23. Progetti e rivelazioni
La settima seguente all'attacco a Hogwarts fu davvero strana. Le lezioni vennero sospese per sei giorni, in modo da poter rimettere in sesto il castello, e soprattutto il dormitorio di Grifondoro, che era quello più disastrato. Ariana era rimasta segregata in infermeria per tutto il tempo, e non aveva potuto vedere com'era conciato; Hermione le aveva detto che il quadro della Signora Grassa era stato divelto completamente e la Sala Comune sembrava fosse stata attraversata da un uragano.
D'apprima sembrò che la McGranitt volesse chiudere la scuola, ma dopo una lunghissima riunione dei professori e di alcuni funzionari del Ministero, si era deciso che Hogwarts doveva rimanere aperta, visto nessuna delle altre scuole attaccate aveva chiuso. La sorveglianza venne triplicata, anche se si riteneva che un'ulteriore attacco era poco probabile, dato che i Mangiamorte non avevano mai preso due volte d'assalto lo stesso istituto.
Ariana dovette dare molte spiegazioni: prima alla McGranitt, poi ai menbri dell'Ordine al completo. A tutti disse esattamente le stesse cose: era a Hogwartscon l'ordine di aiutare Harry Potter, ordine che arrivava da Silente in persona. Molti erano rimasti perplessi, e qualcuno aveva chiesto come mai conoscesse così tanti incantesimi pericolosi: lei rispose che era stato il Preside a insegnarglieli, in modo da poter compiere meglio il suo lavoro. Era certa che qualcuno, soprattutto Malocchio Moody, avesse fiutato qualcosa di strano sotto, ma non era disposta a dire altro. Era stata scoperta, ma non ancora del tutto.
Chiusa nell'infermeria, Ariana aveva passato la settimana a guardare fuori dalla finestra, dato che era l'unico posto che la Chips non le aveva vietato di frequentare, e si era resa conto che molti studenti avevano lasciato la scuola. Vide Lavanda Brown uscire insieme ai suoi genitori, e altri ragazzi checonosceva solo di vista abbandonare frettolosamente l'istituto. Gli studenti di Hogwarts all'improvviso si erano dimezzati.
Draco venne a trovarla ogni giorno, e notò nel ragazzo un comportamento strano. Prima di tutto non sembrava minimamente turbato dall'aver visto suo padre, che oltretutto aveva cercato di ucciderlo; e secondo, era decisamente più gentile del solito. Ogni giorno lo vedeva nel parco insieme ad Argo.Hermione faceva uscire il cane dal dormitorio e lo consegnava a lui che si era offerto di portarlo fuori quando ce n'era bisogno.
Non lo capiva. Non lo capiva proprio.
Appoggiata al davanzale della finestra, l'ultimo giorno di degenza che le aveva promesso la Chips, Ariana guardava il Serpeverde ed il dobermann giocare nel parco. Sospirò, rendendosi conto che il problema era proprio lei. Dalla notte dell'attacco si sentiva strana, e presto capì perché.
C'era qualcos'altro che frullava nella testa di Ariana, e che la preoccupava parecchio. Il dubbio ormai lo aveva, e tanti pezzi del puzzle avevano trovato il loro posto. E se la Chimera era un nome per indicare proprio lei? Se suo padre la stesse cercando?
A essere sincera, non sapeva se Voldermort la credesse ancora viva o meno. Sapeva di non averla uccisa, ma non si era mai interessato a lei. Perché cercarla?
Forse voleva estorcerle informazioni su Silente, a patto che sapesse che aveva passato molto tempo con lui... Forse, come aveva detto Lucius Malfoy, voleva che passasse dalla sua parte...
In ogni caso, Ariana aveva intenzione di rimanere dalla parte in cui era sempre stata, e cioè quella di Silente.
- Bene, facciamo il ricapitolo della situazione – disse Ariana, in piedi davanti a un tavolo rettangolare di legno pregiato.
Lei, Draco, Harry, Ron ed Hermione si trovavano nella Stanza delle Necessità, che si era trasformata in una piccola sala arredata con mobili antichi e pregiati. Quella mattina Ariana era stata dimessa dall'infermeria, e aveva subito deciso di fare con Harry il punto della situazione. E aveva deciso di mettere il Serpeverde biondo a conoscenza degli Horcrux, visto che ormai faceva parte del gruppo e aveva fatto domande sull'elmo.
- Allora, i possibili Horcrux ancora esistenti dovrebbero essere tre, giusto? – disse Ariana, - Mi hai detto di averne trovato uno, vero Harry? -
Il Bambino Sopravvissuto annuì. Non gli aveva rivelato che in realtà era stata lei a trovarlo e a metterlo nel forno, perché preferiva fargli credere di averfatto tutto da solo. Già era stata fortunata avesse fatto poche storie per via del piano di Silente, e non poteva pretenedere che incassasse anche questo colpo senza fare una piega.
- Quindi, dovrebbero rimanerne tre... - mormorò Hermione, - Dovrebbero essere oggetti appartenuti ai fondatori di Hogwarts? -
- Non è detto – rispose Ariana, - Ma l'altra volta mi sono permessa di fare un salto fuori da scuola, e sono andata a cercare il pettine di Isabel La Felì. Era la compagna di Salazar Serpeverde, e ho pensato potesse essere un Horcrux. Ho trovato l'originale, ma non era quello che credevo –
- Come hai fatto a capirlo? – chiese Ron, perplesso.
- Silente mi aveva insegnato un piccolo incantesimo per identificarli. Lo insegnerò anche a te, Harry – disse Ariana, precendendo la domanda del Prescelto, - Teoricamente potrebbero essere un oggetto di Corvonero, di Tassorosso e il serpente, Nagini... Siete d'accordo? –
- E la Chimera? – domandò Harry, - Stavano cercando quella, l'altra volta. Potrebbe essere un Horcrux? –
Ariana venne colpita da una strana consapevolezza: non è che per caso lei era un Horcrux? Cercò di non far trasparire la sua preoccupazione, quando rispose: - E' possibile. Cosa credete possa essere? –
- Uhm... bella domanda – disse Ron.
Il trio pensava in silenzio, ma Draco stava guardando Ariana. Lei distolse lo sguardo, passeggiando avanti e indietro, cercando di stare calma.
Cavolo, se lei era un Horcrux era un bel problema. In effetti, quando Voldemort aveva ucciso sua madre, aveva potuto utilizzare l'omicidio di Zahira per creare un altro Horcrux... Ci mise qualche secondo a tranquillizzarsi: stava per farsi prendere dal panico.
Se lei era veramente un Horcrux, come avrebbe fatto a proteggere Harry? Avrebbe dovuto uccidersi, per permettere a lui di eliminare Voldemort... Lei sarebbe dovuta morire...
- Sentite – disse alla fine, - Se volete, possiamo andare all'Accademia Aurelius, dove hanno la biblioteca più grande che conosca... Possiamo cercare delle informazioni lì -
- Ehm... dove sarebbe l'Accademia Aurelius? – domandò Ron, guardandola.
- In Italia – rispose Ariana, - Ci ho passato un anno, ed è il posto più straordinario che conosca. Sono sicura che lì ci sono dei libri che potrebbero tornarci utili –
- Sì, ma come ci arriviamo in Italia? – domandò Harry.
- Ci si può Materializzare all'interno? – chiese Hermione.
- No, ma per il viaggio non dovete preoccuparvi. Penserò a tutto io – disse Ariana, gettando una rapida occhiata a Draco, - Possiamo arrivarci con laMetropolvere. Dobbiamo solo decidere quando andare. Il Preside mi conosce e sa che aiutavo Silente. Ci metto un attimo a mettermi in contatto con lui e a organizzare tutto. –
- Non so... - mormorò Hermione, - E' sicuro andare in giro proprio adesso? –
- Ormai i Mangiamorte hanno attaccato – ribatté Ariana, - E se non siamo al sicuro nemmeno qui, stare fuori non cambia nulla. In ogni caso, se volete evitare di far notare la vostra assenza, possiamo andarci durante le vacanze di Natale –
- Forse è meglio – disse Ron.
Rimasero in silenzio a pensare. Draco era l'unico a non aver parlato: continuava a guardare Ariana con l'espressione seria. Lei iniziava a innervosirsi, ma non voleva fare sempre la parte della cattiva.
- Direi di fare così – disse Ariana, - Fino a Natale, non ci muoviamo da qui. Poi voi tornerete per le vacanze dalla vostra famiglia, fino a dopo Capodanno. Il due gennaio vi raggiungo e andiamo insieme all'Aurelius. Torneremo a Hogwarts quando rientreranno tutti gli altri studenti, così non daremo troppo nell'occhio. Siete d'accordo? -
Harry, Ron ed Hermione si guardarono, annuendo. – Va bene – disse il Bambino Sopravvissuto. – Facciamo così. Quindi pensi tu al viaggio? –
- Faccio tutto io – lo rassicurò Ariana, guardando l'orologio, - Bene, penso che sia meglio tornare nei nostri dormitori. Ah, Harry, se fai qualche sognostrano avvertimi, per favore -
Il Trio si diresse verso l'uscita, seguito da Ariana. Draco era di fianco a lei, silenzioso come tutta la sera.
I tre uscirono, ma Ariana venne fermata dal braccio del Serpeverde, che le bloccava la porta. Lo guardò con aria scocciata, ma lui disse: - Dobbiamo parlare–
Hermione sembrava preoccupata. – Andate. Ci vediamo tra un po' – disse Ariana, richiudendo la porta, infastidita. Guardò il biondo con aria interrogativa.
- Cosa c'è? -
- Sei strana, Ariana – disse Draco, incrociando le braccia, - E non dirmi che mi sto sbagliando, perché lo vedo benissimo che sei preoccupata –
La ragazza si lasciò prendere da un moto di stizza: odiava quando gli altri avevano ragione su di lei.
- Hanno appena attaccato la scuola – ribatté lei, - Tutti sono preoccupati. E comunque non penso che debba venirti a raccontare tutti i miei problemi -
Troppo aggressiva, lo sapeva, ma non aveva potuto farne a meno. Non le andava che lui si fosse accorto che era veramente e seriamente preoccupata.
- Non ti sto dicendo di raccontarmi tutti i tuoi problemi, ma solo una parte – disse Draco, neutro, - Cosa c'è che ti preoccupa? -
Ariana fece una smorfia, dandogli le spalle. – Una cosa stupida. Niente di importante – rispose, - Tu, piuttosto, perché mi stai addosso? –
Draco alzò gli occhi al cielo. – Ti sto addosso? Chiederti se c'è qualcosa che non va significa starti addosso? –
- Non è quello. Hai cambiato atteggiamento nei miei confronti, da qualche giorno a questa parte – disse Ariana, fissandolo negli occhi, - A che gioco stai giocando? -
- Non sto giocando proprio a niente – ribatté il biondo, esasperato – Tu... Sei assolutamente incredibile... -
Un sorriso incredulo si aprì sulle labbra del Serpeverde, mentre Ariana lo guardava perplessa, senza capire. Prima le chiedeva se era preoccupata, e ora che era a lei fargli una domanda, lui se la rideva. Rimase a guardarlo mentre lui gettava una rapida occhiata al soffitto, per poi girarsi di spalle.
- Allora? – domandò la ragazza, in attesa.
Draco si voltò, e fece due passi verso di lei. Ariana rimase immobile, mentre lui si avvicinava decisamente troppo. Diamine quanto era alto!
- Ariana... Voglio farti una domanda – disse il biondo, - Se ti dicessi che sono seriamente preoccupato per te, cosa risponderesti? -
- Che ti stai sbagliando, perché non hai nulla di cui preoccuparti –
- E se ti dicessi che mi piacciono molto le ragazze con gli occhi verdi? – Draco fece un altro passo avanti, mentre Ariana indietreggiava, confusa.
- Ti direi che non ha molto senso, al momento – disse.
- E se ti dicessi che guarda caso tu hai proprio gli occhi verdi? –
- Io non ho gli occhi verdi... Sono... Sono... - Ariana si accorse di essersi appena appoggiata al bordo del tavolo. Ma era impazzito?
- Malfoy, dimmi chiaramente cosa vuoi – sbottò, più confusa che curiosa.
Draco era troppo vicino... Troppo, e lei lo sapeva benissimo. La stava guardando negli occhi, divertito. E prima che lei ebbe modo di scappare, la afferrò per i fianchi e la mise a sedere sul tavolo, senza nessuna fatica.
- Non mi scappi – le sussurrò il biondo, ghignando.
Poi, la baciò.
E Ariana, lo sapeva, in quello stesso momento era caduta nella trappola di Malfoy. Non si oppose, anche se rimase comunque rigida come una scopa. Il bacio di Draco era delicato, molto più di quanto lei stessa si aspettasse.
E le piacque.
Dieci secondi più tardi il suo cervello riprese a lavorare normalmente, e si rese conto dell'idiozia immane che stava facendo. Mise le mani sulle spalle delSerpeverde e lo allontanò con fermezza, senza però essere troppo irruenta. Si issò sul tavolo e un momento dopo era dall'altra parte, il piano di legno a dividerli.
- Che diavolo fai, Malfoy? – sbottò, cercando di essere irritata.
Il Serpeverde ghignò alla grande. – Non mi sembra di aver fatto una cosa riprovevole – rispose, - Potremmo approfondire un po' di più la cosa, che ne dici? –
Ariana fece guizzare lo sguardo verso la porta. – Nemmeno per sogno – ribatté, - Provaci un'altra volta e ti faccio a fette –
- Avanti, Ariana... Non fare tanto la difficile. Lo so che ti è piaciuto -
Draco era divertito, lei per niente. Si guardavano l'un l'altra con il tavolo in mezzo, a fare da muto arbitro. La ragazza portò la mano nella tasca dei pantaloni, pronta a prendere la bacchetta e guadagnare l'uscita. Ma non c'era. Fulminò Draco, che rise.
- Oltre che ha baciare bene, so anche fare altre cose – disse, mostrandole la sua bacchetta, che ora teneva insieme alla sua nella tasca.
Ariana era furiosa. Oltre a prenderla totalmente alla sprovvista, le rubava pure le cose. Senza bacchetta si sentiva impotente, piccola. E la cosa la spaventò. Era abiutata a guardarsi sempre da sola, ma senza l'oggetto su cui affidava la sua stessa vita si sentiva assolutamente inerme. E non poteva nemmeno tentare di riprendersela, perché non voleva rischiare altri attacchi da Draco.
Davanti alla sua espressione spaventata, Draco si addolcì.
- Non voglio farti niente – disse, - Volevo solo evitare che mi lanciassi una fattura: conosco le tue reazioni -
- Perché? – domandò Ariana, sempre più confusa.
C'erano solo due cose sicure nella sua esistenza: una era proteggere Harry Potter, e l'altra era che non si era mai innamorata in vita sua. Perché diavoloDraco Malfoy si permetteva di cambiare le cose?
- Perché mi piaci – rispose il Serpeverde.
- Stai mentendo – disse Ariana, - E' una bugia –
Draco divenne serio. – Perché dovrei prenderti in giro, Ariana? Sto cercando di essere sincero con te, e lo sono stato dall'inizio –
Ariana si sentiva assolutamente spiazzata. Una parte di lei poteva anche ammettere di essere felice di quel cambiamento, ma l'altra si rifiutava categoricamente di poter pensare anche per un secondo di essere innamorata di Draco Malfoy. Non poteva, non adesso. Aveva un compito da portare a termine...
- Non farlo mai più – esalò, - Io non voglio crederti... Non... Non... -
- Perché la stai prendendo così male, Ariana? – chiese Draco, - Che problema c'è? –
Ariana lo guardava con gli occhi spalancati, presa dal panico. Un panico che derivava dal fatto che aveva capito bene che anche lei provava qualcosa. Che in fondo lo aveva sempre saputo, che ma non aveva mai voluto ammettere: il suo senso del dovere le imponeva di pensare solo a Harry Potter, al suo compito. Non poteva rischiare di mettere tutto in pericolo a causa del suo egoismo... Cosa avrebbe pensato Silente di lei?
Si voltò, portandosi le mani alla testa. – Draco, io non posso... - mormorò, - Devo fare quello per cui Silente mi ha mandata qui... Io... Ti stai sbagliando... Sono solo una delle tante... Perché?! –
Appoggiò le mani alle parete, cercando di mantenere la calma. Aveva paura, paura che per un suo errore altri rischiassero la vita... Che il suo piano perfetto fallisse a causa di una sua debolezza.
- Ariana, non sono mai stato così serio in tutta la mia vita – disse Draco, da dietro le sue spalle, - Sei la prima e l'unica ragazza verso cui io abbia provato un sentimento del genere. Io per primo non ci credevo. Ma mi sono reso conto che mi sono innamorato di te -
Lo sentiva a mezzo metro dietro di lei, ma non aveva la forza di affrontarlo. All'improvviso, non sapeva se dire la verità o una bugia: Draco le piaceva, davvero. Non una cotta come quella di Ivan... Era qualcosa di diverso. E lei avrebbe tanto voluto girarsi e dirgli che anche per lei era la stessa cosa, ma qualcosa la bloccava. Era la paura, che cercava di tenere sempre nascosta, ma che provava come ogni essere umano. Era il terrore di poter mettere in pericolo lui e tutti gli altri.
- Draco... Io... Io non posso. Devo portare a termine la mia missione -
- E' solo una scusa, Ariana. Tu hai solo paura di lasciarti andare – ribatté Draco.
Sentì le mani del Serpeverde afferrare delicatamente le sue spalle e voltarla piano. Si ritrovarono faccia a faccia, e Ariana riuscì a guardarlo negli occhi. Sì, le piaceva, ma proprio per questo doveva tenerlo lontano.
Il biondo le afferrò il mento con una mano, e le alzò il viso quel tanto che bastava per sentire il suo respiro sulla bocca. – Io... - sussurrò Ariana.
Il bacio di Draco fu come il primo, delicato e leggero. Evidentemente non osava di più, per paura che lei la prendesse seriamente male e cercasse di fuggire. La ragazza rimase ferma, la schiena contro il muro, un po' più rilassata di prima.
Fu di nuovo lei a rompere il contatto, questa volta ritraendosi lentamente. Con una certa esitazione lo abbracciò, posando la testa sulla sua spalla.
- Non farmi questo – disse, - Io non posso, Draco. Ti prego, fa che io sia una delle tante... Lo sfizio te lo sei tolto... -
- Perché vuoi farti così male, Ariana? Non puoi essere una delle tante, semplicemente perché non lo sei mai stata – Draco le solleticava la schiena con una mano – Non puoi precluderti tutto solo per portare a termine una missione. Per una volta smettila di pensare con la testa –
Aveva ragione, ma lei non poteva. Per tutta la vita si era lasciata guidare dalla ragione, sempre, anche nelle situazioni più estreme. Ora aveva paura di perdere il controllo della situazione, di perdere il controllo di se stessa.
Si staccò e lo guardò negli occhi. Per un attimo ebbe la tentazione di baciarlo, ma si trattenne.
- Non posso e basta, Draco – gli soffiò sul viso, - Ti prego, lasciami stare -
Poi sgusciò via, sfilandogli la sua bacchetta dalla tasca, e uscì dalla Stanza delle Necessità, in silenzio.
Ariana tornò nel dormitorio, completamente imbambolata. Hermione era ancora sveglia, e la stava aspettando parlando con Ginny.
- Ariana, stai bene? – domandò la Caposcuola, - Sei sconvolta -
La ragazza si sedette pesantemente sul letto, portandosi le mani alla fronte. Le due amiche si avvicinaro, preoccupate.
- Cosa è successo? – chiese Hermione.
Ariana scosse la testa, perché era l'unica cosa che al momento riusciva a fare. Non riusciva a togliersi dalla testa gli occhi color tempesta di Draco, che l'aveva guardata in quel modo... Le sue labbra, che l'avevano sfiorata con delicatezza...
Qualcuno le posò una mano sulla schiena. – Ariana, cosa è successo? – chiese Ginny dolcemente, cercando di tranquillizzarla.
- Malfoy ti ha fatto qualcosa? – domandò Hermione.
Ariana aveva bisogno di parlare, di svuotare il cuore dai sentimenti contrastanti che lo invadevano. Alzò la testa, trattenendo un attimo il respiro. Anche se temeva il loro giudizio, parlò.
A spizzichi e bocconi raccontò loro cosa era successo, e notò subito che le due non erano sorprese quanto lei. Ascoltarono in silenzio, gettandosi ogni tanto un'occhiata significativa, finchè Ariana non si alzò, avvicinandosi alla finestra per riguadagnare la calma. Ora che si era svuotata, ricominciava a vedere la cosa con altri occhi.
- Bè, lo immaginavamo già da un po'... - disse Ginny, - Solo non credevamo che tu potessi avere una reazione del genere –
Ariana si voltò verso la rossa. – Perché lo pensavate? – chiese in un soffio.
- Non lo abbiamo mai visto comportarsi così con una ragazza – rispose Hermione, - Di solito il suo interesse dura al massimo per due giorni, finché non riesce a portarsela a letto. L'altro giorno per poco non prende a botte Harry perché pensava che fosse colpa sua se sei finita in infermeria... E' non è una cosa che fa di solito -
La bocca di Ariana si increspò in un sorriso: ecco perché Malfoy si era fissato con lei. Normalmente dopo due giorni riusciva a far cadere la ragazza ai suoi piedi, ma con lei la sua tattica non aveva funzionato. Era stata una bella sfida per lui, avvicinarla.
- Allora il suo è solo un gioco – disse dura, - Vuole solo potermi inserire nella sua lista di trofei... -
- Non lo so, Ariana – disse Ginny, dubbiosa, - Forse questa volta ha veramente parlato sul serio... Non lo abbiamo mai visto fare o dire cose del genere... -
- Qualunque siano le tue intenzioni – la interruppe Hermione, - L'unico vero consiglio che possiamo darti è quello di andarci con i piedi di piombo. Malfoypotrebbe anche essere stato sincero, ma ci sono anche ampie possibilità che la sua sia tutta una messa in scena –
"Parole sagge" pensò Ariana.
- Andiamo a dormire – disse Hermione, - Domani mattina ne riparleremo con calma, e soprattutto più riposate. E' meglio così, credimi Ariana -
Le tre ragazze si infilarono nel letto (Ginny si era traferita al posto di Lavanda, visto che era andata via), augurandosi la buona notte. Il dormitorio era avvolto nel silenzio, e si sentiva solo in respiro di Argo ai piedi del letto.
Ariana non aveva bisogno di dormirci sopra, perché sapeva già come comportarsi. Per quanto si fosse resa conto che anche lei provava qualcosa versoDraco, non voleva che la situazione si evolvesse. Non poteva mettere a rischio la missione, perché sapeva che si sarebbe irrimediabilmente distratta. E poi, c'era una motivazione molto più personale: non voleva soffrire più per colpa di qualcuno.
Se Draco si fosse rivelato quello che in realtà era, e cioè il solito insensibile senza cuore, lei ci sarebbe stata male, esattamente come era successo con Ivan. E sarebbe stato ancora peggio, perché questa volta non si trattava di una semplice cotta... Il suo cuore non poteva sopportare di essere spezzato un'altra volta.
"Ma potrebbe essere veramente sincero" disse una parte piccola piccola della sua anima, "Potrebbe non essere quello che pensi tu".
Zittì quella voce, che lei sapeva provenire da un angolo remoto del suo cuore. Ci avrebbe tanto voluto credere, ma non poteva. E si odiò profondamente per questo.
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