Capitolo 8
Capitolo 8*
Sentivo la rabbia e la preoccupazione scorrermi nelle vene, mentre percorrevo le buie e decadenti strade di Città di Sotto. Le mani mi prudevano, mentre pensavo a mia sorella nelle mani di quel maledetto del mio ex migliore amico, che tra tutti credevo fosse quello di cui avrei sempre potuto fidarmi nonostante i diverbi che negli anni ci avevano diviso.
Non fu difficile trovarlo, dopotutto Coal non era di certo il tipo che sapeva nascondersi; lui voleva sempre essere al centro dell'attenzione, farsi amare e ammirare dagli altri, nonostante in realtà fosse il più infimo di noi. Una volta anche io lo ammiravo, era stata una delle persone più importanti della mia vita; o almeno, prima che scoprissi che per lui non ero altro che un misero oggetto.
-Parola d'ordine? – mi chiese uno dei suoi seguaci, che faceva da sentinella davanti alla porta di una lussuosa villa, che era il "centro cittadino" e sede del capo dei Nephilim, o per lo meno avrebbe dovuto esserlo. Dopotutto, Coal si era preso solo quel seggio vacante, ma in realtà puntava solo a quella carica che non era ancora stata decisa fosse davvero la sua e sinceramente non ci tenevo a vederlo in quella posizione; era solo un bastardo egoista che pensava più a se stesso che agli altri e una persona come lui era l'ultima al mondo a poterci guidare contro le cellule.
In quel momento il viso di Neon riaffiorò nei miei pensieri e quasi sorrisi; lui sì, che sarebbe stato uno splendido capo per tutti noi. Poco importava se era una ex cellula e non un Nephilim. Per quanto mi riguardava poteva anche essere un coniglio parlante a guidarci, bastava solo che potessimo vivere in pace e senza più paura; inoltre, Neon sarebbe stato benissimo con una divisa addosso, così tanto che mi sarebbe piaciuto togliergliela, magari giocando con lui sulla scrivania.
Possibile che non mi fosse bastata solo quella volta di poche ore prima? Dannazione, Neon si stava rivelando una vera e propria droga dalla quale non riuscivo a disintossicarmi. Volevo sempre di più inalarla, toccarla, sentirne il sapore e percepirla scorrere nelle mie vene, entrare nel mio corpo e renderlo malleabile come argilla, caldo e bollente come il fuoco della dea Vesta.
-Non mi serve. – dissi –Sono qui solo per sfigurare la faccia di quel gran pezzo di sterco di Coal. – sapevo che questa non sarebbe stata comunque la chiace per farmi entrare, quindi mi limitai a prendere uno spray al peperoncino, che avevo trovato una volta a Città di Sopra, e glielo spruzzai negli occhi, accecandolo e facendolo urlare di dolore.
Sorrisi ed entrai nella villa. Non cercai neppure di nascondermi, semplicemente, arrivato al centro dell'atrio mi guardai attorno.
Quel luogo era lussuoso, pieno di oro e cristalli; probabilmente, tutte cose che avevano trovato o sottratto alle cellule rischiando la loro vita e lasciando che qualcuno morisse per loro mano inutilmente. Avevo sempre disprezzato l'avidità di Coal, il suo gusto per il lusso sfrenato e in effetti tutto ciò che facesse o lo riguardasse. Non mi ricordavo neppure perché una volta lo avessi stimato così tanto; non era mai stato neppure bravo a letto.
-Coal! – urlai, mentre tutti gli abitanti di quella casa mi osservavano ed erano pronti ad attaccare. Molti visi mi erano nuovi, altri invece li conoscevo perfettamente, tuttavia, sapevo che non mi avrebbero lasciato passare. Non ero più nel loro giro da quando mi ero rifiutato di mettermi il collare di quell'inetto bastardo che aveva rapito mia sorella solo per ottenere qualcosa in cambio, che però non avrebbe mai potuto possedere davvero.
Io non sarei mai stato suo.
Non dovetti attendere molto che lui arrivò, scendendo le scale, mia sorella gli teneva la mano e non appena mi vide sorrise così ampiamente che quasi mi venne da piangere. Lasciò la mano del suo rapitore e corse da me, io mi inginocchiai e aprii le braccia per accoglierla e lei fu subito contenta di abbracciarmi.
-Stai bene? – chiesi, stingendola a me.
Lei annuì e poi mi guardò con i suoi bellissimi occhi, felice che io fossi lì per lei. –Sto bene, zio Coal mi ha regalato anche una bambola, la vuoi vedere? – chiese euforica.
Io le scostai una ciocca di capelli dietro le orecchie e annuii, sorridendole, prima che lei scappasse di nuovo di sopra, lontano dalla mia vista, ma forse era meglio così.
Mi alzai lentamente, quasi barcollando come se fossi ubriaco e poi serrai gli occhi e bruciai con lo sguardo quel ragazzo di cui conoscevo ogni cosa: i suoi morbidi capelli castani, i suoi occhi eterocromatici, uno verde e l'altro color del topazio.
Mi avvicinai a lui molto lentamente, fino a stargli di fronte. Mi guardava in silenzio dall'alto al basso, a causa della sua statura slanciata, mi sorrideva strafottente come a voler dire: "visto? Alla fine sei tornato da me".
-Ehi Coal. – lo chiamai, mentre dentro tremavo. Come sempre all'improvviso le mie emozioni presero il sopravvento anche sui miei poteri, che iniziarono a far piovere all'interno di quella stanza, ricreando una sorta di temporale, anche con qualche saetta qua e là.
Lui non si scompose, rimase a guardarmi con quell'aria superiore senza parlare, curioso di vedere quale reazione avrei avuto, cosa gli avrei mostrato. Avevo sempre invidiato la sua sicurezza, ma negli ultimi anni non mi aveva fatto provare altro che gran pena per lui che aveva intrapreso quella strada piena d'odio che non lo aveva portato da nessuna parte, se non a sacrificare così tante vite da non poterne tenere il conto.
-Sei arrabbiato? – chiese all'improvviso, scendendo l'ultimo scalino e abbassandosi appena alla mia altezza –Eppure, non sono io quella che ha lasciato da sola la propria sorella per fraternizzare con il nemico; con quella feccia. -.
Non mi controllai, non riuscii neppure a capire cosa stessi facendo o solo prevedere i miei stessi movimenti. So solo che all'improvviso il mio pugnò si abbatté sul suo viso così forte da sentire uno strano rumore; tuttavia, non capii immediatamente se si trattò della mia mano o della sua mascella.
Coal si ritrovò a terra, il labbro spaccato, mentre la mia mano ricadde al lato del mio fianco, leggermente sporca e dolorante.
All'improvviso era come il mondo si fosse fermato, sentivo lo sguardo di tutti su entrambi, perfino quello di Nadia che era finalmente tornata con una bambola grande quasi quanto lei. Sapevo quanto le adorasse, quanto ne avesse sempre desiderata una; tuttavia, io non avevo mai potuta dargliela.
Mi sentivo geloso, irritato sia come fratello che come quasi amico di Neon. Sapevo che ciò che c'era tra noi non poteva essere definita né amicizia, né amore, ma non potevo perdonarlo. Semplicemente non potevo.
-Nadia. – chiamai mia sorella senza guardarla, il mio sguardo pieno di disprezzo era solo per quel vecchio amico che era cambiato così tano che stentavo a riconoscerlo. Dov'era finito quel bambino gentile che odiava la violenza? Quello che più di una volta mi aveva tirato fuori dal guai e che aveva sempre curato le mie ferite e mi aveva offerto la sua spalla su cui piangere? Davvero l'odio poteva cambiare così tanto una persona? O forse era il dolore che lo aveva fatto mutare e diventare ciò che in quel momento avevo dinnanzi?
Coal rise, passandosi una mano tra i capelli e ritirandoli indietro –Credi davvero che ti lascerò andare? Sai che non funziona così. Tu hai tradito la tua gente. -.
-Io non ho tradito nessuno. Neon non è come le altre cellule e se provassi a conoscerlo lo sapresti. – non sopportavo la sua voce velenosa, i suoi commenti verso quel ragazzo che sapevo avere così tanto dolore addosso da non essere niente in confronto al mio.
Quei tatuaggi che si era affisso sulla pelle, la premura che aveva per suo fratello, la sua preoccupazione verso i miei confronti anche se non era tenuto ad averne, visto che in fondo eravamo totali sconosciuti l'uno per l'altro... lui non era feccia.
Coal si alzò e mi prese per i capelli, me li tirò, ma io non fiatai. L'acqua ancora ci bagnava e Nadia rimaneva immobile sulle scale, confusa e spaurita a causa della scena che le si stava presentando davanti agli occhi.
-Io e quel verme non abbiamo niente a che fare. – ringhiò e io gli sputai in faccia.
-Il verme sei tu che circuisci i ragazzi solo per mandarli a morire. Quante volta hai rischiato la tua vita Coal? Neon è diverso. – continuai a difenderlo.
-Ti sei innamorato del nemico Matar? – mi chiese con aria sprezzante.
-Sì. – risposi ancor prima di pensare, rendendo il suo sguardo sconvolto, che si trasformò poi in una rabbia che mi tolse il fiato a causa dei suoi poteri.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro