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Capitolo 10 | Asia

''Pronto, Mattia?''-domando mettendo il vivavoce.

''Buonasera piccola. Come stai?'-ribatte dolcemente.

''Bene e tu tesoro?''-sbadiglio.

''Bene. Sei già stanca? Se vuoi ti chiamo io domani.''-propone.

''No tranquillo, mi piace parlare con te.''-articolo spensierata.

''Anche a me.''-dice a sua volta.

''Perché tuo fratello ha mentito a Vane?''-domando diretta e fredda.

''Ma quando?''-ride.

''Sono seria. Oggi Giacomo, non solo ha dato buca a mia sorella, ma le ha pure detto che stava male.''-gli spiego.

''C'è sicuramente qualcosa sotto. Forse non voleva far sapere a Vanessa che si è fidanzato.''-pensa ad alta voce.

''Che c'è di male? Dopotutto sono amici, Vanessa non se la prenderebbe mai per una sciocchezza simile.''-ribatto ridendo nervosamente.

Non tollero le persone che si prendono gioco di mia sorella e voglio andare fino in fondo. Voglio capire perché sta succedendo.

''Sicura? A me sembrava parecchio attratta da Giacomo.''-dice tranquillamente.

''Ti stai sbagliando di grosso, a Vanessa non piace nessun ragazzo e fidati non mi sta mentendo.''-ribatto fissando il vuoto.

Mattia non sa che dire, non dice niente. Se non dice niente lui, sarò io a dire qualcosa.

''Potresti tener d'occhio tuo fratello? Questa ragazza non mi fa impazzire, sembra che gli voglia mettere i piedi in testa. Dopotutto per me è come un fratello che non ho mai avuto e non vorrei mai che qualcuno gli facesse del male.''-concludo con aria malinconica.

Voglio bene ad entrambi, sia a Giacomo che a Vanessa.  

''Certo, lo farò. Ora devo proprio andare. Questa volta sono io, quello stanco! Buonanotte amore mio.''-sussurra.

''Non sono stanca! Quante volte te lo devo dire? Notte.''-sbotto riattaccando.



Oggi è un nuovo giorno, Vanessa e mamma sono uscite e voglio preparare un ottimo pranzo per loro.

Voglio stupirle e renderle felici.

 Allora decido di andare in totale autonomia al supermercato più vicino del mio paese.

Voglio fare un pranzo a base di pesce: prendo le cozze, le vongole e gli anelli di totano.

 Appena mi dirigo ai banchi-frigo per prendere l'insalata, noto una presenza che attira il mio occhio: alla fine della corsia ci sono Giacomo e una ragazza sconosciuta. Giacomo la prende per i fianchi e la bacia, e quel gesto mi fa capire che quella ragazza, non è una semplice ragazza, ma la sua fidanzata. 

La mia mente, si divide in due: una parte mi dice di andarlo a salutare e di chiedergli spiegazioni, l'altra mi dice che sarebbe una perdita di tempo e di ignorarlo. 

Allora opto per la seconda idea e mi dirigo alle casse. Mentre mi incammino, i nostri sguardi si incrociano ma non ci diciamo niente.

Dopo aver pagato, mi dirigo fuori verso la mia amata macchina e vedo Giacomo che si piazza tra me e la macchina.

 Questa volta è da solo e ha uno sguardo che non promette bene.

''Ciao Asia.''-saluta lui freddo.

''Ciao, scusa, ma devo andare. Vanessa mi aspetta.''-dico in tutta fretta. Appena pronuncio il suo nome, vedo i suoi occhi che si illuminano.

''Come sta?''-domanda bloccandomi per un braccio.

''Perché non lo chiedi a lei?''-sbotto e finalmente, mi lascia andare. 

Perché non può chiedere direttamente a lei come sta? Sono sicura che quella ragazza gli abbia fatto il lavaggio del cervello. E deve anche sapere che, se la storia andrà avanti così, la farò pagare ad entrambi. A lui, farò un bel discorso e lo farò ragionare. Perché? Perché gli voglio comunque bene.





''Tesoro, è tutto squisito. Ti ringrazio, ma se vuoi metto apposto io.''-si complimenta mia madre.

''No, mi aiuterà Vanessa. Tu vai a riposare.''-rispondo e si dirige in soggiorno.

''Bene, io lavo i piatti e tu sistemi la tavola.''-ordino e Vanessa annuisce.

''Comunque indovina chi ho visto oggi al supermercato.''-la sfido.

''Mh, una tua prof?''-tenta inutilmente.

''No. È un ragazzo e... lo conosci.''-le suggerisco.

''Giacomo sicuramente.''-ride mia sorella, cercando di dimenticare tutto.

''Si, con la sua fidanzata. Poi sono uscita ed era solo. Mi ha chiesto come stavi e gli ho detto che poteva benissimo chiederlo a te.''-spiego.

''Risposta migliore non poteva esistere.''-dice battendomi il cinque.

Non pensavo che l'avesse presa così bene. È rimasta, dopotutto, la stessa Vanessa forte e coraggiosa, dopo lo schifo creato da suo padre. O meglio, nostro padre.

''Beh, sembrava che gli importasse veramente. Quando me lo ha chiesto si è girato a vedere se arrivava qualcuno. Per un nanosecondo ho pensato che volesse aggredirmi.''-scherzo.

''Devo assolutamente parlargli.''-dice estraendo il telefono dalla tasca dei suoi jeans.

''Forse dovresti aspettare che ti scriva.''-ipotizzo e proprio in quel momento il suo telefono vibra per qualche secondo.

''Dimmi, quando rifarai un pranzo del genere?''-sorride, rimettendo il telefono in tasca.

''Quando ne avrò voglia, non sarebbe una cattiva idea rifarlo.''-gioisco.

''Stavo riguardando le tue doti da chef. Bravissima.''-sghignazza.

''Allora, chi era al telefono?''-domando uscendo dalla cucina insieme a lei.

''Giacomo.''-spicca.

''Vi vedete oggi?''-le domando e annuisce.

''Sono curiosa di sapere che cosa ha da dirmi.''-ammette.

''Anche io. Devi già andare?''-le chiedo.

''Tra tre quarti d'ora devo andare in centro, ma sarà meglio se inizio a prepararmi. In tutti i sensi.''-ride, mentre apre il suo piccolo armadio.

''Se vuoi posso..''-azzardo a dire.

''No tranquilla. Non serve che mi presti qualcosa, è solo un attimo per chiarire la situazione.''-mi sorride e le sorrido anche io.

Tra noi due si è creato un silenzio, che non mi risulta per niente imbarazzante, anzi.

I suoi silenzi mi confortano molto e proprio per questo, ci abbracciamo.

Spero proprio che risolvano quei due. Per questa volta chiuderò un occhio, sono sicura che non lo farà più.

Stanno creando un bel rapporto di amicizia e sarebbe un vero peccato, rovinarlo per una stupidaggine simile.

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