6. C'era una volta
"E così siete cugini" iniziò Namjoon.
Gulmi annuì, ma non stava prestando molta attenzione all'alpha. Era impegnata a fissare il cibo all'interno del proprio piatto ancora intatto. Da quando aveva visto Jungkook lo stomaco le si era chiuso in una morsa dolorosa.
Se ne stava seduta nella mensa del hanok allo stesso tavolo di Namjoon con gli occhi di tutto il branco puntati addosso. Era colpa di Jungkook perchè si rifiutava di lasciarla andare prima di averla vista mangiare almeno metà porzione.
"È come ti abbiamo detto stamattina, Namjoon hyung".
"Certo, Jungkookie" Hoseok era seduto alla destra di Namjoon, l'alpha naturalmente stava a capo tavola. "Ma devi ammettere che è una storia che ha dell'assurdo".
"Non è così assurdo nelle famiglie in cui il sangue conta tutto" disse Gulmi, sembrava ancora assorta nei propri pensieri. "La madre di Jungkook e la mia erano sorelle, entrambe alpha purosangue della famiglia Ahn. Per mantenere il sangue incontaminato i nostri nonni hanno pianificato di farci sposare, siamo stati promessi prima di nascere, credo."
"Però Jungkookie si è presentato come un beta".
"La stirpe di mio padre non è così purosangue come aveva detto ai nonni" confermò Jungkook, un sorrisetto amaro comparve sul suo volto. "Quando mi sono presentato come un beta hanno rotto il fidanzamento, avevamo dieci anni".
"Ma compiuti diciotto anni Kookie è scomparso" a Gulmi sfuggirono le parole di bocca.
Stava facendo molta fatica a nascondere il risentimento che provava nei confronti del cugino. Era felice di vederlo, lo era tantissimo, ma Jungkook se ne era andato. Aveva abbandonato il suo branco: lei, Taehyung e Jimin.
"Vi ho lasciato una lettera, ho scritto perché ho dovuto farlo".
"Sì, ma nessuno di noi ha avuto voce in capitolo!" esclamò Gulmi, anni di nostalgia e preoccupazioni stavano tornando a galla.
Jungkook rivolse alla cugina un sorriso malinconico, allungò un braccio per stringerle il fianco ed avvicinarla abbastanza da posare le testa sulla sua spalla. Un leggerissimo profumo di muschio bianco calmò il cuore dolente di Gulmi, facendole scordare per un secondo gli anni in cui il cugino non c'era stato.
"Mi sei mancata anche tu" disse prendendola in giro, conosceva l'incapacità dell'alpha di esprimere i propri sentimenti a parole. "Come stanno?"
Gulmi sospirò pensierosa. Intorno a lei Namjoon, Hoseok e Wheein li osservavano senza preoccuparsi di nasconderlo. Non era molto felice all'idea di parlare della propria famiglia davanti a degli estranei, ma si sforzò per rendere contento Jungkook.
"Stanno bene, anche se ci abbiamo tutti messo un po' ad accettare la tua assenza. Taehyung è riuscito ad estraniare il suo Alpha tre anni fa".
"Era ora!" rise Jungkook, poi tornò serio. "Tu invece no, Mimi".
"Ma no, tu dici?! E io che credevo che fosse normale avere delle eclissi per gli estraniati" rispose ironica. "Ed è Gulmi noona per te".
"Ancora con questa storia dell'onorifico? Hai tre mesi in più di me, non ti chiamerò noona!" la prese in giro Jungkook premendo sulla guancia della ragazza con il proprio indice. "Mimi, non puoi continuare a rifiutare l'estraniazione. La tua Alpha ti farà impazzire se continui così".
Un basso mormorio risuonò sul retro della mente di Gulmi. Fantastico, la chiami e si sveglia come un orso con il miele.
"Quello che mi rifiuto di fare è affrontare questa conversazione" rispose Gulmi e si alzò da tavola diretta fuori, ma decise di fermarsi davanti a Namjoon. "Se già prima non avevo intenzione di tradirvi, adesso farei di tutto per tenere Kook al sicuro. Non hai motivo di dubitare di me".
La ragazza fece un profondo inchino al capo branco.
"Gulmi-ssi..." la chiamò Namjoon.
"Ti ringrazio per aver protetto il mio branco come se fosse sangue tuo, alpha" era una formula di gratitudine antica e veniva condivisa solo fra i membri dello stesso rango.
"Il tuo sangue è il mio perché siamo Figli della stessa Luna" Namjoon si alzò in piedi per poi abbassarsi a livello del viso di Gulmi e guardarla dritta negli occhi. "Ricorda però che Jungkook é un membro del mio branco adesso".
Gulmi era uscita da sola nel bosco per riordinare le idee ed allontanarsi da quella marea di persone che diffidava di lei. Non era camminare che la faceva calmare, ma arrampicarsi. Non soffriva minimamente di vertigini e concentrarsi su dove mettere i piedi per non cascare e spezzarsi la schiena era un'ottima distrazione dai problemi che normalmente la affliggevano.
Ritrovarsi in alto, in cima in un punto elevato che fosse di un albero o di una parete rocciosa, le permetteva di guardare le cose da un nuovo punto di vista. La faceva sentire libera e non costretta a vedere il mondo solo come glielo mostravano i suoi genitori.
Arrestò il passo quando davanti a sé vide una roccia alta circa tre metri, un'altura solitaria in mezzo agli alberi del bosco. Non ci pensò due volte ed, avvistata la prima rientranza nella roccia, vi incastrò il piede dandosi la spinta per afferrare la sporgenza più in alto.
Quasi perse la presa quando arrivò in cima. Seokjin era seduto sulla pietra grigia, le gambe distese e le braccia dietro la schiena. Se ne stava con gli occhi aperti rivolti al cielo, sembrava osservare il passaggio delle nuvole nel cielo che sfumava dall'arancione al rosa.
Sobbalzò quando vide il viso di Gulmi scrutarlo dal margine della pietra.
Rise vedendolo reagire in quel modo sgraziato allo spavento, ma si affrettò a chiedere scusa per averlo disturbato. La dura roccia sotto le mani ed i piedi iniziava a farle male quindi decise di issarsi in cima al masso, ignorando lo sguardo di fuoco che Jin le stava rivolgendo.
"Tranquillo" lo avvisò Gulmi. "Mi riposo due secondi e mi levo dalle palle". Ce l'aveva ancora con Jin per quello che aveva detto di lei all'incontro perciò non riuscì proprio a frenare il tono acido della sua voce.
"Puoi restare, stavo per andarmene".
Gulmi sbuffò una risata sarcastica.
"Non vorrei mai farti andare via" citò le parole che aveva utilizzato lui ore prima. "Mi ha fatto rivelare tutto il piano" 'ste due palle, pensò.
"Vuoi dirmi che ho torto?" chiese Jin, la guardava con una serietà glaciale. "Tu mi hai mentito perché ti dicessi di più sull'evasione! Mi hai fatto credere di essere un'omega!".
"Stai davvero dando a me la colpa per esserti fidato?" chiese lei retorica. "Sì, forse ho detto una bugia, ma ho fatto tutto per aiutarvi".
"Questo non cambia il fatto che tu mi abbia mentito" rispose Jin. Stringeva i pugni contro la roccia ed aveva un'espressione dura in viso.
"E allora dimmi, avresti lasciato che ti aiutassi sapendo che sono un'alpha?" chiese Gulmi incrociando le braccia al petto. Involontariamente alzò il sopracciglio destro in un'espressione di sfida.
"No! Certo che no! Voi alpha siete tutti uguali e non ci si può fidare di voi".
"Non mi sembra che tu ti faccia così tanti problemi con il tuo capo branco".
"Perché lui mi ha dimostrato di essere affidabile. Per Namjoon non ha importanza il rango delle persone".
"E io che ti ho aiutato dall'inizio alla fine a filartela, quando avrei potuto benissimo ignorarti, non merito fiducia?!" il tono di Gulmi si stava alzando a causa della rabbia. Poteva sentire la sua Alpha sveglia, ma rimaneva inerme.
"No, perché tu mi hai mentito fin dall'inizio!" anche Jin prese ad urlare.
"Quello che ho fatto io è stato salvarti la vita, più di una volta!"
"Sì e non capisco cosa tu ci voglia guadagnare!"
Dopo le urla e grida che si erano rivolti a vicenda, Gulmi fermò la loro discussione. L'alpha strinse gli occhi, come a concentrarsi sulla figura davanti a sé. Poi, quando sembrò capire, scosse la testa.
"Tu pensi che io ti abbia aiutato perché voglio qualcosa da te".
"Voi alpha non fate mai nulla senza un vostro tornaconto, è nella vostra natura" sussurrò Jin, nella voce aveva quello che Gulmi riconobbe come vero e proprio disgusto. Ne aveva fin sopra i capelli di quelle stupide insinuazioni e mosse qualche passo verso l'omega fino a fronteggiarlo.
"Ascoltami molto bene, premio Nobel per la scienza" lo sguardo era fisso negli occhi di Jin e non avrebbe accettato interruzioni. "Potrai credere di sapere tutto sugli alpha, ma non pensare mai di conoscere bene me. Avevi deciso di fidarti quando ci siamo conosciuti, ed indovina un po'? Avevi fatto la scelta giusta".
Jin corrucciò le sopracciglia confuso a quell'affermazione.
"Perché tornassi indietro ti salverei di nuovo, anche se vuol dire venire separata dalla mia famiglia, ritrovarmi con il branco di un altro alpha in mezzo a degli estranei. Ti aiuterei lo stesso, anche se ora ti stai comportando come un'ingrata testa di cazzo trattandomi come una nemica quando non ti ho dato motivo di pensarlo. Lo rifarei perché è la cosa giusta da fare, non perché ci guadagnerei qualcosa".
Le labbra di Soekjin si aprirono e chiusero un paio di volte prima che l'omega si decidesse finalmente a rispondere.
"Non ti credo".
Gulmi sorrise a lato della bocca. Sul volto aveva un'espressione furba e spavalda, quella di qualcuno che ne sa una più del diavolo.
"Immagino di doverti provare che ti sbagli, allora".
Jin sbatté le palpebre una serie infinita di volte, arricciò le labbra e rispose: "che?".
"Mi hai sentito benissimo, scoppio ritardato" rispose Gulmi. "Passerò il resto del tempo qui a cercare di farti capire che non tutti gli alpha sono uguali, come invece pensi tu".
"E te che ci guadagni? Dopo che te ne andrai non ci vedremo più" le fece notare lui, ma Gulmi rispose alzando le spalle.
"Perché, come ti ho detto, non agisco solo per un mio tornaconto. Anche se farti ammettere di avere torto varrà la fatica dello sforzo, in effetti".
Seokjin strinse gli occhi in un cipiglio sospettoso e poco convinto: "capirò quali sono le tue vere intenzioni, te lo giuro".
Gulmi intanto si era voltata, diretta verso il margine del masso per scendere.
"Certo, Sherlock" rispose durante la discesa dalla roccia. "Quando le capirai potresti dirle anche a me? Sono curiosa".
Con un salto si ritrovò a terra ed iniziò ad incamminarsi verso l'hanok, lasciandosi un Seokjin ancora confuso alle spalle.
Non poteva credere alle parole che aveva sentito: poteva capire la diffidenza nei confronti degli alpha, dopotutto Jin era un omega, ma trattarla in quel modo dopo quello che aveva fatto per lui?
Non le era mai importato cosa le persone pensassero di lei, ma con Jin era diverso.
Gulmi voleva piacere a Seokjin. Voleva che la considerasse una bella persona, voleva che si rendesse conto che lei era diversa dagli altri alpha e che di lei poteva fidarsi. Per questo voleva che cambiasse idea su di lei prima di andarsene.
Quando arrivò nei pressi del hanok fu Wheein a trovarla.
"Temevo ti saresti persa il falò" disse mentre prendeva l'alpha per mano e la trascinava verso il cortile. "E io non ci sarei andata senza di te".
Gulmi rimase in silenzio. Non aveva mai avuto un'amica, figurarsi un'amica omega.
Le poche omega con cui aveva frequentato le scuole facevano gruppo fra di loro, forse per timore degli altri ranghi. Dall'esterno apparivano molto legate: sempre a scambiarsi complimenti, abbracci, marcarsi i polsi a vicenda.
Lei diventava di legno persino quando Taehyung iniziava ad accarezzarle i capelli.
Quindi un po' per paura di non essere abbastanza, un po' per la cupola di cristallo sotto la quale il padre l'aveva rinchiusa, Gulmi si era limitata ad osservare da lontano.
"Eunha mi ha detto che c'è una sorpresa stasera" continuò Wheein quando si sedettero. Grazie alla Luna l'omega aveva scelto un posto lontano dal fuoco.
La bionda si limitò ad alzare le spalle quando l'alpha le chiese quale fosse la sorpresa, dopodiche fra le due calò il silenzio. Dovrei dire qualcosa? si chiese Gulmi. Sì, dovrei decisamente dire qualcosa, ma cosa?! Andiamo Gulmi, tira fuori la grinta, non è che tutto quello che ti esce dalla bocca deve per forza essere imbarazzante.
"Allora, sei felice di non essere più nella Casa Omega?"
Wheein si voltò nella direzione di Gulmi con gli occhi sgranati e un'espressione incredula dipinta sul volto.
Madre Luna santissima, non posso averlo detto sul serio. L'alpha sbattè una mano contro la propria fronte, imbarazzata delle sue stesse parole. Riaprì gli occhi solo quando sentì Wheein ridere.
"Mi piaci" le disse fra una risata e l'altra. "Hai la mia stessa capacità nel socializzare con le persone".
"Quale capacità?"
"Esattamente".
Due braccia muscolose avvolsero il busto di Gulmi e un volto si posò sulla sua spalla destra.
"Passeggiata tranquilla?" le chiese Jungkook mentre liberava la cugina dal proprio abbraccio.
Gulmi ci pensò un attimo prima di rispondere: "tranquilla non è il termine che userei".
Il beta fece per chiederle spiegazioni, ma venne interrotto da un piccolo uragano che si sedette con poca delicatezza di fianco a Wheein. Eunha aveva gli occhi rossi e gonfi ed era circondata da uno spiacevole odore di caramello bruciato: l'odore dei suoi alarm.
Posò la guancia sulla spalla di Wheein e strofinò la gota contro il tessuto della felpa, la bionda si voltò nel panico verso Gulmi.
"Stai seriamente chiedendo aiuto a me?!" le sussurrò la mora in risposta.
Con movimenti incerti Wheein prese ad accarezzare i capelli di Eunha. Un leggero e rassicurante odore di biscotti si fece spazio nell'aria, l'atmosfera si tranquillizzò nel giro di pochi istanti.
Jungkook prese la sua mano destra e Gulmi si accorse in quel momento che il cugino odorava di muschio bianco. Il beta fece per unire i loro polsi, ma lei si ritrasse dal tentativo dalla stretta.
"Kook, io non faccio parte del branco. Namjoon potrebbe offendersi".
"Il branco è la mia famiglia" rispose lui insistendo a prendere la mano di Gulmi "ed anche tu lo sei. E poi così quando ne te andrai avrò il tuo odore per la nostalgia".
Fece un sorriso soddisfatto sentendo le loro due scie che si mischiavano grazie ai polsi uniti. Era un aroma strano, con la cannella dell'alpha che dominava sul muschio bianco di Jungkook, ma era familiare.
Seokjin arrivò guardandosi intorno come alla ricerca di qualcosa e si sedette proprio dall'altra parte del falò rispetto a dove era Gulmi. Tutti i membri del branco s'erano seduti formando un cerchio, le fiamme li raggiungevano e scaldavano tutti.
Arrivarono anche Hoseok e altre due ragazze, portavano con loro dei vassoi con delle tazze fumanti. A Gulmi non sfuggì il modo in cui Eunha reagì alla vista dei tre, il suo visino parve rabbuiarsi di nuovo e si strinse maggiormente al braccio di Wheein. La stava stritolando come un boa.
Una delle tazze sfilò sotto al naso di Gulmi: era cioccolata calda con panna montata. Quasi staccò la mano di Jungkook nel prendere la bevanda che era anche la sua preferita. Si accorse che Jin la stava fissando insistentemente e si chiese se avesse fatto qualcosa di fuori luogo.
Quando tutti furono serviti con la propria tazza si unirono al gruppo anche Namjoon e Yoongi, il delta si sedette di fianco a Seokjin mentre l'altro rimase in piedi.
"Jin hyung" lo chiamò Hoseok ."Cosa stai facendo?"
"Provo a bere la mia cioccolata in pace, Hobi" gli rispose il maggiore, ma il beta rise come se Jin avesse fatto una battuta.
"Hyung, ma tu non bevi mai la cioccolata senza la cannella sopra!" disse porgendogli un barattolo di cannella in polvere.
Gli occhi di Seokjin scattarono agitati dalla cannella a Gulmi. Un sorriso compiaciuto comparve sulle labbra dell'alpha che aveva sentito tutto.
"Stasera non ne ho voglia, Hoseok" borbottò con un deciso color porpora sulle guance. Gulmi si trattenne dal ridere.
"Ok, mettetevi tutti seduti e comodi" disse Namjoon rimando l'unico in piedi. "Questa sera niente chiacchiere: ho chiesto a Yoongi di raccontare la leggenda dei primi Figli della Luna".
"E io ho detto che non mi va, se ricordo bene".
"Infatti ora te lo sto ordinando".
Yoongi alzò gli occhi al cielo, ma facendo così il suo sguardo ricadde sulla figura di Eunha ancora rannicchiata al fianco di Wheein. Un sospiro rassegnato fece capire a tutti che il biondo aveva ceduto all'insistenza di Namjoon.
"Inizialmente l'universo era grigio, lo sapevate?" chiese Yoongi a nessuno in particolare. Namjoon si sedette di fianco ad Eunha e l'avvolse in un abbraccio, il delta continuò. "Prima dei Figli della Luna, prima dei branchi primordiali, prima delle case in legno, non c'erano colori ad interrompere la monotonia dell'universo. Tutto era grigio: il fuoco non era rosso, il mare non era blu, i fiori erano tutti uguali".
Con la coda dell'occhio Gulmi osservò Namjoon accarezzare i capelli di Eunha, il forte odore di resina dell'alpha s'intersecava fra le ciocche della castana. Il capo branco stava consolando la sua maknae con i suoi trace e quelli di tutto il loro gruppo.
"Il Sole era annoiato, illuminava una Terra grigia sempre uguale per tutto il giorno quindi decise di cambiare. Fu così che, toccando sette volte la Terra con i propri raggi, generò i colori dell'arcobaleno. Il rosso divenne il colore del fuoco, il blu regnò su mare e cielo, i prati divennero verdi ed i fiori abbracciarono l'arancione, il giallo ed il viola. Fu un'esplosione di vita, persino gli esseri viventi presentarono tanti colori diversi".
Namjoon si spostò dal fianco di Eunha verso un beta che la giovane alpha non conosceva, ma lo vide offrire i polsi perché il capo branco li marcasse.
"Ma quando il Sole tramontò e la Luna sorse, la perla bianca non riconobbe nulla della Terra che aveva illuminato ogni notte sin dall'alba dei tempi. La luce della Luna era più debole di quella del Sole, a Lei non interessava nulla dei colori e della loro vivacità. Lei voleva indietro la Terra come l'aveva conosciuta, con il suo rassicurante grigio che brillava sotto i fievoli raggi lunari".
Gulmi sentiva su di sè lo sguardo di Jin. Cercò di ignorarlo con tutte le proprie forze.
"Quindi la Luna cercò per tutta la superficie terrestre. Cercò qualcosa che fosse rimasto bianco e nero, immutato dal dono del Sole. Trovò la candida neve dal colore bianco, ma la scoprì fredda e si scioglieva al minimo tocco. Trovò le ceneri nere emesse da un vulcano, ma quando provò a raccoglierle queste volarono via trasportate con facilità dal vento. Il viaggio si dimostrava pian piano sempre più inutile, ma la Luna continuò lo stesso".
"Più la sua ricerca andava avanti e più la dea si accorgeva di quanto la sua Terra non fosse cambiata a causa dei colori, era rimasta la stessa. Capì che l'universo stesso non era altro che un equilibrio di opposti: luce e buio, fuoco ed acqua, male e bene. Il bianco ed il nero non erano gli unici opposti, la loro bivalenza si rivedeva ovunque sul pianeta. Quindi si arrese, ma non senza prendersi una piccola rivincita contro il Sole. La Madre Luna infatti creò due creature nuove e lo fece utilizzando un pezzo di se stessa: se la osservate bene, potete ancora vedere il cratere da cui staccò la roccia".
Jungkook alzò la testa dalla spalla di Gulmi distraendosi un momento dall'assorbire quata più cannella possibile. Namjoon si fece strada nell'atmosfera silenziosa e si sedette fra Hoseok e Seokjin. Avvolse un braccio intorno proprie spalle del beta e strinse nella propria mano quella di Jin.
"Il meteorite era dello stesso grigio che alla Luna era mancato tanto, con quello che creò i primi Figli della Luna. Dalla roccia e dalla neve creò Haneul, la lupa dal manto bianco. Dalla roccia e le ceneri creò invece Pada, il lupo dalla pelliccia nera. Haneul e Pada divennero le uniche creature bianco nere sulla Terra; la Luna li creò per ricordare che, nonostante i colori, gli opposti che governano il mondo esistono e spesso hanno persino la stessa origine".
Yoongi fece una pausa quando sentì Namjoon posare la testa sulla sua spalla.
"Quando il Sole vide Haneul e Pada non ne fu felice, reputava i loro colori tristi e noiosi. Quando si accorse che i lupi rivolgevano i loro ululati solamente alla Luna arrivò ad odiarli. Cercò di separare i due in tutti i modi: nascose Haneul in cima ad una montagna, ma il compagno riuscì a scalarla. Imprigionò Pada su un'isola deserta, ma la lupa bianca lo raggiunse a nuoto".
Gulmi notò che l'odore di miele di Hoseok era mutato da forte a quasi impercettibile. Dette la colpa al forte odore di resina di Namjoon che tutti i membri del branco presentavano addosso.
"Haneul e Pada erano parti opposte di un unico disegno del destino, erano indivisibili. Si attraevano come i poli opposti di un magnete: agli occhi della Madre Luna essi non erano due individui separati, erano un tutt'uno. Non ha importanza se non è quello che vogliono, le anime gemelle sono fatte per restare insieme ed il destino troverà sempre il modo di riunirle. I tentativi di separarli saranno sempre inutili che siano di loro stessi o di qualcun altro."
Gulmi percepì una strana tensione nell'aria, qualcosa mi dice che non stiamo più parlando di leggende qui.
"Così anche il Sole si arrese, ma non senza rivolgere un ultimo dispetto alla Luna. Haneul e Pada ebbero quattro cuccioli, ma nessuno di loro presentò il manto bianco o nero dei genitori" un ghigno divertito comparve sulle labbra del delta. "I cuccioli infatti nacquero di quattro colori diversi: il vivace rosso, il brillante grigio argentato, il caldo marrone ed il tranquillo sabbia. Per colpa del Sole, mai più nella storia si videro Figli della Luna dal manto bianco o nero".
Yoongi terminò soddisfatto il proprio racconto. Namjoon si era spostato e seduto fra le due omega della cioccolata calda.
"Yoongi hyung, ma quei quattro cuccioli non sono quelli della leggenda sull'origine della nostra gerarchia?" chiese Jungkook, aveva gli occhi socchiusi in un'espressione rilassata. La stessa che aveva sempre quando era circondato da trace di persone a cui voleva bene.
"Yah! Ho parlato più stasera che in tutto il resto del mese, Jeon Jungkook!" esclamò il delta contrariato. "Non mi sforzerò ancora di più solo perché tu possa fare dei sogni d'oro, ragazzino".
Tutti risero, persino Jin. La risata dell'omega era piuttosto... particolare? Come il suono di un lavavetri contro un parabrezza bagnato. Una risata simile non la puoi fingere, o ridi di gusto oppure non riesci pensò Gulmi, intenta a ridere anche lei: più per i suoni che stava emettendo Seokjin che per la battuta di Yoongi.
Il peso della testa di Jungkook si sollevò di nuovo dalla sua spalla, era stato Namjoon che aveva attirato il beta in una specie di abbraccio. L'alpha dai capelli bianchi sobbalzò quando sentì l'odore di Gulmi addosso al maknae.
Con un sorriso degno di un angelo con le corna da diavolo, Jungkook offrì al proprio capo branco il polso che aveva tenuto lontano dalla scia di Gulmi. Sbuffando una risata Namjoon prese la mano di Jungkook e se la portò al collo dove le ghiandole erano più potenti. Aveva accumulato sulla sua pelle l'odore del branco e lo ridistribuiva ai suoi componenti.
Lo sguardo di Namjoon incontrò quello di Gulmi che quasi tremò dal timore, temeva di aver oltrepassato un limite. Nessun capo branco vuole l'odore di un altro alpha addosso ad un proprio membro.
Namjoon le fece un occhiolino e sorrise leggermente, Gulmi distolse lo sguardo immediatamente. Imbarazzata e confusa.
"Secondo te perché la Luna ha chiamato i primi Figli Haneul -cielo- e Pada -mare-?" le chiese Wheein.
"Per prendere in giro il Sole, forse" la bionda guardò Gulmi confusa perchè non aveva capito. "Il Sole ha colorato il cielo ed il mare ma li ha fatti entrambi blu, no? Fossi stata la Luna avrei anche io chiamato i miei figli Haneul e Pada. Erano decisamente più distinguibili di un'enorme distesa di azzurro".
Non aveva pensato di dover parlare la bassa voce quindi la sentì tutto il branco, ma quasi tutti risero al suo ragionamento strampalato.
Sentì una mano arruffarle i capelli e si voltò per guardare chi fosse stato. Vide solo la figura delle spalle di Namjoon che si allontanavano. Anche se leggerissimo, percepì il misto degli aromi del clan di Bhukansan insinuarsi fra i suoi capelli neri.
Angolo autrice
Ed eccoci qui con un nuovo capitolo! Dopo quattro parti di scoperte, fughe, colpi di scena ora possiamo stare calmini. Più o meno perchè io sono una malata di angst quindi questo è l'inizio di tutto.
Innanzitutto abbiamo scoperto il ruolo di Jungkook-ie, vedetela così: Kookie sta a Gulmi come Jimin sta a Taehyung. Erano migliori amici e Jungkook è il beta di Gulmi, insomma, e sono cresciuti come fratelli. Tanto bene per questi due bimbi. Non pensate male di Namjoon, magari può sembrare stronzetto ma vuole solo assicurarsi che Gulmi capisca bene la sua posizione (provvisoria) nel loro branco.
E wooo boi se non abbiamo il confronto fra baby birba (lingua tagliente) e il mio batuffolo di insicurezze e paranoie che è Jin. Vi faccio uno spoilerino: Seokjin ha i suoi motivi per trattare Gulmi come se fosse una banconota da 7€. A lei però così non va e non demorde.
Gulmi e Wheein insieme mi fanno morire.
Favoletta della buonanotte raccontata da Yoongles: apprezzatela vi prego perchè per idearla e buttarla giù mi sono impegnata davvero tantissimo. Una vera e propria leggenda ho creato, quella parte mi rende piuttosto nervosa a essere sinceri.
E Nam marca tutto il branco, o quasi, mischiando i loro odori. Non vedete le sue azioni come quelle di qualcuno interessato a qualcosa in particolare: Namjoon vuole un bene dell'anima a tutti i componenti del gruppo ed è normale per un capo branco volere far sentire ciascun membro come parte integrante mischiando le scie.
Grazie per aver letto e ci vediamo presto,
~V e o
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