Non perda la sua Lily
Quell'odio-amore esternato dall'arazzo💫
"If I had only felt the warmth
within your touch
If I had only seen
how you smile
when you blush
Or how you curl your lip
when you concentrate enough
Well I would have known
What I was living for all along
What I've been living for
Your love is my turning page"
-Sleeping At Last
Il condotto dell'acqua era riempito del medesimo liquido che scorreva insistente da ore.
Il tetto gocciolava mentre il cielo continuava a piangere, il prato lo ringraziava, il terreno veniva fertilizzato, l'aria afosa si inumidiva.
Hermione aveva in testa l'intervento di Silente, al punto da dimenticarsi un altro personaggio altrettanto importante.
A quel proposito, vide attorno a sé ogni cosa girare, come Paolo e Francesca in un canto di Dante.
Le figure si rivelarono nitide, non riusciva più a distinguerle.
Fu un attimo, quel che viene descritto in modo vago, che bastò per farla cadere a terra sotto il suolo bagnato da rugiada.
Aveva una mano davanti al viso, privo di sensi.
Hermione provó a riscaldarsi muovendo le mani sopra le braccia scoperte.
«Sente freddo? Come biasimarla, si trova nel bel mezzo di un temporale», ribadì in quadro.
Quel quadro.
La ragazza quella volta lo riconobbe in un batter di ciglia.
«Professor Piton», disse, come per salutarlo».
«Quanta sorpresa nel vedermi, Granger. Stupita? Detesto il ritardo, ma non ho potuto fare altrimenti. Aspettava Albus, non è forse vero?».
«A dire la verità...».
«La reputo, a mio discapito e orgoglio, intelligente da capire che a volte la persona per cui provi stima non possa aiutarla. Altrimenti non mi sarei scomodato io, non crede?» .
«La prego, parli chiaramente. Con i giri di parole, non comprendo come possa trarre una conclusione non affrettata e studiata».
«Oh, ma questo lei già sa cosa deve fare».
«Odiarlo».
«Granger, mi rinfreschi la memoria, cosa sentí all'interno l'Amortentia? Solo perché non ero il suo insegnante in quell'anno, non equivale che io non sia informato».
«Dovrebbe avere un odore diverso per ciascuno di noi, a seconda di ciò che ci attrae, e io avevo sentito aroma di erba tagliata e pergamena nuova e...».
«Dentifricio alla menta, forse?».
«Esatto».
«Ha detto erba intagliata», non sorrise ma il tono era più sollevato, «Conosco bene il mio figlioccio, sa? Non sono qui per prendere il posto di Lucius, sebbene possa farlo ad occhi chiusi. Ma, sa, lui porta da sempre addosso menta, tabacco e muschio, ma suppongo che non le siano sfuggiti questi dettagli da una mente tanto riempita di particolari».
«L'aratro dei Malfoy ha-».
«Sì, l'ho sempre saputo».
«Perché è qui, Signore?»
«Non faccia il mio stesso errore.
Non perda la sua Lily come io ho fatto;
non perda il suo amore dannato».
La donna si riprese di colpo mentre, fradicia, constató quanto avesse bisogno di tornare a casa per cambiarsi. Strofinó gli occhi, stordita, e cambió rotta.
Non si diresse alla Tana, ma all'ultimo posto dove la testa voleva: Il Malfoy Manor.
Fu accolta da Dobby che raccontava di quanto il Padrone avesse cambiato sistema in positivo. «Non lo vedevo così buono da quando c'era la Signora Grengrass», le aveva detto.
«Granger», quella voce...
«Malfoy».
«Sei qui», la guardó come in trance.
«Sono qui», estrasse due parole da una lingua muta.
«Stai bene?», sul suo viso non si scorse alcun ghigno malvagio o divertito, le occhiaia scavate sul volto bianco latte. Una semplice domanda, la quale Hermione ebbe una fitta al cuore nel riceverla.
«Stai bene?», le domandó a sua volta.
«Non si risponde ad una domanda con un altra domanda. È maleducazione», strinse le mani alla sbarra dell'alta scalinata su cui si trovava lui.
Lei lo guardava dall'alto, come fosse una divinità. Sorrise, quando il suo sarcasmo la invase.
«Sto bene».
«Sei bagnata. A quello dovrei servire io».
«Malfoy!», non riuscì a trattenere una risatina.
«Aspetta, ti prendo degli asciugaman-», bastó un piede posto in mal modo per fargli perdere stabilità d'equilibrio.
Scivoló per l'intera rampa di scale, riversandosi a terra ai piedi dell'altra.
«MALFOY!», sentiva lo stomaco in sobbuglio stringersi, gli angoli dei due occhi liberare un pianto sull'orlo e volerlo stroncare sul nascere. Provava a scuoterlo, a scuoterlo e ancora a scuoterlo in preda al panico.
Panico ai suoi occhi chiusi.
Panico al suo sguardo che non incontrava l'altro.
«Malfoy...», sussurró, smossa da scosse di singhiozzi.
«I ruoli si sono invertiti... dovrai prenderti tu cura di me ora», socchiuse le iridi azzurre.
***
«Herm...ione...», sussurró.
«Davvero pessima interpretazione di Ron», sorrise al tentativo di lui di farla tranquillizzare. Lo affiancó, strofinandosi i capelli con un panno asciutto. Si era cambiata nel frattempo, cosa che Draco notó.
«Al Ballo Del Ceppo eri bellissima», anche questo aveva notato.
«Dovresti dormire», deglutí a vuoto, mentre sistemava le bende sulla testa dove aveva colpito lo spigolo appuntito.
«Ho paura», non la guardava minimamente quando lo affermó.
«Di che cosa, impavido ambizioso serpente?», gli rimboccó le coperte verdi scure.
«Ho paura di svegliarmi e non trovarti più».
«Rimango qui», gli tenne presente in totale sincerità, gli bació successivamente la fronte e infine gli prese la mano.
Lo vide agitarsi un po', così scostó le coperte e vi entró.
Incerta, mise la testa sopra il suo petto.
«No, non mi fai male. Non sono così fragile da rompermi al tuo tocco. Quello, vale solo per il mio cuore».
Sospiró lei, mentre i battiti del suo di cuore, riprendevano a battere come tamburi in una festa, come se si fossero riposati e fossero tornati poi forti di prima.
Non poteva scappare dall'amore che sentiva per lui.
Per quanto potesse dimenarsi, le braccia di Draco le premevano il ventre per non farla fuggire.
La serpe dormiva e il leone vegliava.
E Malfoy emenava il profumo di muschio, tabacco e menta.
«Non perdere la tua Lily come Severus Piton fece», si ripeté sotto voce, guardando il tramonto rossastro attraverso le tende chiare.
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