Ti va di scommettere, Malfoy?
HERMIONE'S POV
Lo guardo strofinarsi gli occhi lucidi, probabilmente per il sonno.
Mi guarda, poi si impunta su nostra figlia.
È così bello poterlo dire.
Nostra.
Figlia.
Nostra figlia.
Lo urlarei alla persona più sorda del mondo, oltre le montagne.
«Cosa ci fai qui?», si siede sul letto.
«Se vogliamo che funzioni, la parte deve essere di tutti e due. Tu hai eliminato ogni segno di orgoglio e pregiudizio e narcisismo, e tutto questo lo hai fatto per me», poso la mano sulla sua che impugna la bacchetta.
Scuoto la testa e gliela faccio abbassare.
«Tu...ricordi?».
«Cosa te lo fa pensare?».
«I tuoi occhi... si sono illuminati. Non l'hanno mai fatto con qualcun'altro».
Gli sorrido, facendo accostare Elizabeth al centro, le rimbocco le coperte e le asciugo le lacrime che le erano rimaste impresse sui lineamenti ora rilassati.
«E tu non hai ore di sonno arretrato».
«Cosa te lo fa pensare?».
«Ti va di scommettere Malfoy?».
Sorrise anche lui, tornando poi serio.
«Perché sei qui?».
«Perché ci siamo promessi di costruire una casa nostra. Non sarà mai nostra se non viviamo insieme».
«Tu...sei sposata legalmente e...».
«Ho firmato le carte del divorzio. Ron e gli altri mi hanno detto tutto. La prossima volta che qualcuno ti darà dell'idiota, non ti difenderò».
«E sentiamo... se accettassi di rileggere le nostre promesse, cosa mi daresti in cambio?».
Mi guarda ancora, mentre infierisce della mia tachicardia.
Mi manda in crisi, al punto da domandarmi se è reale.
Non esito più.
«E tu? Tu non sei stanco di questo gioco?», poggio i miei glutei sopra la gamba destra piegata sul materasso.
Oso giocare con le sue labbra a mio vantaggio, sento il mio cuore esplodere di felicità.
Cerco la sua mano che trovo subito, la intreccio e lascio sopra di essa una mela verde.
«Che cosa...», mi guarda di nuovo.
«Questo. Ti offro questo».
È poco, ma è felice.
Siamo felici.
Come un uomo saggio che nutre la mia intera stima disse una volta, la felicità si nasconde negli attimi più tenebrosi se solo si ricorda di accendere la luce.
Ne morde un po', bagnandosi di nuovo le labbra.
Mi avvento sopra di lui, tenendolo ben assestato sotto di me.
«Vuoi ancora giocare, Granger?».
«Direi che la parte della Regina dei Grifoni mi piace, ma quella della Regina delle Serpi mi sta tentando», la mela gli cade dalle mani in un rumore inesistente, nel frattempo lascio i segni violacei di mio passaggio sul suo collo.
«Quindi? Chi domina di più? Il serpente o la leonessa?».
«La leonessa è forte, il serpente è furbo».
«Non hai risposto, che maleducata che sei», sbuffa divertito.
«La leonessa è invincibile, ma il serpente sa avvelanare. Entrambi, se insieme, sono i più forti di tutta la Savana e più».
Si muove d'impulso, scambiando i ruoli.
Lo guardo sopra di me, con il ciuffo biondo che gli ricade sulla fronte.
«Il caro Weasley che dice?».
«Mi ha detto che si è ricreduto, sul tuo conto. Dice che sei leggermente buono».
«Uhm, è pur sempre un qualcosa. Potter che ci racconta?».
«Vive con Ginny e i figli in mezzo al verde».
«E a te come piace? Prati o città?».
«Città, lo sai», lo squadro.
«E se, guarda caso, la casa di Londra fosse ancora disponibile... ci andresti?».
«SCHERZI?», mi tappo subito la bocca per non svegliare la bambina.
«So che ti piace il caos, perciò...», inizia, ma lo interrompo.
«Hey, guarda che nemmeno tu sei Santo! Anzi, fra noi due...», mi interrompe poi lui.
«Guarda un po' la piccola Granger che passa all'attacco...».
«Ron si è preso Hugo», gli rivelo di scatto.
Legge la mia tristezza, quando i miei occhi vogliono essere guardati solo dai suoi.
«E?».
«E lui ha acconsentito».
Mi tende la mano e la afferro, ritornando seduta.
«E... come stai?».
Mi asciugo una lacrima.
«Se Hugo sta bene, sto bene anch'io. Potrò vederlo una volta a settimana, e Ronald potrà vedere Rose sempre una volta a settimana».
«No, aspetta... vedere...Rose?».
Sorrido.
«Ho preso la sua custodia. Ho pensato a tuo figlio e so che ha un debole per lei. Non sono affari che ci riguardano, ma... credo proprio sia ricambiato».
«Potranno stare insieme sotto lo stesso tetto e non solo vedersi tra i corridoi di Hogwarts o infiltrarsi nei dormitori di notte...».
Lo ammonisco con un colpetto, allusorio.
«Non ricordarmelo!».
«Ma nessuna è come te, amore mio».
Lo butto giù con la testa sul cuscino.
«Ruffiano», mi stendo anche io, diviso da lui perché la bambina è in mezzo.
«Ti rendi conto?», sorride come un ebete guardando il soffitto. Sorrido anche io perché l'ho colto in fragrante.
«I Malfoy hanno un vero debole per le Granger».
«Tecnicamente, sarebbe una Weasley».
«Tecnicamente, Weasley non ha fatto da solo».
«Tecnicamente e fisicamente, è molto più simile a lui che a me».
«Tecnicamente e fisicamente, Granger, non me ne frega un cazzo».
Elizabeth si accolla su di me, non accennando alcuna ragione per lasciarmi respirare.
«È così premurosa...».
«Aspetta domani, Granger. Aspetta, domani», dice con occhio aperto e l'altro chiuso.
«Mi sei mancato».
«Sei troppo sentimentale. Stai e stiamo esagerando veramente».
«Mi sei mancato, Malfoy».
«Anche tu, Granger», mi sussurra in dormiveglia.
Mi espongo non troppo per potergli accarezzare il braccio, Marchio Nero incluso.
Sento la sua tensione allentarsi, in un flebile sospiro.
La pace dei sensi.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro