Crisi
O muore lui, o muore Alastor. Se restano al mondo entrambi, Vox cederà alla pazzia o a un funesto tracollo fisico.
Gli asimmetrici occhi rossi sono sfigurati da cerchi concentrici neri e scariche celesti incontrollabili; assistono, deformati dalla crisi, alla spaventosa scena attraverso il computer portatile di Lucifero. Vox si è trasferito lì al completarsi del teletrasporto, dalla scrivania del Re ha una visuale migliore. Vorrebbe pestare i pugni sul retro del display e gridare: basta! Che quei due se ne vadano, lo stanno trascinando sull'orlo dell'esplosione e lui non desidera altro che restare solo con la propria malinconia, a piangere finché lo desidera. Vorrebbe ingiungere loro di fermarsi, di continuare la loro battaglia in un secondo momento per favore! Vox non ce la fa più, fatto a pezzi dalla disperazione.
Ma Alastor e Lucifero non hanno la più pallida idea della tragedia che si sta consumando dentro il PC.
Vox ruggisce, le luci della stanza traballano, gli occhi del demone radio balenano sul portatile, vuoti, le pupille ancora dilatate dal fumo afrodisiaco con cui è incompatibile. Vox lo vuole morto, non sarà mai suo; però Alastor è il brandello di cuore che gli manca da sempre e deve ricucirselo, adesso che è a portata di mano. Si strapperebbe di nuovo, perché Alastor lo abbandonerebbe per tornarsene da Charlie, la seconda asportazione risulterebbe il doppio più luttuosa. Il rimpallo d'astio continuerebbe a oltranza, crescendo d'intensità fino alla rovina di uno dei due. Inutile rifilarsi menzogne, in quel caso soccomberebbe Vox perché Alastor è un mostro di freddezza e crudeltà. Alastor se ne frega del mondo intero, comprese le persone che tengono a lui dilaniate dalla sua assenza. Meglio abbattere a fucilate tutti i sogni modellati su di lui, Vox ha affidato la chiave della propria felicità a uno che l'ha resa arrugginita e inutile.
Che almeno Lucifero sia lesto a farlo fuori.
Sarà possibile convivere col rimorso di non essere intervenuto? Quanto farà male rinunciare al tentativo?
È davvero il caso di condannarsi all'eterna afflizione osservando, impotente, la schiena di Alastor ancora in allontanamento?
Perché finirà esattamente così, il vecchiaccio decrepito tornerà da lei.
Vox è preda del più terribile sovraccarico mai sperimentato, si artiglia gli spigoli dello schermo infliggendosi graffi autolesivi, la folgorazione generata da lui stesso è più forte dei suoi muscoli e lo immobilizza, il computer emana scintille e tanfo di bruciato.
Vox avrebbe bisogno di qualcuno che gli consigliasse come agire.
"Ora puzzi anche di plastica fusa?" Lucifero si appropinqua altero verso Alastor, lo scettro cala ritmicamente sul palmo della mano sinistra alla stregua di un'arma pronta a colpire "Sei proprio ributtante."
La mela rossa tocca il petto di Alastor, come una bacchetta magica rivela un groviglio di catene che cinge il collo del demone radio e gli blocca le mani dietro la schiena. Lingue di ombra si incurvano allungandosi verso i piedi di Lucifero, immagini e suoni si distorcono come facenti parte di una sottile interfaccia digitale, lo sforzo di Alastor si intensifica, ringhia e alcune lampade scoppiano, ma a Lucifero basta un gesto per avvitargli il guinzaglio più forte, le dita di Alastor mollano il microfono che si schianta sul pavimento. Corna e sclere nere non rientrano, neanche il sangue che gli cola dalle fauci. Alastor sembra aver perso la capacità di parola per incanalare ogni scampolo di energia nella furia.
"Non importa con chi tu abbia stretto qualsivoglia contratto" Lucifero riprende la camminata avanti e indietro sbattendosi il bastone sulla mano, sfoggia la presunzione di uno sciocco coraggio "Se anche fosse stata la troia della mia ex, io sono il Re, di conseguenza superiore a tutti quanti e libero di visualizzare e manipolare i patti altrui."
Lucifero si disfa di scettro e del pacchiano cappello con tanto di corona incastonata, Vox è infastidito più da questo gesto che dalla sfilza di affronti perpetuati finora. L'inizio di uno spogliarsi "Immagino Charlie non ti abbia comunicato che qua non sei più gradito."
Lucifero agguanta le cosce di Alastor incastrato dalle catene, lo solleva come non fosse niente e si volta per sbatterlo di schiena sulla scrivania.
Il computer sballotta Vox in un terremoto, non riesce a muoversi schiacciato dal malessere e dallo sgomento; malgrado la vista traballante e l'udito smorzato, coglie le unghie di Lucifero nell'atto di far saltare i bottoni della giacca di Alastor, uno ad uno, con un insalubre e crudele riguardo mentre lo fissa negli occhi. Il Re spalanca l'indumento con uno strattone, poi racimola ancora la cautela malata per riservare lo stesso trattamento alla camicia.
Alastor ansima di rabbia mentre le viscide dita bianche gli sfiorano le guance, ringhia quando Lucifero giocherella ripetutamente con le sue orecchie emettendo risate isteriche ogni volta che il demone radio non può fare a meno di muoverle.
Vox sbava rosso, poi sorride, gli occhi gli restano sempre alterati dal turbamento. Se lo merita, il disgraziato. Chi è per averlo tenuto sette anni sulle spine, costretto a piangere e ad angosciarsi di nascosto? Nessuno se ora è sufficiente una troietta qualunque per farlo scattare sugli attenti, Alastor non avrebbe mai cercato di farla finita per Vox. Non gli è mai fregato niente di Vox.
Il malsano sorrisetto di Lucifero riaffiora mentre torna violento, riduce a brandelli i vestiti di Alastor mettendogli a nudo il busto. Schiaccia forte la faccia sul petto del demone, Vox lo sente aspirare avido l'odore verso cui è solito decantare repulsione.
"Sei rinsecchito da fare schifo" Lucifero lo tasta a piene mani su ogni superficie raggiungibile. Segue il tracciato delle costole, la tenue muscolatura evidenziata dalla magrezza, infine esamina lo sterno "Cosa ci trova Charlie in te? Tu sei riuscito a raccapezzarlo, lurida bestiaccia? Ho il dovere di saperne di più." E si abbassa la lampo dei pantaloni.
Alastor sfodera le zanne, le catene tintinnano all'energico scatto del corpo soffocando l'attacco che vorrebbe sferrare. Riesce solo a spruzzare il Re con schizzi di saliva mista a sangue.
"Mia figlia si lagna che io non ti chiami mai per nome" Lucifero prosegue canzonatorio, forte della vigliacca sicurezza di aver ridotto il demone all'impotenza "Se devo essere sincero, l'ho dimenticato. Come ti chiami, pezzente? Un insulso appellativo da mortale?"
"Alastor" l'effetto metallico si fonde col ringhio furente. Non è per niente un nome banale, chiunque lo ha sempre convenuto.
"Fanculo, Alastor!" Lucifero rovescia la testa all'indietro trascinato da sguaiata ilarità.
"Tu chi sei, invece? Adamo? Il marito sfanculato di Lilith?" Alastor farfuglia fingendo smarrimento.
"Lucifero, maledetto animale." il divertimento scompare per lasciare spazio a incontrollabile ira "Lucifero, il tuo Re. Ficcatelo in testa per sempre."
"Fanculo, Lucifero!" Stavolta tocca ad Alastor ridere, le catene non possono impedirgli di sprizzare malvagità dagli occhi distorti.
Lucifero, con la faccia resa irriconoscibile dalla folle rabbia, strattona il guinzaglio al collo di Alastor. Vox trasalisce punto da un funesto dardo d'inquietudine assistendo all'inarcarsi dell'esile corpo del demone radio mentre si contorce nel soffocamento. Forse lo ammazza, allora potrà essere libero. Mai più dolore.
Lucifero sembra racimolare qualche scampolo di controllo, slaccia i pantaloni di Alastor per calarglieli sotto le ginocchia; il demone esibisce peli pubici rosso fuoco, uguali ai capelli, spiccano ardenti sulla pelle pallida.
Il Re torna a illuminarsi di venefica approvazione. "Allora non ce l'hai la coda, eh, stronzo?" Lucifero ansima con gli occhi alienati, ha la bava alla bocca "Un autentico peccato, sarebbe stata assai erotica se tu l'avessi manovrata come sai fare con le orecchie."
Senza aggiungere altro, Lucifero agguanta forte i fianchi di Alastor, lo posiziona sul bordo della scrivania servendosi di un energico strattone; le gambe lunghe e sottili del demone radio, ancora intricate nei pantaloni scesi per metà, vanno su una spalla del Re.
Lucifero sguaina il cazzo dalla patta aperta, appare piuttosto sproporzionato per uno della sua statura. La cappella abnorme e violacea, le vene dilatate come tubi sembrano succhiargli tutto il sangue di cui dispone. Una reazione alquanto simile a quella avuta da Vox poc'anzi.
Giovando di una brusca frustata di bacino, Lucifero trafigge la carne diafana di Alastor senza tante cerimonie. Alastor si accartoccia nel ribrezzo gusto pochi attimi, poi si riappropria dell'algidità per non darla vinta al proprio aguzzino. Le natiche scarne del demone acquisiscono un barlume di forma, adesso, accentuata dal contrasto con la dura superficie su cui è adagiato. Il Re lo bersaglia con sussulti animaleschi, emette un informe grugnito a ogni schiocco delle loro pelli che collidono, traccia lividi sulla cute di Alastor ovunque si posi il suo rozzo e violento tocco. Stampi di dita che marchiano senza alcun rispetto ciò di cui Vox, invece, avrebbe la massima cura.
Lucifero sibila tra i denti serrati, li digrigna, si irrigidisce inarcandosi sempre di più. Ridacchia in falsetto e isterico con i capelli mosci e sudati davanti alla faccia, il marcato ombretto grigio ormai liquefatto ovunque. Alastor soffoca a causa delle catene su cui l'ottenebrato controllo di Lucifero agisce senza attenzione, sbava e vomita fiotti di sangue. Gratta con gli artigli la tastiera del portatile scardinando diversi pulsanti, le lunghe corna ramificate colpiscono più volte il retro dello schermo scavandoci grossi buchi. Un grido d'aiuto, un ammonimento nei confronti della codardia.
Il consiglio di cui Vox aveva bisogno. Lucifero può anche comandare e intimorire la baraccopoli là fuori, ma non deve azzardarsi a toccare Alastor. Nessuno osi toccare Alastor, chiunque egli ami.
"E tu da quale lurido buco di culo sbuchi fuori?" Il cazzo di Lucifero perde presa a causa del brusco sgonfiarsi; spiazzato da sdegno e sgradevole sbalordimento, molla il demone radio e compie qualche passo a ritroso senza scollare lo sguardo dalla celeste ghigna elettrizzata.
Alastor, libero dalle catene attivate dal Re, riprende il controllo delle membra e balza dalla scrivania. Dopo essersi coperto con quanto resta dei suoi vestiti e aver raccolto il microfono da terra, si unisce a Vox nell'accerchiamento di Lucifero.
Vox non può fare a meno di notare quanto sia più elegante Alastor, sia pur falsato dalla forma demoniaca incompleta, con l'abito a brandelli e striato di sangue, bava e vomito, di quel viscido gradasso agghindato di bianco con la grettezza radicata nell'essenza di ogni cellula.
"A cuccia, stronzi, tutti e due. Tu riporta la tua testa rettangolare nella cloaca da cui sei uscito, e impara a farti i cazzi tuoi quando non sei invitato." Lucifero appare più esasperato dall'orgasmo interrotto, piuttosto che dall'essere stato sorpreso nel bel mezzo di uno stupro "Avanti, non ho voglia di portare via e smaltire i vostri cadaveri."
Durante il lento, ma costante appropinquarsi verso Lucifero, Vox intercetta i passi di Alastor sincronizzarsi con i suoi. Nonostante lo schermo danneggiato in più punti e il dolore martellante che ne deriva, Vox sorride forte di rinnovato fervore con Alastor pronto a combattere finalmente al suo fianco.
"Mi avete sentito?" Lucifero, impettito e alzandosi istintivamente sulle punte, agita lo scettro aggressivo. Avrà anche la sfera di fuoco gravitante tra le corna, ma Vox deve trattenere ondate d'ilarità dinnanzi alla sua patta ancora slacciata "Non vi azzardate a compiere un altro passo!"
Sordi alle sue minacce, Vox e Alastor lo ingabbiano bastevoli dei corpi più alti di lui, i passi a ritroso verso la parete a cui Lucifero è costretto lo rendono ridicolamente furibondo.
Alastor gli punta il suo microfono senziente in faccia, l'onda d'urto stravolge le immagini come se l'aria fosse la superficie di uno stagno colpita da una grossa pietra. Malgrado il bersaglio non sia lui, Vox è obbligato a stringersi lo schermo tra le mani a causa del violento impatto di onde radio.
"Lurida selvaggina cornuta di merda, ti diverti a farmi incazzare apposta?"
Lucifero è spazzato via dalla sua stessa voce amplificata e addizionata di estrema potenza, evidentemente registrata da Alastor in precedenza.
"Sì!" Vox esulta allo spettacolo del corpo del Re che finisce incastonato nel muro sprigionando nebbia d'itonaco, l'aspetto più degno di nota è il suo viso scandalizzato dall'affronto che Alastor ha osato fargli immortalando e riproponendo le sue indecorose parole impegnate nell'elaborato insulto.
"D'accordo, visto che le buone maniere sono sprecate con due miserabili come voi," Lucifero esce seccato da muro, si spolvera platealmente la giacca, il fasullo contegno ostentato costringe Vox a soffocare ulteriori risate "vorrà dire che passerò a quelle dure."
"Attento, Vox!"
L'avvertimento metallico raggiunge il demone televisivo ancor prima che possa realizzare la rapida inspirazione di Lucifero; Alastor è più rapido della palla di fuoco sputata, si smaterializza nella propria ombra per riapparire davanti a Vox, bersaglio dell'attacco. La coppia di cloni d'ombra generati dal demone radio respingono la sfera incandescente mentre il vero Alastor è scaraventato via dal rinculo con i pochi stracci che lo coprono bruciacchiati e fumanti. Rotola sul pavimento e giace come un pupazzo rotto, tra le risate sguaiate di Lucifero.
"Alastor!" Vox schizza in soccorso del demone radio. Incredibile, quella carogna gli ha appena fatto da scudo per salvarlo.
"Ma che coppia ideale," commenta sarcastico Lucifero mentre si accosta, lo scettro sempre altezzosamente rimbalzante in mano "sarà un onore seppellirvi insieme."
Senza perdere di vista Lucifero, Vox sorregge Alastor che annaspa per rialzarsi, lo sostiene ogni volta che scivola senza farsi intimidire dal Re. Non lo mollerà, se questo significasse crepare insieme, pazienza.
"Papà!" il grido di donna sconvolto e alterato dalla notevole potenza canalizzata, riecheggia tra le pareti accentrando l'attenzione dei tre per ridurli a tacita immobilità.
Charlie ha appena demolito la porta, drappeggiata di rosso e trafitta dalle bianche corna che sembrano tutt'uno con le ossa del suo cranio. Emette temibili ringhi senza aprire la bocca e scomodare i muscoli facciali, i versi sembrano irradiarsi per magia. Lo sguardo furente e rossastro congela Lucifero nella fissità, i sibili della lunga coda appuntita che fende l'aria squarciano il silenzio.
L'imminente combattimento tra padre e figlia sarà devastante, Vox è consapevole che lui e Alastor, entrambi feriti, non potranno mai tenervi testa. O forse il desiderio di defilarsi è dettato dalla pressoché nulla voglia di vedere gli occhi di Alastor illuminarsi d'amore per lei. Vigliaccheria o saggezza, non ha importanza. Vox si alza in piedi caricandosi Alastor in braccio, punta dritto al portatile di Lucifero sperando compia l'ultimo sforzo prima di rompersi del tutto. Il demone TV avanza spedito, ma poco prima del salto, qualcosa arresta il suo passo risoluto. A sorprenderlo distogliendolo dal dolore lancinante delle ferite, è il gioiello più prezioso al mondo: un abbraccio intorno al collo. Vox abbassa gli occhi, Alastor lo guarda senza parlare, gli appoggia la testa sulla spalla di sua iniziativa. Vox gli sorride ritraendo le zanne, si immerge nei rimasugli del computer con il sottile corpo del demone radio ben stretto addosso. Male che vada, moriranno allacciati.
Invece, Vox da qualche parte sbuca. Aguzzando lo sguardo tra la nebbia del tremendo dolore, scintille, e fumo che gli sgorga dal monitor, riconosce il soggiorno dov'è solito intrattenersi con Valentino nel corso di riunioni di lavoro o di piacere. Attraverso sconforto e offuscamento, gli sembra deserto. Magari è solo un sogno.
Alastor è ancora lì, tra le sue braccia. Si aggrappa, non gli scosta la testa dalla spalla. L'aggancio di Vox con la realtà. Il demone TV avanza senza meta, traballa, ma se lascia andare Alastor la follia lo slabbrerà. Se molla Alastor lo perderà ancora.
Vox sta per svenire, fa appena in tempo ad adagiare Alastor su un divano per evitare di trascinarselo appresso nella caduta.
"Vedi, stronzo? Preferisco rinunciare a te piuttosto che rischiare di ferirti di più."
La faccia schiantata sul pavimento non fa male, nessuna parte del corpo gli invia più sofferenza. Vox sorride di beatitudine, il rosso degli occhi si spegne mentre si lascia inghiottire dalle tenebre. È stanco, almeno lì avrà un po' di pace.
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