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E se Embris fosse un Targaryen? (Parte 1)

(Racconto partecipante alla sfida n.1 del Game of Characters di Theblackfoxwitcher)

Nascondere qualcosa ai Dothraki in una stanza quattro per quattro sarebbe stata un'impresa impossibile: Embris accarezzò il cucciolo di drago con timore mentre quella piccola creatura gli si avvolgeva attorno al braccio e gli posava il musetto sul palmo della mano, facendo le fusa come fosse un semplice gattino. Il ragazzo ridacchiò, perso per un istante in quel frangente di tempo solo per loro, ma pensieri oscuri si riversarono nella sua mente quando immaginò la sua sposa che vedeva il draghetto e reagiva, uccidendo il piccolo senza dargli possibilità di spiegare. E gli altri due cuccioli? Che fine avrebbero fatto? Embris non poteva lasciarli da soli, nel deserto, a morire di fame o di sete; loro erano la sua salvezza, lo scopo per il quale viveva, e avrebbe preferito perdere la vita piuttosto che donare la loro alla morte...
Un rumore fuori dalla camera lo fece sussultare, un fruscio che lo costrinse a voltarsi e a nascondere il piccolo dietro la sua schiena, strappando al cucciolo un piccolo gemito di protesta. Il giovane Targaryen sperò con tutto il cuore che chiunque fosse lì fuori sarebbe passato oltre ma la fortuna sembrava avergli voltato le spalle siccome i passi iniziarono ad avvicinarsi sempre di più, tichettando sulla pietra con maestria e camminando con la leggerezza di una pantera; peccato che il ragazzo avesse un udito eccezionale, e quindi decise di tentare la sorte un'ultima volta:
"Jorah, sei tu?"
No, non era decisamente Jorah quella figura femminile, immensa, che occupò il suo spazio visivo non appena entrò nella stanza: la Khaleesi lo squadrò dall'alto in basso, minacciosa, ed il suo sguardo si fissò immediatamente sulla coda che spuntava da dietro la schiena di Embris.
Oddio, no...
La donna sguainò una scimitarra ed avanzò nella sua direzione, pronta a colpire il povero draghetto innocente, ma Embris prese il suo coraggio a due mani e parlò con calma, la voce tuonante che riempiva l'ambiente fin troppo profonda per un ragazzo della sua statura:
"Keligon! Ziry jāhor daor odrikagon ao" *
Aveva scoperto da poco che la sua sposa parlava il Valiriano e ne era rimasto piacevolmente sorpreso, soprattutto perché quella era proprio la sua lingua madre. La Khaleesi si fermò, l'arma ancora in pugno, ed Embris lo prese come un incoraggiamento:
"Nyke nykeā zaldrīzes, nyke jāhor gūrogon care hen ziryla hae ziry ista issa ryñnykeā" **
Fu solo a quel punto che lei ripose la spada, avvicinandosi a lui con circospezione e sorprendendolo con un bacio sulle labbra che lo fece indietreggiare di qualche passo, confuso, mentre il draghetto appollaiato sulle sue spalle li osservava con immensa curiosità. Con un movimento repentino la Khaleesi buttò a terra un braciere, la moquette che prendeva fuoco, e mormorò:
"Dimostramelo e vivrete, entrambi"
Ed Embris rise, vittorioso, mentre le fiamme lo avvolgevano senza fargli alcun danno: aveva la vittoria in pugno, ed i suoi cuccioli sarebbero stati al sicuro sotto la protezione della Khaleesi.




*Fermati! Non ti farà del male
**Sono un drago, mi prenderò cura di lui come se fosse mio figlio

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