25. Vacanze di Natale
La prima cosa che fece Ariana dopo l'incontro con Piton fu parlare con Harry e dirgli che la ricerca degli Horcrux era sospesa, dato che ormai Voldemort li aveva trovati tutti, ma evitò accuratamente di dire che lei poteva essere uno di questi. Gli spiegò velocemente della possibile nuova profezia, a cui lei però credeva poco, e decisero comunque di andare all'Accademia Aurelius per cercare qualche informazione.
Quelle che precedettero il Natale furono settimane snervanti, per Ariana. Si chiuse in un silenzio di tomba, divisa tra la preoccupazione di un nuovo attacco alla scuola e il fatto che lei poteva essere un Horcrux. Aveva provato su stessa l'incantesimo che le aveva insegnato Silente, anche se il Preside le aveva detto che sulle persone poteva non funzionare: si basava infatti sulla rilevazione di un'anima all'interno degli oggetti, e lei un'anima sua l'aveva per forza; se fosse presente anche una parte di Voldemort, non si riusciva a capire. Andava a lezione senza riuscire a seguire le spiegazioni, e per il resto rimaneva chiusa in camera, a parte quando portava fuori Argo, in mezzo alla neve che era caduta insistentemente per tutto dicembre.
Non arrivarono notizie di attacchi da nessuna parte, segno che Voldemort aveva trovato quello che cercava. Sembrava tutto abbastanza tranquillo, anche troppo. Era la quiete che precedeva la tempesta, Ariana se lo sentiva.
E poi, c'era la storia con Malfoy. Era incredibile come all'improvviso l'intera Hogwarts si fosse accorta che tra loro c'era un particolare feeling, che lei non era riuscita a tenere nascosto. Non c'erano stati più "contatti" tra loro due, anche perché Ariana si era sempre tenuta a debita distanza, ma era innegabile che a lei piacesse almeno un pochino. La metà delle ragazze della scuola, escluse per fortuna le Grifondoro del settimo anno e Ginny, avevano manifestato all'improvviso una certa antipatia per lei, visto le voci che giravano.
Ariana stava cercando di non pensarci, ma ogni giorno che passava si rendeva conto che Draco le piaceva sempre di più. Arrivò a pensare che fosse il fatto che non potesse, a renderlo così... attraente. Poi si era arresa all'innegabile verità, e cioè che era completamente pazza perché si era innamorata di DracoMalfoy.
In più, come se non bastasse il caos in cui si trovava in quel momento, la previsione di Hermione e Ron fatta da Malfoy si stava avverando: i due erano diventati sempre più freddi nei confronti l'una dell'altra, e lei dovette gestire diverse litigate per cose maledettamente stupide.
Non vedeva l'ora che arrivassero le vacanze di Natale, in modo da avere la scuola praticamente vuota e poter andare in giro senza il timore di incontrareDraco o qualcuna delle sue ammiratrici fuori di testa che cercasse di aggredirla.
Il 23 dicembre venne aperto il camino dell'Ufficio della McGranitt, che avrebbe riportato a casa con la Metropolvere gli studenti della scuola. Scoprì che diGrifondoro sarebbe rimasta solo lei, visto che tutti i pochi ragazzi che c'erano tornavano dalle loro famiglie.
- Sei sicura di non voler venire con noi? – chiese Ginny, mentre Ariana accompagnava lei, Harry, Ron, Hermione e i gemelli all'ufficio della Preside, con i bauli che fluttuavano dietro di loro.
- No, ma ti ringrazio – rispose Ariana non un sorriso, - Mi sentirei un po' fuori posto, in mezzo alle vostre famiglie –
Si misero in coda nella fila che terminava fuori dall'Ufficio del Preside, in attesa di poter prendere la Metropolvere. Ariana aspettò con loro, salutando di volta in volta alcuni ragazzi che conosceva. Ci volle un quarto d'ora prima di arrivare davanti al camino; la McGranitt sovrintendeva con aria seria all'uscita.
- Allora buon Natale, ragazzi – disse Ariana, - Mi raccomando, ci vediamo presto -
- Buon Natale anche a te – disse Hermione, - E stai su, che passerà presto –
La Caposcuola e Ginny le erano state molto vicine, per quanto riguardava la vicenda di Malfoy. Non avevano detto nulla a Harry e Ron, che storditi com'erano non si erano accorti di niente, e avevano cercato di farla stare un po' meglio, anche se le avevano consigliato di ascoltare il suo cuore. Non c'era bisogno di dire che Ariana aveva seguito la testa, perché altrimenti a quell'ora chissà dove sarebbe stata...
Salutò anche Neville e Luna, ma fu felice di non vedere Draco da nessuna parte. Probabilmente era partito con il gruppo dei Serpeverde, in mattinata.
Tornò nel Dormitorio godendosi il silenzio dei corridoi, e gettando ogni tanto un'occhiata fuori dalle finestre: il parco era completamente imbiancato dalla neve, che doveva essere alta almeno mezzo metro. Visto che c'era un po' di sole, poteva uscire un po' con Argo.
Mezz'ora dopo, Ariana arrancava nel parco in mezzo alla neve, imbacuccata nel cappotto e avvolta nella sciarpa di lana. Argo saltava qua e la, lasciando dei buchi nella neve fresca. L'aria era gelida, e le pungeva le guancie.
Si diresse verso il lago, e si accorse che la superficie era gelata. Si era formata una lastra di ghiccio del colore dell'acciaio, che rifletteva i deboli raggi del sole.
Le aspettavano due settimane di tranquillità, finalmente. Niente Malfoy da nessuna parte, niente Potter da salvare visto che era al sicuro dall'Ordine della Fenice, e niente sguardi assassini da parte delle ragazze.
Sorrise, insuendo Argo in mezzo alla neve.
Un'ora dopo, Ariana appoggiava il cappotto bagnato su una poltrona vicino al camino, nella Sala Comune. Argo si sedette vicino al fuoco dopo essersi scrollato energicamente, e la ragazza sorrise. Aveva le guancie gelate, e decise di farsi un bel bagno caldo: Hermione le aveva lasciato la chiave del bagno dei Caposcuola, e non vedeva l'ora di andare a vedere com'erano.
Tornò in camera e prese accappatoio e cambio, poi si diresse al quarto piano.
Il bagno dei Caposcuola era davvero enorme, e quella che c'era incassata nel pavimento non era una vasca, era una piscina. Nelle pareti erano state ricavate un paio di nicchie dalla piastrelle bianche. C'era uno spogliatoio in fondo, dove Ariana lasciò i vestiti puliti.
Dai vari rubinetti usciva acqua mista a diversi bagnoschiuma, e lei scelse quella alla fragola. Attese che la piscina si riempisse per bene, poi s'immerse nell'acqua calda.
La vasca non era molto profonda, e c'era un gradino su cui sedersi. Si scelse una posizione comoda e si lasciò lambire dall'acqua profumata, godendosi il calore dopo l'ora passata in mezzo alla neve.
Si rese conto che da quando era arrivata a Hogwarts i momenti che aveva passato veramente da sola erano pochi. Eppure non rimpiangeva molto la solitudine: insieme a Hermione, Ginny e gli altri aveva passato dei bei momenti. Fino a un anno prima non credeva fosse possibile: pensava che i ragazzi diHogwarts fossero esattamente come quelli delle altre scuole.
Qualcuno girò la maniglia della porta, tentando di aprila. Per fortuna lei l'aveva chiusa a chiave, anche se pensava che per la scuola non ci fossepraticamente nessuno.
Si sentì bussare, poi una voce soffocata disse: - Chiunque tu sia, sei pregato di darti una mossa!".
Anche da dietro la porta, si riconosceva subito che era Draco Malfoy.
"Ma che diavolo ci fa qui?!" pensò Ariana, sorpresa, "E poi con tutti i giorni che aveva a disposizione, proprio adesso doveva venire?".
Non si mosse dall'acqua, e appoggiò le braccia sul bordo.
- Ti conviene ripassare fra un po', Malfoy – gridò, - Sarà una cosa ancora lunga -
Ci fu un attimo di silenzio, poi: - Ariana? Apri, tanto sono abituato a vedere ragazze spogliate –
Ariana alzò gli occhi al cielo, esasperata. – Ma neanche per scherzo. Ho intenzione di farmi un bagno rilassante, e non intendo aprirti nemmeno se stessiaffongando –
Draco bussò di nuovo. – Facciamolo in due, questo bagno rilassante – disse, e lei sapeva che stava ghignando come al solito.
"Ma questo è un mezzo pervertito: dovrebbero rinchiuderlo ad Azkaban" pensò Ariana.
- Se vuoi entrare, dovrai sfondare la porta – disse, visto che tanto era impossibile.
- Allora rimango qui –
Draco inziò a bussare insistentemente, e Ariana sentì i nervi a fior di pelle. Doveva essere un bagno rilassante, ma si stava strasformando in una barzelletta. Dopo cinque minuti, la sua pazienza era già terminata, e uscì dalla vasca infilandosi l'accappatoio.
Si asciugò in fretta e s'infilò i pantaloni e il top leopardato (che chissà come Ginny era riuscita a convincerla a comprare), e con i capelli ancora bagnati andò ad aprire la porta.
Draco aspettava appoggiato allo stipite della porta, l'espressione divertita. La squadrò da capo a piedi con un sorriso molto simile al ghigno di un lupo.
- Oh, finalmente – disse, ed entrò nel bagno con in mano una serie di asciugamani con le sue iniziali.
Ariana richiuse la porta e andò a recuperare il resto della sua roba nello spogliatoio. All'improvviso si ricordò di una cosa. Si girò per vedere che anche il biondo aveva notato la cicatrice sulla sua spalla.
- Ricordo di Durmstrang? – domandò serio, appoggiando gli asciugamani in una nicchia nel muro.
Ariana si voltò ed entrò nello spogliatorio. – Già... Il caro Ivan – rispose, infilandosi la maglia. Ripiegò l'accappatoio e uscì, ritrovando Malfoy a petto nudo che la guardava ghignando. Lei gli gettò un'occhiata sprezzante, ma notò che il Quidditch gli aveva regalato un davvero bel fisico.
- Ti ho già detto che sei uno sfacciato esibizionista? – disse.
- Sì, me lo hai già detto – ribatté lui, mentre Ariana se ne tornava nello spogliatoio, visto che aveva capito che il biondo non si faceva nessun problema a spogliarsi davanti a lei. Prese la bacchetta e iniziò ad asciugarsi i capelli.
- Quando hai finito, avvertimi – disse, sedendosi su uno sgabello, nascosta dietro al paravento.
- Una come te non dovrebbe scandalizzarsi per così poco – disse Draco, mentre riempiva la vasca con l'acqua al profumo di pino. – Ah... Solo tu potevi usare il bagnoschiuma alla fragola –
- Sono una ragazza – disse Ariana, - Volevi che usassi una roba da uomo? –
- Sarebbe estremamente sexy – rispose Draco, seguito dal rumore di acqua smossa, - Puoi venire, se vuoi –
Ariana ci pensò un momento prima di uscire allo scoperto. Era una situazione davvero assurda, e solo lei poteva finirci. Non sapeva se ridere o essere scandalizzata.
Sbirciò fuori dallo spogliatoio per accertarsi che quel pervertito esibizionista si fosse almeno infilato nella vasca. Draco era immerso nella piscina piena di schiuma, le braccia appoggiate sul bordo.
Uscì dal suo nascondiglio con l'accappatoio in mano, e il biondo la guardò ridacchiando.
- Qualche problema? – domandò.
- No, nessuno – rispose Ariana, dirigendosi verso la porta. Studiò attentamente il pavimento, per evitare le parti bagnate in modo da non scivolare e fare una figuraccia.
- Dove vai? –
Ariana si voltò a guardare Draco. – Esco – disse, - Rimarrei volentieri, ma ho una mezza dozzina di ragazzi che mi aspettano... Sai com'è –
Il biondo ghignò in modo lupesco. – Dubito che c'è ne sia uno alla mia altezza – disse.
- Davvero? – Ariana mise la mano sulla porta – Sono proprio dispiaciuta di non poter avere conferma della cosa... Ah, ma tu non dovresti essere a casa tua? -
Il Serpeverde si strinse nelle spalle. – Mia madre al momento è nascosta da qualche parte, e non posso raggiungerla per evitare che i Mangiamorte possano trovarla. Preferivo rimanere qui al posto di passare il Natale in mezzo all'Ordine della Fenice con il Magnifico –
Ariana scrutò Draco, le spalle possenti che sbucavano dall'acqua calda e fumante.
"Sveglia!" gridò il suo cervello, "Sveglia! Esci di qui, prima di fare, dire, o anche solo pensare cose di cui di pentiresti".
Ariana si riscosse sotto lo sguardo malizioso di Draco, e gli gettò un'ultima occhiata. Era in grado di metterla in imbarazzo con una facilità disarmante: le scappò un sorriso, prima di uscire e chiudersi delicatamente la porta alle spalle.
Niente settimane di solitudine: avrebbe dovuto guardarsi da Malfoy, e non avrebbe potuto contare sull'aiuto di Hermione e Ginny. Però, magari, poteva giocare un pochino... Solo poco poco... Niente di serio...
Sorrise mentre raggiungeva a passo lento il dormitorio, dandosi della sciocca. Sembrava una bambina. Giocare con Draco... Ma che idea le era venuta? Stava perdendo il senno: il calore del bagno dei Caposcuola le stava dando alla testa.
Draco Malfoy, ancora immerso nell'acqua calda che sapeva di pino fino alle ascelle, ridacchiava da solo come un demente.
Ariana andava veramente controcorrente.
Prima di tutto, quando era venuta ad aprirgli, si era vestita completamente; se al suo posto ci fosse stata una qualsiasi altra ragazza di Hogwarts, avrebbeprovveduto ad aprirgli debitamente mezza svestita...
Poi, appena aveva potuto, era scappata via dandogli del pervertito.
Roba da pazzi. Qualunque ragazza avrebbe fatto carte false pur di trovarsi nella situazione di Ariana, e lei era fuggita.
L'ultimo episodio gli confermava quanto già sapeva: che Ariana non era come tutte le altre, e che le piaceva sempre di più.
Stava diventanto un'impresa per lui trattenersi dal toccarla, dallo sfiorarla. Ogni volta che la vedeva, aveva una tremenda voglia di trarla a sé, sentire la sua pelle morbida contro la sua, ma non ci aveva più provato da quella notte nella Stanza delle Necessità. Non aveva osato, per paura di allontanarla ancora di più e precludersi almeno la possibilità di parlarle, ogni tanto.
Blaise lo aveva detto: - Credo proprio che sarà lei a far impazzire te –
Ci aveva visto giusto, il suo migliore amico. Ariana fuggiva da lui come davanti a una minaccia, senza dargli la possibilità di avvicinarsi. Non poteva continuare così. Non poteva continuare a guardarla da lontano senza sfiorarla, senza sentire il profumo dei suoi capelli.
Sospirò, mentre l'acqua piano piano si raffreddava. Non si sarebbe fermato. Voleva Ariana, e voleva solo lei. Avrebbe rinunciato a qualunque cosa pur di sfiorare di nuovo le sue labbra morbide e delicate.
Ariana tornò nel suo dormitorio con ancora il sorriso sulle labbra. Varcò il buco del ritratto e gettò l'accappatoio su una delle poltrone vuote. Poi, si sedette di fianco ad Argo, accoccolato sul pavimento davanti al camino. Il dobermann appoggiò la testa sulle sue gambe.
- Sai Argo, sto seriamente impazzendo – mormorò, - Mi sono innamorata di Draco Malfoy -
Il cane le leccò affettuosamente la mano, mentre Ariana fissava le fiamme nel camino. La mente tornava imperterrita a quel bagno del quarto piano, conDraco.
Doveva distrarsi, pensare ad altro. Si alzò di scatto e andò alla ricerca di piuma e pergamena, con l'intezione di scrivere all'Accademia Aurelius per informare il Preside del suo arrivo. Tornò a sedersi davanti al camino, appoggiando la pergamena per terra.
Egregio Professor Augusto,
scrivo per informarLa che il 2 gennaio mi recherò presso la sua scuola per usufruire della Biblioteca dell'Istituto. Con me ci saranno altre quattro persone, tra cui Harry Potter. Chiedo quindi la vostra gentile ospitalità all'interno dell'Accademia...
Ariana continuò a scrivere per altri dieci minuti, spiegando brevemente i motivi della sua visita. Sperava fosse disposto a ospitarli all'interno della scuola, in modo da essere più al sicuro.
Le tornarono in mente i ragazzi che aveva conosciuto lì... Chissà se si ricordavano ancora di lei?
Non vedeva l'ora di tornare all'Aurelius, perché era un posto davvero stupendo. Aveva molti bei ricordi di quel posto, diversamente da Durmstrang, dalla Van Hovenbargen e da Bauxbatons.
Chiuse la lettera e la sigillò con un incantesimo, poi salì alla guferia e spedì la busta con un gufo reale, sperando che arrivasse in fretta. Non vedeva l'ora di tornare in Italia.
Poi all'improvviso la vide: una busta nera di pergamena, appoggiata su una delle poltrone di pelle della Sala Comune. Non l'aveva ancora vista perché il fuoco del camino gettava un'ombra proprio in quel punto. C'era un nome scritto sopra, un nome scritto con inchiostro rosso sangue: Merope Zahira Riddle.
Ariana si alzò di scatto e afferrò la lettera. L'aprì il più velocemente possibile, con le mani che tremavano. Ne uscì un foglio bianco, scritto sempre con inchiostro rosso. Come intestazione c'era la serigrafia di un teschio dalla cui bocca usciva un serpente.
Merope,
scrivo questa lettera per chiederti di incontrarci il più presto possibile.
Come credo tu abbia già capito, possiedo mezzi molto più potenti di una semplice lettera per mettermi in contatto con le persone, ma voglio che non si crei rancore, tra noi. Ti reputo molto più intelligente di quanto molti credano, e ritengo tu sia in grado di capire che passare dalla mia parte sia più vantaggioso che rimanere a combattere al fianco di un manipolo di ragazzini viziati.
Recati il 2 gennaio a Little Hangleton, a Casa Riddle, alle 21.00 di quella sera. Ti attenderò lì.
Lord Voldemort
Ariana fissò la pergamena con gli occhi spalancati.
Allora Voldemort voleva lei... Voleva convincerla con le buone a farla tornare da lui.
Rimase immobile con la lettera in mano, fissando le fiamme che crepitavano nel camino. La sua testa lavorava a ritmo frenetico: che fare? Doveva andare all'incontro?
Quel giorno non sarebbe stata nemmeno a Hogwarts, ma all'Accademia Aurelius. Come poteva sperare di sparire per ore e non destare alcun sospetto? Masoprattutto, voleva andarci?
No. Non ci voleva andare, e con ci sarebbe andata. Non le interessava assolutamente incontrare suo padre, e andarci significava dimostrare di temerlo. Forse credeva di poterla piegare, ma si sbagliava di grosso: Ariana era fatta di una pasta più dura di quanto potesse immaginare...
Gettò la busta e la lettera nelle fiamme, con un sorriso sulle labbra. Non bastava una lettera per spaventarla. Non si sarebbe mossa.
Se era veramente la figlia di Lord Voldemort, non sarebbe bastata una semplice lettera di suo padre a farla sprofondare nella paura. Non lo temeva, non la spaventava. Aveva imparato a non avere paura per la sua vita. Se veramente il Signore Oscuro la voleva dalla sua parte, sarebbe dovuto venire a prenderla con la forza.
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