare supino. Finì di spogliarlo e gli allargò le gambe posizionandosi in mezzo e si allungò fino a raggiungere la sua bocca e baciarlo con passione, con tutto il desiderio che aveva accumulato in quei giorni, mentre i loro bacini sfregavano in un'estenuante tortura. "Piccolo... Piccolo sei perfetto... Dio, sei così bello..." gli sussurrava mentre gli riempiva il collo di succhiotti, famelico.
Louis gli attorcigliò le gambe attorno al torace e prese a muoversi contro di lui ansioso, impaziente, devastato dal desidero. Harry gli prese le mani e gliele posizionò sopra la testa, continuando a baciarlo sulla bocca, torturandogli la lingua con la sua. Ad un tratto si fermò e gli mostrò il dito indice. Louis alzò gli occhi al cielo e fece sì con la testa. Harry gli lasciò andare le mani e controllò che il ragazzo ubbidisse prima di ricominciare il suo supplizio, mordicchiandogli i lobi, il collo, il petto, assaggiando ogni centimetro del suo corpo. Scese fino all'inguine continuando a leccare e a succhiare fino a quando arrivò alla sua apertura e cominciò a inumidirla per bene con la saliva. Louis gemette a quel contatto e prese a dimenarsi. "Aaahhh... Harry... Oh cazzo cazzo non... aaaahhh... non smettere...". Harry continuava a leccare mentre con una mano si dava da fare sull'erezione del liscio. "Piccolo...sei così buono..." La sua voce era roca e profonda, e sentiva il suo respiro rovente mentre lo baciava proprio lì.
Harry gli sollevò le cosce e cominciò a mordicchiargli le natiche lasciandogli segni rossi sulla pelle, poi tornò sulla sua bocca ma questa volta non per baciarlo. Gli poggiò due dita sulle labbra e fece pressione. "Succhia ragazzino!" gli disse e Louis non se lo fece ripetere. Eccitato oltre ogni limite leccò avidamente le dita di Harry, umettandole con la saliva fino a che il riccio ne ebbe abbastanza, gliele sfilò dalla bocca, le riportò davanti alla sua entrata e lo penetrò a fondo, deciso. Louis non se l'aspettava e lanciò un urlo. "AHHHHH OH MIO DIO!!!"
Harry continuò ad affondare con le dita fino al suo punto più sensibile e lo baciò di nuovo sulle labbra, avido di desiderio. "Sshhh... Sei pazzo? Ci sentiranno!".
Louis gli arpionò i capelli con le mani e lo baciò a sua volta "E allora vedi di fare più piano, idiota!!" disse senza mollare la presa.
Harry lo stimolò ancora un po' giocherellando con le dita dentro di lui, dissipando quel che restava della sua volontà.
Riprese a mordergli l'orecchio. "Sei pronto piccolo?"
"S-si... " rispose il liscio, tremante.
"Si? Sei pronto? Mi vuoi, amore?" senza smettere di spingere.
"Si... " Louis non ce la faceva più stava impazzendo di desiderio.
"Che cosa vuoi? Mmh?" e affondò le dita sempre di più. "Cosa vuoi che faccia?" e diede un altro colpo.
"Harry ti prego... ti prego... "
"Cosa? Cosa vuoi? Dimmelo Louis!" intanto continuava a colpire quel punto e a ricoprirlo di baci.
"Fottimi Harry... " gemette Louis.
"Oh amore mio non aspettavo altro... " Gli allargò meglio le gambe e si posizionò vicino alla sua apertura. Lo penetrò con un colpo secco e Louis si aggrappò a lui con tutte le sue forze e dovette mordergli una spalla per non urlare.
Harry iniziò a muovere i fianchi e a spingere, prima piano, aumentando la velocità poco a poco, affondando dentro di lui fino a sentire quel fascio di nervi che lo faceva impazzire. Louis era alla deriva, perduto, in balia di quel corpo meraviglioso, rispondeva ai suoi colpi seguendo il ritmo, sentendolo dentro di sé e lasciandosi portare in luoghi dove non era mai stato.
Harry non trovava pace, colpiva sempre più forte, sempre più a fondo, ansimando, gemendo. Il corpicino di Louis si agitava frenetico sotto di lui facendolo impazzire, fino a quando sentì che non poteva più trattenersi. "Amore... Oh Louis ... sei mio... sei mio... "
"Si... sono tuo... " ripeteva Louis ormai privo di ogni coscienza di sé.
Harry diede ancora qualche colpo poi uscì da lui, prese entrambe le loro erezioni con una mano e ricominciò a masturbare entrambi, su e giù, sempre più veloce senza smettere di baciarlo, fino a quando non venne tra i loro corpi sudati, mentre Louis con un ultimo gemito fu travolto dal più sconvolgente orgasmo della sua vita.

****

Non aveva idea di quanto tempo fosse passato. Minuti? Ore? Giorni? Il suo corpo era ancora scosso dai fremiti mentre giaceva tra le braccia di Harry, accoccolato sul suo petto, appagato come non si era mai sentito in tutta la sua vita.
Il braccio del riccio gli correva lungo la schiena e la sua mano riposava pigra sul suo sedere, e questo gli piaceva. Gli piaceva come lo aveva posseduto, come lo aveva fatto sentire suo, senza chiedergli il permesso.
Sorrise al ricordo ancora vivo di quello che era successo e con la mano accarezzò distrattamente il torace nudo e bellissimo dell'uomo accanto a lui.
"Harry?" lo chiamò. Silenzio.
"Harry? Dormi?" Silenzio. Evidentemente dormiva. Meglio così, pensò.
Avrebbe voluto dirgli tante cose, spiegargli come si sentiva in quel momento ma non era sicuro che avrebbe trovato il coraggio, se Harry fosse stato sveglio ad ascoltarlo. Invece così era libero, poteva lasciarsi andare ma le parole non gli venivano, erano come bloccate sulle labbra, pronte a uscire ma incapaci di trovare la strada...
Poi fu chiaro.
Non c'era molto da dire, era sufficiente ascoltare. E dare voce a quella musica.
"Io credo di amarti" sussurrò piano, poi chiuse gli occhi e si addormentò.

Harry sbatté le palpebre. Non stava dormendo. Ora sapeva cosa fare.

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