Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

20. Soprannomi


Passò una settimana, una settimana lunga e difficile per gli studenti di Hogwarts. Compiti a volontà in previsione dei MAGO, duelli magici all'ultimo sangue tra Ariana e Draco, e allenamenti di Quiddich in vista della partita Grifondoro contro Corvonero. In più, Ron aveva fatto finalmente il grande passo: aveva rivelato ad Hermione i suoi sentimenti, e ora stavano ufficialmente insieme.

Mercoledì fu una giornata funestata da un altro attacco a una scuola di magia: questa volta era toccato a Bauxbatons, ed erano morti tre studenti e un professore. La tensione a Hogwarts iniziava a diventare palese, e più di una volta Ariana vide Auror sorvegliare il perimetro della scuola. Fred e George si occupavano dell'interno.

Visto che il pettine non si era rivelato un Horcrux, Ariana era decisa a continuare la sua ricerca, più motivata che mai. Tutte le notti cercava informazioni sugli oggetti che aveva menzionato Silente, senza riuscire a trovare qualcosa di utile.

Verso la fine di novembre, altre due scuole di magia erano state attaccate, e i professori iniziavano a temere che la prossima volta sarebbe toccato aHogwarts. Per qualche giorno girò addirittura la voce che volessero chiudere la scuola, poi fortunatamente smentita.

La partita di Quiddich fu vinta dai Grifondoro, e la festa per la vittoria servì a tirare un po' su il morale degli studenti. Molti avevano lasciato la scuola, eHogwarts iniziava lentamente a svuotarsi: le famiglie preferivano tenere a casa i ragazzi, credendoli più al sicuro.

Tutto il mondo magico sembrava in attesa: Voldemort, dall'attacco ad Azkaban, era sparito di nuovo dalla circolazione, ma prima o poi sarebbe tornato a colpire. Il tanto paventato attacco al Ministero non avvenne, ma in compenso i Mangiamorte brulicavano come formiche. Gli omicidi e le sparizioni eranoraddoppiate, e non facevano più notizia nemmeno sulla Gazzetta del Profeta.

Ariana era tesa come una molla, e aveva troncato tutti i rapporti con Malfoy. Sebbene fosse dell'Ordine, non si fidava del tutto di lui. Si limitavano a salutarsi per i corridoi quando non c'era nessuno, o a provocarsi per dare l'impressione di odiarsi.

Fu durante una lezione di Difesa Contro le Arti Oscure che Ariana si accorse che c'era qualcosa che non andava. Stava duellando come al solito controMalfoy, ma lui non stava facendo più sul serio. La attaccava, ma non ci metteva la grinta che usava di solito. Sembrava volesse andarci piano, improvvisamente.

Ariana si fermò, la bacchetta puntata contro di lui.

- Perché hai smesso di fare sul serio? – domandò, gli occhi ridotti a fessure.

- Perché tu ce l'hai con me? – ribatté Draco.

Ariana lo guardò confusa. – Non ce l'ho con te – disse.

- E allora come mai da quella volta a Hogsmade quando mi parli sembra che ti dia fastidio? – disse il Serpeverde, serio.

- Ho altro a cui pensare, che rispondere alle tue provocazioni – rispose Ariana, mettendosi in posa di difesa. Gli altri erano impegnati a duellare, quindi non li guardavano neanche.

- E cioè? – chiese Malfoy.

- Sono stanca – ammise Ariana, - Di notte sto sveglia e vado in giro per la scuola, e di giorno sono costretta a seguire le lezioni. Tu come saresti, al mio posto? –

- Cosa stai cercando? – chiese Draco.

- Non te l'ho detto prima, non te lo dirò ora – disse Ariana.

In quel momento la Trollope terminò la lezione, e gli studenti si salutarono per tornare ai loro dormitori. Draco continuò a guardare la ragazza, serio.

- Potrei darti una mano – mormorò, mentre uscivano spalla a spalla dall'aula.

- Da quant'è che ti interessi a me? – ghignò Ariana, rallentando l'andatura per lasciare che i Grifondoro si allontanassero. I Serpeverde andarono dalla parte opposta, diretti ai sotterranei.

Rimasero soli in mezzo al corridoio, a guardarsi in faccia, lei con un'espressione divertita, lui serio.

- Non sto scherzando, Ariana – disse Draco.

- Sai, non ti capisco – ribatté la ragazza, - A volte sembra che tu ti diverta a provocarmi, altre che all'improvviso ti stia simpatica. Sei lunatico, per caso? –

Draco sghignazzò. – No, non sono lunatico. Mi sembravi un po' giù, ultimamente –

Ariana lo guardò sorpresa, rinfoderando la bacchetta. – Mi fa piacere che un Purosangue di alto lignaggio come te si preoccupi di me, ma sono perfettamente apposto. Grazie dell'interesse –

La ragazza lo salutò con la mano e si voltò, diretta ai corridoi. Sperò che non la seguisse, perché non aveva ancora voglia di mentire. Era costretta ad ammetterlo: Malfoy ci aveva visto giusto. Non stava granché bene, era stanca e le sue continue ricerche non avevano portato a nulla. Non riuscire a portarsi avanti con il lavoro la innervosiva, ma aveva cercato di essere sempre la stessa. Né Harry, né Ron e né Hermione si erano accorti di nulla.

Con una strana espressione si girò. Malfoy se ne stava andando, e le dava le spalle. Lo guardò camminare lentamente, dispiaciuta per la frecciatina che gli aveva fatto. In fondo voleva solo aiutarla.

- Draco? – chiamò.

Il Serpeverde si girò, incuriosito.

- Scusami – disse Ariana, imbarazzata. – Sono stata scortese. Mi accompagneresti nel parco? -

Il biondo sembrò un momento spiazzato dalla richiesta, poi sorrise e rispose: - Va bene –

- Prendo Argo e torno – disse Ariana.

- D'accordo. Ti aspetto in Sala Grande – disse il Serpeverde.

Ariana corse nel dormitorio, incrociando Hermione.

- Dov'eri? Sei rimasta indietro – disse.

La ragazza prese il giaccone e il chiamò Argo con un fischio.

- Scusatemi. Ho avuto da ridire con Malfoy – rispose.

Hermione assunse una strana espressione, poi si ricompose e chiese: - Tutto ok? –

Ariana annuì e raggiunse la porta. – Vado fuori con Argo, ci vediamo a cena –

Senza aggiungere altro, uscì e poco dopo scendeva le scale per la Sala Grande. Era pronta a vedere la sala vuota, senza traccia di Malfoy da nessuna parte. Invece, con sorpresa e sollievo, lo vide ai piedi della gradinata, con la giacca nera appoggiata su una spalla. Era girato, ma appena sentì i passi della ragazza e del dobermann, si voltò.

- Eccomi – disse Ariana, con un sorriso. – Grazie -

Il biondo si strinse nelle spalle e accarezzò Argo sulla testa. Insieme uscirono nel parco invaso dalla fredda aria di dicembre. Rimasero in silenzio fino a che non raggiunsero il lago, camminando fianco a fianco. Il Serpeverde frugò nelle tasche della giacca, e tirò fuori un pacchetto di sigarette babbane. Lo aprì e ne tirò fuori una, portandosela alla bocca. Ariana lo guardava divertita.

- Da quand'è che fumi? – chiese sorridente.

- Diciamo che non ho mai iniziato seriamente – rispose Draco, accendendo la sigaretta con l'accendino, - Ogni tanto mi concedo questo sfizio, anche se è dababbani. E alle ragazze piace –

- A me non piacciono i ragazzi che fumano – disse Ariana, senza nessuna malizia. – Sanno sempre di fumo –

Draco sghignazzò e spostò la sigaretta, in modo che il fumo non le arrivasse in faccia. Ariana lo guardò, in silenzio. Poi si abbassò e prese un sasso, pronta a lanciarlo ad Argo.

Non si stava facendo nessuna domanda, in quel momento. Non le importava perché Malfoy avesse accettato di accompagnarla, quando lei lo aveva trattato male, e non le dispiaceva che lui fosse lì. A volte non si capiva nemmeno lei.

Rimasero un po' in silenzio, guardano l'acqua del lago, immota. Argo correva allegro di qua e di là, e si mise a inseguire una piccola lepre. Ariana si diede della sciocca: lo aveva invitato, ma ora non sapeva cosa dire.

- Sai, ti capisco – disse all'improvviso Draco, - Anche io ero sempre nervoso, l'anno scorso. Dovevo uccidere Silente, ma anche se era tutta una farsa, non era per niente bello -

Ariana si sedette sulla radice di uno degli alberi più grossi, guardando Argo che annusava il terreno.

- Era stato lui a chiederti di accettare l'ordine di Voldemort, vero? – domandò Ariana.

- Sì, anche se Piton si è messo in mezzo, alla fine – rispose Draco, rimanendo in piedi, - Ma forse è stato meglio così. E a te, Silente che compito ha affidato? Perché non mi sembra proprio che tu sia qui solo per proteggere Potter –

Ariana sospirò, abbassando il capo. – Anche se potessi, non te lo direi comunque – rispose, - Non è perché non mi fido... E' solo che è qualcosa di così vicino a me che... E' una cosa troppo intima –

Guardò il Serpeverde, sapendo che lui avrebbe insistito per sapere. Il biondo la scrutò negli occhi, e sorrise.

- D'accordo, non ti chiederò più nulla – disse, - Però almeno mi dici come mai sei già stata a Durmstrang? -

Grata, Ariana lo guardò e ripose: - Va bene... Ho frequentato ogni anno una scuola di magia diversa. Silente ha voluto così, in modo che ricevessi un'istruzione varia e avessi modo di conoscere realtà diverse. Sono stata a Durmstrang al primo anno, e quelli dell'altra volta erano dei miei vecchi amici –

- Amici? – domandò Draco, - Se tratti così gli amici, allora devo stare attento! -

Ariana rise. – No, no. In realtà non ho mai avuto molti amici, se non in Italia – spiegò, - Non gli ero molto simpatica, credo. Fin dall'inizio dell'anno mi hanno presa in giro, soprattutto perché ero un po' ingenuotta –

Si stupì nel sentirsi parlare con leggerezza del tempo passato a Durmstrang: di solito erano ricordi che la ferivano ancora. Draco la stava guardando serio, ora.

- E quell'episodio di cui hanno parlato? – chiese.

Ariana rimase in silenzio, pensando. In fondo, non c'era niente di male se gli raccontava la verità.

- Tra i ragazzi che hai visto, ce n'era uno un po' più grande, ricordi? Si chiama Ivan, e all'epoca era uno dei ragazzi più belli della scuola. Inutile dire che io ero cotta come una pera, ma stavo zitta. Una volta l'avevo confidato a una ragazzina che credevo mia amica... Sai, quelle cose da bambine.

- Un giorno io stavo camminando per i corridoi con Argo, che era ancora un cucciolo. Incrociai Ivan, che acchiappò Argo scuotendolo come un pupazzo. Non sapevo cosa fare, ma quando la ragazzina che stava con lui gli disse qualcosa nell'orecchio, Ivan si mise a ridere nel sapere che ero cotta di lui. Immagina come mi sono sentita... Ero talmente infuriata per essere stata umiliata in quel modo, davanti a mezza scuola, che gli lanciai un incantesimo per liberare Argo e corsi via. Lui però mi attaccò alle spalle, e io finì in infermeria -

- E poi? –

- E poi, dopo qualche giorno, ci sfidammo a duello. Ero talmente arrabbiata che lo sconfissi. Pensai gli fosse bastato, ma mi sbagliavo. Alla fine dell'anno, mentre lasciavamo la scuola per tornare a casa, Ivan mi seguì con un gruppo di amici, compresa quella ragazzina che aveva spifferato il mio segreto. Io ero sola, e mentre uscivo da Durmstrang me li ritrovai davanti: immagino volessero farmela pagare. Mi attaccarono, e io mi difesi con tutta la determinazione che avevo in corpo. Li sconfissi tutti, ma non feci loro del male: li immobilizzai soltanto. Quando fu la volta di Ivan, lui tentò di usare una Maledizione Senza Perdono, ma non glielo permisi. Lo attaccai, cercando di Schiantarlo, solo lui cadde dalle scale e rischiò di morire. Per fortuna venne salvato dalle infermiere della scuola, e io finì nei guai: tutti i suoi amici dissero che l'avevo fatto apposta. Venni espulsa, anche se avrei lasciato Durmstrang comunque –

Draco la guardava, impassibile. Poi inarcò un sopracciglio, con Ariana che si aspettava una brutta reazione.

- Dovevi essere una bambina prodigio – disse alla fine il Serpeverde, - Per battere un gruppo di ragazzi, per di più più grandi di te -

Ariana rimase in silenzio, colta di nuovo alla sprovvista. – Bé, nemmeno tu scherzi – disse, - Non sono ancora riuscita a batterti –

- Ah bé, ma io sono pur sempre Draco Malfoy – disse il biondo, con un gesto noncurante.

La ragazza si alzò sorridendo, e afferrò un grosso bastone. Argo la raggiunse subito, in attesa.

- Silente mi ha insegnato qualche trucchetto – spiegò, e scagliò il pezzo di legno.

Il dobermann scattò come una saetta e tornò indietro con la preda in bocca. Prima che Ariana potesse strappargli il bastone, Draco si avvicinò e sottrasse il legno ad Argo. Il cane lo puntò, in attesa. Con un gesto velocissimo, il Serpeverde scagliò il bastone molto più lontano di quanto lei fosse capace.

- Esibizionista – ghignò Ariana.

- Essere esibizionista fa parte dei Malfoy – ribatté Draco.

Ariana rise e guardò il biondo giocare con Argo, che difficilmente accettava la compagnia di altri. Il dobermann doveva divertirsi più del solito: quando ilSerpeverde tentò di strappargli il bastone, dovette impegnarsi per riuscire a mantenere salda la presa sulla sua preda. La forza di Ariana era sempre stata nettamente inferiore.

- Hai mai avuto un cane? – domandò la ragazza, sedendosi di nuovo sulla radice.

- Si, quando ero piccolo – rispose Draco, - Un pastore tedesco... Anche se mio padre lo odiava a morte –

Sembrò ricordasi improvvisamente di qualcosa: spostò lo sguardo su Ariana e chiese: - Immagino tu non abbia genitori, o sbaglio? –

- No, sono morti – rispose Ariana, la voce neutra.

"In effetti, per te sono morti entrambi quel giorno".

Draco non indagò oltre, e cambiò argomento.

- Raccontami qualcosa di te – disse.

- Del tipo? –

- Non so... Qualcosa di leggero. Tipo ragazzi, cose del genere –

Ariana alzò gli occhi al cielo. – Oh, scommetto che centra con il mio vecchio soprannome – disse, esasperata, - Ti ho già dato una risposta, no? Se vuoi puoi chiamarmi Sgorbietto anche tu, tanto non mi offendo mica –

Drago ghignò. – Non ci penso neanche – disse, - Perché i soprannomi che invento io sono molto più belli –

La ragazza sorrise. – Ah sì? E a me cosa daresti, come soprannome? – domandò, stando al gioco.

Draco ci pensò su un momento, con l'aria assorta. – Uhm... Ho bisogno di tempo. La tua bruttezza è così inclassificabile che è difficile trovare una parola per esprimerla – disse, ridacchiando.

Ariana ridendo gli lanciò dietro un rametto, che lui schivò subito. Si mise a ridere anche lui, con Argo che li guardava perplesso.

- Posso dire che Principe della Perfidia ti calza a pennello? – disse Ariana.

- Principe della Perfidia? Uhm, è originale – disse Draco, portandosi la mano al mento, - Molto meglio di molti altri che ho sentito. Direi che per te va molto bene Regina dei Duelli, che ne dici? –

Ariana sorrise. – Al vostro servizio, mio Principe –

- E io al vostro, mia Regina – disse Draco, producendosi in un vero e perfetto inchino.

La ragazza era stupita con quanta facilità quel Serpeverde riuscisse a prenderla contropiede e a farla ridere. Normalmente non avrebbe gradito una cosa del genere, ma in quel momento non poteva fare a meno di esserne divertita.

- Perché credevi che mi facessi la Granger? – domandò Draco all'improvviso.

- Bé, ho visto che siete entrati insieme nella Stanza delle Necessità, e lei era d'accordo – rispose Ariana, - Normalmente non ci vai con le tue innumerevoli ragazze?-

Draco ghignò. – Allora ogni tanto mi hai visto... - disse, - Lenticchia non si deve preoccupare di me: non ci proverei mai con la ragazza che piace al mio migliore amico –

La ragazza lo guardò senza capire.

- Blaise – spiegò il biondo, - Si è preso una cotta per lei... Perché credi che l'altra volta non l'abbia voluta colpire, e invece ha beccato te, con quel vaso? -

Ariana sorrise. – Ah, ecco... Bé, al momento Hermione e Ron stanno insieme, quindi credo che per il momento Blaise debba mettersi il cuore in pace –

Draco si strinse nelle spalle. – Non durerà – sentenziò, - La Granger è troppo intelligente per Weasley –

- Io non credo, invece – disse Ariana, spazzolandosi dagli stivali il terriccio, - Secondo me stanno bene insieme. Ci sono molte differenze tra di loro, ma gli opposti si attraggono, no? -

Il Serpeverde fece una strana smorfia, come se volesse darle ragione. – Scommettiamo? Non arrivano oltre Natale... E dopo capodanno, non staranno più assieme –

Ariana inarcò un sopracciglio. – Non è che per vincere ci metterai il tuo zampino? – chiese, seria.

- Sono un Serpeverde, ma non sono così bastardo – ribatté Draco.

- Io invece dico che durano – disse Ariana, alzandosi in piedi. Stava diventando buio: era sorprendente come il tempo fosse passato in fretta. – Torniamo? –

Draco annuì e si incamminò verso Hogwarts, con Ariana e Argo alle calcagna. Risalirono il parco con gli ultimi raggi di sole che illuminavano i tetti della scuola di rosso, in silenzio. Gazza li guardò malissimo quando li vide rientrare dal portone di quercia, ma rimase zitto.

Mentre risalivano la scala che portava al piano superiore, incontrarono Blaise e Pansy.

- Draco! Dov'eri? – chiese Pansy, - Non ti abbiamo più visto! -

- Ciao Ariana – la salutò Blaise, gentile.

Lei sorrise e salutò i due Serpeverde, imbarazzata. Ora Draco gli avrebbe detto che gli aveva chiesto di accompagnarla fuori, e chissà loro cosa avrebberopensato...

- Ero nel parco – rispose evasivo il biondo.

Lo sguardo di Pansy guizzò da Ariana a Malfoy. Prese Blaise per un gomito e lo tirò.

- Oh, d'accordo – disse, - Ci vediamo in Sala Comune -

E prima che Ariana avesse il tempo di salutarli, erano già spariti per uno dei corridoi. Guardò Draco, che sembrava divertito dal loro comportamento. Si strinse nelle spalle come per dirle di non farci caso.

- Grazie, Draco – disse Ariana, tenendo Argo per il collare. – E' stato... E' stato piacevole –

Draco sorrise. – Quando la mia Regina dei Duelli vorrà, sono sempre a sua disposizione – si inchinò e le fece un perfetto baciamano.

Ariana ridacchiò e gli fece la riverenza. – D'accordo, mio Principe –

Sorrise e tirò il dobermann per il collare, incamminandosi verso la Sala Comune dei Grifondoro, lasciando Draco solo in mezzo al corridoio.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro