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Finalmente

Pov Ari

Era passata una settimana dall'ultima volta che io e Angi eravamo riuscite a sgattaiolare al campo. Mi mancavano i miei amici, ma li avremmo rivisti presto, Angi me l' aveva assicurato.

Quel pomeriggio eravamo nella cabina di Max, i tre figli di Nike stavano giocando a carte mentre Angi stava leggendo un vecchio diario che aveva trovato nel magazzino del campo, mi ha raccontato che l'aveva trovato perché, inciampando in qualcosa, aveva rovesciato una scatola e rimettendo a posto l' aveva trovato. Angi era seduta sul letto di Max tenendo la schiena appoggiata al muro e io mi ero sdraiata occupando il resto del letto e mettendo la testa sulle sue ginocchia. La notte prima avevo fatto un incubo e non ero più riuscita ad addormentarmi perciò stavo per addormentarmi, aiutata anche dal fatto che quel giorno non faceva troppo caldo. 

« Sveglia Bella Addormentata » Angi mi scosse piano per la spalla « Max ha da fare perciò noi dobbiamo andare » Mi stropicciai gli occhi e mi tirai su a sedere. Mi alzai e, mentre uscivamo dalla cabina della figlia di Nike, mi stiracchiai « Quanto ho dormito? » 

« Non molto, un paio d'ore al massimo » mi rispose Angi sistemandosi dietro l'orecchio una ciocca di capelli scuri che era sfuggita dalla coda di cavallo.

« A me sono sembrati cinque minuti», sbadigliai.

Angi mi squadrò attentamente, sembrava preoccupata « Mi è dispiaciuto svegliarti, era la prima volta che ti vedo dormire tranquilla da tre giorni... » 

Le sorrisi « Sto bene » 

Lei alzò un sopracciglio « Se vuoi posso provare a riaddormentarmi nella nostra cabina, mi sembra di non aver nulla da fare oggi pomeriggio » Lei annuì.

Mi svegliai di soprassalto, Angi non era più alla scrivania e qualcuno bussava molto forte alla porta. Tentai in tutti i modi di alzarmi ma era come se fossi una statua, il mio corpo non rispondeva. Angi sembrò spuntare dal nulla in un angolo della stanza e si avviò alla porta. Un ragazzo entrò di corsa, non riuscivo a vederlo in faccia, era come se i miei occhi si rifiutassero di vedere più in alto del suo collo.  Angi chiuse con un piede la porta lasciando l'impronta fangosa dei stivali sulla porta bianca. Fango? Stivali? Non pioveva da un paio di giorni e lei aveva lasciato gli stivali a casa, in Italia, come faceva sempre. Ma non mi soffermai molto su questi pensieri dato che Angi appoggiò una mano sulla spalla del ragazzo e quello si accasciò a terra. Nel silenzio innaturale della cabina Angi sorrise, ma un sorriso freddo, privo di emozioni che solo un paio di volte le avevo visto sul volto in tutti gli anni che la conoscevo. Mentre si girava per andarsene intravidi i suoi occhi, erano neri e vuoti, non avevano nulla a che fare con il caldo color cioccolato che avevano sempre. Spostai lo sguardo sul ragazzo sdraiato scompostamente sul pavimento, finalmente riuscii a scorgere il volto, non lo riconoscevo, vidi i suoi occhi, freddi, vuoti, senza vita. Angi l' aveva ucciso, e l' aveva a malapena sfiorato... 

Il ragazzo si trasformò in Aurora, poi in Luca, Ashley, Cassie, Olivia, Sol e tutti i miei amici. Angi li aveva uccisi tutti ... 

Ebbi appena il tempo di pensarlo che Angi mi comparve davanti e, continuando a sorridere, allungò la mano verso di me. Quando la sua mano era così vicina al mio braccio che io potevo sentire che era ghiacciata... Mi svegliai di soprassalto.

Avevo i vestiti appiccicati addosso e i capelli sfuggiti alla bandana gialla incollati alla fronte a causa del sudore. Mi guardai intorno, Angi stava disegnando alla scrivania e tutto nella stanza era dove l' avevo visto prima di addormentarmi. 

Probabilmente sentendo il mio respiro accelerato, Angi si girò a controllare come stessi. Quando vide in che stato ero si alzò subito dalla sedia e mi venne incontro. Io, ripensando alla persona che avevo visto nel sogno, saltai in piedi e camminai all' indietro per allontanarmi da lei. Lei mi guardò, confusa, e si avvicinò. Faceva un passo avanti ogni volta che io ne facevo uno indietro, finché io non rimasi con le spalle al muro, letteralmente. Cercando i miei occhi per provare a capire cosa avevo, lei allungò le mani verso il mio viso e io dovetti ricordare a me stessa che quello era stato solo un sogno e la ragazza che avevo davanti era solo Angi, non mi avrebbe mai fatto del male. 

Angi mi asciugò delicatamente le lacrime dalle guance, non mi ero neanche accorta di aver pianto. Le sue mani non erano fredde come nel sogno. Lei fece un passo avanti, cautamente, come se potesse vedermi scappare da un momento all'altro, ma io rimasi lì. "è solo Angi" mi ripetevo quella frase nella testa come un mantra. Lei si avvicinò ancora e io mi schiacciai contro il muro "è sono Angi" ripetei per l'ennesima volta cercando di non allontanarmi ogni centimetro che Angi si avvicinava a me.

Si fermò solo quando fu ad un palmo dal mio naso. I suoi occhi, che fino a poco prima erano fermi nei miei, scivolarono sulle mie labbra. Lei si avvicinò ancora, ora i nostri nasi si toccavano. Mi guardò negli occhi, come per chiedermi il permesso, io annuii piano, quasi impercettibilmente, senza staccare gli occhi dai suoi.

Poi successe tutto in fretta, le mani di Angi si spostarono dalle mie guance e si allacciarono dietro il mio collo e lei mi attirò a sé, io le misi le mani sui fianchi e lei mi baciò.

Quando posò le sue labbra sulle mie mi sentii in paradiso.
Mi sentivo la testa leggera come quando esageravo con il punch alle feste degli Stoll.
Sembrava che i fuochi d' artificio che i figli di Efesto accendevano il 4 luglio mi stessero volando nello stomaco.

Le sue labbra sapevano di menta, molto probabilmente per via del suo burrocacao preferito che aveva proprio quel sapore.

Quel bacio era proprio come l' avevo immaginato per anni, magari non l' avevo sognato su una nave piena di mostri, ma mi stava baciando, quindi potevo decisamente chiudere un occhio, anche due, sul posto in cui lo stava facendo.


Dopo la bellezza di tre libri e 1020 parole finalmente ci sono riuscite.

Vi ho fatti aspettare abbastanza direi, spero che il capitolo vi sia piaciuto.

Lara

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