capitolo 9
"Grazie per la giornata" dico a Gabri quando mi riporta in ospedale.
"Finalmente ho mangiato del cibo decente, mi mancava il panino con l'Hamburger e le patatine" dopo l'incontro con i miei amici mi ha portato ad un ristorante lí vicino e finalmente abbiamo mangiato del vero cibo.
"Mi mancherai" mi abbraccia fortissimo e io ricambio. Mi mancherà anche lui, è stato un bel compleanno.
"Quando tornerai?" chiedo e lui mi guarda per qualche secondo prima di rispondere, "penso quando sará finita la scuola. Manca un po' più di un mese ma almeno dopo potremo stare sempre insieme, sono sicuro che ti dimetteranno tra pochi giorni"
"Lo spero" mi vien subito da pensare a Luca. Io voglio uscire da questo ospedale, però non voglio lasciare da solo Luca. Cosa fará senza di me? Non potrò venire a trovarlo tutte le settimane. Ma poi perché devo essere così pessimista, forse dimetteranno anche a lui.
"Allora ci vediamo" dice e mi da un bacio sulla guancia.
"Scusa, Gabriele" la dottoressa Angela sbuca da una camera e viene verso di noi. "Ho bisogno di parlarti" mi guarda per qualche secondo, "in privato". Gabri annuisce e la segue dentro ad una camera, lo saluto con una mano e poi ritorno in camera, dove trovo Luca steso sul mio letto.
"Ei" dico e lui alza la testa.
"Ciao, ti sei divertita?" chiede subito.
"Si" mi alzo dalla sedia a rotelle e mi stendo sul letto di fianco a lui.
Gli racconto tutta la giornata, tralasciando il discorso che abbiamo affrontato su di lui, poi mi ricordo di una cosa.
"Perché non parli più con i tuoi genitori?" lo guardo negli occhi e lui fa lo stesso, "non è importante" si limita a rispondere.
"Si che è importante, sono i tuoi genitori"
"Ma che ti interessa?" chiede alzando la voce e si siede sul letto.
"Volevo sapere" mi metto seduta anche io.
"Non intendo raccontarti niente" scende dal letto e sale sulla sedia a rotelle, poi esce dalla camera.
Non me lo sarei mai aspettato, non da Luca. Mi ristendo sul letto, non ho intenzione di seguirlo chiedendogli scusa, non penso di aver fatto o detto qualcosa di sbagliato.
"Dov'è Luca?" chiedo a Carlo quando lo vedo in corridoio.
"Dovrebbe essere in camera"
"Okay, grazie" giro la sedia a rotelle per andare in camera di Luca ma Carlo mi ferma, "non vuole vedere nessuno"
"Io ho bisogno di parlargli" devo capire perché ieri si è comportato in quel modo.
"Io ti ho avvisato" dice e se ne va. Vado in camera di Luca e prima di entrare busso. Aspetto una risposta, dopo circa dieci secondi non arriva allora decido di entrare.
Lo trovo seduto sul letto, con lo sguardo basso.
"Ei" lo saluto e chiudo la porta. "È successo qualcosa?"
"Se non ho detto 'avanti' quando hai bussato vuol dire che non dovevi entrare" si limita a rispondere. Lo guardo perplessa e poi mi avvicino a lui.
"Perché fai cosí? Ti ho fatto qualcosa?" mi siedo sul letto vicino a lui.
"Non ho voglia di parlare con nessuno, neanche con te" dice continuando a guardare in basso.
"Luca, guardami" gli alzo la testa prendendolo per il mento e lo obbligo a guardarmi. Il verde dei suoi occhi è diventato più scuro, esprime un'emozione di rabbia e di terrore.
"Cos'é successo?" ripeto scandendo le parole. Rimane in silenzio guardandomi, poi per la prima volta vedo una lacrima rigargli il viso.
"Luca..." si avvicina a me e mi abbraccia. Lo faccio anche io.
"Per qualunque cosa sia successa puoi parlarne con me, la risolveremo insime"
"Non si può risolvere, questa volta"
"Dimmi cos'é successo" lo allontano da me e lo prendo per mano.
"Mi è stato diagnosticato il cancro al cervello" non so cosa dire. Non può avere il cancro, non ancora. Deve uscire da questo ospedale, dobbiamo uscire in sieme da questo ospedale.
"Quando?"
"Me l'hanno detto ieri. Mi hanno consigliato di farmi operare subito, ma non so che fare. Non al cervello cazzo!" alza la voce e lascia la mia mano per poi mettersele entrambe nei capelli. "Non voglio ricominciare la chemioterapia! Non posso farcela, fa schifo!"
Prendo la sua mano che ha ancora tra i capelli e glie l'accarezzo.
"Luca ce la farai, ce l'hai gai fatta una volta. Non arrenderti, non so cosa vuol dire fare la chemioterapia però devi decidere la cosa giusta"
"Non so se ce la farò con l'operazione, il cervello è una parte difficile da operare! Aurora non so che fare!" dice e si mette a piangere.
"Volevo uscire da questo ospedale con te! Perché si deve sempre mettere in mezzo questo cancro di merda!"
Mi avvicino a lui e l'abbraccio, non so che fare o dire, non me lo sarei mai aspettato. Non può avere di nuovo io cancro, no.
"Eccola, Aurora ci sono i tuoi genitori" la dottoressa Angela entra in camera.
"Che succede qui?" chiede preoccupata. Si avvicina a noi e Luca si stacca da me esitando.
"Luca che succede?" Luca la guarda male, "Aurora ci sono i tuoi genitori, devo dirvi una cosa a tutti quanti. Luca ti faccio mandare subito Maria" scendo dal letto e mi metto sulla sedia a rotelle. La dottoressa Angela comincia a spingermi e io continuo a guardare Luca, che si sta asciugando le lacrime.
"Andiamo nel mio ufficio" dice Angela e i miei ci seguono.
"Aurora, i tuoi genitori e tuo fratello sono già al corrente di tutto ciò" inizia la dottoressa Angela dopo che i miei genitori si sono seduti e anche lei.
"Di cosa sono al corrente?" chiedo.
"Il cancro non è sparito del tutto" dice tutto d'un fiato.
"Cosa? No, è uno scherzo"
Mi passa una busta con dentro delle lastre e io la apro. Nella parte del seno destro si vede una macchia bianca e capisco subito.
"Quando?" chiedo.
"Cosa?" chiede perplessa la dottoressa Angela.
"Quando mi devo operare?" la dottoressa mi guarda per un po' e poi parla: "il prima possibile. Penso che lunedì sia la giornata giusta"
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