39. Sconfitta
La ragazza si mosse leggermente, emettendo un gemito. Con enorme fatica, aprì le palpebre.
Il cielo plumbeo incombeva sulla sua testa, le nubi temporalesche pronte a scaricare la loro rabbia. Era sdraiata sulla terra fredda e umida: sentiva l'odore dell'erba nelle narici.
Chiuse per un attimo gli occhi: si sentiva esausta, come se avesse camminato per giorni interi, e non ricordava perché fosse stesa a terra. Non ricordava cosa l'aveva portata in quel posto, né dove si trovasse. Non ricordava nulla, nemmeno il suo nome.
Con un enorme sforzo, si mise a sedere. Si trovava al centro di un cerchio di pietre antiche, nel mezzo di una grande pianura deserta. I suoi abiti erano laceri e sporchi, ma non era ferita. Si sentiva solo irrimediabilmente stanca.
Una leggera folata di vento le scompigliò i capelli, e la ragazza mise le mani a terra. Si alzò, convinta che le gambe non avrebbero retto, ma all'improvviso l'energia tornò a fluire nelle sue vene. Un'energia potente e sconosciuta, selvaggia e in qualche modo oscura.
E tutti i ricordi riaffiorarono alla mente: era Merope, la figlia di Voldemort, giunta a Stonehenge per ottenere gli stessi poteri di suo padre.
Una dopo l'altra, le memorie si affastellarono nella sua mente, vivide e stranamente lontane. La rabbia, la paura, l'odio, la vendetta, tutti i sentimenti che aveva provato si riversarono nel suo cuore, più forti che mai.
Merope si guardò intorno, perplessa. Si sentiva strana, ma non le sembrava di aver acquisito qualche nuovo potere...
Forse non aveva funzionato... Non era stata abbastanza forte per sopportare anche le tenebre che gli Dei del Buio le avevano donato...
Scrollò le spalle, poi mise la mano in tasca per prendere la bacchetta.
Non c'era.
Allarmata, Merope si guardò intorno, e la vide, adagiata sul terreno molle e fangoso. Si avvicinò e la raccolse.
Quando toccò il legno di quercia, Merope si stupì. Non sentiva nulla. Niente.
La bacchetta è come un prolungamento del braccio di un mago, e fa parte del suo essere. Ogni volta che la mano tocca il legno magico, qualcosa scorre nella carne della persona che la impugna. Ma lei non sentiva assolutamente nulla.
Sotto le sue dita, la bacchetta appariva come un'insulso pezzo di legno vuoto. Sentiva le nervature del materiale, ma la sensazione di magia che percepiva di solito non c'era.
Ricordava che l'ultima volta che aveva visto Voldemort, lui non usava la bacchetta...
Solo allora si accorse di qualcosa di strano. Merope si guardò le mani dalle dita affusolate, e notò che erano cambiate: la pelle candida era tesa, e le vene bluastre sporgevano sui tendini.
Non provava dolore, così si guardò le dita: le unghie erano cresciute, e si erano scurite, dure come quelle di un rapace. Sfiorò una vena, sentendola pulsare leggermente. Lentamente, flettè le dita, sentendo le ossa scricchiolare in modo sinistro.
Un vento innaturale, freddo, spazzò la pianura, scompigliando i capelli di Merope. Fu una folata potente, carica di qualcosa che sembrava rabbia.
Merope alzò lo sguardo, e comprese.
Lei era magia.
Non aveva bisogno di una bacchetta per fare incantesimi, né di formule magiche, perché lei stessa era la fonte del suo potere. Non aveva più bisogno di un mezzo per incanalare la sua forza, perché essa stessa era la forza.
Sorrise, sentendo il suo corpo pulsare di energia repressa. Ogni secondo che passava, si sentiva sempre più viva, e sempre più potente.
Mosse di nuovo le dita, desiderando altro vento, un vento così forte da spazzare via le ultime tracce di ciò che rimaneva di Ariana.
E il vento venne, chiamato dalla Figlia delle Tenebre, pronto a ubbidire a ogni suo comando.
Ora consapevole, Merope si avvicinò a una pozzanghera. Le bastò un solo gesto per far tornare l'acqua limpida come quella di una fonte. Si abbassò e contemplò il proprio riflesso.
Fu allora che vide il viso di Merope.
Di Ariana non rimaneva che il ricordo. I tratti erano sempre quelli, ma l'espressione era mutata profondamente: se prima il suo viso era solcato dalla tristezza o dalla determinazione, ora era imperscrutabile. Distante e freddo come quello di Ariana non era riuscito mai ad essere.
La pelle chiara faceva risaltare le labbra ora rosse, carnose, aperte in un ghigno simile a quello di suo padre. Gli occhi erano di un verde chiarissimo, quasi trasparenti, e le pupille nere come l'abisso. I capelli si erano allungati, e ora poggiavano scuri e selvaggi sulle sue spalle, come una criniera leonina.
Quello che però colpì di più Merope, furono i segni neri che aveva intorno agli occhi, disegni tribali perfetti tracciati con inchiostro indelebile dalla mano del destino. Segni di guerra, che rendevano il suo sguardo duro e freddo come il ghiaccio.
Si contemplò per qualche minuto nell'acqua, sorridendo soddisfatta. Era diventata quanto di più vicino a una Dea poteva esserci. Il suo aspetto rispecchiava quello che aveva dentro, e quello che voleva fare.
Incutere timore. Un timore reverenziale e ora sensato, come quello che incuteva suo padre.
Si rialzò, ancora sorridendo.
Voleva provare i suoi nuovi poteri.
Alzò leggermente una mano, e le nubi in cielo si addensarono. Un lampo, seguito da un tuono, squarciò l'aria. Un vento impetuoso prese a soffiare, facendo svolazzare i capelli di Merope come un vessillo di guerra.
Aveva il controllo su tutto, anche sugli elementi.
Merope sorrise, mostrando un ghigno da lupo famelico.
Con passo lento, uscì dal cerchio di pietre e si voltò a fissarlo.
Nessuno doveva avere la possibilità di ottenere il suo stesso potere, lo stesso potere di Voldemort. Era lei a deciderlo. Non potevano esistere altre creature come lei e suo padre, perché il cerchio non doveva più rompersi.
Le sue mani si mossero in una strana danza, le dita dalle unghie nere che si agitavano come serpenti impazziti.
Ci fu uno scricchiolio. Poi un altro, più forte. Ciottoli caddero da una delle colonne più alte di Stonehenge, ticchettando. Poi, con un rombo che fece tremare la terra, i pilastri di pietra antica crollarono su se stessi, sbriciolandosi come se fossero fatti di creta. Il suolo ebbe un sussulto, si squarciò in più punti, e ciò che rimaneva di Stonehenge finì inghiottito dalla terra umida della pianura.
Merope fissò la sua opera. Non rimaneva più nulla del cerchio di pietre sede del Potere oscuro di cui ora lei era portatrice. Solo ricordi.
Era soddisfatta.
Ora non aveva più limiti, se non quelli che lei stessa si sarebbe imposta. E lei non ne voleva.
Ora che era libera, Merope voleva solo una cosa: la vendetta.
E la sua vendetta non era per il mondo magico, per coloro che erano morti combattendo, per Harry Potter, o per chiunque altro. La vendetta era per lei.
Perché Merope voleva vendetta contro colui che l'aveva condannata a essere quello che era: un essere sbagliato, nato dal male e cresciuto nella luce,un'ibrido senza patria, diprezzato perché diverso. Voleva umiliare colui l'aveva costretta a sopportare coloro che l'avevano odiata, che l'avevano giudicata ancora prima di conoscerla. Voleva uccidere l'essere che l'aveva condannata a esistere perché le aveva dato la vita.
Selling stories that were overrated in this world so complicated //
Ci sono storie che sono state raccontate, in questo mondo così complicato
Felt so right, you tried to make it wrong //
Che sentivo così giuste, ma che in tu hai fatto diventare sbagliate
Why can't we all just get along //
Perchè non possiamo andare d'accordo?
From the start something wasn't right //
Fin dall'inizio c'era qualcosa di sbagliato
I used to cry myself to sleep at night //
Compiangevo me stessa, per poter dormire la notte
Told myself stand up be strong //
Mi dicevo "Alzati, sii forte
This kind of phase doesn't last for long //
Questo momento non durerà a lungo"
Ariana aveva sempre saputo che Merope viveva dentro di lei, che la sua parte più oscura albergava sempre e comunque nel suo cuore. Aveva sempre cercato di combatterla, distruggerla, scacciarla, ma non ci era mai riuscita, perché Merope era sempre stata più forte di lei. Perché era grazie a lei che Ariana era sopravvissuta, grazie alla freddezza e alle capacità di Merope. Non certo per quelle di Ariana.
Every time you try to knock me down, gonna pick my back up off the ground //
Ogni volta che provi ad abbattermi, mi rialzo da terra
The battle never ends //
La battaglia non finirà mai
Merope era stanca di subire, di essere lasciata in disparte. Era stufa di sorreggere Ariana, di farla sopravvivere per permetterle di cercare di essere quello che aveva desiderato da sempre: una persona normale. La figlia di Voldemort non poteva essere una strega qualunque: Merope e Ariana erano insieme la Chimera, fatta di luce e di buio. Alla fine una doveva trionfare, e quella era Merope.
You can tear me apart //
Puoi dilaniarmi
You can rip me to pieces //
Puoi ridurmi in pezzi
Try breaking me down //
Provare a sbattermi giù
But I'll never be beated //
Ma io non sarò mai sconfitta
You can say that you won but I'll never believe it //
Puoi dire di aver vinto, ma io non ci crederò mai
Cos I can't be defeated //
Perchè non posso essere sconfitta
Ora che aveva il Potere, Merope non sarebbe mai stata sconfitta, perché era diventata esattamente quello che Ariana non voleva essere: la degna figlia di suo padre. Aveva perso tante battaglie, ma la guerra non era ancora finita. La Chimera era pronta a scendere in campo, e questa volta non voleva fallire.
Made a mistake swore I'll never repeat it //
Ho fatto un errore, non lo ripeterò
Lost my heart for a second but it never stopped beating //
Ho perso il mio cuore per un momento, ma non ha mai smesso di battere
I smile through the tears so the way that I see it //
Sorrido attraverso le lacrime alla strada che vedo
I can't be defeated //
Non posso essere sconfitta
Per anni aveva lasciato che Ariana percorresse la sua strada, ma ora era il suo momento. Era il momento per Merope di asciugare le lacrime di Ariana e sorridere, pronta a prendersi la sua rivincita.
There are times that I couldn't take it //
Ci sono volte in cui non posso sopportare
Never felt so violated //
Di sentirmi così violata
At the risk of sounding so cliché //
E il rischio è di un sonoro cliché
I just gotta call a spade a spade //
Ho appena ripagato con la stessa moneta
Hurts me right to the core //
Feriscimi dritto al cuore
I can't take this anymore //
Non posso sopportarlo ancora
Getting tired of the same old song //
Sono stufa della solita canzone
Final chorus, now I'm moving on //
Coro finale, sto arrivando
Si era sentita usata, violata, odiata. Ora si sarebbe presa la sua vendetta, ora che avevano un motivo di temerla. Avrebbe smesso di farsi guidare dalla ragione per poi sentirsi calpestata. Ora avrebbe seguito l'istinto. Anche se comportava un rischio, lei era pronta ad accettarlo.
Things aint fair in love in war //
Le cose non sono leali, in amore e in guerra
Never been the kind to be ignored //
Certe cose non saranno ignorate
Tried to push me to the edge //
Prova a spingermi all'angolo
Merope sorrise. Non aveva dimenticato. Avrebbe fatto soffrire a coloro che lo meritavano le sue stesse pene. Tante volte si era illusa, credendo di poter essere amata... Era stata ingannata... Tutto per colpa di Voldemort, di suo padre. Ma adesso, era il momento di chiudere la storia.
You can tear me apart //
Puoi dilaniarmi
You can rip me to pieces //
Puoi ridurmi in pezzi
Try breaking me down //
Provare a sbattermi giù
But I'll never be beated //
Ma non sarò mai battuta
You can say that you won but I'll never believe it //
Puoi dire di aver vinto, ma io non ci crederò
Cos I can't be defeated //
Perché non posso essere sconfitta
" Non potrai sconfiggermi, perché sono come te, Lord Voldemort. Mi hai battuto una volta, ma la guerra non è ancora finita. Capirai l'errore che hai fatto lasciandomi vivere".
Made a mistake swore I'll never repeat it //
Ho fatto un errore, non lo ripeterò
Lost my heart for a second but it never stopped beating //
Ho perso il mio cuore per un momento, ma non ha mai smesso di battere
I smile through the tears so the way that I see it //
Sorrido attraverso le lacrime alla strada che vedo
I can't be defeated //
Non posso essere sconfitta
"Non avrò pietà per nessuno, perché Ariana è morta. Mi ha tenuto chiusa nella mia prigione per anni, facendomi sopportare i suoi tormenti. Ma ora basta. Io non sono lei, io non seguirò la ragione. Io seguirò il mio cuore, e il mio cuore chiede vendetta".
Nothing is impossible //
Nulla è impossibile
Nothing is unreachable //
Nulla è irraggiungibile
If you only believe then you get what you need //
Se ci credi, potrai avere ciò che vuoi
So keep on holdin on //
Allora, vai avanti
You can tear me apart //
Puoi dilaniarmi
You can rip me to pieces //
Puoi ridurmi in pezzi
Try breaking me down //
Provare a sbattermi giù
But I'll never be beated //
Ma non sarò mai battuta
You can say that you won but I'll never believe it //
Puoi dire di aver vinto, ma io non ci crederò
Cos I can't be defeated //
Perchè non posso essere sconfitta
Con le sue stesse mani Voldemort aveva plasmato la sua rovina. Un essere come lui, senza nulla da perdere né da guadagnare, senza lo scrupolo di una coscienza.
Made a mistake swore I'll never repeat it //
Ho fatto un errore, non lo ripeterò
Lost my heart for a second but it never stopped beating //
Ho perso il mio cuore per un momento, ma non ha mai smesso di battere
I smile through the tears so the way that I see it //
Sorrido attraverso le lacrime alla strada che vedo
I can't be defeated //
Non posso essere sconfitta
Merope sorrise ancora. Il vento le frustava il viso, e la piogga prese a cadere, sottile ma insistente. Camminando lungo la pianura, discese la collina, permeata da un alone che impediva all'acqua di raggiungerla.
Era felice, era euforica. Poteva fare quello che voleva, perché ora poteva essere lei a dettare le regole. Era libera dalla coscienza con cui aveva convissuto per anni, quella della sua parte debole: Ariana. E senza coscienza, non aveva più limiti.
- Hai visto, Ariana? – disse Merope, osservando il paesaggio davanti a se con un ghigno, - Alla fine quella tra noi due che ha vinto sono stata io... Sapevi meglio di me chi era la più forte, ma hai voluto combattere fino alla fine. Te ne do atto. Senza la rabbia che sei riuscita ad accumulare, non sarei mai diventata così forte. Volevamo la stessa cosa, e l'avremo -
Merope fece un passo avanti, e il cielo venne squarciato da un lampo, seguito da un tuono fragoroso. L'erba si piegò davanti alla furia della Figlia delle Tenebre, inchinandosi alla sua potenza.
Era l'alba, ma sembrava notte. Le rimanevano ancora ventiquattro ore per portare a termine il suo compito, ma aveva tempo. C'era ancora una cosa che voleva fare, prima di raggiungere suo padre.
Silente sapeva?
La domanda che si era posta Ariana la incuriosiva. Chissà se quel vecchio sapeva della Profezia, e di cosa sarebbe accaduto... Chissà se sapeva che combatterla era una causa persa fin dall'inizio...
Le era stata posta una regola: non poteva riportare in vita nessuno.
Me forse lei sapeva come comunicare con Silente...
Avrebbe reso onore ad Ariana estinguendo il suo dubbio: avrebbe saputo la verità. Tutta la verità.
- Te lo devo, in fondo – disse Merope, - Senza di te, non sarei mai stata quello che sono -
Con passo leggero, la Figlia delle Tenebre ridiscese la collina, seguita dalle nubi temporalesche come un corteo di guerra. Non le importava che i Babbani la notassero, o che qualcuno si spaventasse.
Che il mondo vedesse chi era, Merope Figlia delle Tenebre! Che il mondo vedesse di cosa ora era capace, e che la temesse!
Un'ultima ventata gelida spazzò la pianura, e Merope si voltò a guardare lì dove prima c'era Stonehenge. Ghignò, estasiata dai suo poteri.
"Chiuderemo i conti, padre. Il sipario calerà per tutti e due, ma vedrà un solo vincitore. Starà a noi decidere chi lo sarà. Sto arrivando, Lord Voldemort".
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