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capitolo 2

Rimaniamo in silenzio per un po', sentendo il suono delle macchine e le voci delle persone che passano sulla strada sotto di noi.
"Raccontami un po' di te" dice tutto d'un tratto.
"Che devo dire?"
"Non saprei... Hai un fratello o una sorella? Come vai a scuola? Quanti anni hai? Il tuo colore preferito? Il tuo cibo preferito?"
"Si,si okay. Una cosa alla volta. Ho un fratello che studia a Vienna"
"Che cosa figa! Sei mai andata a trovarlo?"
"No, dovevo andarci ma ora non si può " dico e indico la gamba. "Allora, continuiamo. A scuola non ho voti altissimi, ho la media del'otto ma prima di venire qui non avevo voglia di studiare allora si è abbassata drasticamente. Ho quindici anni, tu?"
"Sedici"
"Okay, il mio colore preferito è il blu cobalto. Il tuo?"
"Rosso, come il sangue"
"Come l'amore" lo correggo.
"Anche quello"
"Qual'era l'altra domanda?"
"Cibo preferito?"
"Ah ecco. La cotoletta oppure l'hamburgher con le patatine fritte"

"Tesoro, hai fatto qualche amicizia?" chiede la mamma.
Annuisco e accenna un piccolo sorriso.
"Mamma basta cercare di sorridere. Odio i sorrisi forzati. Okay?"
"Tesoro non era forzato" dice e si alza dalla sedia di fianco all'armadio per venire vicino a me.
"So che stai soffrendo, e farei di tutto perché questo male venga a me piuttosto che a te"
"Io non voglio che fu soffra, non volevo soffrire neanche io, ma la vita è fatta così"
"Tesoro... Ce la farai, lo so"
"Non mettermi in testa cose che possono non essere vere. Per favore. Fammi fare l'operazione, dopo di essa vedremo se finirá tutto o no"
"Almeno mi prometti una cosa?"
"Quale?"
"Non dovrai mai smettere di lottare. Se smetti è la fine"
"Promesso" dico e mi abbraccia, ricambio anche io.
Sento già la sua nostalgia ed è passata una sola notte, mi manca la mia casa, i miei amici, farei di tutto per tornare in dietro.
"Ora devo andare, dopo l'operazione ci sará una sorpresa" sorpresa o no, io l'operazione non la voglio fare.

"Luca ho paura" dico e comincio a sudare freddo.
"Ei, tranquilla, non sentirai niente"
"Ci sarai di fuori ad aspettarmi, vero?"
"Certo" dice e lo abbraccio.
Mi stringe forte a se come per farmi capire che lui mi proteggerà nonostante tutto.
"Ora devi prapararti" dice quando si stacca e lui se ne va proprio quando i dottori entrano in camera.
"Allora Aurora, siediti e mettiti il camice" dicono e mi passano una vestaglia azzurra.
Mi svesto e rimango solo con la biancheria intima, per poi mettere il camice.
Mi stendo sul letto e cominciano a trascinarlo fuori dalla porta, verso la sala operatoria.
"Aury, io ci sono!" sento urlare Luca e una voce poi gli dice che non può entrare in sala operatoria.
"Aurora, quando ti metteremo la mascherina conta fino a dieci" dice un dottore e subito dopo mi viene applicata una mascherina, proprio come aveva detto il medico, che copre naso e bocca.
"Uno, due, tr-re, qut-tro..." comincio a contare ma non finisco perché i miei occhi si chiudono per via del sonno.

"Aurora, buon giorno" dice la dottoressa Angela e mi sorride.
Penso che questo sia uno dei sorrisi più sinceri che abbia visto in questi ultimi giorni, oltre a quelli di Luca.
"Buon giorno" rispondo con la voce molto bassa.
"Ora ti riportiamo in camera, ti consigliamo di non sforzarti molto oggi"
"Va bene" dico e sento il letto che si sposta, per poi uscire dalla sala operatoria.
"Ce l'hai fatta principessa!" mi urla Luca quando esco e istintivamente sorrido.
C'è anche Carlo vicino a lui e sta sorridendo.
"Luca, silenzio" lo rimprovera la dottoressa Angela.
"Ma dottoressa, un po' di allegria dovrà pure portarla qualcuno in questo ospedale monotono e noioso! Se non si può neanche chiamare principessa una persona siamo messi bene" dice ad alta voce e fiero di se.
"Si, va bene. Ora vai via, lei deve riposare e in camera c'è già qualcuno"
Entriamo in camera e appena vedo mio babbo mi siedo di scatto e lui mi viene in contro.
"Che ci fai qui?" chiedo e lo abbraccio.
"Non potevo lasciare la mia piccola da sola" dice e mi abbraccia anche lui.
Mi è mancato tantissimo, è sempre fuori per lavoro, però averlo qui in questo momento conta molto. Non è come quei padri che nonostante non sono mai a casa per lavoro non glie ne frega niente della famiglia. Anzi lui ci tiene veramente a me, mio fratello e mia mamma.
"Scusate l'interruzione, ma dobbiamo parlare di Aurora" dice la dottoressa e mio babbo si stacca da me.
"Li prendo in prestito per qualche minuto" dice ed escono tutti e tre dalla stanza.
"Allora, come ti senti?" chiede Luca entrando in camera.
"Non lo so, sento una mancanza... È normale?"
"Non sarebbe normale se non la sentissi"
"Come ti sei comportato dopo l'operazione?"
"Devo dirti la verità?" annuisco, "ho guardato in faccia alla realtà. Ormai non si torna più indietro e ho cercato di accettarlo il prima possibile"
"Dopo quanto sei riuscito a vederla...?"
"Un bel po'. Mi faceva molto senso, però ti consiglio di farlo entro una settimana"
"Perché?"
"Più aspetti peggio è"
"Luca, esci" dice la dottoressa entrando con i miei genitori.
"Si, signora" dice e se ne esce con la sua sedia a rotelle che ogni tanto emette qualche cigolio.
"Abbiamo già parlato di tutto, l'intervento è andato molto bene e da domani potrai ricominciare a girare per l'ospedale. Oggi è preferibile che risti in camera, con tranquillità e senza Luca" l'ultima frase la dice più ad alta voce e dalla parte opposta della porta della camera si sente una risata.
"L'importante e che non ti scateni troppo" continua poi.
"Va bene" rispondo e sorride.
"Arrivederci" dice la dottoressa e se ne va.
"Ma quel Luca..." dice mio babbo ma lo interrompo, "è un ragazzo che ha il mio stesso problema"
"Quanti anni ha?"
"Sedici"
"Sembra più grande"
"Sembra"
"Tesoro hai sete?" chiede la mamma capendo che il babbo non avrebbe smesso di fare domande.
"Si, grazie" mi passa l'acqua e comincio a bere.
Nonostante non ne avessi fatto caso, avevo la gola parecchio secca.

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