Prologo | Vanessa
Copertina a cura di @SweetCoffeeMilk
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Ho sempre amato viaggiare. Ho sempre amato conoscere posti completamente nuovi a me.
Ho un diario segreto, o almeno non del tutto.
Alla parola 'diario segreto', si tende sempre a pensare a quelle agende che si iniziano alle scuole elementari, bambini prodigi che si è, che si tendono a non completare mai. Magari una fine, neanche esiste.
Anche io ne avevo uno simile, ma circa quattro anni fa, ho smesso di prenderlo in mano.
Il motivo? Non lo saprei spiegare nemmeno io a me stessa. Forse avevo troppi problemi e troppe idee e perciò non riuscivo mai a trovare il tempo per buttar giù qualche riga riguardante i miei pensieri, le mie preoccupazioni, le mie ansie.
Chiudendo il discorso, se vi siete fatti questo tipo di idea sul mio diario, beh, cancellate tutto all'istante.
Non scrivo molto, ma mostro molto.
In questo diario, non tratto delle mie paure e delle mie incertezze, bensì delle mie passioni e delle mie avventure. (Tralasciando le mie piccolissime disavventure.)
Con le foto dimostro ciò che hanno visto i miei occhi. Con le parole racconto ciò che ha visto la mia anima.
Questa mia passione mi ha aiutata molto con i miei problemi adolescenziali.
Il più grande, lo porto avanti da sei anni. Alla nascita di questo problema, io avevo solamente nove anni.
Era una fredda giornata di marzo, una di quelle giornate che trovi fredde in entrambi i sensi. Provengo da una famiglia calda e solare. Proprio per questo motivo non ho mai concepito la freddezza delle persone.
Sopratutto l'improvvisa impassibilità con la quale se ne va una persona, che è sempre stata come un punto di riferimento per me.
Era una fredda giornata di marzo, il mese era appena iniziato e come tutti, aspettavamo con gioia la fine dell'inverno e l'inizio della primavera.
Ero fermamente convinta che la bellezza della primavera, sarebbe riuscita a portare un po' di pace in casa, ma le aspettative portarono a ben altro..
Da ormai mesi, i miei genitori litigavano costantemente, tanto da non parlarsi più. Spesso mio padre andava a dormire da qualche amico conosciuto per caso.
Dall'altra parte invece, c'era mia madre che sospettava di un tradimento da parte di mio papà con un'altra donna, ma nonostante ciò, lei lo amava ancora.
Mia sorella Asia, che ad allora aveva dodici anni, era confusa quanto me e avrebbe desiderato tanto dirmi che stava andando tutto per il verso giusto.
È sempre stata una persona molto dolce e molto forte. Ho sempre pensato che, anche se fosse arrivata l'apocalisse, lei avrebbe sempre pensato in modo positivo.
Quel giorno, i suoi lunghissimi capelli biondi, le illuminavano il viso e i suoi piccoli occhi verdi, mostravano la solita serenità. O almeno, per poco..
Era ormai passato un mese dal mio nono compleanno e ricordo ancora le lacrime che versai in quell'orribile giorno di festa. Le uniche cose che ricevetti quel giorno, furono una cartolina di Zurigo che non era stata regalata a me, ma mia sorella nel tentativo di migliorarmi la giornata, me la regalò.
Mentre piangevo, mia madre mi rassicurava sempre con la stessa frase: 'non devi preoccuparti, il papà non smetterà mai di volerti bene. Smetterà di voler bene a me, ma non alle sue figlie.'
Magari fosse stato così mamma, magari..
La sera stessa, mio padre, uscì e ritornò il pomeriggio del giorno successivo e mia madre, per entrambi i giorni, pianse.
Asia, in questi casi non sorrideva, ma non piangeva nemmeno. Rassicurava, eppure piccola com'era, lo faceva meglio di mia mamma.
In quei momenti la vedevo già come una seconda madre, con un carattere molto forte, a soli dodici anni..
Era mattina presto, io e mia sorella venimmo svegliate dalle emozioni che mia madre stava portando fuori di sé.
''Bambine mie, ho sempre cercato di darvi tutto quello che potevo. Ho sempre cercato di aiutarvi, di farvi stare bene. Non dovete pensare che anche io vi tradirò.'' disse tirando su col naso. In mano teneva un fazzolettino umido e alla vista di ciò, mi diressi verso il piccolo armadietto di legno, dal quale presi un rotolo di carta e da esso, ne strappai un pezzo.
I ricci capelli le coprivano la faccia e li usava per non mostrare il viso inzuppato dalle troppe lacrime.
A volte faceva finta di sistemarsi i capelli, mentre in realtà, si asciugava il volto.
Asia aveva capito, io no..
''Papà ha voluto cercare la felicità altrove Vanessa. Semplice.'' scoppiò Asia in un mare di lacrime, sedendosi sul freddo e grigio pavimento.
Non l'avevo mai vista così e questa volta, ero io a doverla consolare.
Piangemmo insieme, in quella stanza, dove si sentivano solo singhiozzi e parole accompagnate dal dolore.
''Mamma, tu sai sicuramente di più! Perché l'ha fatto?'' chiesi io tra gli infiniti singhiozzi.
Mi mancava l'aria, mi mancava lui..
Il mio punto di riferimento, mi aveva tradito..
''Piccola, sono cose che alla tua età non si possono capire. Ha trovato la contentezza in un'altra persona.'' spiegò mia madre, smettendo improvvisamente di piangere.
Mia madre è sempre stata una donna perfetta... perché allora?
Con gli anni ho iniziato a capire che, in certi casi e momenti, bisognerebbe pensare solamente a se stessi.
Difendere la nostra persona dalle cattiverie, dalle menzogne, da chi vuole solo il male da noi, da chi pensa di poterci usare.
Il dolore si è un po' alleviato con il passare degli anni, ormai quell'uomo non lo considero più come un padre.
Ce la siamo sempre cavate io, mia madre ed Asia e vorrei tanto mostrarlo a quel vecchio uomo incosciente.
Viaggiare mi ha sempre aperto la mente e il cuore e grazie a questa passione, sono cresciuta molto.
Forse a volte la scuola non serve, ma far parte di formidabili esperienze serve molto a noi stessi.
Una delle poche città italiane che mi mancano per il mio diario è quella che tutti definiscono la 'capitale' del Sud Italia.
Napoli, è nel cuore di molti ma nell'odio di tanti. È una città di cui si parla tanto oggi, ma sfortunatamente si sentono solo cose negative, o almeno, in gran parte spiacevoli.
Ma non mi farò sicuramente fermare dalle parole della gente, ma crederò solo a ciò che vedrò io stessa.
Costi quel che costi, raggiungerò quella città, perché c'è un posto nella mia mente, che l'aspetta.
Il mio primo viaggio è stato di quasi due ore, per Venezia.
Io abito in un minuscolo paese, non lontano dal centro di Padova.
Quest'ultima non è sempre tranquilla, spesso è anche pericolosa.
È un paese tranquillo, ma quando vuole, sa essere un uragano proprio come me, Vanessa.
Anche se ci vivo da quando sono nata, ammetto di non conoscerla completamente.
Non conosco bene nemmeno me stessa.
Sono una ragazza sincera, ma spesso nascondo tutto il mio dolore dietro ad una finta risata. Un po' come fanno tutti.
Sono dolce, ma allo stesso tempo stronza.
Mi fido poco delle persone. Troppo poco, per costruirmi dei rapporti umani.
Forse un giorno dovrei iniziare a dare più confidenza alle persone, ma ora non ci riesco proprio.
Io sono Vanessa e sono pronta a ciò che la vita mi metterà davanti.
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