Capitolo 9
Diana
Le lacrime sul viso si sono asciugate a causa dell'aria fredda della notte. Accovacciata su me stessa, non riesco più a muovere un solo arto; mi ripeto di dover reagire, di alzarmi alla ricerca di una via di fuga, così, mi alzo con forza sulle braccia barcollando.
'Forza Diana, fa vedere chi sei. Non avere paura' ripeto alla mia coscienza iniziando a camminare alla ceca.
'Giuro che appena uscirò da questo dannato posto, Caleb dovrà solo nascondersi per scampare alla mia ira' stringo i pugni arrabbiata più che mai.
Cammino per un po' quando, tutto d'un colpo, sento la terra franare sotto i miei piedi; caccio un urlo, e atterro male sulla caviglia prendendo una storta.
Una fitta di dolore attraversa il corpo, stringo i denti e provo a risalire, ma dopo alcuni tentativi finiti male, mi arrendo sedendomi sul fango.
Di male, in peggio.
Caleb
Corro all'interno del mio posto preferito, mi guardo attorno grazie alla luce del telefono e inizio ad urlare il suo nome.
Dove ti sei cacciata ragazzina?
Il senso di colpa attanaglia il mio stomaco, avrei dovuto portarla con me, non andare via senza fregarmene.
Non mi sta molto simpatica, mi risponde, sa tenermi a bada, mi sfida, ma questo non significa che desidero le accada qualcosa di brutto.
Se dovesse farsi male, sarebbe tutta colpa mia e del mio stupido menefreghismo.
Jude
Io ed i ragazzi, ci siamo divisi per cercarla; mentre loro provano per le strade, io sono entrato nella foresta, luogo solito dove Stonewall si allena.
La chiamo, urlo il suo nome fino a sentire la gola bruciare ed è strano, oltre mia sorella, non mi sono mai preoccupato così tanto per una ragazza.
'Diana dove sei, ti prego rispondimi!' Alzo ancora la voce facendomi spazio sul terreno, con la torcia che ho preso dallo zaino.
'Jude... sei tu?' Sento un leggero sussurro e corro in quella direzione, fermandomi appena in tempo.
'Stai bene?' Chiedo guardando oltre quella sorta di strapiombo, dove probabilmente è scivolata.
'Non riesco a muovere il piede, cadendo si è slogato...' sembra quasi stare per piangere dalla paura.
'Non preoccuparti, adesso ti tiro fuori' caccio dallo zaino una corda che ho portato in caso di necessità e questa, lo è sicuramente.
Faccio un nodo all'estremo e la lancio dall'altra parte affermando: 'ascoltami, cerca di aggrapparti, ti tirerò su' spiego afferrando l'oggetto.
Diana
Mi faccio forza sulle braccia, e grazie al mio solo piede funzionante riesco a prendere la canapa.
'Ci sono, tira forte Sharp!' Urlo con quel poco di voce che mi rimane, le lacrime agli occhi offuscano la vista, ho paura e desidero uscire da questo brutto incubo.
Inizio a salire lentamente fino a quanto non sentiamo un leggero stridio, alzo lo sguardo e noto che la corda, sfregando sulla roccia tagliente, si sta per spezzare.
'Fai presto, o cadrò di nuovo!' Chiudo gli occhi per prepararmi ad un nuovo impatto col terreno, ma questo non accade.
'Tieniti stretta al mio braccio, ora ti tiro su io' la voce di Caleb mi ridesta dai pensieri, così stringo forte e in meno di mezzo minuto, sono finalmente salva.
'Mi hai salvata...' una lacrima scende sulla mia guancia, e prima che possa dire altro lo abbraccio spaventata.
Sento i suoi muscoli irrigidirsi, e prima che possa arrabbiarsi, provo a staccare il mio corpo dal suo, tuttavia, mi tira ancora più vicina.
'Grazie' sussurro a voce bassa per farmi sentire solo da lui.
'È colpa mia, non devi ringraziarmi' dice, e su una cosa siamo d'accordo.
Questo momento "d'affetto", è stata solo una debolezza dovuta alla brutta situazione che si è creata; domani, ritornerà tutto come prima, ma fino ad allora, mi godo la calma prima della tempesta.
'Tutta intera piccolina?' Si avvicina il regista accarezzandomi i capelli.
Annuisco e prima che possa dire altro, si piega sulle ginocchia e mi prende in braccio a mo' di sposa.
'Non credo sia necessario tutto questo Sharp' fa notare la testa d'ananas al mio fianco ed io, per la seconda volta, gli do pienamente ragione.
'È solo colpa tua se Diana non può camminare, quando ti deciderai ad essere migliore Caleb? Le persone che ti circondano, vogliono solo aiutarti e tu le ripaghi in questo modo, sei solo un'idiota' il tono di voce del rasta, appare fin troppo duro.
'Chi hai chiamato idiota? Quello sei tu, che non riuscivi nemmeno ad aiutarla' si avvicina minaccioso il pelato.
'Stavo provando a risolvere quello che hai volutamente provocato!' Esclama l'altro di rimando.
'Adesso basta, non penso che lo abbia fatto apposta' lo sgrido colpendolo sulla spalla con un pugno per farlo stare zitto.
'E tu' punto il dito contro la fonte continua dei miei problemi: 'non rispondere alle sue provocazioni, me lo devi, dopo quello che mi hai fatto passare oggi!' Concludo il discorso e procediamo ad uscire in completo silenzio, mentre io, attraverso il cellulare del regista, mando un messaggio a tutti gli altri per avvisarli.
Siamo tornati tutti insieme in sede, mio zio ha continuato a fare domande ed io, senza voler mettere nei guai il crestuto, ho semplicemente risposto di essermi persa nella foresta mentre lo cercavo.
Ho notato il diretto interessato spalancare gli occhi quando invece che incolparlo, l'ho difeso dalle accuse dei suoi stessi compagni di squadra.
Sto ancora aspettando delle scuse da parte sua, ma so benissimo che non arriveranno; il suo salvarmi la vita, vale già abbastanza, non voglio sforzarlo a dire nulla.
Il vero problema della mia ossessione verso di lui, è che ricorda la me del passato, ciò che ho perso a causa del mio arrogante comportamento, e ciò che oggi -grazie a quello che è avvenuto- sono diventata.
Un giorno forse gliene parlerò, ma non è ancora pronto a sentire la mia storia.
Credo non mi sopporti nemmeno così tanto, non che mi dispiaccia, solo che si fa del male da solo senza neanche accorgersene.
Arriviamo finalmente a destinazione e da lontano, vedo le ragazze correre nella nostra direzione e buttarsi nelle mie braccia per stringermi forte.
'Sono così felice che stai bene!' Piange sulla mia spalla Silvia.
'Eravamo così preoccupate' parla più tranquilla Celia.
'Ora sono qui, non me ne vado più' mostro il sorriso più dolce che so fare, prima di entrare zoppicando all'interno della struttura.
Perché si, sono stata chiara, non voglio l'aiuto di nessuno: posso farcela da sola.
Spazio Autrice
Scusate gli errori, li correggo appena posso!
-Quante di voi stavano aspettando questo capitolo?
Piccolo spoiler: nel prossimo avremo un duro confronto tra i nostri due protagonisti, visto che, a causa di terzi, non hanno potuto parlarsi.
Non temete, anzi, godetevi quel piccolo momento di dolcezza perché per il momento, non ce ne saranno altri!
A presto, e non dimenticate di farmi sapere nei commenti cosa ne pensate!
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