Sangue
Quell'odio-amore esternato dall'arazzo💫
"All of these lines across my face
Tell you the story of who I am
So many stories of where I've been
And how I got to where I am
But these stories don't mean anything
When you've got no one to tell them to
It's true, I was made for you
I climbed across the mountain tops
Swam all across the ocean blue
I crossed all the lines and I broke all the rules
But baby I broke them all for you
Because even when I was flat broke
You made me feel like a million bucks
You do and I was made for you"
-Sara Ramirez
Hermione si era decisa ad affrontare il mondo.
Uscì allo scoperto, avanzando con determinazione.
Quella stessa determinazione che era parte di Draco e che lui le aveva strappato via.
Le aveva prosciugato le lacrime, interesse, aspettative.
Il caffè si era raffreddato, come il freddo del suo letto senza di lui.
Odiava appartenere al fuoco perché lui faceva parte del ghiaccio, ma alla pari lo amava perché sapeva che loro due non si sarebbero potuti toccare.
Non sapeva chi incolpare.
Il presente puó mutarsi in passato in attimi, si può ripercuotere nel futuro dopo un istante di confusione.
Camminava, mentre la gente proseguiva il cammino sola o in compagnia.
Guardava i ragazzi prendersi per mano e si chiese a chi appartenesse.
Non era più intatta, composta da tutti i pezzi.
Era un po' più accecata dalla malinconia, tuttavia manteneva lo sguardo sulle scarpe.
Non si curava di scontri spiacevoli, poiché avrebbe ripreso i suoi passi con o senza imprecazioni.
Sarebbe passato tutto, anche l'illusione di rivederlo seppure da lontano.
Non sapeva spiegarsi; non voleva incontrarlo ma lo cercava ovunque andasse.
Aveva ascoltato i sussurri di frasi sconnesse fatte di «non sai cosa ti farei», «non sai quanto il mio letto sia comodo».
Aveva visto occhi marroni ma non andavano bene.
Aveva visto occhi verdi ma non andavano bene.
Aveva visto occhi azzurri e non erano i suoi.
Nessuno era come Il Re Delle Serpi.
I due erano aquiloni liberi solo quando tirava vento.
Pioveva negli occhi di lei, il mascara colava, altro che "mettere in risalto" come le aveva consigliato Ginny.
Si fece forza, cancelló ogni segnale ed entró in un locale per bere una Burrobirra dopo secoli.
Il calice era spazioso, come lo stomaco che rifiutava cibo.
Le persone attorno a lei le sorridevano quando capivano chi fosse: la Salvatrice del Mondo Magico, la Strega Più Brillante Della Sua Età.
Ma che ne potevano sapere se neanche lei sapeva trovarsi?
Si era persa e nessuno la stava cercando, persino sè stessa non sapeva da dove iniziare.
O forse sì, ma era piu semplice rifiutare.
La verità era che tutto la riconduceva a quel Furetto, si ritrovó a pensare sporcandosi la bocca di schiuma.
Poteva continuare a vivere di ricordi?
No, conosceva i suoi limiti e sapeva di averli raggiunti.
Ma era più facile girarci attorno, piuttosto che ammettere quanto lo amasse.
ll passato bruciava sulla pelle, peggio dell'incisione sul braccio.
Il presente lasciava un amaro in bocca, come le gocce che uscivano dagli occhi e percorrevano fino al mento, per poi morire.
Il futuro era un soffio di emozioni ridondanti, perse nel vuoto.
Non c'era niente che riuscisse a riempire quel senso di solitudine.
Aveva parlato con Harry, aveva litigato con Ron, si era liberata parlando con Ginevra.
Peró ne stava uscendo pazza.
Quella figura magra ed alta le pedinava i pensieri.
Si chiese dove fosse finito, guardando l'orologio.
Si chiese come stesse, toccandosi il cuore.
Si chiese cosa avesse fatto, portando una mano alla fronte.
Indossó una giacca nera per coprirsi le spalle, chiese la chiave per il bagno e vi si chiuse dentro.
Fece scivolare la schiena contro la porta, nel frattempo aveva incastrato lo sguardo su un punto fisso.
Si stava distruggendo per lui, per l'ultima persona che avesse mai voluto amare.
Alzó la manica, accarezzó i contorni arrossati nonostante il sangue nella scritta fosse seccato.
Malfoy non aveva mosso un solo muscolo.
Sapeva che allora l'odio sovrastava il buon senso, ma aveva sperato in un miracolo, un colpo di ragione.
Eppure lui non l'aveva salvata, quando la zia la inchiodava al pavimento.
Eccheggiavano le risate, le grida di chi non aveva alcuna colpa.
Ma sapeva, sapeva che lui la stava guardando spegnersi.
Quando la vista si fece offuscata, aveva giurato che lui avesse aperto le labbra in una frase: «Mi dispiace».
Poteva essere un brutto scherzo del suo subconscio, di quando era tra la lucidità e il voler sparire.
Quello fu l'unico episodio in cui lei era buio e lui era luce.
Contrapposti, a distanza.
Scorreva sangue diverso tra loro.
Hermione prese nel locale un ago, serró la porta e si punse il dito volontariamente.
«È rosso come il tuo. Che differenza c'è?», sussurrando, risveglió il suo carattere da Grifona.
Lui l'aveva chiesto di perdonarlo.
«Perdonami».
Aveva completamente rimosso quella nozione.
Lasció che l'acqua fredda bloccasse la circolazione del punto punto, per poi uscire allo scoperto.
Sapeva cosa doveva fare, ne era convinta.
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