Felice da solo
Quell'odio-amore esternato dall'arazzo💫
"Come on skinny love."
-Birdy
Il giorno successivo, Draco firmó un documento che dichiarava il suo ritorno a casa.
Hermione, senza assistente, decise di seguirlo. O meglio, si sentí in dovere di farlo.
<<Ancora non capisco perché tu lo abbia fatto.>>
<<Perché ti sono grata per avermi salvata.>>
<<Avevo ragione, quindi. Sarai sempre ancorata a me.>> Non ghignó, lo ricordó in parole povere con una nota di fierezza.
La ragazza condusse la sedia su cui era seduta, mentre ammirava intorno a sé il giardino fiorito spruzzato di mille colori.
Lui aprí la porta inserendo la chiave nella serratura.
<<Non era una metafora quando hai detto che nessuno puliva qui.>>
<<Ti risponderei di traverso, se non fosse che mi pagano per soddisfarti.>> Si sedette sul divano, alzando le gambe sul tavolo e aprendo una bottiglia di Whisky Incendiario.
<<Bevi? Ora?>>
<<Ora che mia madre è morta, intendi?>> Sputó, acido.
<<Sei impossibile.>> Fece apparire una piuma e una pargamena, sulla quale avrebbe informato i soliti ospiti del suo cambio di scenario.
<<Puoi finire di criticarmi? Non sei mia moglie, non hai voce in capitolo.>>
<<Dobby dice che il signorino Draco e la signorina Hermione sembrano marito e moglie in preda ad un litigio. Dobby dice che sono comici insieme.>>
<<Dobby...>> Sussurró lei.
<<Non è quel Dobby, Granger.>>
<<Gli hai dato il suo nome...>>
<<Dimenticalo>>, rivolse uno sguardo infuocato alla creaturina, <<Evapora.>>
<<No, aspetta>>, l'elfo domestico la guardó impaurito, <<Il tuo stomaco sta brontolando, >> cercó qualcosa nella tasca posteriore dei pantaloni, <<Avvicinati.>>
Dobby, insicuro e timoroso, alzó lentamente gli occhi verdi verso di lei.
<<Prendi.>>
<<È...è per Dobby? Dobby non può.>>
<<È tuo. Esaudisci i miei ordini e mangia il biscotto.>>
<<Granger, non sei nessuno qua dentro.>>
<<Vuoi che mi lamenti con il tuo capo?>>
<<No.>> Sbuffó, seppur non ci fosse più sua madre, aveva bisogno di guadagnare. Da ambizioso qual era, il denaro non era mai troppo, patrimonio ricco o meno.
Il piccoletto tremò ma ingurgitó l'alimento.
<<Va meglio?>>
<<Dobby ringrazia.>> Sparí con uno schiocco di dita.
<<Dovresti essere più grato con loro, Malfoy.>>
<<Chi sei per dirmi come mi devo comportare con loro?>>
<<Prima o poi non si terranno più in piedi. Moriranno.>>
<<Nemmeno tu ti reggi in piedi.>>
<<Cosa ci trovi nella solitudine?>>
<<Accoglienza. C'è una ragione se ho scelto di essere felice da solo.>>
<<Nessuno è felice da solo.>>
<<Tu la solitudine non la conosci. Non sai cosa si prova quando sei solo tu, tu e nessunaltro.>>
<<Ci sono diversi tipi di solitudine. Se sei fortunato, te la crei. Se non sei altrettanto fortunato, ti riempi di gente falsa. Tu le hai avute entrambe, perché?>>
<<Basta con i discorsi filosofici. Lasciali al Leopardo.>>
<<Leopardi, ignorante. Giacomo Leopardi.>>
<<Sí, sí, lui.>> Bevve dal calice di vetro il liquido a base di alcol.
<<Quando capirai, sarà troppo tardi.>>
"Temo di non riuscire a godere dei privilegi che la vita offre per me, se me ne ha mai offerti. Forse sono io il problema, io che sono cieco dai suoi segnali." Avrebbe voluto confidarle.
<<Non temo il tempo.>>
<<Mi aiuti a salire le scale?>> Chiese, controvoglia.
<<Meriteresti di rimanere a terra, ma lo faró.>>
La strega rimase in biblioteca per ore, consumando un intero scaffale di libri mai letti prima. L'affascinava incredilmente l'interno, il soffitto era una finestra che comprendeva una lunghezza strabiliante. I raggi di sole entravano irrequieti, illuminando ogni angolo.
<<Il pranzo è pronto.>>
<<Se potessi fare da sola, non sarei qui!>>
Draco si rimproveró per essersi rammolito.
Si stava facendo comandare da una donna, per lo più dal sangue sporco!
Salí le scale e la condusse verso la cucina, per pranzare.
Lei ammiccó il cartone di latte intero all'interno del cestino, mentre al centro si trovavano bottiglie di bibite che aveva richiesto nei giorni di permanenza all'ospedale.
Mangiarono in religioso silenzio.
Una melodia nella sua mente le fece appesantire la testa.
Poco prima della cena, la ragazza si lasció dondolare su un'altalena rovinata dal tempo ma graziosa nella su vecchiaia.
<<Malfoy.>>
<<Uhm?>>
<<Ho freddo.>>
<<Non ti darò la mia giacca.>>
<<Ma che hai capito?! Puoi allungarmi la mia felpa?>>
Lo fece svogliatamente e la aiutó ad indossarla.
Entrambi sentirono un calore che lasció due punti di domanda tanto grossi.
<<È orribile come modello per i miei gusti. Non ti valorizza.>>
<<Malfoy?>>
<<Mi lasci fumare in pace?>>
<<Io resterò. Se tu mi vuoi, io resto.>>
<<Odio la compassione. Devo ripeterlo?>>
<<Non è compassione. Ho bisogno di starti vicino, per sdebitarmi. Posso rimanere?>>
Le lucciole si liberarono nell'aria e lei rise quando una di loro si posò sui suoi capelli intrecciati.
<<Resta.>> Rispose con voce neurale, ma sguardo penetrante che lei non vide.
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