16. Tutta colpa di un bicchiere di troppo
- Lo sapete che giorno è dopodomani? – domandò Ginny, seduta la tavolo dei Grifondoro per la colazione.
- Il 31 di ottobre – rispose Hermione, stancamente.
- E quindi è Halloween – disse la rossa, - E io e alcuni compagni di Grifondoro stiamo organizzando la più grande festa che si sia vista in questa scuola! E tutti, dico tutti, saranno invitati –
Ariana guardò istintivamente verso il tavolo dei Serpeverde, cercando lo sguardo di Draco Malfoy. Nemmeno lui si era ancora completamente ripreso dal viaggio a Durmstrang di due giorni prima. Non la guardò neanche, stavolta.
- Fred e George hanno detto che ci spediranno qualcosa – sussurrò Ginny con la mano davanti alla bocca per non farsi sentire dagli altri, - Che ne dite? -
Harry e Ron sembrarono abbastanza contenti della notizia, Hermione un po' meno. Continuò a ripassare la lezione di erbologia, senza degnarli di uno sguardo.
- E non si entra se non si è travestiti – aggiunse Ginny, con gli occhi illuminati.
A Harry andò di traverso il succo di zucca, e Ron rischiò seriamente di soffocarsi con il toast. Hermione alzò lo sguardo dal libro, con aria perplessa.
- Cosa?! – gridò Ron, - Stai scherzando? –
- Affatto – ribatté la rossa, seria, - Ah, tu potresti metterti quel bel vestito che hai indossato al Ballo del Ceppo, ti ricordi? E' perfetto: sembrerai un veromostro! –
Ron si offese profondamente, e Ariana sorrise di fronte alle sue orecchie rosse. Un'altra festa, per di più in maschera: ottima occasione per mettersi in ridicolo come odiava fare lei.
- Impedimenta! – gridò Ariana, schivando il getto di luce bianca che scaturì dalla bacchetta di Draco. Lui si spostò di lato e contrattaccò.
Aula di Difesa contro le Arti Oscure. Solita lezione fatta di duelli e scontri serrati tra gli studenti di Grifondoro e Serpeverde. Quel giorno la Trollope stavainsegnando loro a schivare e contrattaccare con gli oggetti, e in tutta la classe c'erano vasi, libri, e qualsiasi altra roba pesante e pericolosa che i ragazzi erano riusciti a trovare che volava a destra e sinistra.
Ariana e Draco però ritenevano che scagliarsi oggetti addosso non fosse abbastanza "intrigante", così cinque minuti dopo aver iniziato tornarono al duello vecchia maniera, che comprendeva vampe di fuoco, armi volanti e getti di luce.
D'accordo, avevano capito di stare dalla stessa parte, ma lo sfizio di duellare non glielo toglieva proprio nessuno, visto che ancora nessuno dei due era riuscito a vincere. Forse ci mettevano un po' meno cattiveria, ma la grinta era sempre la stessa.
All'improvviso Ariana parò un Pietrificus Totalus particolarmente potente, roteò la bacchetta mentre schivava con la testa un grosso libro scagliato per la stanza da chissà chi. Peccato che non fece in tempo a vedere il vaso di ceramica che volava all'altezza della sua testa.
Il vaso si spaccò contro la sua fronte con una violenza inaudita. La ragazza barcollò e si portò le mani alla fronte, mentre il dolore esplodeva all'improvviso, come se le avessero spaccato in due la testa. Chiuse gli occhi, stringendo i denti per non emettere un solo gemito.
- Santo cielo, stai bene Ariana?! – gridò qualcuno, forse Hermione.
- Sto bene, sto bene – disse la ragazza, tenendosi la testa ancora con le mani.
Il dolore la stordiva, ma riusciva a rendersi conto che stava sanguinando: sentiva le gocce calde scivolarle sugli occhi. Qualcuno si avvicinò di corsa, e il silenzio calò nell'aula.
- Signorina Drake, tutto bene? – domandò la Trollope.
Ariana annuì per orgoglio, ma non stava affatto bene. Sentiva pulsare sgradevolmente la ferita, e non riusciva ancora a essere abbastanza lucida percontrollarsi i danni.
Qualcuno le tolse con delicatezza e decisione le mani dalla testa, e lei riaprì gli occhi. Draco le aveva preso la fronte e guardava il sangue colare lungo un taglio profondo. Ariana si scostò, mezza accecata dal sangue e stordita dal dolore. Le girò la testa, e si appoggiò al muro per sorreggersi.
- Deve andare in infermeria, signorina Drake – disse la Trollope, preoccupata.
Ariana annuì e si avviò fuori dall'aula barcollando, sentendo che qualcuno la seguiva. I ragazzi la guardavano uscire con l'espressione seria, e Zabinisembrava particolarmente spaventato.
- Ti accompagno – disse Draco.
La ragazza camminava a testa bassa, premendo il palmo contro la fronte che sanguinava copiosamente. Le sembrava di avere un coltello infilato nel cervello, e aveva la vista annebbiata.
- Sei sicura di farcela? – domandò Draco, senza toccarla.
Ariana si fermò un attimo, e trasse qualche respiro profondo che le servì per tornare lucida. Gettò un'occhiata al biondo, che aveva un'espressione tra il divertito e il preoccupato.
- Se volevate farmi una bella cicatrice alla Harry Potter, bastava dirlo – disse, - Ora lo sai che dovrete adorarmi? -
Draco sorrise, e mise una mano in tasca, cercando qualcosa. – Vorrà dire che faremo anche questo sacrificio. Tieni –
Le porse un fazzoletto bianco, con le iniziali D.M.. Ariana lo guardò dubbiosa, ma lui continuava a sorridere. Lo prese e lo premette con forza sulla ferita.
Guardò di sottecchi il Serpeverde. – Non sei stato tu, vero? – domandò.
- Era un incantesimo di Blaise. Non voleva beccare la Granger, così a mirato da un'altra parte – spiegò Draco, - E in quel momento sei capitata proprio tu lì -
Ariana fece una smorfia. – Già. Le uniche cose che non mi mancano sono il coraggio e la sfiga – borbottò.
Il biondo ridacchiò, poi l'afferrò con garbo per un braccio accompagnandola verso l'infermeria. Ariana rimase zitta.
- Non mi dici che devo evitare di toccarti? – domandò lui con un ghigno.
- Se tu sei contento che possa svenirti addosso da un momento all'altro o che possa macchiare i tuoi pregiati vestiti con il mio sangue impuro, non ho nulla da obiettare – ribatté Ariana, semiseria.
Varcò la porta dell'infermeria quando ormai anche il fazzoletto iniziava a dare i primi segni di cedimento: era zuppo di sangue. Madama Chips la fece accomodare su una brandina, e lei si sdraiò. Era al capolinea: la testa le girava così tanto che non avrebbe resistito nemmeno un minuto in più, e la minaccia a Malfoy sarebbe diventata realtà.
- Rimanga ferma. Farà un po' male ma così non le rimarrà la cicatrice -
Madama Chips le applicò una pomata che sapeva di uova marce, mentre Ariana non fiatava e guardava il biondo Serpeverde che aspettava appoggiato al muro, fissandola con i suoi occhi d'argento. Tutto sommato era stato gentile.
- Grazie – disse lei.
Draco la guardò e alzò le spalle. – Di niente. Tieni pure il fazzoletto, se vuoi –
Ariana posò lo sguardo sul lembo di stoffa che era stato bianco, e che ora era chiazzato di rosso. Madama Chips si allontanò dal letto e le disse di attendere cinque minuti. Ne approfittò per far tornare pulito il fazzoletto e fece cenno al Serpeverde di avvicinarsi.
- Sarebbe un po' controproducente, se mi trovassero questo addosso – disse con un sorriso, - Grazie comunque -
Draco sembrò esitare, e rimase a guardarla dall'alto. Prese il fazzoletto e lo rimise in tasca, senza staccarle gli occhi di dosso. Ariana trovò imbarazzante la situazione: lei sdraiata sul letto dell'infermeria con la testa mezza spaccata totalmente inerme, e lui lì in piedi che la guardava in modo strano.
- Che c'è? – proruppe lei, per rompere quel silenzio.
- Davvero, Blaise ha rischiato di farti diventare Harry Potter 2 la vendetta – disse, - Però non ha una grande mira –
Entrambi scoppiarono a ridere, e madama Chips li guardò male. Si avvicinò e con un colpo di bacchetta rimosse la pomata maleodorante dalla testa della ragazza.
- Può andare ora, ma eviti duelli per qualche giorno, per favore – disse, minacciosa.
Ariana si alzò e seguì Draco fuori dall'infermeria.
- Sai della festa di Halloween? – gli domandò.
- Certo. Non mi possono mancare informazioni del genere – ribatté Draco, che le dava le spalle.
- Andrai? – chiese Ariana. Era pura curiosità la sua: non voleva certo andarci con lui.
- Perché me lo chiedi? – disse Draco, fermandosi.
- Così. Volevo solo saperlo – disse Ariana, e lo guardò in faccia con un'espressione divertita, - Non mi sognerei mai di invitare il grande Draco Malfoy. Sono solo curiosa –
Draco la guardò senza cambiare espressione. – Certo che ci andrò. Tu? –
- Veramente non lo so – rispose Ariana.
Il Serpeverde inarcò un sopracciglio. – Non lo sai? –
Ariana si incamminò verso l'aula di Difesa, pentendosi di aver tirato in ballo quell'argomento.
- Bé, magari potrei sbrigare qualche faccenda – disse, evasiva.
- E rinunci a una festa? –
- Non morirò mica – Ariana gli gettò un'occhiata. – Oltretutto è in maschera. Mi ci vedi con un ridicolo costume addosso? –
Draco sbuffò. – Non puoi essere ridicola. Io mi sono travestito diverse volte, e non sono mai stato ridicolo – sentenziò.
"Già, ma tu sei Draco Malfoy" pensò Ariana.
- Vestiti da vampiro – disse all'improvviso il biondo, - Ti vedo bene con due lunghi canini appuntiti -
Ariana sorrise, sentendosi presa in giro.
- Torniamo in aula, che è meglio – disse.
- Ok, benvenute alla festa di Halloween! – gridò Ginny, entrando nella Stanza delle Necessità.
Ariana ed Hermione guardarono il soffitto altissimo, blu notte con le zucche volanti che fluttuavano luminose. La sala era piena di tavoli e poltroncine, e in fondo un gigantesco bancone con bevande e cibo di tutti i generi. La musica era soffusa, e l'ambiente assolutamente perfetto.
- Ginny, sei un genio – boccheggiò Hermione.
La rossa le aveva fatte entrare in anticipo, un modo che potessero aiutarla a finire gli ultimi preparativi. Non c'era ancora nessuno, a parte Lavanda seduta a un tavolino che si sistemava il trucco.
La rossa si era travestita da pipistrello, con un fantastico paio di ali finte attaccate alla schiena. Hermione da banshee, con i capelli blu che fluttuavano intorno alla testa. E Ariana da bella vampira, con un rossetto rosso che le disegnava le labbra.
In realtà l'idea era stata di Ginny, ma lei aveva accettato perché Malfoy glielo aveva proposto per primo. Non lo avrebbe mai ammesso con nessuno, ma si fidava del giudizio di uno che di ragazze se ne intendeva.
Mezz'ora dopo, tutta la scuola si precipitò alla Stanza delle Necessità, con Ginny che controllava l'entrata: solo persone travestite, altrimenti li rispediva ai rispettivi dormitori.
Ariana si sedette su una delle poltrone vicino alla porta, in modo da vedere chi arrivava. Vide Harry, vestito da fantasma, e Ron, da zombie. Neville arrivò insieme alla ragazza con cui lo aveva visto alla prima festa, entrambi vestiti da carte da gioco. Erano tenerissimi.
Poi, per ultimo, arrivò Malfoy, e Ariana si strozzò con il succo di zucca che stava bevendo. Era vestito da vampiro, esattamente come lei. Pura casualità?
Spalancò gli occhi, mentre il neo Conte Dracula faceva il suo ingresso trionfale della sala, sotto gli sguardi voraci di centinaia di ragazze. Ariana fece una smorfia e abbassò lo sguardo sul suo bicchiere, per evitare di ammettere a se stessa che era un gran bel pezzo di ragazzo.
Lo guardò di nascosto raggiungere il bancone insieme a Blaise e Pansy, tutti e tre che si guardavano intorno con aria di sufficienza. Chi avrebbe mai pensato che quei tre stessero aiutando Harry Potter? Erano tre Serpeverde in piena regola: eleganti, bellissimi e assolutamente insopportabili.
Quando finalmente Ginny chiuse la porta e i ragazzi smisero di entrare, Ariana si alzò e raggiunse Hermione, che faceva un figurone con il suo vestito dabanshee. La Caposcuola le porse un bicchiere pieno di un liquido scuro, che lei prese e bevve tutto d'un fiato. Era fortissimo.
- Ma cos'è? – gemette, con la gola in fiamme.
- Non ne ho idea – rispose Hermione, alzando le spalle, - Ma Ginny mi ha detto di berlo così ci scioglie un po' –
- E grazie! – disse Ariana, posando il bicchiere e deglutendo, - Due dita di questo e sei già ubriaco –
Hermione guardò dubbiosa il liquido scuro, che non aveva ancora bevuto, e lo posò rapidamente sul tavolo. Harry e Ron le raggiunsero, mentre la musicaveniva alzata. Ad Ariana sembrarono un po' ridicoli, vestiti in quel modo, ma non fece commenti: lei non si sentiva messa meglio.
- Bel costume, Ron – gridò Hermione per sovrastare la musica, - Davvero realistico -
- E' stata un'idea di Harry – disse il rosso, indicandolo.
Harry stava guardando Ariana con una strana espressione, che lei non riuscì a decifrare. "Devo sembrare ridicola" pensò.
Ginny arrivò di corsa e trascinò il Bambino Sopravvissuto a ballare in mezzo alla pista, salvando Ariana dalla situazione. Lei si sedette su un divanetto, mentre guardava in lontananza Neville e la sua amica che ballavano vicini vicini.
- Vieni? – le domandò Hermione, facendo un cenno verso la pista.
Ariana annuì e seguì lei e Ron, iniziando a ballare. Notò che Draco stava ballando con Pansy, e Blaise guardava verso di loro.
Poco dopo Ariana decise di abbandonare la pista, quando Ginny fece mettere un lento da ballare in coppia. Si lasciò alle spalle due imbarazzati Ron edHermione e raggiunse il bancone per bere qualcosa e schiarirsi le idee: la roba che le aveva dato la Caposcuola iniziava a dare i suoi effetti.
Ordinò un succo di zucca ghiacciato, e lo bevve lentamente, mangiucchiando qualche nocciolina. Si sentiva la testa leggera, e non era un buon segno. Notò che vicino al bancone c'era una porta ad arco che portava a una saletta vuota, con poltrone e tavolini. Era illuminata da una luce soffusa che arrivava da alcune lampade, e la musica era più bassa.
Si alzò e prese il bicchiere di succo di zucca. Titubante, infilò la testa nella stanzetta e vide che era vuota, al momento. Si sarebbe seduta un po' lì, per vedere se le passava quel vago mal di testa.
Si scelse una poltrona in un angolo e ci si sedette, gettando in dietro la testa e massaggiandosi le tempie. Si stava abbastanza bene, lì dentro. La musica che proveniva da fuori non dava fastidio, e faceva anche un po' più fresco.
- Che fai qui? -
"Ma non si può stare cinque minuti in pace?!" pensò Ariana, guardando verso l'entrata.
C'era Draco Malfoy che la guardava con due bicchieri in mano, i capelli biondi perfettamente pettinati e il collo del mantello da vampiro tirato su.
- Aspetto che mi passi il mal di testa – rispose Ariana, infastidita.
Draco si avvicinò e le porse uno dei bicchieri, colmo di whiskey incendiario. Ariana lo guardò un momento, combattuta: o lo beveva, oppure doveva ammettere davanti al Serpeverde che non lo voleva. E siccome il suo orgoglio vinceva sempre, lo prese.
Guardò il biondo sedersi davanti a lei e alzare il bicchiere in un muto brindisi. Ariana fece altrettanto e buttò giù con un sorsata il whiskey. Scosse la testa per mantenere la lucidità.
"Ok, adesso spera di non iniziare a straparlare" pensò, "Piuttosto sta zitta, ma non dire cavolate".
Draco la guardò e ghignò.
- Hai le guancie rosse – disse.
Ariana spalancò gli occhi verdi, fissando il biondo. Si portò le mani alla faccia, sentendo la pelle bollente.
- E' perché fa caldo – ribatté.
Draco annuì come se la sapesse lunga, sempre ghignando.
- Non sei a ballare con qualche dolce ragazza invaghita di te? – domandò Ariana, sarcastica.
- Ho appena finito – rispose Draco, - Ero un po' stanco, e ti ho visto sgusciare da questa parte –
Ariana inarcò un sopracciglio. – Già... Che genere di scommessa hai fatto, stasera? –
Il biondo sorrise, assomigliando in modo incredibile a un vampiro. – Che avrei ballato con quindici ragazze diverse nel giro di un'ora – rispose, - E sono arrivato a quattordici –
- Quindi? -
- Quindi me ne manca una – disse il Serpeverde, guardando il bicchiere con calcolata noncuranza.
- Allora vai a cercarla – disse Ariana, spingendo il bicchiere vuoto verso di lui, - Offrile da bere e spera che sia così stordita da accettare –
Draco rise, capendo che lei aveva intuito il suo piano. Prese i bicchieri vuoti e si alzò.
- Vuoi vedere un maestro all'opera? – domandò con il suo solito ghigno.
Ariana si alzò e lo precedette fuori, avvicinandosi al bancone. La musica ora era più scatenata, e decine di ragazzi si muovevano convulsamente lungo la pista. Attese che il Serpeverde desse i bicchieri al barman e lo guardò avvicinarsi a una ragazza bionda, forse di Corvonero.
Scambiarono due parole, poi Draco sorrise e si produsse in un sorprendente baciamano. La bionda annuì imbarazzata e lo seguì sulla pista.
"Il potere del fascino" pensò Ariana, notando che un Tassorosso vestito da Frankenstain (e l'originale era, se possibile, più bello di lui) la stava guardando.
"Non mi dire che adesso questo mi chiede di ballare" pensò allarmata. Si girò verso il bancone, prese il primo bicchiere che le capitò a tiro e si allontanò rapidamente. Vide in quel momento Hermione seduta poco lontano, con Ginny.
- Dov'eri finita? – chiese la rossa, porgendole un altro bicchiere.
- Sono andata a rilassarmi un attimo – rispose Ariana, prendendo il cocktail. Senza pensarci lo mandò giù. Il Tassorosso era lì, che continuava a guardarla.
"Ma questa deve essere sfiga!" pensò, "Non ha nient'altro da fare che guardare me?".
Il Tassorosso aspettò che Hermione e Ginny tornassero a ballare con Ron ed Harry, e passò all'attacco. Iniziò a lanciarle occhiate languide che le facevano venire il voltastomaco. Per evitare di guardarlo si ritrovò a bere il terzo whiskey incendiario della serata.
Il cervello iniziava ad andare in panne quando si ritrovò Draco di fianco, che sorseggiava un bicchiere pieno di liquido scuro, forse la stessa cosa che le aveva dato da bere Ginny.
- Quel tipo di sta guardando – disse, tenendo lo sguardo fisso sulla pista.
- Lo so – borbottò Ariana, - Spero solo che non abbia la folle idea di invitarmi a ballare –
Draco ghignò e poggiò il bicchiere sul bancone.
- Allora credo che dovrai proprio ballare con me – disse.
- Ma neanche per scherzo – sbottò Ariana.
- O me, o lui – ribatté Draco, - E, tra parentesi, io sono decisamente meglio. Quando me ne andrò, verrà a chiederti di ballare. –
- Allora rimani qui – disse Ariana, senza pensare.
- Ma io non voglio rimanere qui – disse Draco, sornione, - Visto che tu non vuoi venire, mi trovo un'altra ragazza –
Il Serpeverde fece una pausa ad effetto, e aspettò.
Il cervello sovraccarico di Ariana lavorava a rilento, e la piena lucidità era solo un ricordo. Riusciva però ancora a rendersi conto che doveva scegliere tra il cretino di Tassorosso e il bello di Serpeverde, e la scelta era ovvia. "Almeno ha già vinto la sua stupida scommessa".
- Prega che nessuno ci veda, o sei finito – sussurrò.
Draco la trascinò in mezzo alla pista, proprio mentre iniziava un lento.
"E la mia sfiga si riconferma sempre" pensò la ragazza, "Ballo con Draco Malfoy, davanti agli occhi di tutti, e pure un lento! Sono finita".
Il Serpeverde le mise una mano sulla schiena e la avvicinò. Se la stava godendo un mondo, mentre Ariana non era della stessa idea.
- Sbaglio, o non hai mai ballato un lento in vita tua? – le sussurrò il biondo all'orecchio.
- Ci metto tre secondi a tornarmene dove stavo prima – sibilò Ariana, allontanandosi dal biondo.
Draco la trattenne con un sorriso. – Dove vai? Non ti ho mica detto di andartene – disse, - Altrimenti non vinco la scommessa –
- Non avevi detto che erano quindici? – ribatté Ariana, mentre ballavano troppo vicini per i suoi gusti.
- Infatti – sussurrò Draco, - Quella di prima era la quattordicesima... Ti ho detto una piccola bugia –
Ariana si bloccò e lo guardò in faccia, negli occhi d'argento. – Me la paghi, Malfoy – borbottò, - Così ti sono servita per vincere una stupida scommessa? –
- Però non mi sembra che stai disprezzando il fatto di starmi appiccicata – le sussurrò il biondo nell'orecchio.
Ariana si rese improvvisamente conto che l'alcool le aveva fatto abbracciare Draco Malfoy, e che adesso gli cingeva il collo con le braccia. Spalancò gli occhi e rapidamente si staccò dal Serpeverde. Prima che potesse fermarla, riuscì a raggiungere il bancone con aria imbronciata.
- Avanti, Drake, ti fai tutti questi problemi? – le chiese il biondo, raggiungendola immediatamente.
Ariana lo fulminò con gli occhi. – Trovati un'altra ragazza per vincere la sua scommessa idiota –
Draco alzò gli occhi al cielo. – Stavo scherzando. La scommessa l'ho già vinta. Volevo solo farti arrabbiare – disse, porgendole la mano.
Ariana incrociò le braccia e lo fissò: non sapeva se stesse dicendo la verità o meno, perché il suo cervello al momento non era nel massimo della forma. In ogni caso, non era disposta a ballare di nuovo con lui, per niente al mondo. "Ma neanche sotto minaccia".
- D'accordo, allora ti offro da bere – disse Draco, sedendosi su uno sgabello. – Prendi questo -
Le porse un bicchiere che conteneva un liquido giallo intenso e le fece cenno di berlo. Ariana non lo prese, anche se le era venuta sete.
- Avanti, è leggero – la invitò Draco, - Non ti ubriacherai per un cosa del genere? -
"Maledetto orgoglio". Ariana afferrò il bicchiere e si sedette, gli occhi verdi che studiavano il biondo seduto di fianco a lei. "Ok, è bello, ma sai anche quali sono le sue abitudini. Non dargli modo di togliersi qualche sfizio con te".
Sorseggiò il bicchiere, scoprendo che la bevanda era dolce e sapeva di frutta. Il biondo non la stava guardando, al momento, e sembrava preso dai ragazzi che ballavano in mezzo alla pista. Lei seguì il suo sguardo, e scoprì che stava guardando Zabini, immobile in un lato della sala.
- Cosa vuoi esattamente da me, Malfoy? – domandò Ariana, - Sai che sto dalla tua parte e quello che devo fare, ma perché continui a perseguitarmi? -
Il biondo fece una smorfia. – Voglio solo accertarmi che tu sia facendo la cosa giusta – rispose, - Vuoi ballare? –
- No -
- Allora ti lascio al tuo Tassorosso –
Lo sguardo di Ariana guizzò verso il ragazzo di prima, che era ancora fermo dove lei lo aveva lasciato. Guardò il Serpeverde e buttò giù d'un sorso quello che rimaneva nel bicchiere.
- D'accordo, Malfoy – sibilò con un sospiro da sconfitta.
"Questo è l'alcool" pensò, "Devo smettere di bere, o finisce che mi ritrovo da qualche parte in cui non vorrei essere".
La mano del Serpeverde tornò dietro la sua schiena, e solo in quel momento Ariana si accorse di quanto fosse alto. La sovrastava di una decina di centimetri almeno, eppure a lei non dava fastidio. Le piacevano i ragazzi alti.
"Qualcuno mi fermi. Qualcuno mi riaccenda il cervello, per favore!"
Iniziava a barcollare impercettibilmente, e Draco sembrò accorgersene. Sorrise e saldò la sua presa.
- Quando inizi a vederci doppio, avvertimi" disse sornione.
- Che diavolo era quell'affare che mi hai dato? – chiese Ariana, furiosa.
Il Serpeverde ghignò, ma non rispose.
- Dovevi farmi ubriacare per farmi ballare con te? – sibilò lei.
Draco abbassò la testa e le sussurrò nell'orecchio: - Era solo per scioglierti un po'. A volte mi sembri un blocco di ghiaccio –
Ariana non era in grado di arrabbiarsi di più, e il cervello era andato. Rimase in silenzio, finché dopo quattro balli, Draco l'accompagnò a un divanetto e la fece sedere. Sparì per qualche minuto e tornò con un bicchiere colmo di limonata ghiacciata.
- Bevi questo che ti passa tutto -
Ariana fissò dubbiosa il bicchiere, e ci mise un po' a capire che era veramente limonata. Lo prese e lo sorseggiò.
- Ma quanta roba ti sei bevuta? – sghignazzò Draco, sedendosi di fianco a lei.
Ariana cercò di fare mente locale, ma non riusciva proprio a ricordarsi.
- Ho perso il conto – rispose.
Il Serpeverde rise. – Mi sa che è meglio che te ne torni nel dormitorio – disse divertito, - Andiamo, ti accompagno –
Ariana stava per alzarsi, quando si rese conto che forse la sua testa non era ancora stata persa del tutto.
- No, rimango qui. Non posso sparire – rispose, - Hermione e Ginny mi cercheranno. E uscire con te sarebbe a dir poco controproducente -
Draco la guardò, poi annuì serio e se ne andò senza dire una parola.
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