Capitolo 6
All'improvviso, Noah girò il viso e i suoi occhi incontrarono quelli di Alex, si incatenarono, blu nel verde e verde nel blu.
Nessuno dei due riusciva a distogliere lo sguardo, erano entrambi troppo presi a contemplare l'altro.
Noah gli parlò questa volta, stranamente,in modo civile. <<bello vero..? >>mormorò in un sussurro.
Alex non seppe dire se si riferisse al paesaggio o ad altro, incantato com'era.
Si costrinse a tornare al presente, nonostante i suoi occhi continuassero ad essere incatenati a quelli del ragazzo. <<si è...è bellissimo...>>mormorò a sua volta.
Lui si aprì in un piccolissimo sorriso che durò davvero poco, così poco che Alex pensò di esserselo immaginato ma, in quel poco tempo, era già riuscito a togliergli il respiro.
In quel momento gli sembrò stranamente ben disposto ad intavolare una conversazione con lui, quindi non si fece sfuggire l'occasione di conoscerlo un pò, finalmente.
<<Ehm...>>si schiarì la voce. <<posso sapere...ecco...quanti anni hai? >>chiese con un poco di titubanza.
Lui lo guardò, sembrava titubante, ma poi gli rispose. <<diciannove....tu invece..? >>
Diciannove....aveva diciannove anni.Alex si ritrovò a sorridere, aveva solamente un anno in più di lui.
<<Diciotto>>si passò una mano tra i capelli, in un gesto che voleva dissimulare l'imbarazzo che stava provando lí,di fronte a lui.
<<Alexander,vero? >>chiese Noah per esserne sicuro.<<pensavo fossi più grande in realtà, sei piuttosto bravo con la chitarra sai..? Quindi, bé, ho pensato che studiassi qui a Londra da parecchio tempo>>gli disse stringendosi nelle spalle.
Alex era sconcertato, gli stava parlando in modo così naturale...quasi non gli sembrava vero.
<<Bè, ecco...in verità sono arrivato qui alla fine dello scorso anno, non sono di Londra>>si mordicchiò il labbro.
Questa volta lo sorprese sul serio, lo vide dai suoi occhi leggermente sgranati. <<oh, e di dove sei? >>gli chiese. Alex avrebbe potuto giurare di avvertire una leggera nota di curiosità nella sua voce.
<<Sono di Edimburgo>>
<<Wow, lontanuccio eh? >>ridacchiò Noah per poi giocare con il piercing che aveva sul labbro inferiore.
<<Mmh, già >>accennò un sorriso. <<tu invece...sei di qui? >>Alex era davvero curioso di saperlo.
Noah annuí semplicemente, continuando a guardarlo con quegli occhi magnetici ma al tempo stesso inquietanti.
Alex si schiarí la gola imbarazzato e puntò nuovamente il suo sguardo verso il vetro, dio quegli occhi!
<<Ci sei mai stato al London Bridge? >>gli chiese Noah dopo un pò.
Alex riportò nuovamente il suo sguardo in quello del riccio, cercando di mantenersi lucido. <<ehm, no mai...>>
Noah sorrise e lo guardò negli occhi.
<<allora stasera farai molte nuove esperienze>>era lui a pensare male, o aveva usato volutamente un doppio senso?!
Scosse la testa per scacciare quel pensiero assurdo. Stava impazzendo sempre di più...
Per tutto il resto del tempo in cui durò il giro i due ragazzi si scambiarono qualche parola,Alex era fortemente a disagio quindi non riusciva nemmeno a trovare argomenti di cui parlare mentre lui...lui era tranquillo, e a volte lo sorprendeva a guardarlo.
Poco dopo la giostra si fermò, il giro era finito.
Alex avrebbe voluto rimanere lassù con lui perché, anche se era a disagio, gli era sembrato di essere riuscito a sfiorarlo in qualche modo,di essere riuscito a ritagliarsi un piccolo spazio nella sua vita.
Si diede dell'idiota mentalmente.
Sul serio...un piccolo spazio nella sua vita?!
Alex per Noah non era nessuno...e questa consapevolezza gli faceva male, lo faceva sentire...vuoto.
Scesero dalla giostra e si diressero verso l'uscita, Alex cercò Aaron con lo sguardo ma non lo vide.
Che se ne fosse andato..?
Sospirò e si morse il labbro.
Noah era rimasto accanto a lui, solo ora se ne accorse. Lo guardò.
<<Allora...andiamo..? >>gli chiese quello.
Fu allora che ricordò...il London Bridge, dovevano andarci insieme...giusto.
Alex era così...entusiasta all'idea di trascorrere altro tempo in sua compagnia perché, in fondo, non si era rivelato essere tanto male.
Si incamminarono insieme lungo la strada, uno di fianco all'altro, vicini ma non troppo.
Alex si guardò attorno ammirando la città immersa nella notte, le luci dei lampioni e delle decorazioni natalizie a rischiararla, semplicemente unica Londra.
Noah improvvisamente gli rivolse la parola, facendolo sussultare. <<allora...suoni altri strumenti oltre alla chitarra? >>
<<Si, suono il pianoforte...ma non sono come dire...eccellente in questo>>ammise con una risatina imbarazzata.
<<Mmhh>>Noah rise appena. <<non c'è nulla di cui tu debba vergognarti, non è facile come strumento...io ho imparato a suonarlo in maniera impeccabile, ma solo grazie ad anni di pratica e un maestro che sapeva il fatto suo>>gli rivelò mettendo con fare noncurante le mani nelle tasche dei suoi jeans.
Lo guardò. <<capisco...doveva essere davvero bravo il tuo maestro..>>dedusse dato che aveva sentito Noah suonare il piano e, cazzo, non c'era nessuno in tutta la scuola in grado di farlo come lo faceva lui!
Lui ridacchiò e scosse la testa. <<sono solo particolarmente talentuoso>>disse con un ghigno in volto.
<<Modesto...>>borbottò Alex.
Noah lo sentí e scoppiò a ridere ancora più fragorosamente di prima.
Dio, la sua risata! La sua fottuta risata!
Era qualcosa di spettacolare, un suono magico, che Alex avrebbe voluto sentire sempre...
Continuarono a parlare di cose futili per tutto il resto del cammino, fino a quando non arrivarono in prossimità del London Bridge.
Era...era...wow! Tutto illuminato, sembrava un luogo magico,incantato ed immerso nell'oscurità, ne rimase affascinato.
Mentre Alex si perdeva ad ammirare il ponte, Noah stava guardando lui, ne percepiva gli occhi perforargli la schiena;aveva un leggero sorrisino stampato in volto quando giunse al suo fianco.
Alex lo guardò. Osservò il profilo della sua figura, era così vicino a lui...se avesse allungato una mano avrebbe potuto sfiorare la sua,ma non lo fece.
Alex si morse il labbro, proprio nel momento in cui Noah si voltò verso di lui. A quel punto sentí un forte sapore metallico in bocca, il sapore del sangue..
Vide Noah annaspare come in cerca d'aria, gli occhi divennero improvvisamente rosso sangue, al loro interno sembrava divampare un'incendio.
Ne rimase affascinato e terrorizzato al tempo stesso.
Noah, invece, si era portato una mano alla bocca, respirava lentamente. <<io...scusa...devo...andare...>>gli disse a fatica, tra un ansimo ed un altro, e poi corse via.
<<Noah! >>lo richiamò provando a stargli dietro ma fu materialmente impossibile perché, non appena voltò l'angolo, il moro era sparito. Volatilizzato nella notte...
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