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Capitolo 29

Caleb
Arriviamo davanti ad un bivio: una strada verso il basso, ed una verso l'alto. Due discepoli anziani, ci avvisano riguardo la direzione da prendere per andare a salvare le nostre manager.
'Formiamo due gruppi, gli stessi della partita. Noi salviamo Diana, voi pensate a Suzette' espongo il piano preoccupato che le possa essere successo qualcosa, e dopo che tutti annuiscono, scendiamo verso gli inferi.
'Stonewall calmati, così non risolvi nulla' Sharp mi poggia una mano sulla spalla, provando a calmare i miei bollenti spiriti.
'La fai facile moscone, vorrei vedere se al suo posto ci fosse stata Celia' rispondo aggressivo, senza un briciolo di controllo.
'Su calmatevi, così non andiamo da nessuna parte. Finiremo solo col peggiorare le cose, dobbiamo mantenere lucidità' si intromette Torres. Ha ragione, ma non posso fare a meno di immaginare quelle sudice mani, sul suo corpo.
Svoltiamo l'angolo, e dopo una rampa di scale, finalmente la vedo: è legata ad un'altura.
'Ragazzina!' Urlo, iniziando a correre verso la parete scoscesa per andare a liberarla.
'Caleb, ti prego aiutami!' Esclama di rimando, ed è forse la prima volta, che cerca il mio aiuto così disperatamente.
'Aspetta, adesso vengo a salvarti!' Dico, raggiungendo a perdifiato il centro della montagna.
'Finalmente siete arrivati, vi stavamo aspettando. Devo ammettere che quest'umana mi ha dato del filo da torcere, è così disubbidiente. Ma siamo arrivati ad un'accordo, non è vero?' Lo stesso ragazzo che l'ha rapita, si rivolge con sarcasmo prima a noi, e poi verso la diretta interessata.
'Sei un'idiota. L'accordo te lo sei creato da solo, non ho mai detto che avrei assecondato questa pazzia' ghigna perfida e sulle labbra, mi spunta un sorriso.

Ero sicuro che non si sarebbe lasciata mettere i piedi in testa.

'Brutta stronza, me la pagherai' la minaccia con lo sguardo, ed io, vorrei davvero andare a pestarlo a sangue.
Stringo i denti per contenere gli insulti: ho paura possa infliggerle del dolore per farmela pagare.
'Veniamo al dunque, vi trovate nel regno degl'inferi. Io sono Destra, guerriero di questo regno... e loro, sono la mia squadra: il terribile team Night Star!' Un cancello automatico sotterraneo si spalanca, e da esso spuntano fuori altri dieci giocatori.
'Basta lasciatela andare, a me non importa delle vostre leggende. Io non vi permetterò di farle del male, sono stato chiaro?' Alzo pian piano la voce e la guardo negli occhi, provando ad infonderle un po' del mio coraggio.
'Sembra che questi umani vogliano lottare. Ingenui, non sapete cosa vi aspetta. Credete davvero che vi concederemo facilmente la nostra generosa offerta?' Scoppia a ridere quel fottuto bastardo.
'Se non volete restituirla con le buone, ce la riprenderemo con la forza' parlo così seriamente, da farmi paura da solo.

'Gli abitanti della Terra, sfidano quelli di Notturnia. Secondo le regole stabilite tanti secoli fa, la vittoria sarà determinata da una partita di calcio: che vinca il migliore' udiamo una voce. Lo stesso uomo che ci ha indicato la strada, spunta da un altro cunicolo e guarda il campo con interesse.

La clessidra viene girata, e la sfida comincia. Si percepisce subito una sorta di nostro svantaggio, gli avversari sono molto forti e soprattutto, sanno come aggirare le nostre tattiche di difesa. Jude prova a dettare il gioco, ma sembra essere troppo concentrato nella zona difensiva.
'Tanto è inutile, stare a guardare come giocano a cosa serve? È tempo sprecato' rubo il pallone diretto a Dylan e sfreccio verso la porta avversaria.
'Questi tipi, hanno solo bisogno di una bella lezione!' Espongo il mio pensiero ad alta voce, dribblando due centrocampisti.
'Non mi importa che siano il team Night Star... o come si chiamano. Io li voglio affrontare di petto!' Un difensore sta per entrare in scivolata, ma Archer fa segno di passargliela e al nostro duo, si aggiunge anche Kane, stanco di restare a guardare.
'Vengo anch'io, diamoci una mossa a sconfiggerli e torniamocene a casa' dice, affiancandoci nella corsa per arrivare sotto la porta.
Quando finisce il primo tempo, siamo sotto di due goal e la tensione, si percepisce lontano kilometri.

Nel secondo le cose cambiano drasticamente grazie all'aiuto dei tre campioni americani.
'Avete visto, ce l'abbiamo fatta!' Mi fa notare Thiago, ed alla fine, ammetto che non aveva tutti i torti.
'Certo!' Rispondo ghignando. Adesso manca solo il terzo goal, e finalmente potrò riaverla tra le mie braccia.

Io, David e Jude, sfoderiamo un colpo provato in queste due settimane: il "pinguino imperatore numero tre", riuscendo finalmente a siglare il vantaggio.

'La vittoria viene assegnata alla squadra dell'Inazuma. E come prestabilito, la giovane donna sarà liberata' spiega l'anziano signore, mentre apre le catene che la tenevano rinchiusa.
Si alza dal terreno, non si cura delle macchie di fango, e corre verso la nostra direzione; la osservo dalla testa ai piedi, soffermandomi sul viso: le sue pupille sono lucide, segno che ha versato delle lacrime.
Succede tutto in un attimo, si getta tra le mie braccia e mi stringe forte.
<<Tranquilla, adesso ci sono io.>> Le vorrei dire, ma sto in silenzio, in attesa di un momento dove possiamo stare soli senza che nessuno possa origliare.
'Ragazzi grazie, non so come avrei fatto senza di voi' si stacca dal mio corpo per salutare tutti gli altri.

Diana
Quando li ho visti arrivare, non riuscivo a credere ai miei occhi. Hanno combattuto fino all'ultimo, sapevo di poter contare su di loro, su Caleb.
Il primo pensiero una volta liberata, è stato quello di correre tra le sue braccia: mi aspettavo almeno una parola di conforto, ma è stato in completo silenzio. Infondo, l'ho evitato per giorni, ha tutto il diritto di essere arrabbiato con me.
Questa giornata è finita nel migliore dei modi: dopo le due partite, né è stata giocata una terza. Fortunatamente, è filato tutto liscio; anche perché quando il Giappone si impegna, riesce davvero a superare ogni ostacolo.
Siamo tornati in hotel ed ognuno di noi, dopo aver cenato abbondantemente, si è rintanato in camera per riposare.

Tutti tranne me.

Sto andando a cercarlo in giardino, il suo compagno di stanza, mi ha detto che è uscito per fare una passeggiata.
E poi, sotto il chiarore pallido della luna, noto un familiare ciuffo castano e bianco. Se ne sta seduto su un muretto, ignaro di ciò che lo circonda: guarda fisso davanti a se, perso nei suoi pensieri.
'Sei qui, ti ho trovato finalmente' si gira di scatto spaventato dal basso tono di voce che uso. I nostri occhi si scontrano, il d'orato contro l'azzurro tenue.
'Che ci fai qui?' Risponde portandosi sulla difensiva, avevo visto giusto, ce l'ha con me.
'Mi dispiace averti spaventato, volevo parlarti' mi scuso andandogli vicino.
Non risponde, così senza il suo permesso, mi siedo di fianco.
'Oggi, quando ti ho visto arrivare da lontano, ho capito una cosa... Caleb io ho paura. Ti confesso che queste due settimane passate ad evitarti, sono state un completo inferno' gli rivelo finalmente ciò che penso, sono stanca di scappare.
'Sono una codarda, perché ho subito pensato al peggio: che tu mi stessi usando ancora, e che le frasi dette erano frutto di un altro inganno' prendo un bel respiro, provando a continuare.
Ho il corpo scosso da fremiti, il cuore che pompa troppo velocemente il sangue nelle vene.
'Oggi però, ho capito che stavo commettendo il più grosso sbaglio della mia vita. Che senso ha negare quello che provo per te?' Poggio la mia mano sulla sua e la stringo, facendogli percepire tutta l'ansia che sto provando.
'Eri lì per me, sembravi così disperato nel perdermi. Così l'ho capito: io ti piaccio sul serio' spalanca gli occhi, non ha mai avuto tanta sincerità da parte mia.
'Se vale ancora, volevo dirti che mi piaci anche tu. Sei entrato come un uragano nella mia vita, e mai nessuno, mi aveva fatta sentire debole e forte allo stesso tempo' concludo amareggiata, non si muove, non dice una parola.

È arrabbiato.

'So che ce l'hai con me, però spero tu possa perdonarmi' mi alzo, senza dargli neanche la buonanotte. Sono troppo giù di morale per poterlo fare, mi aspettavo qualche insulto, ma non c'è stato nemmeno quello.

Sto per rientrare dalla porta d'ingresso, quando sento dei passi starmi dietro. Il braccio mi viene preso con forza e in un attimo, delle labbra familiari, si posano sulle mie.
Stringo forte la sua nuca ed anche se non ho nulla a cui aggrapparmi, applico più forza possibile. Ho il necessario bisogno di sentirlo ogni giorno al mio fianco, perché nonostante tutto, questa stupida testa pelata, si è preso il mio cuore.
Rimarrà sempre il solito arrogante ed egocentrico, ma non voglio che cambi niente.
'Questo non significa che mi sia passata' parla a bassa voce, con un po' di affanno. Mi mette le mani sui fianchi, e poggia la testa sulla mia spalla.
'Grazie a te, ho capito cosa significa stare male per qualcuno che ti piace... ora so come ti sei sentita tempo fa' sorrido felice che lo abbia compreso. Ho appena scoperto un'altra parte del suo carattere, e destino vuole, che mi piaccia anche questa.
'Caleb che ne dici di ripartire da zero?' Chiedo stanca della nostra "relazione" sempre in bilico.
'Dico che va bene, però andiamoci con calma Diana' prende la mia mano e dopo aver sussurrato un buonanotte, rientra finalmente nel dormitorio maschile.

Ed improvvisamente, il futuro mi appare più luminoso.

Spazio Autrice
<<Da quanto stavate aspettando questo colpo di scena?>>
Io da più di voi, e fortunatamente, sono abbastanza soddisfatta del risultato ottenuto.
La storia è quasi finita, manca la semifinale e la finale.
Non temete, ne sto già scrivendo altre due: una su Victor, e un'altra su Jude.
Vi ringrazio infinitamente per le 1ok mila visualizzazioni, il doppio dei numeri iniziali di "Amore nel Pallone". Questa famiglia sta crescendo ogni giorno sempre di più, e non potrei essere più soddisfatta.
Ho postato il prologo della nuova storia su Jude, se siete curiose andate a leggere.
Vi voglio bene, stefy❤️

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