vita reale
31.10.2015
Halloween era la festività che Sara preferiva di più in assoluto, non c'era un vero motivo dietro, non aveva dei particolari ricordi legati a quel giorno. Eppure, ogni anno, non poteva fare a meno di passare tutto il tempo a pensare al travestimento migliore. In genere cercava di fare qualcosa di creativo, divertente, preferiva fare un costume di cui avrebbe potuto parlare in futuro piuttosto che pensare solo a come appariva.
Quell'anno, tra l'inizio dell'università, il trasloco, e il luogo della festa, dovette trattenere la propria creatività. Il costume che aveva trovato con Simone era semplice ma le piaceva un sacco. Sopratutto era perfetto per la serata, che consisteva nell'andare a ballare.
Sara era chiusa in camera, si asciugava i capelli mentre la musica risuonava per la camera. Muoveva i fianchi a ritmo della canzone, che ora mai aveva raggiungo il massimo del volume, e quasi saltava in aria dalla gioia al pensiero di essere finalmente arrivata a quel giorno.
Chiuse gli occhi prima di passarsi una mano tra le ciocche ancora umide. Era completamente immersa nel suo mondo, con tutti i sensi offuscati dai pensieri — per fortuna positivi — riguardati la futura serata.
Proprio per questo motivo non sentì ne bussare alla porta ne i passi dietro di lei, e quando una mano le si poggiò sulla spalla la ragazza sobbalzò in aria. "Cristo santo!" urlò, alzò le braccia tenendo il phon ben alto, pronta ad attaccare la figura difronte a lei.
"Cosa vuoi fare? Asciugarmi via?" scherzò Simone, poggiò il peso all'indietro contro la scrivania tenendo lo sguardo fisso sulla ragazza. Aveva un sorriso compiaciuto in volto, era felice di essere riuscito a spaventare la sua coinquilina.
"Sorridi perché mi hai appena fatto avere un infarto?" domandò Sara dando voce hai suoi pensieri. Spense il phon e si avvicinò al ragazzo per poggiarlo sul tavolo dietro di lui, quando si allontanò i loro sguardi si incrociarono.
Per un momento il tempo sembrò rallentare.
Quando tornarono ad una distanza di sicurezza entrambi lasciarono fuori un impercettibile respiro di sollievo, Sara decise che sarebbe tornata più tardi ad analizzare questo piccolo momento e Simone decise che sarebbe stato meglio non ripensarci mai più. Ci fu un momento di silenzio prima che il moro si schiarì la voce e la ragazza incrociò le braccia al petto.
Lei era ancora in pigiama, cambiarsi era l'ultimo step per la ragazza, il suo coinquilino fece cadere gli occhi sul completo con diversi disegni di natale e faticò a trattenere una risata. "Devo dire che sei proprio in tema" scherzò lui.
Sara alzò gli occhi al cielo "Che voi?" si avvicinò e spinse il ragazzo a lato, si sedette alla scrivania e tirò fuori la pochette dei trucchi da uno dei cassetti. "Non dirmi che non sai che metterti" sorrise la bionda prendendosi gioco dell'altro.
"Al contrario" Simone si mise dietro di lei, facendo incontrare i loro occhi attraverso lo specchio appeso al muro "Volevo chiederti se ti dava fastidio condividere il costume stasera"
La ragazza si fermò, guardò dritta nel suo riflesso e alzò leggermente lo sguardo per squadrare il suo amico. Solo in quel momento il ragazzo si rese conto che aveva una chiazza di qualche strano prodotti non sfumata sotto l'occhio. "Spiegati meglio" ordinò Sara.
In genere era molto più cortese e apprensiva con lui, con tutti, l'unico problema era che quella volta si parlava di Halloween. E niente, e dico proprio niente, poteva mettersi tra lei e la sua serata perfetta — la quale comprendeva: trucco impeccabile, travestimento geniale, capelli perfetti, una serata piena di divertimento, e magari anche un po' di alcool.
Il ragazzo si indicò con il dito la zona delle occhiaie, facendo capire alla ragazza che si stava dimenticando di un punto. Lei sbuffò e tornò a truccarsi e Simone lo prese come un segno per spiegarsi meglio.
"Non ho fatto in tempo a comprare un costume, l'unico che ho è praticamente uguale al tuo" divenne quasi imbarazzato, probabilmente perché la bionda aveva iniziato a ricordarglielo almeno un mese prima di andare a comprare qualcosa per questa serata. Sara sbuffò e girò la testa per guardarlo, era stufa del contatto visivo attraverso lo specchio, aveva bisogno di osservare quegli occhi da cucciolo a cui si era abituata.
"Non ti devi preoccupare Simo, se è l'unica cosa che hai cosa ci posso fare." rispose lei, lo aveva già previsto che il suo costume di quest'anno non si sarebbe diversificato più di tanto dalla folla "Poi finché sei tu a copiarmi lo posso ancora accettare" ed era vero, non sapeva doveva aveva trovato il coraggio per ammetterlo ad alta voce però le era piaciuto confessare ciò che le passava per la testa.
Simone sorrise dolcemente, si poggiò con una mano sullo schienale della sedia e con l'altra prese il bordo della scrivania. Imprigionò la sua coinquilina tra il tavolo e il suo corpo e si abbassò per lasciarle un bacio sulla guancia. "Grazie piccerè"
Sara rimase immobile, anche dopo che lui uscì dalla sua camera. In genere i ruoli erano invertiti, era lei che lo stupiva e lo lasciava senza parole e non l'incontrario. Sentì un ondata di calore e si mosse per cercare di farsela passare, prese un grande respiro e si rigirò verso lo specchio per finire di truccarsi.
Quando il suo sguardo si riposò sul suo riflesso notò subito un piccolo particolare, le guance avevano preso un colorito scarlatto.
La ragazza scosse la testa e ricominciò da dove aveva lasciato, con la differenza che da quel momento in poi tutti i suoi pensieri venivano indirizzati verso il ragazzo nella stanza accanto. E con la speranza che fosse solo la paura di una serata rovinata a farla concentrare sul moro, e nient'altro, finì di prepararsi poco dopo.
Quando uscì dalla stanza fu sorpresa di sapere che per una volta erano in orario, si infilò le scarpe mentre saltellava verso l'entrata, si sistemò un ultima volta le ciocche di capelli attorno al volto, e infine si girò a guardare verso il divano.
Lì, seduto comodo e senza preoccupazioni, c'era Simone. Era vestito completamente di nero, e l'unica traccia di un travestimento era il corpo bianco di uno scheletro disegnato sopra ai suoi indumenti.
Era molto simile a Sara, la ragazza aveva trovato una tuta con il pantalone lungo a zampa che aveva sia avanti che dietro uno scheletro, la parte sopra del vestito era a tubino. La ragazza aveva aggiungo un paio di accessori e si era dipinta lo scheletro sul volto. Ai piedi aveva un paio di tacchi neri e in mano teneva una borsa dello stesso rosso del cuore sul suo costume che risiedeva leggermente a sinistra.
"C'è tu vieni così?" domandò lei incredula, solo in quel momento il ragazzo alzò lo sguardo dal suo telefonino. La bionda non se ne rese conto ma al suo coinquilino gli si fermò il fiato in gola, Sara era bellissima.
"Ao?"
Questo lo fece risvegliare, sbatté le palpebre e diede un occhiata a ciò che aveva addosso. Rimanendo sempre in silenzio rialzò lo sguardo verso la sua amica "Si?" rispose incerto.
Lei alzò gli occhi al cielo, fece dei passi veloci verso il divano e lo prese per la mano, il moro si fece tirare su e si fece trascinare nell'altro lato della casa. "Avevi detto che non importava se eravamo vestiti uguali!" gli ricordò lui.
La ragazza sorrise, facendogli capire che non era quello il motivo della sua incredulità. Lo trascinò di nuovo nella sua camera e lo mise a sedere alla sua scrivania, girò la sedia in modo che il moro rivolgesse la schiena verso lo specchio e che il volto fosse illuminato da una bella luce.
"Cosa sta succ-" provò a domandare il ragazzo, ma fu subito zittito con un dito sopra le sue labbra.
"Ci penso io a te" ridacchiò lei.
La ragazza prese in mano un pennello e un ombretto nero e si mise a lavorare, si avvicinò al viso di Simone e con estrema delicatezza iniziò a colorare sulla sua pelle. Iniziò dalla bocca, doveva disegnare un bel po' di denti e sapeva che sarebbe stata la parte che le avrebbe rubato più tempo.
Afferrò il mento del ragazzo tra l'indice e il
pollice per avere stabilità. Il cuore del moro perse un battito alla vicinanza, in un attimo i suoi occhi scannerizzarono ogni dettaglio della faccia della bionda e il suo cervello decise di tenerseli bene stretti, chiusi in una cassaforte in fondo alla mente.
Da fuori Sara sarebbe potuta sembrare indifferente alla situazione, eppure dentro di sé il battito del suo cuore echeggiava forte. Provava a concentrarsi sui disegni ma non poteva fare a meno di perdersi a pensare alle labbra del ragazzo, come il pennello passava su di esse.
Quando finì con i denti passo al naso, Simone lo arricciò non appena sentì il contatto e ciò fece sorridere la ragazza. Dopo pochi secondi spostò la mano più in alto "Chiudi gli occhi" gli chiese lei sottovoce, non voleva disturbare la bolla in cui si erano rinchiusi.
Pitturò le palpebre di nero, prese del correttore per aggiustare qualche dettaglio qua e là e in pochi minuti il trucco del ragazzo era terminato. "Ora puoi aprire" mormorò la ragazza.
Il moro aprì e chiuse gli occhi un paio di volte, cercando di adattarsi di nuovo alla luce e alla sensazione della pittura asciutta sulla sua pelle. "Grazie" disse lui con lo stesso tono.
"Non ti sei neanche guardato" sorrise Sara, prese la sedia e lo girò verso lo specchio. All'immagine difronte a lui Simone non poté fare a meno di sollevare i lati della bocca, il teschio era venuto benissimo e i due coinquilini erano praticamente identici. L'espressione soddisfatta di Sara bastò ad illuminare la camera e gli occhi del ragazzo.
"Menomale che vi conosco, giurerei che siete una coppia" la voce di Riccardo salvò il moro dal perdersi nei propri pensieri, ripensare a ciò che era successo prima di raggiungere gli altri lo faceva cadere in uno stato vegetativo, questo era l'effetto che aveva lei su di lui.
Il volume della musica era alto e bisognava quasi urlare per potersi sentire, le luci colorate provenienti dall'edifico alle spalle del biondo illuminavano le strade e i volti della gente che passava, i colori talmente accessi che a volte davano fastidio agli occhi. La folla di gente intorno a loro rendeva impossibile avere uno spazio personale più largo di un metro al quadrato, eppure Simone non riusciva a vedere niente di negativo nella serata. Non voleva neanche pensare al perché della sua positività, probabilmente perché sapeva che non avrebbe considerato nessuna risposta sufficientemente soddisfacente.
"Dai la colpa a lui che non sa organizzarsi in tempo" commentò il perché in questione poggiando un braccio sulle spalle del suo coinquilino, Sara strinse la presa sulla spalla e Simone lasciò fuori un piccolo gemito di dolore.
"Che femminuccia che sei" aggiunse la ragazza facendo ridere Riccardo. Il biondo guardava l'interazione concentrandosi sui più piccoli dettagli, sapeva che rischiava di sembrare un maniaco da fuori, ma non poteva fare a meno di notare la dolcezza nei loro sguardi. "Certo che ti fai trattare proprio male" commentò tenendo lo sguardo fisso sui due, Simone lo guardò e si finse offeso dalle sue parole mentre la sua amica spingeva via il biondo.
"Lo tratto benissimo" lo corresse Sara.
"Non è vero" si lamentò il suo coinquilino "Mi bullizzi sempre!"
"Ti sfido a trovare qualcuno che ti tratta meglio di me!" ridacchiò la bionda.
"Impossibile" Riccardo non esitò ad entrare nella discussione. Spettinò con forza i capelli di Simone, che cercò di scacciare via la mano che lo infastidiva. "Ti sei trovato la perfetta coinquilina" il biondo fece un occhiolino alla ragazza che cercò di nascondere il proprio sorriso dietro una mano.
"Posso intromettermi?" una quarta voce si fece strada tra di loro, interrompendo gli sguardi complici dei tre. Sara si girò per guardare nella direzione del suono, mentre continuava a sorridere per l'energia positiva che emanavano i suoi due amici si ritrovò faccia a faccia con un nuovo ragazzo.
Aveva i capelli di un castano chiaro e gli occhi verdi. Indossava una camicia bianca, un pantalone nero ed una cintura rossa intorno alla vita. Era travestito da pirata.
"Bella Richi" strinse la mano al biondo, prima di girarsi e presentarsi agli altri due "Piacere, Marco"
"Simone"
"Sara" quando fu il turno della bionda di stringerli la mano, il nuovo ragazzo non lasciò la presa con la stessa velocità con cui aveva fatto in precedenza. Invece il suo sguardo fece su e giù per osservare bene il travestimento della ragazza, solo per un momento spostò gli occhi sul corpo del moro — che aveva osservato il tutto con le sopracciglia leggermente arricciate.
Simone non era stupido, sapeva bene che la sua coinquilina era una bella ragazza e sapeva anche cosa passava per la testa del nuovo tipo difronte a lui. Per questo si preparò alle parole che sarebbero presto uscite dalla bocca di Marco, solo il nome gli dava fastidio, tutto ciò senza rendersi conto dello sguardo di Riccardo fisso su di lui.
"Carino che siete vestiti uguali" commentò il pirata dagli occhi verdi "state insieme da tanto?"
Sara arrossì, la domanda per lei era inaspettata, si trovò ad inciampare sulle sue stesse parole ma si diede comunque la forza di rispondere. "No no, siamo- siamo amici, ehm... coinquilini. Sono amica di sua sorella." spiegò un po' impacciata.
Riccardo dovette trattenere una risata, non tanto per la ragazza che era chiaramente imbarazzata, ma più per lo sguardo che lanciava Simone al povero Marco. Era abituato a vedere gli occhi del moro come due cioccolatini, addirittura finendo a paragonarli a quelli di un cerbiatto quando si trovavano in presenza della ragazza. Eppure in quel momento sembrava che fossero offuscati da una nuvola di rabbia, o meglio gelosia.
"Bhe Sara, in tal caso mi piacerebbe conoscerti meglio" confessò Marco senza troppi giri di parole, lanciò un occhiata di sfida al moro prima di aggiungere altro "Sempre se per il tuo amico va bene"
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NOTA DELL'AUTRICE:
Nuovo personagggggioooooooo!
Cosa ne pensate di Marco? Secondo voi è
una persona affidabile o nasconde qualcosa?
Comunque amo sempre di più Richi e Sara,
sono i miei protetti giuro, best coppia di amici!!
Piccolo capitoletto speciale per Halloween
visto che stiamo in tema 😎
Fatemi sapere cosa ne pensate di questi capitoli
che mi fa sempre piacere, anche le critiche (costruttive)
See you in the next chapter, Sa
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