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4. Mystic Grill

Il Mystic Grill è esattamente come me lo aspettavo.

Un misto tra un locale che sembra aver visto tempi migliori e un pub per famiglie troppo entusiasta di essere il centro nevralgico della vita sociale di Mystic Falls.

Le pareti sono decorate con fotografie in bianco e nero di gente che probabilmente è morta da decenni, e l’odore di patatine fritte e hamburger stantii si mescola al rumore di sottofondo del chiacchiericcio degli adolescenti.

Elena mi fa cenno di raggiungerli a un tavolo verso il fondo del locale, e io mi avvicino, passando attraverso la folla di ragazzi intenti a socializzare come se la loro vita dipendesse da quanto riescono a sembrare fighi in un luogo del genere.

Non è che io sia diversa, eh.

In fondo, sono qui anch'io.

A tentare di sembrare normale.

Mi siedo accanto a Matt, il ragazzo che ho conosciuto oggi, e subito noto una ragazza con lunghi capelli castani che lo osserva da lontano, con un'espressione che si potrebbe definire 'non proprio felice' .

Mi rendo conto che è sua sorella, Vicky, di cui avevo sentito parlare.

A giudicare dall’aria trasandata e dall’atteggiamento nervoso, sembra il tipo che ha sempre un piede in una situazione problematica.

Elena fa le presentazioni e Vicky mi lancia un mezzo sorriso “Tu sei la nuova, giusto?”

“Già, la nuova” rispondo con una punta di sarcasmo “Come mi hai indovinato?”

Lei fa spallucce e accende una sigaretta, nonostante sia chiaramente vietato fumare dentro.

Quasi mi sorprende che nessuno le dica nulla, ma poi ricordo dove sono.

Mystic Falls: il luogo dove le regole sono solo suggerimenti “Solo un presentimento” dice, espirando il fumo con un'aria di chi non potrebbe fregarsene di meno.

Osservo la scena per un attimo e noto un’altra dinamica interessante.

Jeremy e Tyler sono lì, entrambi fissano Vicky come se stessero partecipando a una specie di gara non dichiarata.

È quasi imbarazzante quanto sia evidente la tensione tra i due.

Tyler ha l’aria del predatore, con un sorriso compiaciuto stampato in faccia, mentre Jeremy è più ritirato, ma non per questo meno intenso.

Posso praticamente sentire il testosterone che satura l’aria.

“Quindi, c’è qualche faida territoriale che mi sono persa?” chiedo a Matt, indicandogli con lo sguardo Jeremy e Tyler, che continuano a fissarsi come se stessero per saltarsi addosso.

Matt sospira e scuote la testa "Non proprio. È solo... complicato. Tyler e Jeremy hanno un passato con Vicky. Non so nemmeno come abbiano iniziato questa cosa, ma va avanti da un po'"

Guardo verso Vicky, che sembra essere totalmente inconsapevole, o forse semplicemente indifferente, alla tensione che si sta creando intorno a lei.

Lei fuma con un'aria di chi è sopra tutto questo dramma adolescenziale.

O forse è solo abituata a essere al centro dell'attenzione, anche se per le ragioni sbagliate.

"Complicato, eh?" borbotto "Tipico."

Mi rivolgo di nuovo verso Matt, che ha un’espressione stranamente serena nonostante la situazione "E tu? Non sei in competizione per le attenzioni di tua sorella, spero."

Matt ride, una risata breve e amara "No, no. Non è proprio il mio stile."

Finalmente un ragazzo normale, penso.

O almeno così sembra per ora.

Prima di poter approfondire ulteriormente l’argomento “famiglie disfunzionali”, Matt si gira verso Stefan, che si è unito a noi al tavolo, e lo sento accennare a qualcosa riguardo alle auto.

Il tono è leggero, come se fosse un modo per sfuggire al dramma incombente tra Jeremy e Tyler.

“Sto sto lavorando su una vecchia Chevrolet del '69.” inizia Matt rivolto a Stefan.

A queste parole, non posso fare a meno di drizzare le orecchie.

Motori?

Ora sì che possiamo parlare di qualcosa di interessante.

Stefan sorride leggermente, con quell’aria misteriosa che lo circonda costantemente, come se ogni sua frase fosse stata ponderata al millesimo.

“Non male,” risponde, annuendo con approvazione “Il '69 è un buon anno. È una di quelle macchine che non passano mai di moda. Io ho una moto, ma ho sempre avuto un debole per le auto”

Ecco, ora sì che la conversazione si fa decente.

Decido di unirmi.

“Sapete qual è la macchina dei miei sogni, però? Una Chevrolet Impala del '67.”

Lo dico con un certo orgoglio, aspettandomi almeno un cenno d'approvazione.

Ma è la verità: una bellezza vintage come quella non si trova facilmente.

Matt mi guarda sorpreso, quasi incredulo “Davvero? Non pensavo che una ragazza come te sapesse qualcosa di motori.”

Non so se prenderlo come un complimento o un insulto mascherato.

Decido di riderci sopra “E perché? Solo perché mi piace leggere e non vado in giro con una tuta da meccanico non significa che non sappia apprezzare una macchina ben costruita.”

Stefan mi guarda per un attimo, un po' sorpreso anche lui. “L'Impala del '67 è una scelta interessante. Classica e potente. Bella combinazione. Mio fratello ha una Camaro del' 69”

Non sapevo Stefan avesse un fratello, poco importa, sarà un tipo strano come lui.

Annuisco, felice che almeno lui sembri capire “Esatto. È l’essenza dell’eleganza con quella spinta in più che ti fa sentire come se potessi conquistare il mondo.”

Matt sorride, chiaramente impressionato “Se mai riuscissi a metterci le mani su una, fammelo sapere. Potremmo sistemarla insieme.”

“Affare fatto” rispondo, mentre ci perdiamo in chiacchiere su cilindrate, cavalli e carburatori.

Finalmente un argomento che non mi fa sentire come un pesce fuor d'acqua.

Ma la pace dura poco.

La conversazione si sposta lentamente sul football, e subito mi ritrovo a perdere interesse.

Football, davvero?

E chi se ne frega.

Sì, va bene, sono nella squadra della scuola, ma sinceramente non mi interessa sentire i dettagli di una tattica o chi ha segnato il touchdown dell’anno.

Per questo preferisco lasciare che Stefan e Matt si immergano nella loro discussione mentre io mi volto verso l’altro lato del tavolo, dove Elena, Bonnie e Caroline stanno chiacchierando.

E qui, finalmente, il vero spettacolo.

Le ragazze stanno discutendo del dramma sociale della scuola con una tale passione che sembra quasi stiano commentando una serie TV.

Caroline è quella che parla di più, elencando con precisione chirurgica chi ha fatto cosa con chi e chi è sulla lista nera del giorno.

Elena ascolta con pazienza, ma non posso fare a meno di notare come ogni tanto le scappi un sorrisetto, come se si divertisse silenziosamente a lasciar sfogare Caroline.

Bonnie interviene solo ogni tanto, con commenti secchi che puntualmente fanno ridere le altre due.

Mi unisco a loro, perché, ammettiamolo, il gossip è divertente, soprattutto quando non conosco nemmeno le persone di cui parlano.

“Sapete che Jenna Walters è stata vista uscire dalla casa di Zach questa mattina, giusto?” dice Caroline, con gli occhi che brillano di eccitazione.

“Davvero? Jenna?” risponde Bonnie, alzando un sopracciglio incredula.

Elena ridacchia “Ma è una novità? Quei due si vedono da settimane.”

Caroline scatta subito sulla difensiva “Sì, ma ora è ufficiale. Ormai lo sanno tutti!”

“Beh, se lo sanno tutti, non è più gossip,” commento io, cercando di sembrare disinvolta.

Loro ridono, anche se non sono sicura che abbiano colto il tono ironico.

“Ti piace il gossip, eh?” mi chiede Caroline, sorridendo divertita.

Sembra quasi stupita dal fatto che io mi sia unita alla conversazione così facilmente.

Mi stringo nelle spalle “Diciamo che mi diverte. È più interessante sentire parlare male di gente che non conosco, così non devo preoccuparmi di offendermi.”

Bonnie ride piano, e persino Elena scuote la testa divertita “Hai proprio un modo tutto tuo di vedere le cose,” commenta lei.

Il tempo passa più velocemente di quanto mi aspettassi, e prima che me ne accorga, la conversazione vira nuovamente sulla festa di domani.

“Allora, verrai alla festa?” mi chiede Caroline, fissandomi con un misto di curiosità e speranza “Ci sarà tutta la scuola. Devi venire.”

Elena annuisce, supportandola “Sì, dai. Sarà divertente.”

Non posso evitare la domanda, e onestamente non ho nemmeno voglia di inventarmi una scusa.

So già che Alaric ha accettato l’invito per entrambi “Sì, ci sarò. Se proprio devo,” rispondo con un mezzo sorriso.

Caroline mi lancia un’occhiata entusiasta, come se avessi appena promesso di portare il dessert alla festa “Perfetto! Non vedo l’ora.”

Io, invece, non ne sono così sicura.

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