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7. Non potrei mai.

Ed ecco che si ritrovò a correre come un pazzo sotto la pioggia, verso la foresta.
Il cielo ormai si era fatto buio e a malapena riusciva a vedere dove stava andando. Ma lui sapeva perfettamente dove andare, era stato portato un'infinità di volte in quel posto.
Anche da piccolo, quando ancora non conosceva il vero significato di quel luogo, veniva portato lì, da quello che un tempo era il suo amato zio. Ricordava i pomeriggi passati a giocare con quell'uomo, ignaro di quello che sarebbe successo alcuni anni dopo.

Corse, veloce come il vento, senza preoccuparsi della pioggia che continuava a battere sulle foglie degli alti alberi, finché non si trovò davanti alla capannetta.
Adesso che era cresciuto era venuto a sapere di ogni cosa, il vero significato delle parole di suo zio, ciò che davvero c'era in un posto così sperduto.
Si diresse verso la piccola e cigolante porticina in legno, la aprì, ciò che vide furono solo delle candele ad illuminare il buio. Riuscì, con la lieve luce, a scorgere il tavolo e i vari oggetti di suo zio. -C-C'è qualcuno?- Deglutì a fatica, sentendo dei pesanti passi farsi sempre più vicini.
-È presto, Dylan.- Ghignò l'uomo, nascosto nel buio. -Dov'è?- Aggiunse, con tono autoritario. Fece qualche passo avanti, uscendo da quel buio che poco prima lo stava avvolgendo e quando si mostrò, Dylan notò che alla bocca aveva la solita sigaretta.
Il ragazzo esitò, ma capì perfettamente a chi si stava riferendo l'altro. -Dov'è il ragazzo?!- Sbottò spazientito.
-Lascia stare me è la mia famiglia, e soprattutto quel ragazzo! Non posso permettere che tu gli faccia del male!- Esclamò, sentendo gli occhi pizzicare.
-Io...n-non posso...- La voce si affievolì e cadde con le ginocchia a terra. L'uomo Spense la sigaretta e la gettò a terra, si avvicinò minaccioso, sul viso si potevano intravedere i suoi occhi praticamente in fiamme. Il ragazzo, piegato e con la testa rivolta verso il basso, non poteva vedere l'uomo ma solo sentirne i passi che si facevano vicini.
Prese per i capelli Dylan, avvicinando la faccia alla sua, guardandolo dall'alto.
-Te lo ripeto un'ultima volta; portami. Il. Ragazzo.- Strinse ancora più forte la presa sui suoi capelli, mentre il viso di Dylan mostrava una smorfia di dolore. -Chiaro?!- Fu costretto ad annuire, venendo così lasciato malamemte cadere a terra.
-Bene, ora te ne puoi anche and-Chi c'è?- Domandò improvvisamente, avendo sentito un rumore proveniente da fuori. Dylan, sorpreso, alzò la testa, guardando la stessa direzione che l'altro stava fissando. Lo vide uscire velocemente dalla casa, sentì le urla di una voce più che familiare e quando l'uomo tornò teneva stretto per i polsi Brian.
-Brian!- Gridò Dylan, mentre il più piccolo cercava di liberarsi dalla fortissima stretta.
-Lasciami! Che sta succedendo Dylan?!- Urlò in preda al panico il corvino.
-Ah, sei proprio impaziente di morire, moccioso!- Ghignò lo zio, strattonando un agitatisso Brian.
-Dannazione Brian! Perchè mi hai seguito?!- Gridò, rivolgendosi al più piccolo, poi guardò l'uomo. -Ti prego! Lascialo andar- Ma venne subito messo a tacere da un forte calcio, che gli fece perdere i sensi.
L'ultima cosa che sentì furono le urla di Brian, poi intravide il suo corpo cadere a terra, infine, il buio.

***

Cominciava ad intravedere una forte luce, la testa stava scoppiando, non seppe quanto tempo era passato da quando era svenuto, ma si ricordò di quello che era accaduto prima e ciò lo portò a spalancare improvvisamente gli occhi.
-Oh, finalmente sei sveglio, non potevo ucciderlo senza che tu lo vedessi, mentre Lui gli divora l'anima.- Ghignò l'uomo con voce cupa e spaventosa.
Poi, eccolo che lo vide; Brian aveva la testa abbassata, era al centro della stanza, legato su una sedia, era letteralmente scosso dai singhiozzi. Ad illuminarlo c'erano un'infinità di candele, poste intorno a lui, come a dover seguire un disegno sul pavimento.
-Lascialo. Ti prego, lascialo. Prendi me.- Lo supplicò ancora intontito Dylan, che invano e dolorante ovunque, cercava di alzarsi.
-Oh non se ne parla! Il Mio Signore vuole lui e lui avrà.- Rispose sicuro l'uomo, con un ghigno che non aveva mai lasciato la sua losca faccia.
-Dylan...c-che cosa succede? L-La prego, mi... mi lasci andare, signore.- Balbettò il ragazzino, ormai arreso a quelle forti corde che lo tenevano stretto alla sedia.
Sembrava intontito, probabilmente anche lui aveva da poco riacquistato i sensi.
Il più grande alzò il viso in direzione di Brian, accorgendosi che aveva del sangue misto a lacrime a ricoprirgli parte del viso. -Cosa... cosa gli hai fatto?!- Esclamò, dopo essersi alzato puntando gli occhi in quelli dell'uomo.
-Oh, Dylan... hai già dimenticato il nostro patto? Ora che grazie a te il ragazzo è qui, presto arriverà anche Lui.- Brian non riusciva a capire, cosa voleva da lui quell'uomo? E, cosa più strana, che c'entrava Dylan?
Il sangue che colava proveniva da un profondo taglio sulla fronte che si era fatto quando cadde a terra, perdendo i sensi. Ed ora stava andando lentamente a seccarsi sulla sua soffice pelle.
-C-che significa...? D-Dylan... ditemi che questo è solo uno scherzo e liberatemi!- Sbottò, agitandosi sempre di più.
-Adesso basta! Guardati moccioso,- cominciò rivolgendosi a Brian, con voce spregevole. Avvicinò il viso al suo, prendendolo per il colletto della felpa. Dagli occhi del ragazzo uscivano sempre più lacrime e sul suo viso si leggeva tantissima paura. -Sei talmente inutile a questo mondo, che il destino ha deciso di farti morire prima!- E, da pazzo folle che era, scoppiò in una risata isterica.
A quel punto, Dylan non ci vide più, la rabbia cominciò a salire, il disgusto per quell'uomo e per ciò che stava per compiere, finalmente gli fecero aprire gli occhi.
Davvero avrebbe potuto lasciare che quell'uomo facesse del male a quel ragazzo? Ora, che finalmente era riuscito ad innamorarsi? Ora, che in Brian aveva visto qualcuno da amare? Ora, che poteva essere qualcuno per qualcuno? No, non avrebbe mai potuto permetterlo.
Non lo avrebbe mai permesso!

Accadde tutto velocemente; con uno scatto spinse lo zio, facendolo cadere a terra di schiena.
-Che diamine fai idiota?! Lascia che io uccida costui per il Nostro Signore!- Purtroppo, il suo fisico non era per nulla minuto, aveva due spalle enormi ed era altrettanto alto.
-Tu sei solo un pazzo! Un mostro!- Tirò un forte pugno sul naso dell'uomo, fecendolo arrabbiare ancora di più che, capovolgendo le posizioni, si difese con un forte calcio allo stomaco.
-DYLAAAAN!- Urlò spaventato il corvino, cercando inutilmente di liberarsi dalle strette corde che lo tenevano incollato alla sedia, mentre il ragazzo si contorceva per il dolore.
-Io n-non... lascerò che tu gli faccia del male, non te lo lascerò toccare... neanche c-con... con un dito!- Ansimò dal fortissimo dolore, sforzandosi di tirar fuori le parole. Si alzò lentamente, guardò Brian nei bellissimi occhi dorati e addolcì il tono, -perchè io... lo amo.-

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