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DIECI / Delusioni d'amore





vita reale
30.11.2015




La pasta era oramai stata buttata da almeno sette minuti nell'acqua, ancora tre e sarebbe arrivata alla cottura perfetta. La tavola era apparecchiata per due, al centro fra i piatti lo spazio era occupato con un vaso di fiori tutti di colori diversi. La cucina era riempita dalle voci e dalle risate delle due ragazze, una stava difronte ai fornelli ad occuparsi del loro pranzo mentre l'altra aspettava seduta.

"Alla fine l'ho mandato a quel paese e l'ho bloccato" finì di raccontare la sua storia la ragazza in piedi mentre dava le spalle alla sua amica per girare la pasta. Jasmine aveva i capelli e gli occhi scuri e la carnagione olivastra, Sara poteva tranquillamente considerarla la ragazza più bella che conosceva.

      "Ma possibile che te li trovi tutte te?" domandò la bionda. Non era la prima volta che la sua amica le raccontava di qualche strano ragazzo che provava ad approcciarla, la mora era una che credeva a pieno nel vero amore ed accettava sempre tutto ciò che il destino le portava, questo causava una lunga raccolta di strane esperienze e un'altrettanta lunga lista di sedute psicologhe fatte con le amiche.

Al contrario, Sara non credeva nell'anima gemella, lei pensava semplicemente di essere talmente tanto colma d'amore da poterne dare un po' a tutti, ma l'idea di avere una sola persona nella vita a cui donare tutto quanto quel sentimento le sembrava un pensiero assurdo. Per questo lei accettava le avance di qualche ragazzo senza troppi problemi, perché non le importava di trovare un'anima giusta per lei. Le importava solo di spendere il suo tempo nel miglior modo possibile.

"Non è colpa mia se attiro i peggiori" rispose Jasmine con aria offesa. Spense la fiamma del fornello e prese un po' dell'acqua di cottura per aggiungerla al condimento, scolò la pasta e la aggiunse al pesto. Diede un'ultima mescolata e solo quando si ritenne soddisfatta si girò per impiattare.

"Secondo me qualcuno ti ha tirato una maledizione" rise l'altra mentre porgeva i piatti "Oppure sei la peggior calamita di casi umani che conosco" aggiunse subito dopo.

"Non mi sembra di aver sentito una bella opzione"

"Perché non c'è ne è!"

Jasmine si sedette comoda difronte alla sua amica e le due iniziarono a mangiare, la mora aveva preparato una pasta con pesto, philadelphia e salmone e si sentiva veramente molto soddisfatta con ciò che stava assaggiando.

      "Buonissimo Jas" commentò Sara con ancora il boccone in bocca, aspettò di deglutire prima di ricominciare a parlare. "Ritornando all'ultimo ragazzo, lui ha riprovato a contattarti?"

      "No no"

      La bionda annuì, soddisfatta con la risposta della sua amica. Jasmine era la persona migliore che le potesse capitare, era una amica fantastica pronta ad attraversare mari e monti per ciò a cui teneva. Le due si erano subito trovate, ed ora non riuscivano a capire come avevano fatto a sopravvivere tutta la loro vita senza la presenza dell'altra.

      Una notifica illuminò lo schermo del cellulare di Sara, la quale non si preoccupò neanche di leggere il nome sul display. "Chi è?" domandò incuriosita l'altra ragazza.

      "Bho" alzò le spalle la bionda "Probabilmente Simone che mi dice che non c'è a cena"

      Per altri sarebbe potuta sembrare una semplice affermazione, ma per l'altra diciannovenne, che ora mai conosceva la sua nuova amica come le sue tasche, non era difficile notare una punta di noia nel suo tono. Osservò la ragazza che aveva gli occhi fissi sul piatto "Ti da fastidio?" provò a chiedere la mora dopo un momento di silenzio.

      Quella domanda fece alzare di scatto la testa a Sara che subito arricciò il naso "Chi? Simone? Certo che no"

      Jasmine sorrise alla risposta. "Il fatto che non c'è a cena" specificò poi. "Sai, da come me ne parli non riesco a capire se lo ami o lo odi" ridacchiò prima di addentare un'altra forchettata. La verità era che conosceva già le risposte ma voleva sentire l'altra ragazza ammetterle ad alta voce.

      "Nessuno dei due, semplicemente gli voglio un mondo di bene quindi lo insulto" spiegò Sara non notando che ciò che diceva non aveva esattamente un senso logico "Comunque si, mi da fastidio. È il quinto giorno che mi molla a casa"

      "Allora diglielo" alzò le spalle l'altra.

      "Ma no!" si affrettò a fermarla "Poi passerei veramente per la peggior coinquilina del mondo se non lo lascio neanche uscire quando vuole!"

      Sara non sapeva perché si trovava in quella situazione, in genere non gliene fregava niente di ciò che pensavano gli altri, era la prima a fare qualsiasi cosa voleva senza avere paura delle conseguenze — a meno che non avessero delle ripercussioni negative sulle persone intorno a lei. Ma con Simone non ci riusciva, o meglio, non sempre. Con lui si trovava divisa in due, da una parte quando stavano insieme si sentiva appresa e accettata come non le era mai successo prima, dall'altra temeva di dire o fare qualcosa di troppo che potesse rovinare il loro rapporto. Neanche lei riusciva a capire il perché di questa sua crisi interiore.

Probabilmente era perché non aveva mai dovuto condividere la casa con nessuno, fatta eccezione per sua madre o qualche vacanza fuori con le amiche. Si, quella era l'unica spiegazione razionale che le veniva in mente.

"Ma sai almeno dove va?" le domando Jasmine riportandola alla realtà, aveva quasi finito di mangiare e Sara lasciò cadere gli occhi sul suo piatto per notare che anche lei nel frattempo aveva finito.

"Diciamo di sì" rispose la bionda mentre si alzava per sparecchiare. Se la sua amica aveva cucinato le sembrava più che giusto che fosse lei a pulire, proprio come facevano a casa i due coinquilini.

La mora si girò per seguirla con lo sguardo, rimase seduta ed aspettò per altri dettagli. Quando capì che non ne avrebbe ricevuti aspettando in silenzio alzò gli occhi al cielo "Cioè?"

"Va a ballare, credo. O comunque a conoscere tipe" ammise Sara rivolgendo lo sguardo sull'altra ragazza. Si poggiò di schiena contro il piano della cucina ed incrociò le braccia al petto "A volte torna direttamente la mattina dopo"

"Sul serio?" Jasmine non credeva a quello che stava sentendo. Per carità, il pensiero di un ragazzo che va in cerca di qualcuno con cui divertirsi non era un qualcosa di nuovo per lei, ma l'idea che fosse proprio Simone Paciello il ragazzo in questione non le sembrava proprio un opzione possibile.

Jasmine credeva che Sara e Simone fossero perfetti l'uno per l'altra, non l'aveva mai detto ad alta voce e non l'avrebbe di certo fatto presto, ma arrivava addirittura a considerarli anime gemelle. Era riuscita a vedere Simone solo qualche volta, di sfuggita. Ma in quei pochi momenti in cui aveva visto i due interagire era rimasta davvero colpita dalla loro affinità, erano due ragazzi che si conoscevano da pochi mesi eppure riuscivano a comunicare anche solo attraverso degli sguardi.

Sopratutto, vedendoli dal vivo, non poteva fare a meno di notare come i due coinquilini si guardavano. Gli occhi si illuminavano e i loro toni si addolcivano quando stavano in compagnia.

Proprio per questo Jasmine non riusciva a credere alle parole della ragazza, sapeva che nessuno dei due aveva ancora ammesso nulla riguardo ai loro sentimenti ma non pensava che il moro non avesse proprio nessuna intenzione di esprimerli ad alta voce. Questa nuova informazione sulle scappatelle seriali di Simone fece sorgere un nuovo dubbio nella mente della ragazza, almeno uno dei due era consapevole di quello che provava?

"Si" Sara rispose, ma non ai pensieri della sua amica "Oggi è pure lunedì" aggiunse la ragazza sbuffando.

Jasmine corrugò le sopracciglia, confusa dalla frase della ragazza "E...?" chiese incuriosita.

"Il lunedì stiamo sempre insieme a cena, perché entrambi sappiamo che è il giorno peggiore della settimana e cerchiamo di sollevarci il morale facendo qualcosa di carino."

"Mhm, pensi che se ne sia dimenticato o che non lo trova così importante come te?"

"In ogni caso non gli interessa" disse fredda la bionda. E il tono con cui parlò fu abbastanza per far capire che ciò le dava veramente tanto fastidio.

L'amica fece passare un momento di silenzio prima che una lampadina gli si accese sopra la testa. Solo perché adesso Simone si stava comportando da cattivo ragazzo non voleva dire che i due non si sarebbero mai trovati, il piano Sara&Simo poteva ancora dare i suoi frutti solo che Jasmine avrebbe avuto bisogno di una mano in più — oltre che ad altra pazienza.

      "Vabbè dai, vedi cosa ti dice" suggerì la mora.

      "Guarda che non ho dimentico delle tue terribili esperienze amorose" rise Sara prima di decidersi a leggere il messaggio.

      Tutt'ad un tratto si bloccò, si accertò di aver visto bene il nome che appariva sullo schermo un paio di volte prima di chiamare l'attenzione della sua amica.

      "Bhe, che ti dice?"

      In risposta la bionda — con un piccolo sorriso sul volto — girò il telefono, mostrando all'altra ragazza ciò che voleva vedere. Una sola notifica era presente sullo schermo ma non proveniva dal ragazzo di cui stavano parlando fino a poco prima bensì da un'altra persona su cui avevano già avuto diversi momenti di considerazione.

      instagram:
      marcomarazza: eii,come va?












NOTA DELL'AUTRICE:
Piccolo capitoletto un po' buttato così
Oggi a scuola è andata un po' na merddd ma
non mi interessa perché la vita è unaaaaaa
Bella pe Marco che prova a fatturare, buona
fortuna soldato noi crediamo in te (forse) !!
Comunqueee, amo Jasmine e Sara voglio
portarle di più nel centro della storia.
Ovviamente ditemi anche voi cosa ne pensate !
Prossimo capitolo credo sarà su youtube, since
non lo sacc lo scopriremo solo vivendo.
Hasta luegooo, Sa

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