capitolo 5
sulla Terra Peter si domandava cosa il Colonnello gli dovesse far vedere.
Qualsiasi cosa fosse doveva giustificare tutte le teorie di Cannon, aspettare senza far niente prima che arrivasse il pomeriggio era struggente, quindi il Capitano si mise di nuovo a organizzare la vita delle persone incappate nell'anomalia.
Il tempo scorreva velocemente, la sua impazienza fu premiata quando da dietro la porta a vetri, vide lo sguardo del Colonnello Cannon che lo invitava a raggiungerlo nel suo ufficio.
Peter uscì dalla sua stanza ed entrò in quella accanto,
P Mi scusi Sig. Colonnello, non ho bussato.
C Non si preoccupi, si accomodi capitano.
Peter ansioso di sapere quale segreto il Colonnello nascondesse, si sedette sulla poltrona davanti la scrivania, e il suo superiore incominciò a narrare la storia sull'anomalia
C Quando tutto questo ebbe inizio............
P Quando si è verificata la prima anomalia?
C A metà degli anni sessanta.
P Dove?
C Qui, in questo luogo, è per questo che il sito è stato costruito qui.
Comunque tornando a quello che dicevo prima, quando si verificò la prima anomalia, il nostro governo, aprì in gran segreto un fascicolo sull'accaduto.
Non si sapeva di chi fidarsi, quindi lavorò al caso solo una persona, che poi è l'ufficiale che si trovò in questo luogo quando l'anomalia fece la prima comparsa, naturalmente non posso fare il nome dell'ufficiale..........................
P Un vostro militare?!
C Certo!! E tra l'altro è il comandante di questo sito.
P Siete stati fortunati che sia capitato a qualcuno che abbia mantenuto il segreto!
Incontrerò il comandante?
C Non credo sia possibile.
P E chi era la prima persona che ha attraversato l'anomalia?
C La prima persona è il primo della lista, lei non lo ha ancora conosciuto, è un italiano, il Sig. Matteo Reggia, scomparso dai cieli della sua cittadina con il suo bimotore, e riapparso qui da noi, e come dice lei siamo stati fortunati perchè per un caso fortuito c'era qui un nostro ufficiale, faceva un giro per le campagne di questo luogo, ed ha assistito alla comparsa improvvisa dell'aereo. Comunque, si fecero delle ricerche anche in campo archeologico e mitologico, per cercare di capire se qualcosa del genere fosse già successo in passato, e il risultato oggi è qui da noi.
P Dove di preciso?
C Sotto di lei
P Sotto di me?!
C Si! Quella porta sorvegliata dalle guardie, dà accesso ad un ascensore che scende di qualche piano, e in quell'hangar sotterraneo c'è la risposta alle tante domande che ci facciamo in questi giorni, naturalmente ne ha create molte altre.
P In che anno è stata fatta questa scoperta?
C Nell'anno duemila.
P E dove?
C Tra le rovine di un antica città sumera.
P Quindi avete trovato testimonianza che tutto questo era già accaduto?!
C Veramente abbiamo trovato molto di più.
P E cosa di preciso?
C Diciamo che in questo momento lei non capirebbe, forse le conviene scendere giù con me e veda la cosa di persona.
P Posso accedere in quell'area?
C Certo, se ci viene con me.
La conoscenza di Peter non lo poteva preparare a quello che stava per vedere.
La sua ansia aumentava nell'attraversare i corridoi del sito, davanti la porta le guardie serravano l'ingresso, che al cenno del colonnello Cannon, aprirono il varco lasciando passare anche il capitano Peter.
Il lungo corridoio terminava sulla porta di un ascensore, accompagnati da un freddo silenzio i due scesero di qualche piano, le porte si riaprirono in un ambiente che sembrava un laboratorio, chimici, esperti in fisica, astronomi, riempivano l'ambiente, molti guardavano il capitano Peter stupiti.
P Perché mi guardano in questo modo?
C Fatta eccezione per qualche addetto, nessuno scende qui sotto.
Ascolti Capitano, quello che le sto per far vedere, deve rimanere segreto, estremamente segreto.
P Cosa le fa credere che io possa mantenere il riservo sulla questione?
C Ho le mie certezze.
Mentre pronunciava queste parole, il Colonnello azionò un pulsante sulla parete che sollevò una lastra di metallo.
Dietro la lastra di metallo ce ne era una di vetro, molto spesso, e la stanza era completamente buia.
C Pronto?
P Credo di si.
Una leva interruttore venne azionata da un uomo in camice bianco, che accese le luci nella stanza.
Il contenuto di quell'ambiente lasciò Peter a bocca aperta, perché la maestosità di quello che vedeva, non la sapeva definire.
Intanto Antuky accompagnava Thomas e Simon alla navicella con la quale avrebbero dovuto tornare indietro al tempo della nascita della civiltà sumerica.
A (rivolgendosi a Thomas) Nel sistema della navicella è stato inserito il tuo dna, ora puoi attivarla da solo e potrai anche pilotarla.
T Il mio dna? E quando è stato prelevato?
S Quando hai letto il libro della creazione, ricordi? Riuscivi a capire tutto quello che diceva, anche se non era la tua lingua......
T Si ricordo.
S Ricordi il ruvido sotto il palmo delle mani?
T Si, ricordo anche quello.
S Perfetto! In quel momento è stato prelevato il codice del tuo dna, ed è stato inserito in tutti i sistemi del pianeta.
T E questo che vuol dire?!
S E' come se fossi stato adottato da questo pianeta, ti abbiamo dato le chiavi, ora puoi partecipare attivamente alla vita quotidiana di questo popolo.
T Fantastico!! Ed ora cosa devo fare?
A Niente!! Adesso devi salire a bordo, abbiamo una missione da compiere, e per la prima volta piloterai una nostra navicella, naturalmente al decollo ci pensiamo noi.
T Va bene!! Sarà un'esperienza fantastica.
Come da prassi la navicella si mise in posizione verticale per far entrare i piloti.
Antaky prese il comando dell'astronave e la portò fuori l'atmosfera del pianeta, poi lasciò il comando a Thomas.
A Ora puoi governare la nave, ho già impostato la data di destinazione, devi solo farla volare in avanti, dagli il massimo dell'energia e in pochi istanti saremmo a destinazione.
Prima di partire dovresti cambiarti, devi indossare le nostre tute.
T Che cosa ha che non va la mia.
S Considerando l'epoca da dove vieni nulla, anzi probabilmente dalle tue parti deve andare forte, ma......... da noi la tuta e quella che indossa Antaky, che non è una semplice tuta.
T E cosa avrebbe di speciale?
A La mia tuta interagisce con il posto di comando.
T E quali funzioni ha?
A La tuta e composta da micro circuiti tenuti tra loro con un materiale vegetale, che la rende morbida ed adattabile alla forma anatomica di chi la indossa, inoltre ha una memoria ed ogni tuta può essere indossata da un solo proprietario, in quanto anche nei circuiti della tuta, come in quella della navicella, è stato inserito il tuo codice genetico.
Indossando questa tuta tutto il tuo essere, compresi i pensieri, entrano in simbiosi con la nave.
T Incredibile! Ma cosa comporta questo?
A Semplice, qualsiasi cosa o azione tu intenda intraprendere, la navicella lo sente e reagisce ai tuoi comandi.
T Mi stai dicendo che posso comandare la navicella anche con il pensiero?!
Intanto Thomas indossava la nuova tuta e lasciava quella dell'aereonautica del suo paese poggiata a terra
A Più o meno, col tempo imparerai, ora dobbiamo andare, prova a spingere.
T Quindi vediamo se ho capito, per ora è il caso che io usi i comandi manuali, e quindi se avanzo questa leva dovrei.................
La nave schizzò in un attimo lontano dal punto di partenza, lo spazio intorno a se si era deformato e nonostante la grande velocità, non c'era nessuna pressione all'interno della navicella.
Dopo qualche istante di colpo si fermò, aprendo davanti gli occhi di Thomas il panorama della Terra, naturalmente l'anno non era più lo stesso.
T E' fantastica questa navicella, potrei averne una da portare al mio tempo sulla terra?
A Non è tempo di giochi, dobbiamo scendere.
T Posso provare ad atterrare?
Un attimo di silenzio accompagnava gli sguardi di Simon e Antaky.
Poi Simon tirò su le spalle e le sopraciglia, Antaky non era molto convinto, ma diede lo stesso il consenso.
A Vai adagio, non sei ancora pratico.
T Tranquillo cercherò di non graffiarti il giocattolino.
Prima di iniziare la manovra Thomas notò sul radar un'altra navicella.
T Abbiamo visite?
S Non te la ricordi?
T No! Non credo?!
S Quello è il tuo primo viaggio
T Vuoi dire che quelli siamo noi?!
S Te lo avevo detto il tempo è relativo.
T Non riesco più a capire se sto vivendo il presente o il passato o addirittura il futuro.
S Sono tutti e tre nella stessa area, ma in piani diversi.
T Continuo a non capire, intanto atterriamo, e poi vediamo di capire come funzione tutto questo.
Thomas iniziò la discesa sulla Terra, ma la sua manovra risultò troppo veloce, la navicella si avvitò su se stessa, lasciando una scia luminosa dietro di sè.
Entrati nell'atmosfera Thomas non riuscì a richiamare il muso della nave, lo schianto era ormai prossimo, così decise di interviene Antaky, che con energia schiacciò un pulsante che rallentò di colpo l'astronave ma l'impatto con il suolo è ormai inevitabile. Thomas, grazie alla brusca frenata, trovò il modo di tenere su il muso, ma la parte bassa dell'astronave impattò con la terra, e come un sasso nell'acqua, la navicella rimbalzò tre volte fino a quando non venne bloccata da una duna di sabbia che fece incagliare la parte frontale.
Nonostante lo scossone all'interno del velivolo, nessun danno a persone.
Thomas si sentiva mortificato, aveva paura di aver perso la fiducia da parte dei suoi compagni di viaggio, l'espressione di Antaky, non lo rassicurava e Simon finito in un angolo si rassettava.
T E' evidente che devo fare molta pratica!
S Credo che non ti basterà tutto il tempo dell'universo, volate così dalle vostre parti?
T Non proprio!
A Meglio!! Vuol dire che la razza umana ha ancora un futuro.
T Dovete scusarmi, non volevo far danni, immagino che i costi di riparazione siano alti.
S Nessun costo, te lo abbiamo spiegato poco fa, il denaro sul nostro pianeta non esiste, lo ripareremo con il lavoro della comunità, se sarà possibile, altrimenti.................
T Altrimenti?
A Altrimenti la lasciamo dov'è, e ne costruiamo un'altra.
T Perfetto!
Nell'altro presente sulla Terra nell' hangar, Peter era ancora sconcertato, per quello che stava vedendo.
C Immagino che non sappia cosa sia?
P Veramente non riesco a definirlo, è sicuramente imponente, ma............ cos'è?
C Nella sua epoca non ne avete visti molti, nella nostra gli avvistamenti sono frequenti, ma nessuno lo ha visto mai da così vicino.
Si chiamano oggetti volanti non identificati, ovvero presunti velivoli alieni di altri mondi.
P Altri mondi?
C Si! Altri pianeti. Questo lo abbiamo trovato in medio oriente, quando cercavamo notizie su avvenimenti relativi all'anomalia, creatasi in altre epoche. Era sotterrato da tonnellate di sabbia.
P E questo cosa centra con l'anomalia?
C Ci ha lasciati sconcertati quello che abbiamo trovato all'interno.
P Cosa c'era? Un corpo?
C No! Venga le faccio vedere, abbiamo lasciato ogni cosa al suo posto.
Il Colonnello Cannon accompagnò Peter all'interno del velivolo attraverso un portello rimasto aperto e lo guidò nei locali.
C Questa doveva essere la cabina di pilotaggio e laggiù, a terra, c'è quello che abbiamo trovato.
Peter si avvicinò nell'angolo indicato dal Colonnello, e man mano che si avvicinava prendeva sempre più forma quello che sembrava essere un accumulo di stracci lasciati lì.
P Sembrano dei vestiti!!
C Esattamente una divisa, e per la precisione una tuta di volo dell'aeronautica militare statunitense, l'abbiamo fatta analizzare al carbonio quattordici, e risulta avere sei mila anni.
P Ma come è possibile?
C E' possibilissimo, visto che la tuta è quella del tenente Thomas.
P Com'è possibile?
C Crediamo che dall'altra parte dell'anomalia ci sia un altro mondo.....
P Quale altro mondo?
C Non lo sappiamo, le nostre ipotesi sono quelle che l'anomalia funga da porta dell'universo e che permetta di attraversarlo e giungere su altri pianeti, oppure che sia una porta per il viaggio nel tempo e che magari questo velivolo sia frutto del lavoro di scienziati terrestri del futuro, e quindi possiamo ipotizzare che il tenente abbia fatto un viaggio indietro nel tempo e che abbia distrutto l'astronave durante l'atterraggio, non so quale delle due ipotesi sia giusta, o magari non lo è nessuna delle due.
P Lei mi ha detto che il tenente farà ritorno e che io e lei saremmo stati fuori dall'anomalia, questo come lo sa?
C Si fidi di me, come ora, al momento giusto le dirò tutto, per adesso lei deve mantenere il silenzio su quanto ha visto, e deve continuare a lavorare all'incarico che le ho dato, è fondamentale che lo porti al termine.
P Va bene colonnello, ma...............
C (categorico) ............... Ma, l'avvertirò io quando sarà il momento.
P Agli ordini signore!
Il Colonnello e il Capitano, uscirono dall'area dove era custodita la navicella attraversando il laboratorio, molti addetti li guardavano andar via, uno di loro richiamò l'attenzione del Colonnello.......
D (abbassando la voce) Mi scusi Colonnello, ma quello non è Peter Red?
C (guardando il cartellino con su scritto il nome) Dottor Lee, non si era detto di non fare domande?
D Si, mi scusi, ma sembra proprio lui!!
C Torni al suo lavoro!!
D D'accordo.
Intimorito e incuriosito, il Dottor Lee, tornò al suo computer, continuando a guardare il Capitano Peter.
Tornati al livello accessibile a tutti, il capitano decise di andare in camera per cercare di raccogliere le idee.
Sdraiatosi sul letto si addormentò pesantemente.
Dopo qualche ora, alla porta qualcuno bussò insistentemente.
Peter pian piano aprì gli occhi, e poco dopo realizzò che qualcuno sta bussando alla sua porta, si alzò dal letto e pian piano raggiunse l'ingresso.
Apre la porta e davanti ai suoi occhi vide Rachel, sempre bella e luminosa.
R Ciao!! Dormivi?
P Ciao! Si non me ne sono neanche accorto, sono crollato. Come mai qui?
R E' tutto il giorno che non ti fai vedere, credevo non stassi bene!
P (inventando) Siì, in effetti mi sono svegliato con un forte mal di testa, ho provato a farmi dare qualcosa in infermeria, ma non riuscivo a farmelo passare, però devo dire che dopo questo pisolino effettivamente và meglio.
R Per fortuna!
P Già!! Scusami!! Sono un gran maleducato, vuoi entrare?
R Posso?!
P Si certo, scusami non ho niente da offrirti, e ................. si insomma........, non è casa mia...... e quindi.......
R Cerca di stare tranquillo, non ho bisogno di nulla, sei imbarazzato?
P No!! Sii!!! Non lo so......
Rachel sorridendo si avvicinò a Peter mentre farfugliava, lo guarda negli occhi e lo baciò sulle labbra.
P Sei intraprendente per una della tua epoca.
R Scusami! Non dovevo?
P Si..... no! Cioè dovevo essere io a farlo ma.......
R ............ Ma non trovavi il coraggio, e quindi l'ho fatto io.
P Ho notato, e ora?
R E ora...... fallo tu!
Peter, la guardò imbarazzato, le si avvicinò, era a pochi centimetri dalla sua bocca, ma mancava sempre quel piccolo passo, che senza esitare fece l'intraprendente Rachel.
I due ragazzi finirono col passare la giornata intera nella stanza, la luce che aveva Rachel negli occhi aveva stregato Peter, e la sua faccia da bravo ragazzo rassicurava Rachel.
Era ormai consolidata l'infatuazione che l'uno aveva per l'altra.
L'amore anche se nasce in epoche lontane, trova sempre la strada per esprimersi.
I due ragazzi si addormentarono l'una nelle braccia dell'altro, e furono svegliati solo dalla sveglia del sito.
Peter balzò in piedi, come un grillo.
P Cavolo abbiamo passato tutta il pomeriggio in stanza, non sono andato nel mio ufficio, il Colonnello sarà infuriato.
R (assonnata) Digli che non stavi bene.
P Ascolta fai con comodo, io corro alla mensa e poi dal Colonnello, devo recuperare il lavoro di ieri, ci vediamo a pranzo.
Con ancora la camicia da sistemare, Peter baciò l'assonnata Rachel, e scappò via.
Attraversò i corridoi del sito di corsa, cercando di sistemarsi la camicia, arrivò nel suo ufficio con il cuore in gola, il tempo di entrare e squillò il suo interfono.
Peter aspettò qualche istante prima di rispondere, riprese fiato, si sedette dietro la scrivania, e poi alzò la cornetta,
P Pronto....
C Capitano Peter!! Ci siamo presi una vacanza?
Quello che le ho fatto vedere l'ha duramente provata?
P Mi scusi Sig. Colonnello, dopo il nostro incontro sono andato in camera, ma senza volerlo mi sono addormentato, e mi sono svegliato questa mattina.
C Stia tranquillo, avevo immaginato che si sarebbe preso qualche ora di pausa per riflettere, e poi..... detto tra noi, è sempre meglio addormentarsi con una bella signorina accanto che stare tra le mille scartoffie...... giusto?
P (imbarazzato) Giusto.....
C Ora cerchi di recuperare il lavoro ha ancora pochi giorni per finirlo.
P Non si era parlato di tempo!
C Capitano Peter!! Tutta questa storia è basata sul tempo, e le garantisco che non ne è rimasto molto.
P Cercherò di fare in fretta.
C Questa sera prima di chiudere il suo ufficio passi da me che le mostro cosa dovrà fare dopo.
P Certo signore.
Peter non aveva ancora ben chiara l'entità di quello che doveva succedere, il suo incarico era quello di collocare le persone interessate dall'anomalia nei vari periodi della storia, cercando di limitare i danni, tutto questo perché non sapevano ancora se ognuno di loro poteva tornare al periodo in cui erano scomparsi. Era come lavorare alla cieca, in fondo con questi criteri mettere una persona in un posto anziché nell'altro non avrebbe fatto molta differenza, eppure la richiesta del Colonnello era quella di cercare di ricollocare il più verosimilmente ogni persona in una vita simile a quella che avevano prima.
Passarono le ore, i fascicoli contenenti le relazioni per ogni singola persona, passavano da un lato all'altro della scrivania, con molti di loro aveva parlato, qualcuno gli aveva raccontato la sua storia, altri avevano timore di aprirsi, e per loro il compito era più difficile, Peter doveva basarsi sulle poche notizie che aveva nelle relazioni, e poi c'era lei, Rachel, cosa fare?
Se la riportava nella sua epoca e nella sua città, l'avrebbe lasciata al destino che lei rinnegava, se la spostava di epoca, forse non si sarebbe mai adattata e poi con chi? Da sola?
Bisognava escogitare qualcosa che la potesse salvare, senza dover stravolgere la sua vita, comunque qualsiasi fosse stata la soluzione sarebbe stata lontana da lui, erano nati in epoche diverse, i loro destini non potevano coesistere.
Allora rimaneva una sola soluzione, utilizzare qualche fondo economico messo a disposizione del sito, e spostare la sua vita, con una nuova identità, in un'altra città della sua nazione.
Decise di creargli una nuova identità e una nuova casa a Manchester, proprio da dove venivano i suoi nonni, era l'unica città che conosceva grazie ai racconti di suo padre.
Il suo intento era quello di affidarla proprio a loro così in qualche modo gli sarebbe stato vicino, non si sarebbero incontrati mai, anche se volessero, il tempo gli avrebbe permesso di rincorrersi ma di non raggiungersi mai.
Si era ormai fatta sera, e come promesso al Colonnello, prima di cena Peter bussò alla porta del suo ufficio.
C Entra Peter! Entra pure.
P Buonasera, Colonnello!
C Allora Peter, ascoltami bene, abbiamo ancora due giorni dopo di che secondo i miei calcoli, il tenente Thomas dovrebbe far ritorno.
Dobbiamo avere tutto pronto, perché in base a quello che succederà ci potremmo vedere costretti a mandar via tutti gli interessati dell'anomalia, potrebbe verificarsi la possibilità che nessuno di loro ricordi nulla o vagamente qualcosa, sarà come se avessero avuto un sogno......
P ............... E per quanto mi riguarda?
C Per quanto ti riguarda, se ti rimandiamo allo stesso giorno in cui sei scomparso, rischiamo di perderti in combattimento, quindi ho pensato che forse sarebbe il caso di spostarti sempre in quell'epoca, ma faremmo in modo che qualcuno ti ripeschi in mare e ti riporti a terra.
P Mi scusi ma se quando torna il tenente Thomas non sarò travolto dall'anomalia, ricorderò tutto?!
C Certo è per questo che non possiamo perderla, quindi la impieghiamo in un corpo speciale e poi il resto lo vedrà!
P Perché io devo ricordare tutto e gli altri no!?
C Prima di tutto lei sta lavorando al progetto quindi deve essere cosciente di ogni cosa, e poi si immagini lasciare i ricordi a tutti di quanto è successo!!? Sarebbe ingestibile.
P Ha ragione.
Nei giorni che seguirono Peter passava tutto il suo tempo nel suo ufficio a cercare di sistemare le future vite delle persone interessate dall'anomalia, quello che aveva visto nel laboratorio, lo incuriosiva e intimoriva allo stesso tempo.
La sua cultura, il suo grado di conoscenza, sull'argomento era praticamente nullo, nella sua epoca non si sentiva parlare di cose del genere, a differenza del futuro dove l'argomento incalzava notiziari, film e racconti.
Nelle pause il suo unico pensiero era Rachel, dopo l'avventura dell'ultima notte, non aveva altri pensieri.
La cosa che lo incupiva era il fatto di non doverla più vedere, se tutto andava per il verso giusto, lei avrebbe in qualche modo fatto parte della sua famiglia, ma non si sarebbero più incontrati, la loro distanza non era dettata dai chilometri, ma dal tempo, lei non poteva rimanere con Peter, e lui non poteva vivere nel passato con lei perché lui doveva rimanere nella sua epoca, per portare avanti il progetto.
Dall'altra parte del tempo Thomas, Antuky e Simon, usciti fuori dal velivolo si incamminarono verso un accampamento nomade con un mezzo da sbarco, assomigliava un po alle nostre moto d'acqua ma si muovevano silenziosamente su di un cuscinetto d'aria.
La loro destinazione era una tribù nomade umana, era poco distante dal luogo dell'impatto, in realtà i piani di volo prevedevano un atterraggio proprio nelle vicinanze del campo.
Nel sito umano alcuni di loro erano intenti a riscaldarsi intorno al fuoco, i loro dialoghi erano caratterizzati da pochi vocaboli, la loro conoscenza era talmente scarsa che il loro istinto animalesco prevaleva su ogni ragione.
Uno di loro, mentre gli altri conversavano, con la coda dell'occhio vide delle luci in lontananza, guardò meglio, le luci dell'alba potevano confonderlo, ma in realtà i suoi occhi avevano visto benissimo, tre luci si avvicinavano verso di loro, gli uomini si allertarono, cercando di nascondersi dietro rocce o rovi, mentre quelle misteriosi luci si avvicinavano sempre di più.
Dopo qualche minuto i tre viaggiatori raggiunsero l'accampamento, spensero i mezzi, scesero e si guardarono intorno, il fuoco aveva ancora la brace accesa, segno che da poco era stato spento, pelli di animali, probabilmente utilizzate per vestirsi o coprirsi, erano ancora giacenti vicino il fuoco.
Il rumore di un ramo spezzato attirò l'attenzione di Thomas verso un cespuglio, e fece cenno agli altri che concentrarono la loro attenzione verso il rovo.
Il tenente si avvicinò pian piano, con una mano spostò una frangia del cespuglio e di colpo l'uomo nascosto dietro fa un balzo in avanti aggredendo Thomas.
L'uomo non ebbe la meglio, l'addestramento militare di Thomas, lo aveva preparato per una lotta corpo a corpo e in pochi attimi il tenente bloccò l'indigeno.
Bisognava dimostrare supremazia, Antuky aveva un oggetto in mano sembrava un arma ma in realtà era un generatore di energia, la puntò in direzione dei piedi dell'indigeno e tracciò una linea di fuoco.
L'umano che si era appena rialzato chinò la testa, gli altri che erano nascosti uscirono fuori, incuriositi ed impauriti, cercarono di avvicinarsi al loro compagno.
In pochi giorni i tre viaggiatori si guadagnarono la stima e la fiducia degli indigeni, che li adoravano come dei.
Antuky aveva messo a loro disposizione tutta la conoscenza delle stelle, Simon insegnò la struttura sociale che un popolo deve avere, per evolversi, mentre Thomas insegnò loro l'arte della guerra.
Anche se il popolo delle stelle era contrario alla violenza, il nuovo popolo avrebbe dovuto affrontare, in futuro, molte lotte per portare la conoscenza ed espandere la loro sapienza, insomma conquistare territori al momento diventava una cosa necessaria. Per quanto riguarda la lingua e la scrittura, Antuky, per insegnarla, usò lo stesso sistema che fu usato con Thomas, e nel giro di pochissimo tempo, quasi dal nulla, nacque un nuovo popolo, con una forte struttura societaria e una grande sapienza delle stelle, e attraverso i simboli cuneiformi diede inizio ad una nuova forma di comunicazione, la scrittura.
Ora Thomas sapeva come tutto ebbe inizio, e capì quale era il messaggio da portare al ritorno sulla Terra.
Entrare nel territorio di un popolo, istruirlo, evolverlo, senza ridurlo in schiavitù, senza l'uso della forza, semplicemente guadagnando la loro fiducia, con opere di umana disponibilità verso chi ha meno di noi, questo era quello che Thomas voleva portare sulla Terra.
Nessuno sfruttamento, nessun spargimento di sangue, soltanto il mettere a disposizione se stessi nei confronti degli altri ed arrivare insieme ad avere una coscienza universale, che permette a qualsiasi forma di vita intelligente di evolversi e diventare parte dell'universo, eliminando così il cancro della guerra in ogni mente, in ogni nazione in ogni altro luogo.
Facendo arrivare questa lezione di vita, dimostrando tutto quello che era accaduto realmente, Thomas sperava di mettere a disposizione della sua gente la strada per diventare un unico popolo, e togliersi dalla sudditanza nei riguardi dei rettiliani che erano evoluti molto più degli umani, ma solo tecnologicamente, per quanto riguarda il lato umano, sempre se loro ne avessero uno, non ve ne era traccia, loro erano freddi e calcolatori come i rettili striscianti della terra.
I regnanti di Sumeria, gli avevano garantito protezione in questa fase, ma purtroppo la scelta spettava ai terrestri e Thomas avrebbe fatto di tutto per far cambiare idea ai propri governanti.
Thomas partecipò all'inizio della creazione della civiltà dei Sumeri, la stessa che diede inizio, secondo le leggende, alla creazione di civiltà nel mondo.
Naturalmente gli Annunaki tornarono molte volte in quei territori, ma a Thomas era bastato vedere l'inizio, per poter poi raccontare tutto al suo rientro sulla terra del futuro.
Dalla navicella incagliata nella duna di sabbia Antuky mandò un segnale di recupero alle astronavi che orbitavano tra la Terra e la Luna, che erano pronte ad intervenire per partecipare al progetto.
Da lì a poco i tre viaggiatori furono recuperati dal supporto e riportati su Nibiro.
Non era rimasto molto da dire a Thomas, i regnanti del pianeta gli diedero le ultime istruzioni, e insieme a Simon e Antuky, furono inviati sulla Terra, dove ad aspettarli, nel sito, c'era il Colonnello Cannon con tutta la sua equipe.
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