TRE / Mangiamo con gli occhi
vita reale
21.09.2015
Riccardo Dose divenne presto un'altra aggiunta nella vita di Sara e nella sua quotidianità. Infatti, proprio come Simone era riuscito ad entrare subito nelle grazie della bionda, anche il suo amico si era dato da fare. Ogni volta che invitava il moro a fare un video insieme, non poteva mancare la richiesta di aggiungere anche la sua coinquilina — Sara rifiutava gentilmente ogni volta perché non voleva mettersi in mezzo al lavoro dei due ma apprezzava veramente tanto — o qualche domanda qua e là per informarsi sull' andatura della loro convivenza.
Sara era una ragazza facile da apprezzare, gentile e solare con tutti, con una parola dolce sempre pronta e uno sguardo che ti faceva sentire importante ed ascoltato. Inutile dire che per Riccardo fu amore a prima vista, ma non nel senso che si potrebbe pensare.
Il biondo aveva subito trovato una cara amica nella ragazza, ma sopratutto, dopo un semplice sguardo, aveva constatato che tra i due coinquilini c'era qualcosa che cresceva. Per ora era solo un piccolo seme appena piantato, ma sarebbe cresciuto dentro entrambi e a quel punto niente avrebbe potuto nasconderlo.
Dose non conosceva molto bene i due, ancora meno Sara, ma su queste cose era certo. E non vedeva l'ora di scoprire quanto ci avrebbero messo i due diretti interessati a rendersene conto. Perché non importava quanto potevano essere svegli, su questa questione sembrava proprio che avessero delle pezze davanti agli occhi. Per il ragazzo non rimaneva che sperare che ci mettessero poco ad abbassarle, in modo da potergli dire un bel 'Te l'avevo detto' oppure 'L'ho sempre saputo'.
Per ora si limitava a compiere i suoi ventuno anni nel miglior modo possibile, invitando tutti i suoi amici ad una cena fuori per festeggiare la sua giornata. E ovviamente, questa lista di persone, comprendeva Simone e la sua nuova coinquilina Sara — Riccardo continuava a definirla così perché gli sembrava sciocco non associarla al moro, ma ora mai era amica sua quasi tanto quanto lo era di Simone.
Quella stessa mattina i due coinquilini si erano ritrovati di nuovo a condividere il tavolo per la colazione. La ragazza come sempre andava di fretta, non facendo troppo caso a come spalmava la marmellata sulla fetta biscottata, ne a come mandava il caffèlatte giù tutto in un sorso. Ma nonostante il ticchettio dell'orologio perseguitava ogni sua singola azione Sara non poteva fare a meno di concentrarsi su di lui e la sua voce.
Mentre ingoiava l'ultimo boccone, la sua faccia si rattristi ad ascoltare ciò che usciva dalla bocca dell'altro. Secondo i loro impegni non si sarebbero riusciti a vedere fino a sera, giusto in tempo per cenare insieme.
Al vedere il cambio d'espressione della bionda Simone si affrettò a trovare un modo per farle tenere quel sorriso, per fortuna si ricordò del motivo per cui si era svegliato prima anche quella mattina: Parlarle dell'invito.
"Stasera Riccardo fa una cena per il suo compleanno" disse il moro. La ragazza fermò i movimenti per un secondo, la frase non aveva suscitato l'emozione che il ragazzo aveva desiderato e ciò aveva fatto arricciare le sopracciglia di quest'ultimo.
"Però passi a casa prima si?" domandò lei, il suo sguardo si spostò sul resto della stanza "Così ci becchiamo prima di domani mattina" aggiunse abbassando di un tono la voce.
Gli occhi di Simone si spalancarono a questa richiesta, si precipitò a risolvere il malinteso. "No, no no." la ragazza posò di nuovo gli occhi su di lui "Vieni anche tu." sputò fuori lui. Solo dopo un secondo di silenzio si rese conto di quello che aveva appena detto e di come lo aveva detto. "Ovviamente se vuoi, Riccardo ha invitato anche te. Anzi, sarebbe strano il contrario" si corresse.
Quelle mattine sembravano tutte una la copia dell'altra, Simone che si metteva in ridicolo perché non riusciva a controllare ciò che diceva e Sara che si appendeva a ogni sua parola come se fosse oro colato. Dopo la spiegazione del moro la ragazza accettò l'invito e uscì di casa — non prima di avergli lasciato un bacio sulla guancia — aspettando con ansia l'arrivo della serata.
Esattamente dieci ore dopo tornò finalmente a casa, chiuse la porta dietro di sé, e lasciò le sue borse per terra prima di accasciarsi sul divano. Era stravolta, in quel momento non trovava altre parole per definire ciò che provava. Chiuse gli occhi, provò ad esternare tutte le energie negative con un respiro, e li riaprì. Doveva decisamente iniziare ad organizzarsi meglio le giornate.
Il telefono squillò, e lei sbuffò annoiata. Si mise a scavare nelle tasche del cappotto e finalmente, al quinto squillo, riuscì a trovarlo ed a rispondere. "Si?" domandò lei, il suo tono era leggermente più frustato di quello che si aspettava, sopratutto perché non si era neanche presa la briga di leggere chi fosse in ascolto sull'altro capo della linea. "Sei a casa?" chiese in risposta Simone.
Lasciò andare un sospiro di sollievo, era l'unica persona che avrebbe voluto sentire in quel momento, qualsiasi altro essere vivente sarebbe già stato incenerito. "Si si" Sara si passò una mano tra i capelli "Tu che fai? Passi qua?"
"Ti ho chiamato proprio per questo" ammise il ragazzo "Non faccio in tempo a passare da casa, per te è un problema se ci vediamo direttamente là?" la bionda non poteva saperlo ma Simone si stava grattando il collo con nervosismo, seriamente dispiaciuto all'idea di non poter arrivare insieme alla cena. Dall'altro lato della stanza Riccardo gli tirò un occhiata consapevole, un piccolo sorrisetto apparve sulla faccia del biondo nell'osservare i comportamenti del suo più caro amico.
"Assolutamente no, ti pare" lo rassicurò lei "Basta che mi mandi l'indirizzo e mi dici un orario preciso così mi riesco ad organizzare con i tempi" aggiunse poco dopo. Il moro le promise di mandarle tutto e le disse di incontrarsi al ristorante alle otto precise — subito dopo aver domandato l'orario a Riccardo per la quinta volta in una giornata.
Dopo un ultimo saluto, e la promessa di vedersi più tardi, Sara attaccò il telefono. Si prese un momento per darsi forza e poi si alzò, appese il cappotto all'appendiabiti all'entrata, raccolse le sue cose sparse per tutto il salone, e si diresse verso la sua camera. Svuotò la borsa, sistemò le ultime faccende, e infine andò in bagno.
Aprì l'acqua e la lasciò scorrere mentre si spogliava, ammucchiò i vestiti sopra al mobile al lato del lavandino e stese il tappetino per terra. Infilò una mano nella doccia e con la punta delle dita sentì la temperatura dell'acqua, la regolò un ultima volta ed entrò dentro.
Lasciò cadere la testa all'indietro mentre il getto le colpiva il viso, la sensazione calda data dalla doccia le porto un immediato sollievo dalla stanchezza della giornata. Sorrise tra se e se, felice di stare finalmente in pace. Prese una boccetta di sapone e mentre si insaponava i capelli pensava a cosa avrebbe potuto indossare quella sera. Sarebbe stata la sua prima uscita un po' più elegante da quando si era trasferita a Milano e non vedeva l'ora di prendersi cura di se stessa e far vedere quel suo lato che spesso teneva nascosto.
Sara era una ragazza semplice, le piaceva truccarsi, vestirsi bene e sentirsi bella. Preferiva la comodità all'eleganza, ma si divertiva a stare difronte allo specchio a provare diversi outfit. Stare struccata non le dispiaceva, neanche stare in pigiama tutto il giorno. Ma l'occasione di vestirsi bene per andare a un ristorante un po' più chic del solito era troppo bella per essere ignorata.
Neanche tre ore dopo la ragazza stava seduta in macchina, una mano sul volante e l'altra sul cambio delle marce, il telefono che mostrava il gps, e il ritmo di una canzone che le risuonava in testa. Il semaforo difronte a lei divenne rosso e, dopo aver frenato, ne approfittò per guardare il suo stesso riflesso nello specchietto. Si sentiva abbastanza soddisfatta, il trucco che si era fatto era leggero ed elegante e lo stesso si poteva dire per ciò che stava indossando.
Mentre aspettava di poter ripartire, tamburellava col dito sopra la ruota del volante, e non riuscì a frenare la sua mente dal girovagare verso i pensieri più remoti. I quali comprendevano sopratutto il suo coinquilino. Chissà come sarà vestito... si domandò, provava ad immaginarselo ma non aveva ancora mai avuto l'occasione di vederlo in un contesto più elegante. Adesso che si fermava a pensarci un attimo, neanche lui aveva mai visto lei in qualcosa oltre il pigiama e qualche outfit scelto all'ultimo prima di andare in università.
Era curiosa anche di vedere Riccardo, l'ultima volta l'aveva visto un paio di giorni prima eppure il biondo già le mancava. Non era un caso che i due ragazzi erano così amici, sia lui che Simone avevano questa capacità di far sentire chiunque a proprio agio. Inoltre Sara aveva notato subito l' affinità di carattere tra i due, un rapporto d'amicizia così forte che le dava la certezza sarebbe durato per molto tempo ancora.
Prima che potesse perdersi nel labirinto che formavano i suoi pensieri la luce divenne verde e la macchina ripartì.
Nel frattempo, al ristorante, i due ragazzi stavano iniziando a salutare i primi arrivati. Riccardo riceveva innumerevoli auguri mentre accoglieva gli invitati e poteva sentirsi un paio di occhi addosso che lo seguivano per la stanza. Quando riuscì a liberarsi di una persona particolarmente attaccabottoni, si girò e trovo Simone che lo osservava cercando di nascondere una risata.
"Ti diverti a vedermi soffrire?" chiese il biondo mentre camminava verso l'amico. Nonostante il tono d'accusa nella domanda un sorriso era presente sul suo volto.
La risposta non tardò ad arrivare "Certamente"
I due si misero uno affianco all'altro e si fermarono a guardare le persone che gli passavano davanti. Anche se il silenzio durò solo qualche secondo Simone non riuscì a non togliersi una piccola curiosità "Perché organizzi queste cene se non ti va di socializzare?"
Riccardo si mise le mani in tasca e sollevò le spalle "Mha" sospirò "L'anno scorso per i miei vent'anni ho fatto una cosa così ed è piaciuta, mi hanno chiesto di rifarla." girò la testa per guardare il moro in faccia "Ma questa è l'ultima volta, mi piace vedere queste persone ma non tutte insieme." spiegò il biondo.
Simone annuì, ritornando ad osservare la gente che rideva e chiacchierava spensierata. "In effetti sembrano tutti molto contenti" commentò "Capisco perché l'hai-" la frase gli morì in gola e i suoi occhi si spalancarono.
Riccardo si accorse che il suo amico non era riuscito a finire ciò che aveva da dire e cercò di capire il perché di questa sua espressione. Il moro aveva lo sguardo puntato verso l'entrata e Dose seguì la traiettoria dei suoi occhi per provare a trovare cosa era che era riuscito a zittire Simone Paciello.
Quando lo capì non poté fare a meno di sorridere, spostò di nuovo l'attenzione sul ragazzo accanto a lui prima di rigirarsi verso l'ingresso. Là, al cancello d'entrata, Sara si guardava intorno spaesata. Riccardo non poteva negare che era oggettivamente molto bella quella sera, vestita elegante e curata più del solito. Si vedeva che era leggermente a disagio a stare in mezzo a persone sconosciute ma allo stesso tempo si poteva notare che era pronta a fare nuove conoscenze. Infatti subito dopo fermò due ragazze, da lontano Simone e Riccardo potevano vedere le tre che si presentavano, una delle due donne puntò con la mano verso i due amici e lo sguardo di Sara seguì la direzione. Iniziò a camminare verso di loro e il biondo sentì la mano dell'amico stringergli il polso.
"Ciao ragazzi!" il sorriso della ragazza brillava sotto il riflesso delle luci, abbracciò prima il suo coinquilino e poi strinse forte a se il festeggiato "Ancora auguri Richi" disse lei prima di lasciargli un bacio sulla guancia. Lo lasciò andare solo per mostrargli la busta che teneva in mano, il biondo sorrise dolcemente al gesto e gliela prese dalle mani per andarla a posare con gli altri pacchi.
Sara provò a convincerlo a rimanere là, gli propose di andare lei a lasciare il regalo, ma il festeggiato non voleva sentire storie — e sopratutto voleva lasciare i due da soli — perciò fu costretta a rimanere con il moro. Solo in quel momento, con la musica e il chiacchiericcio in sottofondo, si prese un momento per osservare il ragazzo.
Indossava una camicia azzurra chiara sopra ad un paio di pantaloni scuri, non era niente di speciale eppure la bionda non poté fare a meno di pensare che il moro stava particolarmente bene nella sua semplicità.
Probabilmente il silenzio fra i due sarebbe stato imbarazzante se uno di loro si fosse accorto di come la ragazza stava scrutando l'altro. Per fortuna per loro Simone stava avendo dei pensieri simili, se non quasi peggiori, di quelli della sua coinquilina. Non poteva evitare di soffermarsi su come i vestiti calzavano il corpo della ragazza perfettamente, o di come questo nuovo trucco accentuava ancora di più il suo sguardo.
"Stai bene" parlò finalmente lui, rompendo quella bolla che si era creata intorno a loro. Il sorriso sul volto di Sara si trasformò in qualcosa di più morbido, più timido. La ragazza fece cadere lo sguardo sulla punta delle scarpe prima di tornare a fissarlo dritto negli occhi. Non sapeva come rispondere, quindi decise di dire semplicemente la verità.
"Anche tu"
⋆
NOTA DELL'AUTRICE:
Madonna quanto li amo, sono miniii
Prossimo capitolo sarà su instagram quindi sarà cortissimo, però poi mi farò perdonare con un capitolo su youtube.
Riccardo farà degli assist che manco ve li immaginate e per questo lo amiamo.
Adiosss, Sa
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