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17. Il giorno dopo...


Ariana era sdraiata nel letto, le mani che stringevano la testa dolorante. La stanza era rischiarata dalla poca luce che filtrava dalle tende tenute chiuse. C'eraHermione che la guardava preoccupata, con una caraffa piena di limonata calda in mano.

- Sei sicura di stare bene? – domandò.

- Sì, stai tranquilla – rispose Ariana, gli occhi chiusi, - Adesso mi riprendo –

La Caposcuola la guardò dubbiosa e appoggiò la caraffa sul comodino.

Ariana era a pezzi. Non aveva mai bevuto così tanto in tutta la sua vita come quella sera, e ora capiva come ci si sentiva a smaltire la sbronza. La testa le faceva un male incredibile, e aveva la nausea.

- Ti abbiamo visto ballare con Malfoy – disse Ginny, che era entrata in quel momento.

- E' tutta colpa tua – biascicò Ariana, - Quando mi hai dato quell'affare ho perso il senno della ragione. E comunque non mi fate parlare... –

- Si, ma quello che ti ho dato io non era così potente – ribatté Ginny, - Che altro ti sei bevuta? –

Ariana fece una smorfia di dolore. – Non lo so... Quel cretino mi ha offerto da bere... e io idiota ho pure accettato –

- Quel figlio di... - mormorò Hermione, infuriata, - Voleva farti ubriacare sperando di portarti a letto. Che stronzo -

Ariana alzò la testa per guardare la Caposcuola, sconvolta. – Non dire cavolate! – sbottò, - Con tutte quelle ragazze che c'erano secondo te proprio me si sceglieva? –

- Bé, meno male che quando ti abbiamo trovata eri ancora abbastanza lucida – disse la rossa. – E hai avuto la prontezza di spirito di non seguirlo da nessuna parte -

Ariana lasciò cadere la testa sul cuscino, esausta. Non si ricordava nemmeno a che ora erano tornate nel dormitorio, ma dovevano essere state almeno le quattro... Benedì il fatto che Malfoy se ne fosse andato prima che lei facesse qualcosa di sconveniente.

- Andate a pranzo – disse, - Io non ho proprio voglia di mangiare... Magari mi metto a dormire. Andate -

- Sicura? – disse Hermione, dubbiosa, - Non vuoi che rimaniamo con te? –

Ariana agitò la mano. – No, no, tranquille. Andate pure. Riesco ancora a guardarmi da sola –

Hermione, Ginny e Lavanda lasciarono il dormitorio in silenzio, mentre Ariana si metteva un cuscino sulla testa, gli occhi chiusi. Sperava che passasse presto la maledetta nausea che le attanagliava lo stomaco. Si rigirò su un fianco e si mise a dormire.




Draco Malfoy si sedette al tavolo dei Serpeverde di fianco a Pansy, che guardava con disgusto Tiger e Goyle che si ingozzavano come maiali. Blaise si infilò tra loro due, e diede una gomitata al biondo.

- Bella serata, eh? – disse.

Draco annuì e guardò verso il tavolo dei Grifondoro: c'erano la Granger, la rossa Weasley e la Brown, ma mancava Ariana. Una leggera inquietudine lo assalì, ma si rese conto che forse era una dei tanti studenti che stavano ancora dormendo dopo la festa della sera prima. I tavoli delle case in effetti erano più vuoti del solito.

- Allora? – domandò Pansy, senza guardarlo.

- Allora che? – fece Draco.

- Ha vinto lui – disse Blaise, servendosi di pasticcio di carne, - E' riuscito a ballare con quindici ragazze diverse –

- E con Ariana – aggiunse Pansy, - Li ho visti. Come hai fatto a convincerla? –

Draco le gettò una rapida occhiata. – Aveva bevuto un po' troppo – rispose, - Con l'alcool e l'aiuto inconsapevole di un Tassorosso si è convinta –

- Tu l'hai fatta bere – lo accusò Blaise, - Non è corretto -

- Veramente è stata la Weasley – ribatté Draco, - E io non ho bisogno di ricorrere a questi stratagemmi per invitare una ragazza –

- Quindi immagino tu sia riuscito a imboscarti da qualche parte con lei – disse Blaise, con noncuranza.

- No. Me ne sono andato prima che l'alcool la convincesse a lasciarsi baciare – rispose Draco, sapendo la reazione che avrebbero avuto i due.

Blaise smise di tagliare la carne e rimase con forchetta e coltello sul piatto; Pansy fece una smorfia come di chi non capisce qualcosa e lo guardò.

- Sei sicuro di stare bene? – domandò Blaise, - Non è che per caso quello che aveva bevuto eri tu? -

- No, hai capito bene – disse Draco, infastidito dalla sua reazione, - Però è una tecnica che potresti usare tu con la Granger, visto che ti eri ripromesso di chiederle di ballare ma non ti sei nemmeno avvicinato –

- Non cambiare argomento – si intromise Pansy, - Tu non ci hai provato. Perché? –

Draco si strinse nelle spalle. – Non lo so. Era troppo facile con Ariana mezza ubriaca – rispose, - Devo ammettere che farla impazzire mi piace da morire –

Blaise e Pansy si scambiarono uno sguardo d'intesa, in silenzio. Non volevano mollare, ma rimandavano l'assalto a un altro momento.

- Va bene... - convenne Blaise, ed entrambi guardarono verso il tavolo dei Grifondoro.

Ariana non era ancora arrivata, e il suo posto era vuoto. C'erano anche il Magnifico e Lenticchia. Il suo sguardo incrociò inavvertitamente quello diWeasley, che disse qualcosa. La Granger si girò un momento insieme alla rossa, poi tornarono a dargli le spalle.

- Smettetela di guardare verso il tavolo dei Grifondoro – disse Pansy condendo l'insalata, - Vi scambieranno per due maniaci -

Draco e Blaise si guardarono in faccia e ghignarono, come a dire: "Ma noi siamo due maniaci".





Ariana si svegliò con lo stomaco che brontolava. Alzò la testa e guardò l'orologio: erano le quattro. Il dormitorio era vuoto: forse le ragazze avevano pensato di lasciarla dormire in pace ed erano uscite. Il mal di testa era diminuito notevolmente, e la nausea era passata: ora si sentiva solo un po' stordita. Evidentemente non aveva bevuto poi così tanto, se ci era voluta solo mezza giornata per riprendersi.

Si alzò e scese dal letto, con Argo che le faceva le feste. Lo accarezzò e raggiunse il bagno.

- Lasciami fare una doccia e poi ti porto fuori, piccolo mio – disse, rivolta al dobermann.

Un'ora dopo Ariana usciva nel cortile, nell'aria gelida del 1° novembre. Si strinse il mantello e percorse con calma la strada fino alla riva del lago, ormai uno dei suoi posti preferiti. Argo la precedeva correndo nell'erba alta.

L'aria fresca le schiarì un po' le idee, anche se il vago mal di testa rimaneva, e ci sarebbe voluto qualche giorno per recuperare il sonno perduto.

Si sedette sotto un albero, mentre Argo si bagnava le zampe nell'acqua gelida del lago.

Aveva commesso un errore andando a quella festa. Hermione e le altre l'avevano vista parlare con Malfoy, ma non era quello il problema: molto probabilmente credevano che fosse troppo ubriaca per capire cosa stesse facendo. Il suo problema era che si era lasciata andare.

Se non avesse bevuto, non si sarebbe mai sognata di ballare con il Serpeverde, né di farsi anche solo sfiorare. Mai avrebbe fatto una cosa del genere, primoperché non doveva dare l'idea di conoscerlo; secondo, perché lui era quel che era, cioè un ragazzo libertino che si era portato a letto almeno due terzi della scuola (della popolazione femminile, naturalmente). E che molto probabilmente si divertiva a illuderla facendole credere che si fosse in qualche modo fissato con lei.

Non poteva permettersi un altro errore del genere: avrebbe evitato qualsiasi altra festa, se fosse stato necessario. Non era a Hogwarts per divertirsi: doveva trovare gli Horcrux e tenere d'occhio Harry Potter. Nient'altro. Non aveva mai avuto bisogno di divertirsi nella sua vita: non poteva iniziare ora.

Si alzò e richiamò Argo con un fischio. Con il dobermann di fianco raggiunse la tomba bianca di Silente, mentre un vento freddo spazzava il parco.

Si accorse che c'era qualcuno che si stava avvicinando, e dai capelli biondi capì che era Malfoy. Era venuto a prenderla in giro per la sera prima.

Attese il Serpeverde con aria di sfida, in silenzio. Argo abbaiò feroce.

- Zitto – ordinò Ariana.

Draco l'aveva vista, e procedeva sorridendo.

- Anche tu da queste parti, guarda caso? – chiese Ariana, caustica.

- Non è un caso. Ti ho vista venire qui – ribatté il Serpeverde, - A pranzo non c'eri –

Ariana rimase in silenzio, presa in contropiede. Alla luce del giorno quel maledetto Malfoy era bello come la sera precedente, e lei se ne rese conto.

"Devo avere un aspetto orribile" pensò.

"Da quando ti interessa di quello che pensano gli altri del tuo aspetto, specialmente di Malfoy?".

- Sono sopravvissuta – disse, la voce dura, - Non è un po' di alcool a fermarmi -

Draco sghignazzò. – Quindi stavi smaltendo la sbronza... Davvero, avrei voluto vederti. Ariana Drake, quella che nei duelli è feroce come una tigre, costretta a letto dal troppo alcool –

Ariana si sentì presa in giro, intuendo cosa stava pensando di lei. Aveva fatto un errore imperdonabile, e sapere che anche gli altri lo sapevano le dava fastidio.

- Ho sbagliato, Malfoy – disse, - Tu non sbagli mai? Se vuoi deridermi fallo, e poi levati dai piedi -

Draco sembrò sorpreso dalle sue parole. La scrutò un attimo in faccia, poi disse: - Davvero credi che sia qui per rinfacciarti quello che hai fatto o detto ieri sera? Non sono tuo padre, e non ti giudico per qualche bicchiere di troppo. Io sono il primo che faccio errori del genere –

Ariana guardò il Serpeverde senza capire. Cioè, aveva capito benissimo, ma non riusciva ad accettare che parole del genere provenissero proprio da lui. Rimase zitta, senza sapere cosa dire.

Argo alzò il muso verso di lei, notando che sembrava spaesata. Le leccò la mano.

- Perché sei qui, allora? – domandò con la voce bassa.

- Semplicemente volevo chiederti come stavi – rispose Draco, serio, - Visto come ti avevo lasciato ieri sera –

Ariana si voltò e fece qualche passo verso la riva del lago, incerta.

- Perché te ne sei andato così? – chiese.

Draco tacque per qualche momento prima di rispondere. – Non volevo compromettere nessuno dei due –

Ariana si lasciò sfuggire un sospiro, poi sorrise. Si voltò e gli fece cenno di tornare al castello, con Argo che trotterellava dietro di loro. Draco gli fece una carezza e lui sembrò stranamente apprezzare.

- Senti... - iniziò Ariana, - Mi dispiace per averti attaccato così, prima. Solo che non posso permettermi di rovinare i rapporti con Harry, Ron ed Hermione. Ci hanno visti, ieri sera, e per fortuna pensano che fossi troppo ubriaca per rendermi conto che stavo ballando con te... -

- Quindi l'hai fatto di tua volontà – la interruppe Draco, ghignando.

Ariana lo fulminò con lo sguardo. – Non ti deve importare. Da oggi in poi vedi di tornare a trattarmi come facevi prima –

Il Serpeverde le tenne aperta la porta mentre lei entrava nel castello.

- D'accordo. – disse il biondo, ghignando.

Si salutarono e Ariana raggiunse la torre dei Grifondoro. Quando varcò il buco del ritratto si rese conto che c'era qualcosa che non andava. Tutti i ragazzi erano assiepati al centro della sala, e molti tenevano in mano una copia della Gazzetta del Profeta.

- Dov'eri finita, Ariana? – gridò Hermione, raggiungendola di corsa.

- In giardino – rispose Ariana, - Cosa è successo? –

La Caposcuola le porse il giornale e lei lesse.

EDIZIONE STRAORDINARIA

EVASIONE IN MASSA DA AZKABAN

Questa notte un folto drappello di Mangiamorte guidati da Colui Che Non Deve Essere Nominato ha attaccato la prigione magica di Azkaban, liberando tutti i detenuti. Il fatto è avvenuto alle due del mattino, ma il Ministrero ha reso nota la notizia solo nel primo pomeriggio.

L'assalto, a detta degli Auror, era ben programmato, in quanto quando loro si sono recati sul posto, i Mangiamorte erano già fuggiti tutti. L'aiuto dei Dissennatori, che si sono alleati con i servi del Signore Oscuro, ha facilitato ancora di più la loro missione. Nell'attacco sono stati uccisi tutti i trenta inservienti che lavoravano all'interno del carcere.

Il Ministro della Magia Rufus Scrimgeour assicura che si sta facendo il possibile per rintracciare i detenuti, ma che sarà un lavoro molto duro. Ha invitato quindi tutta la popolazione magica a prestare la massima attenzione e a non uscire da soli o di recarsi in luoghi isolati.

Ciò che preoccupa di più al momento, è che la Sezione di Massima Sicurezza del carcere non ha retto agli attacchi dei Mangiamorte: a detta degli stessi Auror era la parte della prigione più sicura dell'edificio al cui interno erano reclusi alcuni dei più pericolosi criminali della storia, tra cui ricordiamo Garret Blackhead, detto "Il Tagliatesta", famigerato assassino catturato dieci anni fa e responsabile di alcune delle morti più cruente della storia.

Gli Auror ritengono che la liberazione dei detenuti serva al Signore Oscuro per ingrossare le file dei suoi seguaci, molto probabilmente per tentare un attacco al Ministero della Magia. In queste ore le misure di sicurezza per il Ministro e per le cariche più importati del governo sono state raddoppiate.

Scrimgeour ha assicurato, inoltre, che nei prossimi giorni fornirà a tutte le famiglie della società magica un apposito regolamento per tutelare la propria sicurezza...


Ariana alzò la testa dal giornale, sconvolta. Azkaban era stata svuotata. Voldemort si stava muovendo. Iniziava a mettere in moto il suo piano.

Non si era aspettata una mossa del genere, non così presto. Silente le aveva confidato che temeva che, appena avesse potuto, il Signore Oscuro avrebbe rovesciato il governo. Molto probabilmente tra i funzionari del Ministero c'erano già degli infiltrati... Ma forse Voldemort voleva un attacco diretto, teatrale, e per farlo gli servivano più seguaci possibile. Azkaban sarebbe stata solo la prima: presto avrebbe reclutato fedeli tra i lupi mannari, i giganti, igoblin.

Doveva darsi una mossa. Fare in modo che il Signore Oscuro tornasse a essere vulnerabile, e l'unico modo per farlo era distruggere al più presto tutti gli Horcrux.





Quartier Generale dell'Ordine della Fenice.

- Cosa facciamo? – domando Molly Weasley, in piedi davanti al tavolo della sala da pranzo di Grimmauld Place. La stanza era rischiarata dal vecchio lampadario di cristallo appeso al soffitto.

Di fronte a lei c'erano molti dei componenti dell'Ordine. Remus Lupin sedeva lacero e più magro che mai su una sedia dondolante, vicino a NinfadoraTonks e Arthur Weasley. Poco più in là c'erano Kingslay Shakebolt e Malocchio Moody. In un angolo, Fred e George stavano in piedi con le braccia conserte, insieme a Charlie.

- Silente avrebbe sicuramente saputo cosa fare... - sospirò una donna dai capelli scuri e il volto affilato, quasi nascosta nell'ombra.

- Silente è morto – disse brusco Moody, - Non può aiutarci. Ha già fatto tantissimo, e il suo è il riposo che spetta ai veri soldati –

La stanza fu invasa da un silenzio triste, e qualcuno tirò su con il naso. Molly abbassò la testa, portandosi le mani ai fianchi.

- Vado a preparare del caffè – disse, e sparì nella cucina.

- Quando pensi che attaccheranno il Ministero? – domandò Arthur, rivolto a Moody.

L'Auror dalla faccia sfregiata grugnì. – Non lo so – rispose, - Molto probabilmente presto, ma credo che il Signore Oscuro attenderà di raccogliere molti più servi di quanti noi immaginiamo, prima di attaccare. Alcuni dei suoi seguaci vogliono vedere i risultati, prima di giurargli fedeltà –

- Il Ministro si trova sotto sorveglianza speciale, dovrebbe essere al sicuro – si intromise Fred, mentre George annuiva.

Moody lo fulminò con un'occhiataccia. – Se credi che una mezza dozzina di Auror bastino a salvare il Ministro, ti sbagli di grosso, ragazzo – disse, - Il Signore Oscuro non si farà fermare certo da sei maghi, quando lui stesso è forte come dieci –

- Io credo che non sia il Ministro che debba guardarsi le spalle, in questo momento – disse piano Lupin, - Sto pensando a Harry -

- A Hogwarts è ancora al sicuro? – domandò Charlie.

Molly sospirò: era appena rientrata nella sala da pranzo con un vassoio e delle tazzine. La caraffa del caffè fumava invitante.

- Non lo sappiamo – rispose Arthur, - Fino all'anno scorso lo era, ma da quando i Mangiamorte sono riusciti a entrare, non ne sono più sicuro -

- Sì, ma c'era Draco Malfoy, dietro – ribatté Fred, - Era d'accordo con Silente, no? I Mangiamorte sarebbero comunque entrati... -

- Non è questo il problema – disse Arthur, - Il fatto è che alla fine sono riusciti ad entrare, e questo significa che possono farlo di nuovo -

- Dobbiamo aumentare la sorveglianza – disse Molly, - Qualcuno dovrà stare a Hogwarts 24 su 24 –

- Ci penso io – si offrì Tonks, alzandosi in piedi.

Tutti la guardarono, e gli occhi di Lupin furono percorsi da un lampo di preoccupazione.

- No, cara, non puoi rischiare così nel tuo tasto – disse dolcemente Molly, facendo un cenno verso il ventre impercettibilmente rigonfio della ragazza.

- Non sono mica malata – ribatté Tonks, risoluta.

- Molly ha ragione – la interruppe Moody, - Non sei tu quella che dovrà andare. Ci serve qualcuno che conosca bene la scuola, e tutti i passaggi segreti... Fred e George –

I gemelli si guardarono l'un l'altro, illuminati.

- State scherzando? – boccheggiò George.

- No, mi sembrate i più adatti – rispose Moody, - Conosciamo tutti i vostri precedenti a Hogwarts. Potrete sorvegliare tutti i possibili passaggi segreti della scuola, visto che li conoscete tutti –

Molly sembrava quasi orgogliosa. – E' la volta buona che tutte le vostre esplorazioni che vi hanno causato decine di punizioni risultino utili – disse.

I gemelli si diedero il cinque. – Fantastico! – esclamarono, - Si torna a Hogwarts! –

Tutti i presenti sorrisero, e Lupin mise una mano sulla spalla di Tonks, affettuoso.

- Un momento... E il negozio? – chiese Fred.

- A quello può pensarci Tonks – propose Molly, - Almeno starà lontana dai guai –

La giovane strega lanciò un'occhiataccia alla signora Weasley, ma non disse nulla. Lupin ora le teneva stretta la mano.

- Quando possiamo partire? – domandò George.

- Già domani – rispose Moody, - E non importa se Harry saprà che siete lì... Anzi, forse è meglio: eviterà di cacciarsi troppo nei guai, sapendo di essere tenuto d'occhio dall'Ordine –

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