Passato
Quell'odio-amore esternato dall'arazzo💫
"Nena ya no hay cuentos de hadas,
Nena no te pierdas nada,
Nena te voy a buscar.
Nena ya no tengas miedo,
Nena no digas: no puedo,
Nena te invito a soñar".
-Casi Angeles
Tirava su e giù la cordicina della lampada notturna con persistenza, più volte di seguito.
Sapeva che avrebbe avuto da rimuginarne la notte, quando niente avrebbe sconfitto il buio calato nella camera da letto.
«La romperai», chiuse a chiave la più giovane dei Weasley, avanzando in avanti.
«È solo che... secondo la sua antica stirpe, noi siamo destinati».
«Non devi tenere conto ad un ammasso di filamenti se senti che lui non è quello giusto».
«È Malfoy, Ginevra».
«Lo era anche prima che ti svelasse la verità».
«Il mio punto di vista cambia da un secondo all'altro».
«Pensa a quando vi siete conosciuti quel primo di settembre nello scomportimento. Eravate al primo anno, diretti verso Hogwarts. Credi che se le dinamiche fossero state diverse, sareste diventati amici? Credi che se Il Cappello Parlante avesse scelto una sorte differente, sareste a prendere una Burrobirra in compagnia in questo istante?».
«Non nascondo che la colpa sia nostra. L'unico aspetto che abbiamo in comune è l'orgoglio, senza contare la testardaggine. Ho passato l'intera durata del sesto anno a chiedermi chi fosse, chi si celasse dietro quella maschera perfezionista e presuntuosa. Non avrebbe mai ucciso Silente».
«Cosa pensavi di lui ti torna forse in mente, dunque?».
«Chiaro che sì. Ero in pena per lui perchè, con il decesso del preside, non avrebbe più avuto chi di potente a proteggerlo».
«Eri agitata per lui, Hermione. Hai il cuore troppo colmo di bontà per l'apatia».
«Ed è un male?», domandó, flebile.
«Quando pensi a quel Marchio Nero, cosa ti rievoca il pensiero?», sorresse la testa pesante con la mano al mento.
L'amica si grattó la nuca, pensierosa.
«Aveva sedici anni. Era solo un ragazzo».
«Ora lo odi perche è un uomo?», andó a fondo l'altra.
«Ora, se penso, mi prevale il ricordo di quando non molto tempo fa mi ha chiesto di perdonarlo».
«E perché mai avrebbe dovuto farlo?», studió la sua espressione.
«Per togliersi il peso delle sue azioni non volontarie. Mi ha domandato perdono, sincero una volta tanto».
«Ti sei risposta da sola, cara».
«Non voleva essere sgarbato, non ha mai voluto essere l'antagonista in questa storia», concluse a fondo del discorso.
«E poi?»
«Aveva bisogno di me», sussurró con voce pacata.
«E?»
«E mi ha lasciato andare».
«Per quale ragione plausibile?», cambió posizione, gettandosi all'indietro e buttando la testa al contrario rispetto alla visuale della riccia, con i capelli a toccare il pavimento.
«Perché mi ama», Hermione non guardava negli occhi la Weasley, bensì ciò che le illuminava il volto sbiancato come un lenzuolo nuovo; la lampada che di questo passo si sarebbe seriamente rotta.
«In più?»
«Non me l'ha saputo dire», si strinse nella vestaglia da notte a causa del brivido lungo la schiena.
«Perché?», la rossa si affrettó a chiudere la finestra, spalancata brutalmente.
«Perchè è una sigaretta solitaria», mormoró.
«Che cos'è?», incurvó le sopracciglia, sbigottita, credendo di aver sentito male per via del vento.
«Niente, Ginny. Niente», giró il cuscino e vi poggió la guancia sinistra.
Dovevano essere le undici di sera, ma la figlia di Molly dormiva già.
Hermione la guardava invidiosamente: lei che non aveva problemi di cuore, lei che era sposata con Harry da diversi anni e che aveva accettato di rimanere con lei come ai vecchi tempi.
In questo, però, la Nata Babbana si riteneva fortunata: aveva degli amici magici, di meglio non avrebbe potuto ricevere.
La Potter era coinvolta con Morfeo in un sonno pesante, i capelli infuocati da riflessi accesi erano sparsi e qualche ciocca era vicina alla bocca. Le gambe erano divaricate, i calzini erano poco sobri, gli occhi erano rimasti truccati dal mascara di cui non aveva avuto voglia di togliere.
Avrebbe desiderato sognare anche Hermione, ma più si girava e rigirava e più capiva che non ci sarebbe stato scampo alle sue manie.
La serpe era uscita dal nido, girava attorno al letto con sguardo pervertito.
«Sei uno scemo», gli avevo detto.
«Sei carina quando mi insulti», sbottonó la camicia con gesto di chi ha una notevole abilità. Hermione si soffermó su quel modo di fare e si chiese quante ragazze avessero visitato il suo letto.
Impulsivamente, lei si sfiló rapidamente la maglietta per mostrargli quanto non fosse da sottovalutare.
Lui prese parola.
«Non devi farlo se non te la senti», teneva a puntualizzare spesso. Si chiese se lo avesse fatto anche con le altre o se lei fosse il caso eccezionale, troppo Santa per i suoi gusti.
«Lo voglio», affermó, pronta.
«Lo pronuncerai un giorno al nostro matrimonio?», ghignó, avvicinandosi pericosamente.
«Può essere, Furetto», si alzó in punta di piedi per non svantaggiarsi in altezza.
«Sei dannata, sai?», le cinse i fianchi con le braccia, congiungendo le mani al fine del corpo di lei.
Aveva paura, ma non sarebbe ceduta davanti al timore, alla debolezza. Peccato che lui la colse in fragranza, «Hai paura, Granger?».
«Ti piacerebbe», sorrise, sghemba.
Malfoy le tolse la camicetta e i pantaloni, mentre lei era completamente in paranoia. Lui, nella tenerezza del suo essere una principiante, le prese la mano e la avvicinó ai jeans.
«Abbassemeli, piano. Non corro via», le sussurró all'orecchio con fare seducente e lei eseguì.
«Ed ora cosa-», tremava.
«Ora non parlare», la prese in braccio e la posó graziosamente sull'unica cosa matrimoniale.
«Io-», provó a dire.
«Lo so. Sei pura», davanti alla verginità di lei, lui era in crisi. «Ora parlo solo io, mh?»
«Sì...»
«Guardami», lei lo fece, «Facciamo dannare quel cretino di Weasley. Vediamo un po' cosa si è perso», sorrise quando lei rise.
Scattó qualcosa; inizió a lasciarle una scía di baci violacei sul collo, con ordine sparso e non pianificato. Anche se si fosse preparato qualcosa, sarebbe andato a puttane ogni tentativo di lucidità.
Era colpa di lei, non di certo di lui, se era così bella da fargli perdere la testa.
Lei si rilassó seduta stante, dimenticandosi dove si trovasse.
«Farà male, cercherò di essere più bravo del solito», le fece l'occhiolino ed entró cauto dentro lei.
A letto le prestazioni dei due avevano preso il sopravvento.
La Granger non era una sciocca e aveva dimostrato di esser un leone sotto ogni punto di vista.
Sessualmente, ci sapeva fare, come in tutto il resto.
Avevano fatto l'amore insieme per la prima volta. Per la prima volta il re delle serpi e la regina dei grifoni si erano uniti.
Per la prima volta la mezzosangue e il purosangue erano ceduti alla forza del vero amore.
Si percepiva la vaniglia mischiata alla menta in quel valzer passionale dove nessuno aveva comando, dove entrambi avevano contribuito al comando.
Nudi, spogli di abiti sotto le coperte, Hermione trovó comodità sul petto di Draco.
«Sai cosa si dice di chi ha le mani fredde come le tue?», parló dopo minuti di silenzio.
«No, cosa si dice di chi ha le mani fredde come le mie?», scorse una certa luce negli occhi dell'altra, ma non proferì.
«Si dice che abbia bisogno di calore, di amore», racchiuse una mano tra le sue due, per riscaldarlo.
«Il mio rimedio sei tu, Granger. Mi fai impazzire come nessuna prima d'ora».
Un singhiozzo sfuggì, ma l'ex Grifondoro lo reprimette all'allerta di chi conosceva quell'impotenza da premerle le ossa.
Rimase muta per la nottata, per non svegliare la compagna poco lontana.
La figura di lui, però, non ne voleva sapere di abbandonarla.
Ehi, come state?
Da voi le scuole sono chiuse o aperte?
Siete preoccupati per il Corona Virus che sta facendo impazzire la maggior parte delle persone?
Spero che trovino un vaccino al più presto e che non si contino altre vittime.
Mi auguro che vada tutto per la meglio, non è possibile un fatto del genere nel 2020.
Detto questo, mi sono decisa ad aggiornare. Spero possa essere un passatempo per distrarvi.
Grazie per i 200 voti, siete fantastici🌻
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro