Epilogue: Wishing
Scusa, Terry.
Ci sono persone che quando se ne vanno fa male, eccome se fa male.
È un dolore che brucia, una mancanza che scotta come fuoco vivo, che tormenta e che non lascia vivere.
Conosco questo genere di mancanza.
È la stessa mancanza che provo per mio padre.
Ma il bello è che il tempo la lenisce, la cura, e il dolore svanisce piano piano, trasformandosi in altro, in odio, in risentimento, in rabbia.
Ma questo non è niente alla mancanza che provo adesso.
Una mancanza che mi svuota da dentro, che mi fa sentire nulla, che m'impedisce di gridare perchè mi toglie il fiato dalla gola.
Non riesco a parlare, non riesco quasi a respirare, e tutto quello che riesco a fare è ricordare.
Ricordare momenti felici, parole dolci, attimi fuggenti della stessa durata di un battito d'ali di farfalla.
Ricordare sensazioni, odori, sguardi, baci.
Ricordare Luke.
E le mie mani stringono le lenzuola che maledette hanno ancora il suo profumo, ma lui non c'è piú, lontano da me, lontano da quello che siamo stati.
"Era solo una bugia".
Sono le uniche parole che riesco a singhiozzare, le uniche che si inseguono, si trovano e si rincorrono nella mia testa dove tutto è un grandissimo casino.
Un casino di parole sussurrate, di sorrisi maliziosi, di vodka alla pesca.
Non dovevo ricascarci, lo sapevo.
E adesso sono qui l'ultima volta, distrutta di nuovo come a sedici anni, per mano dello stesso artefice.
Per mano di lui, che ha paura dell'amore e scappa, inseguendo le sue bugie.
Perchè so che mi amava.
Perchè so che mi ama.
E, dentro di me, so che mi amerà sempre.
Perchè siamo legati, intrinsecamente legati da questo cordone ombelicale che puó tentare di rifuggire ma che alla fine ci terrà uniti, nel bene e nel male, nella gioia e nel dolore.
Ma Luke non è ancora pronto.
Il mio respiro è pesante, affannoso e sento brividi lungo la mia pelle, lungo la mia schiena mentre sento il suo profumo nelle narici, sul suo cuscino, sulle lenzuole, persino sul mio corpo.
Ed è una lettera quella che lascio in balìa del tempo e di questa casa, nella speranza che un giorno qualcuno la trovi, e che quel qualcuno sia proprio Luke.
'Spero che un giorno qualcuno ti faccia soffrire tanto quanto hai fatto soffrire me per amore, e spero di essere io.
Con troppo amore che hai rifiutato,
Pesca'.
Se solo avessi saputo quanto Luke avrebbe pianto su quelle parole amare, sulle parole di un cuore spezzato.
E lui è stato sia carnefice che vittima di se stesso.
Angolo autrice
Ho cominciato Never Again quasi un anno fa e la concludo oggi, piangendo lacrime amare.
Con Never Again vi ho presentato il mio lato nascosto, un pezzo del mio passato di cui non mi piace parlare.
Il mio Luke -anche se è una lei- mi ha fatta stare come Peach, ma oggi, un anno e quattro mesi dopo, posso dire che è stato meglio cosí.
Questa storia è importante per me perchè ho cercato di lasciarvi un messaggio: alcune storie non finiscono in tragedia, con morti o incidenti o amnesie, certi amori semplicemente finiscono male per errori umani.
E chissà se un giorno Peach e Luke non si rincontreranno e finalmente saranno in grado di amarsi.
Io sono convinta di sí.
In un certo senso questo è un Ad Maiora.
Ho pensato a un sequel, ma al momento credo che sia meglio lasciare la storia cosí, con la sua romantica tristezza.
Spero vi sia piaciuta quanto a me è piaciuto scriverla, e vi ringrazio di tutto.
Scusami, Terry, per averti mentito, era cosí che la storia doveva andare fin dall'inizio, e grazie per avermi supportata e sopportata come la Testa di Scroto che sei.
Ad Maiora,
Chiara.
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