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Capitolo 3

Nel frattempo sulla terra nella base segreta, il Capitano Peter seguito da un' equipe di specialisti viene aggiornato sulla tecnologia moderna e sul suo incarico all'interno della base.

Durante una pausa dalle mille informazioni che riceveva, Peter veniva accompagnato in quello che doveva essere il suo alloggio.

Tutt'altro che squallida, la sua stanza, anche se non aveva finestre sull'esterno, appariva confortevole, calda e accogliente.

Naturalmente molte cose per lui erano nuove ed inspiegabili, la guardia che lo aveva accompagnato provava a spiegargli le regole del luogo.

G. Questo è il suo alloggio, la mattina la colazione è alle 07,30 presso la mensa unificata.......

P. Unificata?!

G. Si signore, non esistono differenziazioni tra militari e civili................ Il pranzo è alle ore 13,00, e la cena alle ore 19,00. per la pulizia della biancheria, c'è la lavanderia nel settore C, dove troverà anche vari negozi per rifornirsi di quello che le occorre.......

P. Dove trovo i soldi per acquistare quello che mi serve?

G. Qui non usiamo i soldi, nel primo cassetto del suo comodino troverà una tessera che le darà accesso a tutto quello che le occorre, naturalmente non è illimitata, ogni settimana verrà ricaricata del credito necessario, quindi deve essere usata con accortezza.

P. Mi scusi ma che significato ha un quadro senza immagine e completamente nero?

G. Mi scusi Signore?! (non capendo a cosa alludesse)

P. Quel quadro appeso alla parete............... è grande ma non c'è immagine...... è ....... Insignificante!!

G. Quella è la tv, Signore!

P. La tv!?

G. Si la tv, ora si appendono alla parete, non c'è più bisogno del mobile, inoltre così si può avere uno schermo più grande occupando meno spazio, naturalmente non è collegata con l'esterno.

P. E cosa vediamo?

G. Nei vari canali troverà tanti tipi di film e documentari, che vengono ciclicamente aggiornati e trasmessi da una stazione interna al sito.

P. E' come stare in una confortevole prigione!!

G. Ci scusi Signore, ma la segretezza del sito è la sicurezza dei loro occupanti.

P. Giusto! Posso girare per il sito?

G. Certo Signore ma solo nei siti A, dove c'è tutto quello che serve per il relax, palestra, sauna, cura del corpo ed altro, può andare nel settore B, dove trova tutto quello che riguarda la cultura, biblioteca video su documentari eccetera, eccetera, poi c'è il settore C, dove troverà tutti i negozi e ambienti per conoscere altre persone che come lei si trovano qui.

P. Esistono altri settori?

G. Certo signore,

P. E posso visitarli?

G. No Signore.

P. E perché?

G. Perché è vietato Signore, è vietato per molti.

P. E cosa c'è di così misterioso?

G. Se lo sapessi non sarebbe un segreto! .........Signore.

P. (sorridendo) Hai ragione. Ho degli orari?

G. Non ci sono dei limiti reali, ma....... Dopo la mezzanotte non trova più nessuno in giro.

P. Immagino, credo che non ci sia molto da fare dopo quell'ora..........

Va bene, devo sapere altro?

G. No Signore, se le dovesse servire qualcosa può digitare il tasto uno dell'interfono....

P. Interfono?!

G. L'interfono signore è quel telefono, permette di chiamare tutti gli interni del sito e........................

P. .............. e naturalmente non è collegato con l'esterno!

G. Giusto.

Salutando militarmente, la guardia si congedò dal capitano Peter.

Dopo aver sistemato la sua camera, Peter cominciò il suo giro di ricognizione per prendere confidenza con l'ambiente, prima di uscire andò verso il suo comodino, e aprendo il primo cassetto trovò la tessera di cui parlava prima la guardia.

P Bene!! Vediamo come questo pezzo di plastica mi permetterà di poter comprare quello che mi occorre.

Certo che il futuro è particolarmente strano, non si usano neanche i soldi, forse perché non avranno più valore?

Meglio il passato!!

Uscendo dalla stanza seguì dei percorsi guidati per accedere nei vari settori.

Naturalmente a suo modo, mentre si recava nel settore C, Peter cercò di farsi un'idea sul sito in cui si trovava, cercando di curiosare con gli occhi nei vari angoli anonimi e porte particolarmente sorvegliate.

Finalmente dopo vari angoli si ritrovò davanti l'ingresso del settore C.

Avvicinandosi le porte si aprirono da sole.

P (sorpreso) Cavolo!! Tutto strano!

Il settore appariva come un grande centro commerciale, all'interno molti negozi, e tutti sembravano organizzati come in uno spaccio militare, con poca fantasia espositiva.

Poco dopo si intravide dietro una angolo di corridoio quello che sembrava un negozio per generi alimentari.

P. Finalmente un droghiere.........

Entrando una signorina lo saluta,

S. Salve!

P. Salve!

S. E' nuovo di queste parti!? E' appena arrivato?

P. Si! Sono il capitano Peter, sono arrivato oggi, (mettendo in mostra la scheda) e non so come si usa.

S. Non si preoccupi, lei scelga i prodotti che le servono, poi al resto penserò io.

P. Ok! Qualche consiglio?

S. Secondo me dovrebbe pensare meno al cibo e più ai beni di igiene personale, tanto per mangiare c'è la mensa!

P. Giusto. Allora........ vado.....e, ci vediamo dopo, grazie.

S. Prego! A dopo.

Nel visitare il negozio, Peter apparì disorientato davanti ai tanti prodotti che non conosceva, ai sui tempi molti prodotti alimentari non erano neanche stati concepiti.

Rimase sorpreso nel vedere un prodotto con confezione cilindrica di colore rosso e con la scritta bianca "coke", toccandolo e afferrandolo gli appariva strano il materiale con qui era fatto.

A pochi metri di distanza una ragazza osservava i suoi movimenti, e accortasi che Peter era in difficoltà, decise di intervenire per aiutarlo.

R. E' una lattina di coca cola.......

P. (Voltandosi imbarazzato per la gaffe e sorpreso dalla bellezza della ragazza) Lattina?!

R. Si! Lattina. E' una lega metallica molto leggera ampiamente utilizzata per contenere cibi a lunga conservazione.....

P. che vuol dire a lunga conservazione?

R. Vuol dire che lo puoi comprare oggi e consumarlo anche tra molto tempo, senza rischiare che si deteriori.

(allungando la mano destra) Piacere sono Rachel.

P. Salve! (guardandola fissa negli occhi) mi chiamo Peter.

Scusa ma sono un po' disorientato.

R. Tranquillo, per me è stato peggio. Da quale epoca vieni?

P. Dagli anni quaranta.....

R. Brutto periodo quello, c'era la grande guerra!

P. Beh!! Veramente per me c'era fino a ieri, poi oggi è scomparsa, ma l'alternativa è disorientante. E tu?

R. E tu cosa?

P. Sei del posto o.......... anche tu, arrivi da.........

R. (interrompendolo) Da un'altra epoca?

P. Si, credo fosse questa la domanda....

R. Io sono di fine ottocento.

P. Caspita!! E come ci sei arrivata qui?!

R. In mongolfiera.

P. In mongolfiera?!

R. Si, stavo scappando da una persona, pensavo di potermi nascondere nella mongolfiera, ma c'era brutto tempo quella sera, e gli ormeggi si sono staccati e poi il vento ha fatto il resto.

Sono entrata nelle nuvole e quando sono uscita ho trovato un vento contrario che mi ha spinto indietro e mi sono ritrovata qui.

P. Pensavo di essere il più vecchio, invece.................

R. Invece la più vecchia sono io.

P. (imbarazzato) Scusami non volevo.

R. Non ti preoccupare, qui l'età non ha valore.

Prendiamo qualcosa dal bar? Offro io ho ancora la tessera carica,

P. Va bene! Come vuoi, ma volevo acquistare delle cose e...............

R, Lo farai dopo, abbiamo tanto tempo qui.

P. D'accordo ti seguo.

I due uscirono dal negozio e andarono nel bar dell'area.

Il bancone era di fronte l'ingesso, e guardando

a destra la sala era immensa con molti tavoli a riempirla. Su di un lato attaccato ad una colonna c'era un vecchio juke box, più avanti ancora dei video giochi di varie epoche, in un angolo c'era un biliardo con illuminazione sul tavolo.

R. Ciao Roberto (salutando il barista), due coca cole ghiacciate, grazie.

Io l'adoro, non era diffusa alla mia epoca.

P. Si è fantastica, ma da me era in bottiglia di vetro.

Peter afferrò i due bicchieri con la bevanda e si diresse verso uno dei tavoli seguito da Rachel.

P. (Mentre si sedeva) Allora come ti trovi qui?

R. Bene! A volte mi sento fuori luogo però non mi posso lamentare. E tu?

P. Non so, il discorso di essere stato catapultato in un'altra epoca mi ha disorientato, spero di tornare prima o poi a casa mia.

R. Hai qualcuno che ti aspetta?

P. Solo mia madre. Mio padre è morto anni fa, e poi con l'avvento della guerra non me la sono sentita di metter su famiglia, se torno ci farò un pensierino.

E tu?

R. E tu cosa?

P. Che vita facevi, di dove sei?

R. Sono di Londra, vivevo con i miei in una casa al centro, volevano che sposassi un riccone di città, ma non aveva niente di favoloso, era arrogante, presuntuoso e con una pancia enorme.

I miei mi dicevano che col tempo l'amore sarebbe arrivato, ma io non potevo pensare di dover passare la mia vita vicino ad una cosa abominevole come quella.

P. (sorridendo) Mio padre mi diceva sempre che mia nonna, cioè sua madre, era un tipo con un carattere ribelle come il tuo, si era trasferita da Manchester in America, purtroppo durante il viaggio mio nonno scomparve, c'era il mare in tempesta e si pensa che sia stato sbalzato fuori dal ponte della nave, così dovette affrontare la gravidanza e il resto della vita da sola, anche se all'inizio fu aiutata da una coppia di persone anziane che lei continuò a frequentare e a volergli bene come se fossero i suoi genitori.

Per fortuna ricavò molti soldi dalla vendita di alcune proprietà in Inghilterra, altrimenti avrebbe patito la fame.

R. Però! Che sfortuna!! E come si chiamava tua nonna?

P. Elisabetta!

R. Bel nome. La nonna di mia madre si chiamava Elisabetta, e naturalmente mia madre me lo ha messo anche come secondo nome, in sua memoria.

P. Una volta si usava dare ai propri figli il nome dei nonni, anche mio nonno si chiamava come me, per fortuna non aveva uno di quei nomi strani che ti vergogni ogni volta che ti chiamano...

R. Si è vero, in questo siamo stati fortunati.

E mentre i due ridevano delle proprie sfortune, gli sguardi si incrociavano e rimanevano fissi tra di loro.

Rachel era una ragazza frizzante e bellissima, gli occhi azzurri illuminavano i dolci lineamenti del suo viso, Peter ne era rimasto colpito dal momento in cui l'aveva vista per la prima volta.

Lui aveva la faccia da bravo ragazzo, pulita e matura, i suoi modi erano gentili, anche se il modo di relazionarsi con Rachel era molto più confidenziale di quello che si usava ai tempi della ragazza, ma in fondo lei era un tipo anticonformista e la cosa non la disturbava.

Finito di bere i due si alzarono dal tavolo e Rachel decise di fare da guida a Peter nei vari settori del sito militare.

P. Ho visto in un corridoio due guardie davanti ad una porta senza insegne di settore, sai perché?

R. Qui ci sono dei settori a cui non abbiamo accesso.

P. Perché?

R. Non lo so, hanno detto che ci sono materiali nocivi e quindi non possiamo entrare, sai sarebbe dannoso per la nostra salute.

P. Capisco.......

Peter sapeva benissimo che lo stoccaggio di materiali nocivi veniva contrassegnato, quella porta nascondeva qualcosa di diverso da quello che dicevano.

P. Esiste un posto all'aperto in questo sito?

R. Si ma..... non è accessibile.

Però c'è un'area dove sembra di stare all'aperto, e lì puoi fare quello che vuoi.

P. Praticamente siamo reclusi.

R. Credo sia una forma di protezione per noi, te lo immagini io a girare nel 2013, con la conoscenza che ho, impazzirei!

P. Non posso darti torto, ok ascolta io ora credo che sia tempo di finire gli acquisti iniziati quasi due ore fa, poi credo che farò una doccia e poi cena........ anzi! Che ne dici di mangiare insieme così ci raccontiamo qualcosa!

R. Sii!! E' un' ottima idea, mangio quasi sempre da sola........ sai molti sono di epoche vicine ed hanno qualcosa da raccontarsi, io invece vengo da tanto lontano e quindi........

P. Beh! Allora a stasera, ciao!

R. Arrivederci Sig. Peter!

P. Solo Peter!

R. Solo Peter?!

P. Si!! Solo Peter, senza signore.

Peter si allontanò dirigendosi verso il locale dove aveva conosciuto Rachel, doveva prendere alcuni prodotti per l'igiene personale e qualche capo di abbigliamento nuovo, indossava ancora la divisa da aviere.

All'uscita del negozio, con i pacchi in mano Peter, si diresse verso il settore alloggi e passando davanti alla porta vigilata dalle guardie, notò il Colonnello Cannon, che impartiva gli ordini alle stesse sentinelle.

P. Salve Colonnello!

C. Salve Capitano! Vedo che si sta ambientando!

P. Si, ci provo, (incuriosito) che settore c'è dietro quella porta?

C. Niente di interessante, un lungo corridoio che porta ad un'area di stoccaggio per materiali nocivi, mettiamo due guardie per evitare che nessuno entri e si contamini.

P. Mi scusi Colonnello, ma non ho ben chiaro quali saranno le mie mansioni all'interno di questo sito.

C. Vede capitano, lei è l'unico militare della seconda guerra che sia stato dall'altra parte, ci dovrà aiutare in merito alla sicurezza dell'operazione.

P Non capisco!?

C. Lei ha una disciplina militare e pertanto sa mantenere il riservo su alcuni documenti a cui lavorerà, non possiamo dare questo tipo di incarico a dei civili, non sappiamo neanche chi sono e per molti non possiamo documentarci.

Domani si presenti nel mio ufficio, così parleremo meglio di questo.

P. Si signore, Signor Colonnello, domani sarò nel suo ufficio, arrivederci.

Il Colonnello si allontanò mentre ricordava gli ordini impartiti alle guardie, Peter dette un ultimo sguardo a quella porta prima di andare via, poi girò le spalle e si diresse verso la sua camera.

Una calda doccia, lo rilassò, e mentre l'acqua copiosamente accarezzava la sua testa, i suoi pensieri andavano agli sguardi di Rachel, ed ogni volta che la ricordava un sorriso si apriva sul suo volto.

L'ora della cena arrivò presto, e Peter era visibilmente teso, aveva un appuntamento con la bellissima Rachel, la sua mente cercava di organizzare discorsi, argomenti, qualcosa di intelligente di cui parlare per far colpo su di lei, ma forse, pensava, di doversi comportare in modo naturale, come quando l'ha conosciuta, in fondo è così che lei aveva accettato un appuntamento a cena, oppure l'aveva accettato perché non aveva molte alternative.

Di colpo i suoi pensieri si annullarono, quando uscendo dalla sua stanza, vide lei che arrivava.

P Buonasera Rachel.

R Buonasera Signor Peter!

P Di solito sono gli uomini che passano a prendere le donne.

R Lei è sempre cosi audace Signor Peter?

Ai miei tempi una donna poteva avere incontri col proprio spasimante solo in casa di lei e in presenza dei propri genitori.

P Caspita! Ai miei tempi si chiedeva l'autorizzazione ai genitori per frequentare la ragazza, ma c'era più libertà!!

R (sorridendo) Ti ho messo in difficoltà?

P No! Però riflettendoci.............

R Cosa?

P Dalla tua generazione alla mia sono cambiati notevolmente usi e costumi, chissà come ci si comporta oggi!

Rachel si avvicinò all'orecchio di Peter, e gli raccontò quanto appreso dagli altri sull'argomento.

Peter arrossando sgranò gli occhi.

P Santo cielo! Sei sicura?

R Sicurissima, l'ho visto fare in questo luogo da qualcuno di questa epoca.

P. Caspita!! Meglio ai miei tempi!

R (sorridendo) Non saprei?!

P (cercando di togliersi dall'imbarazzo) Vogliamo andare a cena prima che il tutto si freddi?

R Certo Signore! Mi fa strada?

P Con molto piacere

Peter porse il braccio a Rachel e l'accompagnò nella sala mensa per la cena.

Ovviamente la cena non veniva servita a tavola come nei migliori ristoranti, ma tutti in fila , come in una comune mensa di un posto di lavoro, e con il vassoio in mano, di buono, oltre la cucina, c'era che i tavoli erano per due, così che Peter e Rachel potevano rimanere soli a scambiare due chiacchiere tra i mille sorrisi.

Rachel chiedeva a Peter informazioni sulla sua vita privata e di come avesse vissuto gli anni della guerra, e Peter a Rachel chiedeva come ai suoi tempi si viveva, quali differenze avesse trovato e se fosse meglio ai suoi tempi, oppure fosse più gratificante vivere nel futuro.

Alla fine della cena l'uno sapeva quasi tutto dell'altra e viceversa, naturalmente era ancora presto per svelare i propri segreti più intimi, però i due avevano un feeling che li accomunava, lei aveva trovato un uomo gentile e forte, qualcuno su cui contare, lui era rapito dalla sua bellezza.

Dopo questa serata, per la prima volta dall'anomalia per entrambe, era tornato a splendere il sole, non vollero aggiungere altro all'appuntamento se non una semplice buonanotte, con la quale chiusero la serata prima di recarsi nei propri alloggi.

La prima notte nel segreto sito militare, passò senza problemi, lo stress della situazione, la stanchezza e i mille pensieri, accompagnarono Peter in un sonno profondo. La mattina seguente Peter si alzò molto presto, grazie alla sveglia data in tutto il sito dal comando.

Alle 7.30, come già detto dalla guardia il giorno prima, nella mensa era pronta la colazione, Rachel non era ancora arrivata, ma Peter aveva un appuntamento con il Colonnello Cannon, un caffè veloce accompagnato da fette biscottate con burro e marmellata, e poi di corsa, davanti gli uffici dell'ufficiale.

Lui non tardò ad arrivare, e con dei fascicoli in mano entrò nell'ufficio lasciando la porta aperta invitando Peter ad entrare.

C Allora Peter!! Come ci siamo trovati in questo primo giorno?

P In verità non c'è molta libertà di uscire da questo posto, però non manca nulla.

C E' importante che nessuno di voi esca da qui, non sappiamo cosa possa succedere. I nostri esperti dicono che la vostra presenza in un epoca diversa da quella che dovreste vivere, potrebbe causare delle anomalie nel destino vostro e di chi incontrate, specialmente se poi incontrate qualcuno di vostra conoscenza o che in futuro sarebbe stato un vostro amico o parente, immagina cosa succederebbe, potresti cambiare il corso della sua vita.

P E chi ci dice che noi non stiamo cambiando il destino di tutti quelli che sono qui dentro!?

C Si è vero, però limitiamo i danni all'interno del sito, e poi una volta che scopriamo come funziona questa cosa cercheremo di riportarvi tutti nel vostro tempo, almeno vivrete nell'epoca in cui siete nati.

P Insomma limitiamo i danni!

C E' il massimo che possiamo fare. Vedi Peter, non sappiamo se riportandovi nel vostro tempo possiamo riportarvi nel giorno esatto in cui siete scomparsi, probabilmente non si potrà fare, però vi riportiamo nell'epoca in cui voi siete destinati a vivere, ed è di questo che ti dovrai occupare.

P Non capisco!?

C (aprendo uno schedario dietro la sua poltrona) Il tuo lavoro consiste nel studiare tutti questi casi, capire che vita facessero e cercare di collocarli il più possibile in quella che era la loro quotidianità, naturalmente nel caso in cui non possiamo riportarli a casa nel momento in cui sono scomparsi, gli dovremmo dare una nuova vita e una nuova identità.

P Dovrò decidere del destino di tutte queste persone?

C Si!

P E perché io!?

C Perché tu non sai niente del futuro, e lavorerai senza condizionamenti, abbiamo altri militari, che sono scomparsi e riapparsi dall'anomalia, ma sono di epoca troppo recente, e la loro valutazione potrebbe essere condizionata dalla conoscenza.

P Non ha un altro incarico da darmi?

C Non puoi rifiutare, è un ordine!

P Signor si, Signore.

C Naturalmente la cosa deve rimanere segreta, non può dirla a nessuno, neanche a quella sua nuova amica, Rachel!

Sappiamo che siete entrati in confidenza, noi osserviamo tutto anche se non ci siamo.

P Va bene Signor Colonnello, dove dovrò lavorare?

C nell'ufficio accanto, se qualcuno le chiederà a cosa lavora, risponderà che il suo compito è quello di catalogare i casi dell'anomalia, e basta.

P D'accordo!

Peter si alzò dalla sedia strinse la mano al Colonnello e poi uscì dalla stanza entrando in quella accanto destinata a diventare il suo ufficio.

Uguale alle altre stanze priva di ogni fantasia, la stanza di lavoro di Peter non aveva quadri nè piante, solo cartine appese ai muri, nessuna foto di presidenti, una semplice scrivania nella parete di fondo ed un mobile schedario accanto.

Lentamente, mentre si girava intorno, arrivò alla sua scrivania, poco prima di sedersi, due guardie bussarono alla sua porta, lui gli aprì, e si vide recapitare tutti i fascicoli su cui doveva lavorare.

Erano veramente tanti, ognuno conteneva informazioni sulla vita privata della persone, per molti c'erano le foto per altri pochi documenti, ma il fascicolo di cui aveva fretta di leggere, era quello su Rachel, era curioso di sapere come avrebbe potuto aiutarla, sempre se fosse stato possibile.

Il fascicolo rivelava poche informazioni, in fondo Rachel veniva da una modesta famiglia londinese, non era salita alla ribalta delle cronache mondane se non in un piccolo articolo sul Times dell'epoca che narrava la vicenda della misteriosa scomparsa di Rachel Burns.

Sembrava un caso facile da ricollocare, anche se lui non sapeva niente del vecchio continente, tranne che fino a qualche giorno fa era in piena seconda guerra mondiale.

I racconti di suo padre però lo potevano aiutare, e così decise di collocare la ragazza in un'altra città della Gran Bretagna, Manchester, teoricamente conosceva qualcosa visto che i suoi nonni furono emigrarono in America proprio da quella città. Per ora le aveva assegnato una nuova città in cui abitare, poi per il resto c'era tempo, ora aveva fretta di rivederla, non poteva fare a meno di parlare con lei e guardare i suoi occhi.

E così chiuse i fascicoli nello schedario, li riordinò in ordine alfabetico, chiuse a chiave tutto, compresa la stanza e andò in giro per il sito a cercarla.

Sembrava scomparsa, aveva girato tutti i posti accessibili del sito ma non c'era, aveva bussato alla sua porta ma non aveva ricevuto risposta, poi si ricordò di quello che gli aveva raccontato Rachel, di un posto che sembra essere all'aperto, forse era lì, chiese informazioni ad una guardia che girava per il sito, gli indicò il corridoio da prendere e velocemente lo raggiunse.

Una bellissima ricostruzione di un parco naturale, le piante erano vere prendevano la luce dall'alto, l'unico sbocco aperto verso l'esterno, ma troppo alto per essere scavalcato e raggiungere la realtà del tempo.

Alberi in fiore, piante bellissime che accarezzavano le stradine del parco, il prato tagliato sembrava il manto di un campo di calcio, perfetto!!

Dietro ad una grande quercia c'era una serra di fiori, si avvicinò e all'interno vide lei, Peter entrò silenziosamente, non voleva disturbare il lavoro che Rachel stava svolgendo con le piante, in sottofondo una musica classica che morbidamente spezzava il silenzio.

P (a bassa voce) Rachel!

R (sorpresa) Ciaooo!! Mi hai trovato.

P Si, e non è stato facile, ho girato tutto il sito e alla fine mi sono ricordato che mi avevi raccontato di questo posto. Cosa fai?

R Questo è il mio lavoro, curo le piante di questo giardino, sono belle non trovi?

P Ci vuole molta pazienza.

R Già, lo sapevi che se le piante ascoltano la musica crescono meglio?

P No!

R L'ho imparato qui, sembra essere vero, curioso non trovi?

P Si è curioso, non so se sia realmente vero, però e rilassante.

R Hai ricevuto l'incarico?

P Come sai che avrei avuto un incarico?

R Qui tutti hanno un incarico, non puoi stare senza far niente, in qualche modo devi renderti utile.

P Mi hanno messo a catalogare tutti i casi di anomalia.

R E ti piace?

P In verità non ho avuto molta scelta, comunque al momento sembra essere un lavoro noioso.

R Questa mattina non ti ho visto a colazione!

P Avevo un appuntamento con il Colonnello Cannon per l'incarico, e quindi mi sono sbrigato per non far tardi, se vuoi oggi possiamo pranzare insieme?!

R Certo!!

P Ora ti lascio, devo iniziare il mio nuovo lavoro, ci vediamo alle 13,00 per il pranzo?

R Va bene, davanti alla mensa.

P Ok!! A dopo.

Dopo i saluti, Peter si recò nel suo ufficio dove doveva iniziare il suo lavoro.

Era importantissimo che tutti i tasselli del puzzle di ogni singola vita combaciassero, nulla doveva essere lasciato al caso, lui ora aveva la responsabilità di dover disegnare i nuovi destini di ogni persona che avesse avuto a che fare con l'anomalia.

Voleva farlo dando la possibilità a tutti, di poter realizzare qualcosa che magari nel precedente percorso della loro vita non avevano potuto realizzare.

Prese il primo fascicolo e cominciò a leggere tutte le informazioni sulla persona, e dopo le domande cominciarono a susseguirsi, e se loro non volevano questo dalla loro vita? E se invece il loro desiderio, se pur irrealizzabile, fosse quello di riabbracciare i propri cari? Poteva farli vivere in città vicine? Doveva a tutti i costi allontanarli dal loro paese?

Aveva bisogno di alcuni parametri su cui lavorare, l'unica persona che lo avrebbe potuto aiutare in questo, era il Colonnello della porta accanto.

Uscì dal suo ufficio e bussò alla porta del Colonnello Cannon.

C Avanti! La porta è aperta!!

P Mi scusi Signor Colonnello, ma mi chiedevo, se nel ricollocare le persone debba per forza tenerli lontani dalla loro terra madre o magari potevo farli vivere nei paraggi? E le loro famiglie, per nessuno è possibile reinserirli nelle loro vite.

C Ascolta Peter, capisco che sia un compito difficile, ma bisogna farlo, per molti non sarà possibile reinserirli nella loro vita reale, anzi a dire la verità non dovrebbe esserlo per nessuno.

Comunque stiamo studiando un piano che prevede, per chi è scomparso da poco e ancora non è stata certificata la morte presunta, una sorta di reintegro, non nella sua città ma nella sua famiglia, in quel caso cambieremmo identità a tutta la famiglia, quindi ti consiglio di lavorare per prima ai casi di scomparsa di lunga data, per quelli più recenti ci aggiorniamo.

P d'accordo Colonnello!!

E così Peter si allontanò dall' ufficio del Colonnello e si recò nel suo, dove aveva deciso di cambiare sistema di catalogazione delle pratiche, non più in ordine alfabetico, ma in ordine di epoca.

Una volta riassestato il suo archivio, gli rimaneva solo da fare una cosa, andare di persona a conoscere gli interessati della ricollocazione e studiare ogni singolo caso, doveva trattare ogni pratica non come un numero, ma come era giusto che fosse, come una persona!

Capire, conoscere e entrare nelle speranze di ognuno di loro per trovare il modo di aiutarli, in fondo gli stavano togliendo una vita con tutti i suoi trascorsi assegnandone una nuova, quindi perchè non dargliene una che gli piacesse.

Peter prese in esame una cartella e cominciò col cercare la persona interessata per capire tutto di lei.

Dopo aver analizzato qualche pratica, Peter capì che erano poche le persone che avevano ambizioni che li avrebbe messi in mostra, pertanto, riconoscibili, e quindi collocazione insostenibile, per gli altri sembrava abbastanza facile il compito.

Molti avrebbero voluto aprirsi una piccola attività, altri una fattoria, alcuni addirittura una piccola impresa di turismo nelle isole tropicali.

Insomma c'era da lavorare, e il tutto cominciava ad essere divertente, tranne quando si trattava d assegnare incarichi per disegnatori del web, ai suoi tempi non esisteva niente del genere, ma niente di impossibile visto che i fondi per realizzare tutto questo abbondavano.

Volse un occhio particolare alla pratica di Rachel, lei era di fine '800, la sua era una modesta famiglia di Londra, ricollocarla in un'altra città dell'epoca, non sarebbe stato difficile, avrebbe fatto in modo che lei avesse qualche ricchezza tramandata da chissà quale parente, così che lei potesse vivere senza problemi finanziari, naturalmente doveva assegnargli una nuova identità, e come già pensato in precedenza decise di chiamarla con il suo secondo nome, Elisabeth.

Gli avrebbe assegnato una cospicua dote in denaro che l'avrebbe aiutata nella vita futura.

L'ora del pranzo era ormai arrivata e Peter aveva un appuntamento.

Mentre usciva dalla stanza vide il Colonnello uscire per recarsi a mensa.

P Salve Colonnello!!

C Peter! Allora come và il lavoro?

P Bene! Mi domandavo una cosa?

C Quale?!

P Abbiamo mandato un tenente nell'anomalia, sperando che facesse cosa?

C Che capisse perché succede tutto questo, dove ha origine l'anomalia, e se si può rimandare indietro tutta questa gente!

P Ha pensato che forse anche il Tenente potrebbe entrare nell'elenco degli scomparsi, e quindi riapparire chissà tra quanti anni?

C Certo qualcuno ci ha pensato?

P E quindi?

C E quindi............ abbiamo degli elementi che ci indicano che lui tornerà in qualche modo, e probabilmente nello stesso momento in cui è partito.

P Ma se fosse così sarebbe già successo!?

C In teoria! In pratica questo momento della storia, potrebbe essere quel lasso di tempo dove tutto deve ancora accadere e dal momento che lui torna creerà un nuovo presente dove io e lei conosciamo sia questo presente che l'altro.

P E come è possibile!!

C Rimanendo fuori dall'anomalia, quando questa si verificherà.

P Mi sono perso

C Nel pomeriggio mi venga a trovare, le faccio vedere una cosa.

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