34. Ritorno ad Hogwarts
Lo zaino di Ariana era quansi pronto, ricolmo delle cose che si era portata per il soggiorno all'Accademia Aurelius, e che il Preside Augusto aveva rispedito a tutti loro dopo l'attacco a sorpresa. Chiuse le cinghie e si infilò gli stivali, guardandosi intorno in cerca di qualche oggetto che poteva aver dimenticato.
Tra qualche ora lei, Draco e il Trio sarebbero tornati a Hogwarts, e Ariana non vedeva l'ora di arrivare. Nonostante Grimmauld Place fosse un bel posto, al centro dell'azione, l'atmosfera per lei era diventata pesante. Nessuno l'aveva insultata, ma la sensazione di essere di troppo non la lasciava in pace.
Qualcuno bussò alla sua porta, e credendo fosse Draco diede il permesso di aprire. In realtà si trattava di Hermione, che entrò nella camera con aria imbarazzata. Si strinse le mani sotto lo sguardo perplesso di Ariana e disse, insicura: - Senti, Ariana... Credo... Credo di doverti delle scuse. Non mi sono comportata bene con te, negli ultimi tempi. Mi sono lasciata... Bè, non ho il diritto di giudicarti... -
- Non mi devi delle scuse – la interruppe Ariana, - Non hai fatto nulla che mi abbia offeso... In effetti, mi avete praticamente ignorato... -
Non lo disse per farla sentire in colpa: era la semplice verità, e non c'era niente di male a dirla. Guardò il viso di Hermione, per cogliere qualcosa dei suoi sentimenti: aveva gli occhi lucidi.
- In ogni caso, va bene così – continuò, mostrando un sorriso, - Non voglio nessuna scusa. Mi piacerebbe soltanto che mi consideraste per quella che sono, cioè Ariana Drake, e non per Merope Riddle -
Hermione abbassò il capo. – Scusami – mormorò, - Sono stata una stupida. Ci hai salvato la vita, e non siamo stati in grado di... -
- Hermione – la interruppe Ariana, - Ho detto che non voglio scuse. Trattami come facevi prima, e tutto tornerà normale -
La ragazza si avvicinò alla Caposcuola, tendendole la mano. Era felice di riaver guadagnato la fiducia di qualcuno, soprattutto se si trattava di Hermione. La riccia guardò la sua mano, poi la prese, stringendola. Un attimo dopo si abbracciavano, sorridendo entrambe.
- Sono contenta che tu abbia capito – disse Ariana, - Tra tutti, eri quella che mi mancavi di più -
- Anche io – disse Hermione, - Siamo stati tutti degli sciocchi –
In quel momento qualcuno gridò di sotto, e le due si guardarono allarmate. Sembrava la voce della signora Weasley, e si sentì uno strano trambusto. Ariana sfoderò la bacchetta, spalancò la porta e corse di sotto.
Trovò Arthur Weasley semisdraiato sul divano del soggiorno, con varie ferite che sanguinavano ma che non sembravano gravi. Kingslay Shakeboltzoppicava diretto alla sedia, e aveva il mantello lacerato in diversi punti.
Il signor Weasley si voltò verso di lei, e con voce stentorea disse: - Hanno preso il Ministero –
Ad Ariana si gelò il sangue nelle vene. Guardò Kingslay, che si tamponava un taglio con una garza, mentre la signora Weasley si occupava del marito.
- Come...? – mormorò Ariana.
- Tu-Sai-Chi ha attaccato – rispose il signor Weasley, - Lui e un gruppo di Mangiamorte. Hanno ucciso Rufus Scrimgeour –
- Ma il Ministero è pieno di maghi! – sbottò la signora Weasley, - Come hanno potuto... -
Arthur scosse la testa, confuso.
- Era diverso – spiegò Kingslay, - Tu-Sai-Chi, intendo. Non ha fatto nessuna fatica a penetrare nel Ministero... Ha fatto fuori decine di dipendenti senza fatica... Non era una cosa normale... -
- Siamo fuggiti non appena abbiamo capito che non c'era nessuna speranza di resistergli – concluse il signor Weasley.
Ariana guardò prima Arthur, poi Kinslay. In quello stesso momento, entrarono Harry e Ron, con Draco alle spalle. Forse la sua espressione terrorizzata li spaventò, perché rimasero inchiodati dov'erano.
- Arthur... - esalò la signora Weasley, - Questo significa che... -
- Che siamo in guerra – concluse Arthur, - Ora che ha preso possesso del Ministero, il mondo magico cadrà nel caos. Non ci sarà più nessun posto sicuro. Nemmeno Hogwarts sarà più la stessa –
Ariana fissò il signor Weasley: sapeva qual'era la fonte del nuovo Potere di Voldemort... Allora, le aveva detto la verità: aveva aspettato di poter parlare con lei, per entrare in azione. Le stava dando la dimostrazione di quanto avrebbe guadagnato, passando dalla sua parte.
Aveva ancora dieci giorni per pensare. Forse poteva escogitare un piano, cercare di fingere di essere dalla parte del Signore Oscuro e pugnalarlo alle spalle...
Qualcuno bussò alla porta, e la signora Weasley corse ad aprire: era Remus Lupin.
Entrò nel soggiorno con l'aria più trasandata che mai, lasciandosi cadere su un divano. Sembrava invecchiato ancora, dall'ultima volta.
- Remus... - mormorò la signora Weasley.
- Lo so – disse lui, - I lupi mannari attendono i suoi ordini. Sono fuggito appena in tempo, prima che scoprissero che facevo il doppio gioco –
Guardò Ariana, gli occhi dall'espressione distante.
- Moody? – domandò, ricordandosi in quel momento del vecchio Auror.
- Non lo sappiamo – rispose triste il signor Weasley, - Era con noi al Ministero, ma durante la battaglia lo abbiamo perso di vista –
- Io torno a Hogwarts comunque – disse secca Ariana.
Voleva tornare a scuola, e studiare. Chiudersi nella Biblioteca a imparare quanti più incantesimi possibile, per prepararsi allo scontro con Voldemort.
- La McGranitt farà chiudere la scuola – disse Lupin, - Dopo quello che è successo, i genitori non faranno tornare nessuno. Anche Harry dovrebbe rimanere qui -
- Harry rimarrà qui – disse Ariana, - Andrò solo io –
Draco la fulminò con gli occhi, ma lei lo ignorò. La guerra era cominciata, e bisognava essere in grado di dominare i sentimenti. Nessuno, nemmeno lui, l'avrebbe fermata.
I signori Weasley e Lupin si guardarono.
- Non possiamo darti nessun ordine – disse il signor Weasley, - Ma non è prudente –
- Non importa – disse Ariana, risoluta, - Parto ora –
Si voltò di scatto e corse in camera sua per recuperare il bagaglio.
Era determinata. La Profezia diceva che lei avrebbe sconfitto Voldemort, e si sarebbe preparata a farlo. Non importava che lui non ci credesse: lei sapeva di essere in grado di batterlo. Stesso sangue, stessi poteri.
Afferrò lo zaino, ma si sentì prendere per le spalle e voltare. Era Draco.
- Dove credi di andare? – domandò.
- A Hogwarts – rispose lei, - E non provare a fermarmi. Sono pronta a Schiantarti, se necessario –
- Ti farai ammazzare! – protestò Draco, - Non puoi andare lì da sola! –
Ariana cercò di liberarsi. – Sono perfettamente in grado di guardarmi da sola – ribatté lei, - Devo tornare a scuola, e studiare. Non rimarrò qui con le mani in mano –
Draco la scrutò, gli occhi di ghiaccio ridotti a due fessure. – Allora io vengo con te – disse.
- No – disse Ariana.
- Non credere di potermi fermare. So esattamente come arrivare a Hogwarts. Me lo hai mostrato proprio tu –
Ariana si scostò e lo guardò furiosa. Era più al sicuro lì a Grimmauld Place. Al termine delle due settimane, Voldemort sarebbe venuto a cercarla, e a quel punto avrebbe certamente rischiato la vita. Però, ormai lui sapeva come raggiungerla, e non sapeva come bloccare i luoghi in cui era possibile Materializzarsi.
- Fa' quello che vuoi – disse, secca, - Ma non ti perdonerò mai -
Draco ghignò, traendola a sé e stampandogli un bacio sulle labbra. – Non ti voglio perdere di vista – disse.
Ariana cercò di fare l'impassibile, per fargli capire che era veramente arrabbiata. Gli fece un cenno con la testa e disse: - Allora muoviti. Si parte adesso –
Draco sparì nella sua stanza, e la raggiunse dieci minuti dopo nel corridoio.
- Notizie di Moody? – domandò Ariana, chiudendosi il mantello.
- Ancora nessuna – rispose Lupin, - Aspettiamo. Non sappiamo cosa potrà accadere nelle prossime ore –
Ariana annuì, guardando Harry. – Teniamoci in contatto – disse, - Non uscite da qui, e soprattutto non cacciatevi nei guai. Io cerco un piano per far fuoriVoldemort, e voi fate lo stesso. Dubito che troveremo una soluzione, ma ho bisogno della Biblioteca di Hogwarts. Tornerò qualche volta a portarvi informazioni, se le troverò. Ripeto: non muovetevi da qui, perché forse è l'unico posto ancora sicuro –
Salutò con una abbraccio Hermione; poi fu la volta di Ron, a cui strinse la mano e che la guardò ammirato, e dei gemelli Weasley. Il loro saluto fu più caloroso del previsto.
- Non combinare troppi casini – disse amichevolmente Fred, stringendole la mano.
- Già, e fa' attenzione – aggiunse George.
Ariana sorrise, poi passò a Harry. Si guardarono per un momento, incerti su cosa dire. Il Bambino Sopravvissuto sembrava sorpreso.
- Non fare stupidaggini – disse Ariana, poi dopo un momento di riflessione gli porse la mano.
Harry la guardò, ma dapprima non si mosse. Poi, titubante, gliela strinse e disse: - D'accordo, Ariana. Ci vediamo –
Era più di quanto si era aspettata, e fu contenta così. Salutò tutti gli altri, poi seguita da Draco si diresse verso la porta.
Sbirciò diverse volte per la strada prima di mettere piede fuori. Si calò il cappuccio sulla testa e scese i gradini, sentendo i passi di Draco alle sue spalle. Raggiunsero il centro della piazzetta e si Smaterializzarono.
Con un sordo pop, Ariana e Draco ricomparvero sul gradino della scala ormai famosa. Si guardarono intorno per vedere se era tutto a posto, e non trovarono nessuno.
- Dobbiamo andare dalla McGranitt – disse Ariana, - Andiamo a dirle che siamo tornati -
Draco annuì, e insieme si diressero verso l'ufficio della McGranitt. Il gargoyle di pietra di aprì grazie alla parola magica che le aveva insegnato Silente anni addietro, e salirono la scalinata a chiocciola il più velocemente possibile. Bussarono alla porta, con un vago nervosismo.
- Avanti -
Ariana e Draco entrarono nell'ufficio circolare, e il quadro di Silente ammiccò.
- Cosa ci fate qui?! – domandò la McGranitt, vedendoli.
- Professoressa, devo assolutamente usare la Biblioteca – disse Ariana, - So che ha intenzione di chiudere la scuola, ma io ho bisogno del permesso di rimanere qui –
La McGranitt inarcò un sopracciglio dietro le lenti quadrate. – Signorina Drake, si calmi – disse, - Il Ministero è stato appena attaccato, e lei pensa a studiare? –
Ariana alzò gli occhi al cielo. – Senta, Silente le aveva detto di darmi carta bianca – disse impaziente, - Non so che intenzioni abbia lei, ma io rimango qui anche se ne andranno tutti i professori –
La McGranitt la fissò. – Io non chiuderò la scuola – disse, - Perché se ci sarà anche un solo studente che vorrà tornare, dovrà essere in grado di farlo. Tuttavia, non credo che verrà qualcuno. Ora che il Ministero è stato preso, ci sono cose più importanti che studiare. Se vuole, potrà rimanere, ma non possogarantirle che qui sarà al sicuro –
Ariana sorrise. – Non importa. Non è la sicurezza, che cerco – disse, - Voglio solo rimanere qui e utilizzare la Biblioteca. Nient'altro –
La McGranitt annuì e guardò Draco, che fino a quel momento era rimasto di fianco a lei, in silenzio. – E lei, signor Malfoy? Che intenzioni ha? –
- Rimarrò con Ariana – rispose il biondo.
- D'accordo – disse la McGranitt, scoccando a entrambi un'occhiata obliqua, - Ma mi aspetto che dormiate separati, nei rispettivi dormitori –
Ad Ariana scappò un sorriso: la Preside doveva essersi accorta di qualcosa, e non aveva perso tempo a bacchettarli. Annuì in silenzio e con un cenno del capo si congedarono, lasciandosi alle spalle l'ufficio circolare della professoressa.
- "Mi aspetto che dormiate separati" – disse Draco stizzito, in una perfetta imitazione della McGranitt, - Ma chi si crede di essere? Non ha mica capito con chi ha a che fare... -
Ariana ridacchiò, dandogli una pacca sulla spalla. – Meglio, no? Così non verrà la tentazione a nessuno dei due – disse, divertita, nonostante l'argomentonon fosse stato affrontato ancora da nessuno dei due.
Draco la guardò scettico. – La mia porta è comunque sempre aperta – disse lanciandole un'occhiata maliziosa.
- Già... Quando mai è stata chiusa? – ribatté Ariana con un sorriso, - Ci vediamo in Biblioteca tra mezz'ora -
Ariana fissò il reparto proibito della Biblioteca di Hogwarts che aveva davanti agli occhi. Centinaia di libri rilegati aspettavano la sua ispezione, che rivelare tutti i loro segreti.
Con un colpo di bacchetta, fece avvicinare un tavolo e due sedie e poi si strofinò le mani.
- Si comincia – disse.
Uno dopo l'altro, grossi libri dalle borchie di ferro fluttuarono sul tavolo al centro della Biblioteca, mentre Draco si accupava del settore di Magia contro le Arti Oscure. Avevano bisogno di tutte le informazioni che potevano aiutarli in un duello magico, e vari incantesimi di difesa.
Un'ora dopo, Ariana era china su un libro che parlava di maledizioni in grado di togliere la vita, e leggeva le pagine senza fermarsi un minuto. Doveva imparare il più possibile, se voleva qualche speranza di sconfiggere Voldemort.
- Ariana? – disse ad un certo punto Draco, alzando lo sguardo dal tomo che stava esaminando.
- Sì? –
- Hai intenzione di combattere contro Tu-Sai-Chi, vero? –
La ragazza annuì, seria. Lui la sua parte l'aveva già fatta: ora toccava a lei, e poi a Harry.
- Allora io mi occuperò di mio padre – disse Draco.
Ariana guardò il viso affilato e pallido del Serpeverde, preoccupata. Era un suo diritto affrontare suo padre, ma lei aveva paura. Draco era forte, ma forseLucius lo era di più. Aveva dalla sua il fatto di essere un Mangiamorte, e di poter contare su molti alleati.
- Draco... Sei sicuro? – disse a voce bassa, - Non voglio che tu rischi così tanto... -
- Anche io devo ripagare gli errori di mio padre – rispose il biondo.
Ariana sospirò: non poteva impedirglielo. Annuì, abbassando lo sguardo.
- Allora è meglio che ti metti a studiare pure tu – disse.
Le venne in mente il primo duello che avevano fatto all'inizio della scuola, quando lei era stata sicura di vincere. Non si era aspettata tanta bravura, da parte di quel pallone gonfiato di Draco Malfoy. Non si era aspettata proprio nulla, in realtà.
Quante cose erano cambiate, da allora. Non avrebbe mai previsto che gli eventi avrebbero preso quella piega.
Se la vita riserva sempre delle sorprese, quelle di Ariana erano state proprio grandi e inaspettate. Chi l'avrebbe mai detto che una dal cuore di ghiaccio come lei si potesse innamorare del perfido Principe delle Serpi?
Alzò lo sguardo su Draco, e si guardarono negli occhi. Sorrise, sapendo di aver trovato l'unica cosa che non doveva perdere, nella sua vita. Se non era tra le fila dei servi di Voldemort, era anche per lui.
Doveva ammetterlo, ma farlo non feriva il suo orgoglio: Draco aveva vinto il loro duello la prima volta che si erano scontrati, e con un abile colpo di bacchetta era riuscito a sfondare la corazza dura e spessa di Ariana, facendo breccia la dove nessuno era mai riuscito. Per la prima volta nella sua vita, aveva perso e ne era contenta.
Poi, le venne in mente un'altra cosa, forse certo meno romantica ma molto più pratica: la Trollope, maestra nei duelli, era ancora a scuola. E loro potevano chiedere aiuto a lei.
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