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Custode nell'ombra


 "Papà! Al brusco interrompersi della trasmissione di Alastor, ho intuito il tuo zampino senza dubbio alcuno" Charlie vede rosso come le sclere che sfoggia, urla ringhianti le graffiano la gola spremendone sentore metallico di sangue. Serra il gigantesco e sproporzionato pugno incandescente indirizzandolo verso Lucifero; padre o no lo schiaccerà come una mosca, lo costringerà a passare attraverso di lei se desidera torcere un altro capello ad Alastor o a qualunque suo amico. I viscidi opportunisti l'hanno sempre disgustata, soprattutto quando agiscono per mera ripicca.

Rosso è il suo vestito; rosso il mostruoso cazzotto diretto al genitore; rosse le sclere dei suoi occhi esagitati e le sommità delle corna affilate. Rosso ovunque. Le viene da piangere.

Razzle si affaccia circospetto sulla soglia, temporeggia lappando una ciambella glassata. Almeno lui è rosato come il dolcetto alla fragola che sta godendosi; non si allarma ancora per la padrona, però la tiene d'occhio intuendone l'esasperazione.

"E poi è stato sufficiente seguire il trambusto proveniente dal tuo ufficio." Charlie accompagna la precisazione con lo sferrarsi dell'attacco. Lucifero schiva con agilità il colpo che si schianta sul muro già danneggiato abbattendolo del tutto, il corridoio retrostante spunta dalla breccia subito dopo il depositarsi della polvere. Angel e Cherry sono là, gli sguardi dilatati fiammeggiano tra la soffocante cortina di pulviscolo; intirizziti di timore e apprensione, per ora non si arrischiano a interferire nell'alterco tra padre e figlia. Per niente sorpresi dal perpetuo malanimo di Lucifero nei confronti di Alastor che, prima o poi, avrebbe maturato i suoi peggiori frutti, si tengono pronti a intervenire l'uno col mitra, l'altra con le personalizzate granate.

Dal momento che la situazione non accenna a placarsi, Razzle molla la ciambella per diventare la creatura più maestosa occupante le macerie della stanza. Gli occhi si stringono taglienti mentre protende il muso affusolato fino a sfiorare Lucifero.

"Calma, cucciolo" Lucifero gli picchietta il grosso tartufo stillante coi polpastrelli di indice e medio "mi dispiace tu sia rimasto solo, ma io e Charlie stiamo facendo di tutto per farti compagnia, davvero vorresti rinunciare a un altro membro della famiglia? Pensaci."

Per tutta risposta, il drago ringhia e corruga ulteriormente la pelle bitorzoluta del muso. Lucifero mugugna di sconfitta e imbarazzo ritraendo la mano come se la spessa pelle di Razzle scottasse, forse inizia a capire che la presunzione non è la soluzione universale, nemmeno se sei il Re.

Con un nodo angoscioso in gola, Charlie scandaglia rapida ogni ritaglio di campo visivo alla frenetica ricerca di Alastor, non si lascia sfuggite infinitesimali particolari. Non lo scorge, non ha la più pallida idea di che fine abbia fatto il demone radio, dove suo padre lo abbia cacciato. Capta la presenza di Angel e Cherry pronti a offrirle manforte, tuttavia percepisce la faccenda come strettamente personale. Troppo.

Magari suo padre ha ucciso Alastor, alla fine ce l'ha fatta. Charlie non riesce a fermare la dannata lacrima che le solca la guancia sinistra, la piccola goccia alimenta le fiamme di furia come benzina. Trasferisce il potente e mortale sentimento nel fuoco che fa scaturire dal pavimento e con cui circonda Lucifero, ora sarà costretto ad ascoltarla e a scucire ogni risposta senza svicolare. Se fosse così vigliacco da sottrarsi avvalendosi del teletrasporto, Charlie non se ne stupirebbe, ma non lo perdonerebbe mai più. Razzle, come se le leggesse il pensiero, spiega le ali sbarrando la strada a Lucifero.

"Cosa gli hai fatto?" ingiunge Charlie con la voce rauca e raschiata dalle violente alterazioni dell'ira. La gola le resterà infiammata per una settimana, da anni non provava una devastazione emotiva simile. Persino peggio dello scoprire il passato deliberatamente occultato di Vaggie.

Vaggie non è lì e Charlie se ne avvede soltanto adesso; nonostante, per la prima volta, la compagna non si sia lanciata in prima linea per proteggerla. Vaggie non si sta informando sulla baraonda potenzialmente micidiale, ma per Charlie non è la priorità. Sì, deve ammettere che le fa più male l'incertezza sul destino di Alastor e non ne rimane sconvolta, si tratta di una reazione a cui la principessa si è progressivamente preparata da quando il demone radio ha varcato l'ingresso dell'Hotel, un cambiamento dolce, graduale, piacevole, a cui Charlie non ha mai desiderato sottrarsi.

Il rosso impallidisce tutto il resto del mondo. Sempre, senza scampo.

"Io niente, Charlie" malgrado imprigionato da un muro di fuoco e da un Razzle incollerito, Lucifero minimizza con un gesto sbrigativo della mano e un tranquillo sorriso al limite del canzonatorio. Però non scappa, pare fiutare l'intransigenza della figlia. "Ho sorpreso Alastor nel suo studio molto alterato. Non stava ritto, pupille dilatate, vomitava come una fontana. Ormai è palese il suo massiccio somministrasi ogni sorta di droga. L'ho portato qui per parlargli e capire, una volta per tutte, che diavolo abbia in mente. Però mi ha aggredito cercando di ammazzarmi, non lo hai visto il buco nel muro, lo stesso che hai appena allargato?"

"E tu, naturalmente, hai approfittato della sua vulnerabilità, vero?" il grido di Charlie è stabile, modulato, potente come un tuono. L'intenso calore delle fiamme liquefa e carbonizza ogni arredo ancora in piedi. Gioisce delle guance sempre più rosse del padre e del sudore che gli cola copioso sulla faccia.

"Figliola, ti ho appena riferito il suo tentativo di uccidermi e tu, invece di chiedermi come sto, insisti a preoccuparti per lui?" Lucifero ricorre al teletrasporto solo per superare Razzle e la barriera incandescente "Non so cosa mi sia accaduto mentre mi trovavo nella torre radio. L'aria era intrisa di qualche porcheria, mi pizzicava la gola, poi ho perso la ragione. Andiamo, io apprezzo le donne, se non contiamo quanto mi disgusti quell'essere selvatico e maleodorante."

La forma demoniaca di Charlie svanisce sull'onda del rassegnato sospiro che ella esala, le fiamme rientrano sibilando, Razzle riassume la forma di un innocuo peluche, raccatta la ciambella mezza mangiucchiata e trotterella ai piedi della principessa.

Il tono sinceramente affranto di suo padre le artiglia lo stomaco, ma non si smuove, Charlie resta con gli occhi sul pavimento e le spalle curve mentre lui prende posto ai resti della sua scrivania. La principessa ingrazia Angel e Cherry con tenue sorriso mentre fa loro cenno che la tensione è rientrata. Gli amici annuiscono e ridiscendono dabbasso, senza tuttavia rilassare i visi corrucciati, non staccano lo guardo preoccupato da Charlie finché è possibile il contatto visivo.

"Il pallone gonfiato della televisione era qui" Lucifero si fissa sconsolato le mani intrecciate su quello che ormai è effettivamente un cumulo di carboni ardenti, l'autentica desolazione del padre convince Charlie a guardarlo e raggiungerlo "Spero tu non abbia fatto imbestialire nessuno rinunciando all'intervista con Katie, Charlie."

"Di chi stai parlando?" Charlie ansima stretta in un'improvvisa morsa d'agitazione.

"Quello con la faccia piatta" Lucifero sottolinea le parole con un gesto sprezzante, non solo Alastor è indegno di essere chiamato per nome, a quanto pare.

"Intendi Vox?" sempre più sconvolta, Charlie si siede sulla specie di cerino bruciacchiato di fronte al padre, che pochi minuti fa aveva le sembianze di una sedia. Deve resistere se il suo scopo è donare ad Alastor imperituro bene, lo stesso descritto da Vaggie nella dedica in modo da poter trasformare il suo sorriso in nutrimento, sia pure guardandolo a distanza. Necessita di sapere se Alastor sta bene. Sebbene non potrà mai godere della sua vicinanza, degli affascinanti occhi vermigli e delle sue parole, Charlie non permetterà che gli accada nulla. Torce lo sguardo dai pantaloni macchiati di umori del padre, e resta composta.

"Proprio lui." Lucifero riacquista altezzosità squadrando, saldo, la figlia "Ha osato sfidarmi, poi ha rapito il tuo amico ferino. Alastor è con lui, come vedi io non c'entro niente, non so dove Vox lo abbia condotto. Andrà comunque poco lontano, gli ho spaccato quella testa a vassoio che si ritrova."

Charlie inspira lenta e in profondità per racimolare calma. Dubita sia stato il padre a ferire Vox, ormai sa riconoscere quando si trova davanti a una delle sue consuete smargiassate.

"Alastor è tornato solo per Vox, è stato lui stesso a riferirmelo appena ripresosi dal collasso." la principessa si agita sull'avanzo di sedia avvinta in un leggero disagio, forse pretende troppo aspettandosi l'ascolto del padre a proposito di due persone che egli detesta. Tuttavia, tiene troppo alla felicità di Alastor per non tentare. Colui che appare da sempre un crudele e freddo demone, ha abbandonato la quiete in cui si è crogiolato per sette anni spinto dalla forza del cuore. Provare ne vale la pena. "Nel corso del loro ultimo contrasto, prima della momentanea scomparsa, Alastor ha danneggiato la vecchia testa di Vox accecato dall'ira; nonostante abbia provato a dimenticare, da allora non si dà pace e vive dilaniato dal rimorso. L'antenna sinistra di Vox è storta da quel giorno. Forse il demone TV, dal canto suo, non raggranella il coraggio di strapparsi via il segno di Alastor, l'unico rimasuglio rimastogli dell'amico durante i sette anni di silenzio."

Nonostante inconciliabilità, incomprensioni e le svariate vicissitudini, la principessa realizza quanto il legame che tiene avvinti quei due sia raro.

Si preme il viso tra le mani commossa, la consapevolezza di non aver mai visto niente di simile in vita sua, la fa accartocciare con i gomiti sulle ginocchia. Poche persone incappano in una tale fortuna. Pur inabissata nel rammarico di non poter essere lei stessa una di questi straordinari eletti, avverte su di sé il dovere di custodire tale affinità di cuore. Charlie singhiozza, ma si riscopre sollevata dalla mani di suo padre che le massaggiano le spalle.

"Devo fare qualcosa, papà" Charlie alza gli occhi disperati, Lucifero le afferra le mani e resta in ascolto "Alastor è convinto che Vox lo odi, perciò potrebbe interpretare male qualunque gesto. Vorrei evitare che accada l'irreparabile adesso che sono insieme, Alastor sprofonderebbe in una fatale depressione scoprendo poi la verità."

"Se questo ti rende felice, bambina," Lucifero le bacia le dita "ti sosterrò volentieri. Non posso che stimarti."

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