Capitolo 7 | Vanessa
MESSAGGIO DA ASIA
''Sono le sette e pensare, che mi avevi promesso che saresti tornata prima delle cinque, perché eri sicura di non divertirti con Giacomo.''
Ma quanto sono stata stupida? Asia aveva ragione e dovrei smetterla, di farmi sempre delle aspettative negative sulle persone.
''Ora devo andare.''-sussurro, alzando le spalle timidamente.
''Allora ci vediamo..''-dice e annuisco avviandomi verso casa.
''Arcuri! Non ho il tuo numero!''-urla ridendo alle mie spalle e mi giro di scatto, unendomi alla sua risata.
''Chiedilo a mia sorella.''-gli urlo, sorridendo.
''Dai, era una scusa per salutarti meglio.''-dice correndo verso di me.
Non capisco cosa intenda, ma mi è tutto più chiaro quando lo vedo avvicinarsi a me con le braccia spalancate.
''Sei una ragazza d'oro.''-dice accarezzandomi lentamente la schiena e io non faccio altro che sorridere.
''Ma allora sta' scintilla si è accesa, sì o no? Non può essere un no!''-esclama mia sorella mentre scendiamo le scale di casa, con i sacchi dell'immondizia in mano.
Gli unici rumori che si sentono, sono le nostre infradito che si muovono all'unisono e i nostri discorsi, su ciò che è accaduto oggi.
''Asia, il sostantivo 'amici' lo conosci? Perché sarebbe ora che lo iniziassi a conoscere.''-le dico scherzosamente, tirandole una leggera gomitata.
''Ehm, no. Io e le amicizie con i maschi, sono come me e la filosofia: opposti.''-dice gesticolando con le mani, dopo aver posato il suo sacco sull'asfalto.
''Ma se prima di stare insieme, tu e Mattia, eravate migliori amici... come fai a non credere in una semplice amicizia tra un ragazzo e una ragazza?''-le domando schiarendo la voce.
''Non lo so, Vanessa. Io sin da subito ho pensato che, prima o poi, avremmo smesso di essere semplici amici. Infatti, così è stato.''-spiega grattandosi la nuca, confusamente.
''Va bene come la pensi tu, ma non vuol dire che debba succedere anche tra me e Giacomo.''-le sorrido e nell'imbarazzo, abbasso lo sguardo sugli scalini che diminuiscono sempre di più.
D'estate, il mio solito, è quello di svegliarmi presto alla mattina. Proprio come questa mattina, nella quale non ho fatto nessuna eccezione. Siamo in tre a casa e sono stata la prima a svegliarmi.
Facciamo sempre colazione tutte insieme: mi dirigo in cucina silenziosamente e attendo il risveglio di mia madre e di mia sorella.
Sono le sette e intravedo i raggi di sole, che passano nelle fessure delle tapparelle scure. In cucina, si sente solo il rumore delle lancette dell'orologio e questa cosa, mi rasserena molto.
Il piano cottura è ben sistemato, ma sul marmo bianco c'è qualcosa di colorato che attira la mia attenzione. È un giornale e, per diminuire l'attesa, mi alzo piano piano e allungo il braccio per afferrare la rivista.
''Se tu avessi una vestaglia scozzese indosso, un caffè pronto in mano e un quotidiano sotto i tuoi occhi, sarebbe la classica scena che vedo sempre in televisione.''-pensa a voce alta mia sorella, entrando nella stanza insieme a qualche sbadiglio.
''Mi hai spaventata.''-le dico, chiudendo di colpo la rivista.
''Lo so. Hai contagiato sia me che la mamma con i tuoi precoci risvegli.''-dice scherzosamente, mentre sentiamo la voce di mia mamma che entra nella stanza.
''Buongiorno bambine.''-ci canzona nostra madre.
Con i capelli raccolti in una disordinata cipolla e con i pantaloni lunghi fino a metà coscia, si avvicina alla finestra ed inizia ad alzare le tapparelle.
''Ma come mai vi siete svegliate così presto? Io sono giustificata, perché per me è di norma ormai.''-sorrido ad entrambe.
''Non ne ho idea. So solo che mi sono svegliata con una voglia assurda di pancake e, se me lo permetti, vorrei iniziare a preparare l'impasto. Va bene che Gesù era un uomo parecchio generoso, ma non penso che possa passarmi dall'alto una ciotola con l'impasto.''-dice allegramente mia sorella battendo le mani e avviandosi verso i fornelli.
''Un senso dell'umorismo mattutino direi.''-rido avvicinandomi verso di lei per prendere le tazze.
''Ieri pomeriggio ho ricevuto una telefonata dall'ufficio. Mi hanno confermato le ferie che avevo richiesto per agosto, dal 4 al 19 per la precisione.''-inizia il suo discorso, alzando lo sguardo su entrambe.
''Continua.''-dice Asia con un'aria così affamata, che oltre ai suoi pancake si mangerebbe anche il piatto.
Deve essere proprio soddisfatta dei suoi pancake.
''Come ogni normale essere umano, non vorrei passarmi queste due settimane prive di lavoro, a casa. Volevo organizzare una piccola vacanza con voi, ma non ho la più pallida idea di dove potremmo andare."-continua mia madre, grattandosi il mento.
''Io avrei un'idea, ma sono sicura che quella di Vanessa sarà più interessante. Vero Vanessa?''-mi domanda con un sorriso malizioso.
''Io non ho mica detto di avere idee.''-dico fulminandola.
''Dai, non fare la finta tonta. Ce l'hai da tanto questa idea. Non ti sarai mica scordata di quel luogo, che volevi tanto visitare.''-borbotta avvicinandosi lentamente a me.
La guardo con aria confusa.
''N. Devo farti il gioco dell'impiccato o ti ricordi?''-dice scoppiando in una grossa risata e nel frattempo, mia madre, ci fissa con aria confusa.
''Uh, ehm, cioè, si! Napoli, napoli.''-ribatto incerta, fissando questa volta, mia madre.
''Mh, non è male come idea. Anzi, penso sia un'idea grandiosa.''-pensa a voce alta, guardando il soffitto.
''Staremo in un hotel?''-domando.
''A quello ci penso io, voi non vi preoccupate. Sono sicura che la amerete quando arriveremo lì!''-esclama mia madre.
''Napoli, sicuramente.''-esclamiamo in coro io e mia sorella.
''Lo spero. Ma il mio 'amerete' era riferito a ben altro, come dite voi giovani? No spoiler?''-si nasconde in una piccola risata.
''La meta è stata decisa, ora dobbiamo vedere quando e come partire.''-batte le mani Asia, appoggiando i piatti nel lavello.
''Eccitata, all'idea di andare in vacanza?''-ride mia madre, guardando mia sorella in piedi.
''Caspita, sì! Da quanto è, che non ci concediamo una vacanza in famiglia?''-formula ad alta voce Asia.
''Lo so, hai ragione tesoro. Ma finalmente è arrivato il momento, non credi anche tu Vanessa?''-ci sorride nostra madre, afferrando le nostre mani.
''Caspita, sono quasi le nove e non abbiamo fatto altro che parlare di vacanze!''-ride mia madre battendosi una mano sulla fronte.
''Se volete, posso iniziare a guardare i biglietti per il treno.''-propone Asia.
''Va bene, capo.''-la prendo in giro.
''Non vedo l'ora di partire. Una vacanza, in un posto fantastico, con le mie bimbe.''-sussurra nostra madre abbracciandoci.
''Mamma, non siamo più bambine. Non vedi come se ne va in giro Asia, in totale autonomia?''-dico ridendo.
''Ma per me, rimarrete sempre le mie bambine.''-sussurra con le lacrime agli occhi.
''E poi ti offendi, se ti faccio gli auguri anche alla festa del papà.''-piagnucola Asia, stampando un bacio sulle calde guance di mia madre.
Appoggiata al petto di mia madre, socchiudo gli occhi e inizio a immaginare come sarà la nostra vacanza e la fine del mio diario.
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