6. Ignoralo
Il Mystic Grill è più tranquillo del solito.
Dopo scuola, l’unico rumore è quello di qualche bicchiere che tintinna in lontananza e del jukebox che suona un vecchio successo rock, uno di quei pezzi che avrebbero potuto far parte della colonna sonora di un film che ho visto almeno dieci volte.
Mi siedo ad un tavolino, vicino alla finestra, con il mio libro di oggi – un bel giallo per cambiare.
Il mistero del treno blu sembra perfetto per spegnere i pensieri e farmi dimenticare per qualche ora tutto il dramma di Mystic Falls.
Ho ordinato una bibita e mi godo il raro momento di pace.
Nessun Alaric a fare il genitore apprensivo, nessun gruppo di compagni di scuola a chiacchierare incessantemente di cose che non mi interessano, e soprattutto, nessun fratello Salvatore a complicarmi la vita.
O almeno, per il momento.
Mi immergo nella lettura, perdendomi nei dettagli del mistero e immaginando di essere su quel treno, lontana anni luce da Mystic Falls.
Ma naturalmente, non poteva durare.
La porta del Grill si apre e il rumore di stivali sul pavimento di legno mi fa alzare lo sguardo, quasi contro la mia volontà.
Ed eccolo lì, con il suo solito sorriso da “mi sto divertendo più di quanto dovrei”.
Damon Salvatore.
E non è solo.
Ovviamente no.
È seguito da due ragazze che sembrano uscite direttamente da un catalogo di moda anni ‘90, tutte jeans attillati e sguardi languidi.
Ridono e lo guardano come se fosse l’unica persona nella stanza, cosa che probabilmente lui crede davvero.
Cerco di tornare al mio libro.
Non lo guardare, Tessa.
Mi concentro sulle parole di Poirot, sui sospetti, sui colpi di scena che dovrebbero tenermi incollata alla pagina.
Ma non funziona.
Lo sento avvicinarsi e, prima ancora di rendermene conto, è lì.
Si siede direttamente al bancone, proprio accanto al mio tavolino.
“Oh, ciao,” dice con un tono che trasuda divertimento, come se avesse capito perfettamente che lo stavo evitando “Non ti aspettavo qui così presto. Non hai nient’altro da fare oggi?”
Alzo lo sguardo lentamente, cercando di mascherare la mia irritazione “Damon? Giusto? Che sorpresa.” Il sarcasmo mi scappa come un riflesso, ma lui non se ne accorge nemmeno, o meglio, lo ignora deliberatamente.
“Ho un talento speciale per sorprendere le persone” risponde, versandosi qualcosa che sembra whisky.
Naturalmente, ordinare qualcosa di leggero non è nel suo stile evidentemente “Che stai leggendo?”
Fisso il libro per un secondo, considerando se sia il caso di inventarmi una risposta o dirgli la verità.
Ma a che serve mentire a Damon?
È il tipo che probabilmente riuscirebbe a scoprire comunque la verità solo per il gusto di farmi innervosire.
“Il mistero del treno blu,” rispondo, cercando di mantenere il tono neutro.
“Ah, Christie. Mi piace. Misteri, omicidi, inganni. Roba buona.” Sorride in quel modo che fa sembrare che stia sempre giocando, come se il mondo intero fosse una sua personale partita a scacchi.
Cerco di tornare alla mia lettura, ma con lui seduto lì, accanto a me, che sorseggia whisky con un’aria tanto rilassata quanto insolente, è praticamente impossibile.
Cerco di ricordare le parole di papà: stai alla larga da Damon.
Sì, facile da dire.
Peccato che non sia così facile da fare, specialmente quando lui si piazza esattamente accanto a te.
Damon sembra notare la mia tensione e sorride ancora di più, quasi compiaciuto di aver catturato la mia attenzione, anche contro la mia volontà “Cosa c'è, Tessa? Il mio fascino ti sta distraendo?”
Rido, ma senza gioia “Fascino? Oh, è questo quello che chiamano adesso? Mi sembrava solo fastidio.”
Lui ride, ed è una risata calda e melodiosa che fa rabbrividire la pelle.
Non posso fare a meno di notare quanto sia facile per lui farsi beffe di tutto e di tutti.
La cosa peggiore?
Mi intriga.
E mi odio un po’ per questo.
Le ragazze che erano entrate con lui sono sedute dall'altra parte del locale, e sembrano piuttosto infastidite che Damon non le stia più considerando.
Ma, ovviamente, lui non sembra curarsene.
Si concentra su di me come se fossi l'unica persona degna di nota in tutto il Grill.
“Dovresti davvero rilassarti, Tess. Tutta questa tensione non ti fa bene. Non sarai in grado di goderti la vita così.”
Mi versa dell’acqua senza nemmeno chiedermi, come se avesse deciso che ho bisogno di idratazione.
Cosa sono una pianta?
Rimango in silenzio per un momento, non sapendo se ridere o arrabbiarmi per il suo comportamento condiscendente.
Ma prima che possa rispondere, la porta del Mystic Grill si apre di nuovo.
Questa volta è Bonnie, che entra con passo deciso e lo sguardo già posato su Damon.
“Oh, grande” mormoro tra me e me.
Forse il destino ha finalmente deciso di darmi una pausa.
“Bonnie Bennett” dice Damon, alzando leggermente il bicchiere in segno di saluto, ma senza spostarsi “Sempre un piacere.”
Bonnie lo fissa per un secondo, visibilmente irritata “Damon, perché sei qui?”
“Sono ovunque, cara Bonnie. È il mio dono al mondo” risponde lui con un sorriso che potrebbe far perdere la pazienza a un santo.
Bonnie ignora la battuta e mi guarda “Tess, sei pronta? Pensavo di mangiare qualcosa insieme.”
“Sì, certo” rispondo, alzandomi velocemente dal tavolo.
Non mi faccio pregare due volte.
Prima di andare, però, Damon si alza in piedi e fa un piccolo inchino teatrale.
“Bene, signore, vi lascio alle vostre chiacchiere. È stato un piacere, come sempre.”
E con quella che è chiaramente una uscita teatrale perfettamente calcolata, si gira sui tacchi e se ne va, con le sue due accompagnatrici che lo seguono come cagnoline fedeli.
Lo guardo allontanarsi, chiedendomi come faccia a muoversi con quell’aura da protagonista di un film noir che non sembra mai spegnersi.
“Non sapevo vi conoscete” dice Bonnie con un sospiro esasperato, prendendo posto accanto a me.
“Infatti n-noi non... Non ci conosciamo” rispondo, ancora un po’ scossa dall’ennesimo incontro ravvicinato con Damon.
Bonnie mi osserva per un secondo, scrutandomi con i suoi occhi scuri “Lo fa apposta, sai? Quello sguardo, quell’atteggiamento... vuole solo confondere le persone. E sembra che ci stia riuscendo anche con te.”
Scuoto la testa “Non sto confusa. È solo... non lo so. C’è qualcosa in lui che mi fa sentire come se sapesse troppo. È snervante.”
“È pericoloso” ribatte Bonnie con tono deciso, stringendo le labbra in una linea sottile “Damon gioca con le persone. E non gli importa chi si fa male nel processo. Tieniti alla larga da lui.”
“Lo so, lo so” sospirando, affondo le mani tra i capelli, un gesto che faccio sempre quando mi sento presa in trappola “Papà me l’ha detto”
“Dovresti ascoltarlo” Bonnie mi guarda seriamente, e posso vedere che dietro al suo tono fermo c’è una preoccupazione sincera.
Non solo per me.
Anche per lei?
Forse papà ha ragione, sono troppo paranoica.
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