Capitolo 3
Diana
Il primo giorno di allenamento, non è andato come tutti speravano. Il mister è stato davvero duro, tuttavia, so che lo fa per aiutarli a migliorare per riuscire a sfidare il mondo.
'Ragazzi che giornata, e chi se l'aspettava così dura' inizia il discorso Jordan, asciugandosi il sudore con un asciugamano.
'E siamo solo al primo giorno, mamma mia, che fame!' Si lamenta come al solito Jack, mentre si va a sedere al suo posto.
'Non mi dite che vi siete già arresi?' Li sgrida Thor, che secondo me, è il più serio e responsabile del gruppo.
'Il gigante buono ha ragione, se volete arrivare sulla vetta del mondo, fare così non vi porterà da nessuna parte' mi intrometto anche io, fulminando tutti con lo sguardo.
'Mark, tu che ne pensi del nuovo allenatore?' Domanda Hurley avvicinandosi al diretto interessato, che fino ad allora, è rimasto in completo silenzio.
'Cosa penso? È un po' duro nei nostri confronti, ma è molto schietto e ci dice cosa non gli piace di noi; ciononostante, penso sia bravo, dobbiamo solo abituarci ai suoi modi di fare' il capitano parla tutto d'un fiato sorridendo speranzoso.
'Avete finito? Io vorrei mangiare e andare in camera mia' Caleb si alza dalla sua sedia sbuffando.
'Idiota, non è ancora pronto. Se ti costa così tanto aspettare, puoi alzarti ed andare via' controbatto alla sua affermazione con rabbia.
'Chi hai chiamato idiota?' Si avvicina a me minaccioso assottigliando gli occhi.
'Speri di farmi paura? Comunque, la risposta alla tua domanda, è te' lo provoco passandogli di fianco.
'Brutta stronza, spera che non ti trovi mai da sola' mi sussurra per non farsi sentire dagli altri.
'È una minaccia Stonewall?' Gli chiedo abbassando la voce, molto vicina al suo viso.
'Prendila come ti pare mocciosa' ghigna girandosi per andare al suo tavolo.
Lo guardo mentre cammina e giuro di aver visto sulle sue guance un leggero rossore.
Allora anche quella testa d'ananas è capace di provare imbarazzo?
'È pronto, tutti a sedere!' Urlano le ragazze da dietro il bancone.
La cena procede abbastanza tranquilla, i ragazzi ridono e scherzano tra loro. Jude si è mostrato veramente molto amichevole nei miei confronti; lo stesso il "timido" Shawn, che si è rivelato essere un chiacchierone di prima categoria.
La mattina come sempre è arrivata fin troppo presto, mi alzo di mal voglia scostando le lenzuola, e mi reco subito nel bagno adiacente per andare a fare la mia solita doccia.
Ho dimenticato i vestiti in camera, perciò per non uscire in intimo, mi tocca indossare la maglia del pigiama.
Apro la porta della mia stanza e all'interno, seduto sul mio letto, ci trovo chi non mi sarei mai aspettata.
'Si può sapere che ci fai qui Caleb?' Urlo lanciandogli contro il peluche, che sta sulla sedia.
'Cosa ci faccio qui... me lo chiedi pure?' Schiva l'oggetto e si alza camminando verso di me.
'Si, dato che non ne hai motivo. Ora se non ti dispiace puoi uscire, che devo finire di vestirmi?' Indico il mio corpo girandomi verso l'armadio per prendere i vestiti.
'Me ne vado subito, anche perché non c'è nulla da vedere. Lascia solo che ti dica una cosa, non ti azzardare mai più a mettermi in ridicolo davanti agli altri, è chiaro?' Il suo tono di voce incredibilmente serio, mi provoca brividi di paura.
'Tu impara prima che cos'è l'educazione, e poi forse, ti lascerò in pace' lo sfido con gli occhi e poi, davanti al suo freddo sguardo, mi tolgo la maglia.
Sono in biancheria, ma non mi preoccupo più di tanto. Ha colpito il mio orgoglio dicendo che non ci sta nulla da guardare, bene, vediamo se è vero.
Gli do le spalle mostrando completamente il lato posteriore del corpo, e mi abbasso infilando la solita gonna bianca. Prendo la camicia sulla stampella, e con estrema calma, la indosso girandomi ancora per chiudere i bottoni.
Alzo lo sguardo e vedo i suoi occhi spalancati al massimo fissi sul mio corpo, che pollo, si è fatto fregare molto facilmente.
'Tutto bene?' Ghigno malefica mentre lo osservo deglutire.
'Perfettamente, ora vado ad allenarmi, ricorda quello che ti ho detto' esce quasi correndo sbattendo la porta mentre io, scoppio a ridere.
Mai sfidare Diana Travis.
Scendo le scale e dopo aver fatto colazione insieme agli altri, mio zio annuncia il suo piano di "allenamento". I ragazzi devono rimanere chiusi in stanza fino al giorno della partita.
Non ho ben capito il perché di questa scelta, ma sicuramente, è uno dei suoi folli piani per preparare i calciatori alla sfida.
'Mister la prego, la partita è tra soli due giorni. La maggior parte di noi, non è abituata a giocare insieme, abbiamo bisogno di allenarci' insiste nel convincerlo l'occhialuto con quasi tutta la squadra al completo.
Ho come l'impressione che Sharp, abbia avuto delle esperienze in passato come capitano. Sa perfettamente mettere in gioco la sua faccia per gli altri.
'I miei ordini non si discutono. Ora salire nelle vostre camere, non vi ho autorizzato ad uscire' dice e tutti, abbastanza preoccupati per la situazione, salgono le scale scontenti.
'Non potete stare due giorni senza allenarvi che già ve la fate sotto?' Li prende in giro il pelato, che appena nota la mia presenza, distoglie lo sguardo andando via.
'Ma che ha quel tipo che non va?' Domanda Nathan, ma penso che se lo stanno chiedendo un po' tutti.
'Lascialo perdere, ora avete altro a cui pensare' gli faccio notare.
'Vado in camera mia, se avete bisogno basta che mi chiamate' saluto con la mano incamminandomi nel dormitorio femminile.
È un vero peccato, oggi è proprio una bella giornata: mi sarebbe piaciuto uscire per prendere della bell'aria fresca.
Ma dato che le ragazze sono occupate... ad andare da sola, non mi va proprio. Passerò l'intero giorno ad annoiarmi come non mai, che qualcuno mi salvi.
Spazio Autrice
Capitolo un po' breve, ma comunque ricco di avvenimenti.
Cosa succederà nel prossimo?
Vi anticipo un piccolo spoiler: la nostra protagonista ed un membro della squadra, partiranno all'avventura, e ne vedremo delle belle.
Aggiorno in settimana, a presto!
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