5. Bhukansan Class
Quando Gulmi si risvegliò sapeva benissimo di aver dormito per giorni. Non che ricordasse qualcosa di quello che era accaduto, no, ma aveva già avuto delle eclissi in vita sua e conosceva la sensazione del corpo affaticato dopo uno scambio del genere.
Sapeva già di non essere a casa sua da prima di aprire le palpebre. Le era bastato respirare per accorgersi che non riconosceva nessuno degli odori che la circondavano. Camera sua odorava di cannella, di gelsomino e anche di cotone pulito.
Gli odori che percepiva intorno a sé erano pietra, legno e... biscotti? Era una miscela davvero strana.
Fece per sfregarsi gli occhi, ma alzando il braccio colpì qualcosa di caldo che si mosse in risposta. Confusa, e leggermente allarmata, si voltò trovandosi faccia a faccia con due occhi castano chiaro ed una massa di capelli biondi disordinati.
Che diavolo ci faceva Wheein nel suo letto?
Rimasero a fissarsi per qualche secondo: la mora con un'espressione che diventava più confusa man mano che i suoi occhi si abituavano alla luce, la bionda semplicemente si limitava a sbattere le palpebre continuando a studiare l'altra.
"Come ti senti?" chiese Wheein a bassa voce, come se avesse paura di turbare l'altra.
"Affamata" rispose Gulmi parlando con voce normale. "Ho davvero fame e questo profumo di biscotti mi sta facendo brontolare lo stomaco".
Wheein non riuscì a trattenere un sorriso divertito e lo coprì con una mano quando iniziò a ridere. Fu come aprire un forno e presentare una teglia di biscotti caldi davanti alle narici di Gulmi.
"Oh," la bocca di Gulmi prese la forma di una piccola O sorpresa "sei tu".
Wheein annuì con la testa anche se il gesto non le risultò molto chiaro, era troppo presa dalle risate. L'odore dei trace diventava sempre più forte e Gulmi ricordò quella volta in cui aveva cucinato, con suo fratello Taehyung, una torta per il compleanno di Jimin. Wheein aveva lo stesso odore del burro fuso mescolato con i biscotti sbriciolati.
Taehyung! Jimin! ricordò.
Si alzò a sedere in tutta fretta e si guardò intorno. Scoprì di non essere sdraiata su un letto, ma su diverse coperte posate sul pavimento. Di fianco a lei Wheein stava ancora ridendo, distesa sui teli accanto a quelli dell'alpha.
La stanza era piccola, ma davvero accogliente. Tutto intorno a lei era prevalentemente costruito in legno: il pavimento, le travi del soffitto, le due porte e la finestra. Non aveva mai visto uno stile del genere prima.
"Wheein-ssi, dove siamo?"
"Prima dovresti mangiare, hai dormito per giorni" le rispose l'omega, ma alle sue parole Gulmi scosse la testa dicendo di no.
"Dov'è mio fratello? Dov'è Jimin?"
"Sei al sicuro" Wheein cercò di tranquillizzare l'alpha. "Che ne dici se ti racconto quello che è successo mentre facciamo colazione?"
Gulmi voleva dire di no, che non le importava di mangiare fino a quando non avrebbe rivisto la sua famiglia, ma un rumoroso brontolio del suo stomaco la precedette sul tempo.
Wheein si voltò per tirare a sè un tavolino basso, questo scivolò sul pavimento guidato dalle rotelle che aveva al posto dei piedi. Disse che avrebbero dovuto aspettare che Eunha arrivasse con la colazione, ma Gulmi non le rispose perché impegnata a guardarsi intorno.
"È la stanza di un hanok, non ne hai mai visto uno?"
Rispose di no. La sua casa era in completo stile occidentale come anche la villa estiva a Jeju, anche se più antica. Calò un imbarazzante silenzio nella stanza, ma l'alpha non era interessata a romperlo anche se vedeva Wheein sempre più a disagio.
Proprio mentre Gulmi iniziava ad arrossire per la pressione di instaurare una conversazione con l'omega, la porta scorrevole dell'ingresso venne aperta. Il delicato viso di una ragazza fece capolino all'interno. Sembrava così giovane che non le dette più di sedici anni.
Lei deve essere Eunha .
La nuova arrivata dai lunghi capelli castani aveva fra le mani un vassoio che emanava una serie di odori deliziosi. Gulmi quasi dimenticò le buone maniere e le presentazioni quando si vide presentare davanti tutto quelle meraviglie: kimbap, zuppa di kimchi e galbi.
Posato il vassoio sul tavolino da caffè, la nuova arrivata salutò con un inchino e si presentò. L'alpha rispose chinando il capo in cenno di saluto, dando per scontato che la castana fosse più giovane di lei.
"Piacere di conoscerti, Gulmi-ssi" si trovò a pensare che la ragazzina fosse adorabile. "Sono omega Im, ma puoi chiamarmi Eunha".
Gulmi rimase sorpresa dal tono reverente con cui si era presentata l'omega ed anche dalla sua scelta di parole. Chi è che si presenta ancora con rango e cognome? È un'usanza persa da mezzo secolo.
"Ehm... Il piacere è mio" tentò con cautela, ma a giudicare dall'ampio sorriso soddisfatto che le rivolse l'omega doveva aver dato la risposta giusta. "Fai colazione con noi?"
Eunha sembrò sorpresa dall'invito e lo fu anche Wheein. Gulmi non capì perché, era semplicemente stata cortese. Eunha si sedette di fronte alle altre due ragazze e l'alpha iniziò a preparare una ciotola con riso condito e carne.
"Prima di tutto, dove ci troviamo?" passò la porzione a Wheein, alla quale aveva rivolto la domanda.
"Siamo in un vecchio hanok sulle mont..."
"Non possiamo dire dove siamo" la interruppe Eunha. "Possiamo dirti solo il perché".
Gulmi sospirò frustrata e porse una ciotola piena alla più piccola che ringraziò con un inchino del capo.
"Allora ditemi quello che potete, prima che impazzisca di nuovo".
"Sei stata presa come ostaggio per riuscire a scappare" rispose Wheein. "Hanno sedato la tua Alpha con dello strozzalupo e ti hanno portato fin qui".
Gulmi quasi soffocò mandando giù il riso ed iniziò a tossire sotto gli sguardi allarmati delle due omega. Quando si ricompose il suo tono era tutt'altro che calmo.
"Mi stai dicendo che sono prigioniera di un'organizzazione ribelle?!"
"No! Non fraintendere, non sei nostra prigioniera" Eunha iniziò a gesticolare con le mani a causa dell'agitazione.
"Ah! Hai ragione, scusami, sono un ostaggio" rispose Gulmi, gli occhi sgranati a sottolineare l'assurdità della situazione.
"Non più" Eunha iniziò a fissare le costolette di carne nella sua porzione, era troppo intimorita dall'alpha per guardarla negli occhi. "Alpha Kim ha detto che se lo vorrai il branco ti aiuterà a tornare a casa. Sai, per sdebitarci del tuo aiuto e scusarci dei... disagi".
"Alpha Kim?" Gulmi si voltò verso Wheein in cerca di aiuto.
"Namjoon, alpha enorme, capo branco" le rispose la bionda assolutamente imperturbata.
"Ahhh" Ho capito.
Ricordò l'alpha gigante che aveva discusso con Taehyung e che era andato via con il resto della squadra. Ricordava di essergli andata dietro e ricordava il gruppo ribelle che correva lungo il giardino seguito dalle guardie armate.
Ricordava anche di avere spinto qualcuno a terra e poi uno sparo. Ricordava del sangue e due occhi ambra colmi di lacrime.
"Jin" il cuore le prese a battere in modo frenetico. "Gli hanno sparato, stava sanguinando".
"Sta bene, il proiettile l'ha colpito solo di striscio e sta guarendo. Anche se rimarrà una bella cicatrice" Eunha adesso era più calma e sorrideva. Gulmi evitò il contatto visivo con le altre due.
"Anche lui è qui?"
"Gulmi-ssi, questa è la casa del suo branco" rispose Wheein senza esplicite emozioni. "Certo che è qui".
Il cuore dell'alpha riprese un ritmo normale, ma le sue guance si tinsero di rosa al pensiero di trovarsi nello stesso luogo di Jin.
Fino a qualche giorno prima era sicura che non avrebbe più rivisto il ragazzo, invece ora si trovava nella casa del suo branco. Si scoprì felice di questa cosa.
Solo quando vide Wheein ed Eunha osservarla, la prima con un sorrisetto saccente e la seconda con gli occhi brillanti di adorazione, si accorse che stava rilasciando trace.
L'odore delle pietanze, oramai terminate, era svanito per lasciare spazio al profumo di biscotti di Wheein mischiato al deciso aroma di cannella di Gulmi. Bastò poco perché anche i ferormoni positivi di Eunha si unissero ai loro con un leggerissimo odore di caramello salato.
"Sono felice di vedere che non porti rancore nei confronti del branco".
Eunha rivolse un sorriso talmente adorabile a Gulmi che alla maggiore partí una fitta al cuore. E chi glielo dice che l'unico motivo per cui non sono ancora uscita per cercare questo alpha Kim per prenderlo a pugni è che so che Jin e Wheein stanno bene.
"Capisco i loro motivi, immagino" si limitò a rispondere, anche se poco convinta. La più piccola annuì e si alzò.
"Alpha Kim mi ha chiesto di accompagnarti a parlare con lui una volta ripresa. Se te la senti possiamo andare adesso".
Per abitudine si guardò intorno in cerca del sostegno di suo fratello. Una forte tristezza la colpì quando si ricordò dell'assenza di Taehyung.
Lo sguardo le ricadde però su Wheein, la bionda piegò la testa e le rivolse un'espressione interrogativa.
"Verrai anche tu?" chiese l'alpha e la più bassa le rivolse un piccolo sorriso rincuorante prima di annuire.
Dopo una doccia veloce ed aver cambiato i vestiti, che erano ancora quelli con cui era arrivata, Gulmi era pronta per seguire Eunha fuori dalla stanza. Indossava un paio di leggings neri ed una felpa azzurra calda e morbida.
"Gulmi-ssi," la chiamò Wheein "cosa ricordi di prima di perdere conoscenza?"
"Ricordo la vostra fuga dalle guardie, lì ero ancora me".
"Qual è il tuo ultimo ricordo?" insistette la bionda e l'alpha non capiva proprio l'importanza di quelle domande.
"Lo sparo e... gli occhi di Jin".
Wheein guardò Gulmi per qualche secondo, inespressiva, poi annuí e la superò uscendo dalla stanza.
La ragazza se ne rimase lì. Ferma. Da sola. Confusa. Sbatté le palpebre e scosse la testa per scacciare la sensazione di quel momento. Raggiunse le altre due fuori dalla stanza ed il panorama che si trovò di fronte le tolse il fiato.
Un immenso bosco si distendeva lungo il fianco della montagna, alberi di tutte le tonalità di verde si mescolavano per creare una selvatica palette di colori. All'aumentare dell'altitudine del monte, il verde della foresta si diradava per lasciare spazio al marron grigio della roccia.
Il hanok alle spalle di Gulmi si trovava in un'ampia radura pianeggiate proprio sulla linea di confine fra la foresta e la cima, tutt'intorno all'abitazione gli alberi non erano fitti come all'interno di un bosco e qualche roccia anonima iniziava a fare la sua comparsa.
Sull'orizzonte, oltre la distesa verde del bosco, Gulmi riuscì a vedere la città di Seoul.
Non sarà la vetta del monte, ma è comunque abbastanza alto.
Seguì la guida di Eunha, diretta alla grande stanza che occupava tutto il lato corto della struttura. Nella sala si trovò di fronte ad una grande stanza spoglia se non fosse stato per una credenza appoggiata al muro, una scrivania e un tavolo basso al centro. Intorno al tavolo erano sedute quattro persone.
L'entrata delle ragazze portò l'attenzione degli uomini su di loro, il castano che dava le spalle alla porta si voltò completamente nella direzione di Gulmi. Incontrò il viso di Jin, il quale aveva gli occhi sgranati per la sorpresa, e non potè fare a meno di sentirsi più tranquilla.
Prese un profondo respiro per allentare la tensione, ma facendolo non poté evitare di percepire gli odori all'interno della stanza. Era un misto davvero strano di aromi decisi e pungenti, ma anche blandi e dolci. Il contrasto quasi la fece starnutire.
L'alpha che la ragazza riconobbe come "alpha gigante/capo branco/Namjoon" ghignò divertito guardandola e si allungò per dire qualcosa, che Gulmi non sentì, all'uomo alla sua destra. Lo sconosciuto dai capelli neri annuì e si alzò dirigendosi verso la scrivania.
"Accomodati pure, Gulmi-ssi" la invitò l'alpha e fece segno alle altre due di poter andare.
Eunha uscì, ma Gulmi bloccò Wheein per il polso, chiedendo a Namjoon di farla rimanere. L'uomo annuì, così Wheein e Gulmi si sedettero al lato opposto del tavolo rispetto a dove si erano spostati i ragazzi.
Il corvino che Gulmi non aveva mai visto tornò e posò una candela di colore violetto sul legno, riconobbe subito il forte profumo di lavanda.
"Essere il capo branco spesso vuol dire avere a che fare con tante scie diverse" iniziò Namjoon. "Le candele profumate mi aiutano a coprirle ed evitare i mal di testa".
Gulmi annuì per cortesia, ma era incapace di snocciolare anche solo una frase a causa dell'agitazione. Wheein lo notò e le venne in soccorso proponendo un giro di presentazione dei presenti. Iniziò proprio lei per prima.
"Il mio nome è Lee Wheein" disse. "Sono un'omega e ho vissuto nella Casa Omega da sempre. In realtà penso che sarei rimasta lì per sempre se non fosse stato per l'aiuto tuo e del branco".
Vuole fargli sapere che non sono un pericolo e che sono stata dalla loro parte sin dall'inizio.
Wheein guardò il ragazzo dai capelli neri e lo incentivò a proseguire, lui sembrò farlo volentieri perché sorrise. Un sorriso allegro a forma di cuore.
"Io sono Jung Hoseok, braccio destro del nostro leader e capo beta" Gulmi giurò che il sorriso di quel ragazzo avrebbe potuto accecarla, ma l'intensità non le dette fastidio. Anzi, si sentì a suo agio.
"Il mio nome è Kim Namjoon e come ho detto prima sono il capo del branco di Bhukansan" disse l'uomo dai capelli color neve. "E naturalmente sono anche il capo alpha e il mandante della spedizione alla Casa Omega".
Non fece in tempo a finire di parlare che l'uomo alla sua sinistra, che Gulmi ricordò essere la finta guardia vista alla Casa, rilasciò un sospiro esasperato. A fianco dell'uomo Jin iniziò a massaggiarsi il ponte del naso con le dita, la sua espressione era rassegnata.
"Namjoon-ah, hai seriamente appena riferito ad un'estranea che siamo sul monte Bhukansan?" il ragazzo dagli zigomi alti ed i capelli biondo scuro sembrava deluso, ma non sorpreso.
"No! Lo avevo capito!" si affrettò a dire Gulmi guadagnandosi gli sguardi di tutti addosso, preoccupati e sorpresi. "Beh, ecco, dal panorama".
Il più basso tra quei quattro allora sospirò, di nuovo, e si presentò: "Min Yoongi. Capo delta." Gulmi non ebbe nemmeno il tempo di reagire alla notizia del raro rango del soggetto che il delta continuò: "Quello che ti ha sedata e usata come ostaggio".
Non c'era tono di sfida nelle parole del ragazzo, capí, solo un'esca. Il biondo la fissava aspettando una sua reazione, un passo falso, un motivo per dubitare della ragazza.
E Madre Luna se non fu difficile per Gulmi cedere.
L'orgoglio ferito bruciava, premeva sotto forma di un gorgoglio che stava salendo lungo la sua gola. Se la sua Alpha fosse stata cosciente e non ancora stremata per le energie spese durante l'eclissi, avrebbe iniziato a ringhiare a causa dell'affronto.
Ma l'Alpha non c'era. C'era solo Gulmi.
"Hai preso la decisione giusta" rispose, cercando di suonare il più neutrale possibile. "Wheein e Jin stanno bene, ne è valsa la pena".
Per un'istante entrambe le sopracciglia di Yoongi si sollevarono in un'espressione di stupore, ma il delta si affrettò a nasconderla sotto una maschera d'indifferenza impassibile.
Uno a zero per me pensò Gulmi.
"Kim Seokjin" il castano guardò l'alpha esitante, come se non volesse continuare a parlare. "sono il capo omega".
Jin osservava Gulmi con timore, probabilmente spaventato che la ragazza potesse ridergli in faccia e prendersi gioco del suo rango. Continuava a fissarla, in attesa, ma lei restava immobile chiedendosi cosa tutti si aspettassero che facesse.
Quando Gulmi dischiuse le labbra, come se avesse capito solo in quel momento le parole del maggiore, Jin sembrò prepararsi ad un colpo.
"Oh, giusto! Mi devo presentare anche io, immagino" Jin la fissò stralunato come se avesse appena detto una cosa che aveva dell'assurdo. "Il mio nome è Kim Gulmi, sono un'alpha e provengo dalla dinastia dei Kim di Jeju. Mi trovavo alla Casa Omega perché avevo accompagnato mio fratello a scegliere un'omega con cui passare il suo periodo di rut. Ho saputo che quel giorno le omega sarebbero state liberate e ho voluto aiutare Wheein, mio fratello l'aveva scelta quindi non poteva riuscire ad aiutare tutti a scappare".
Si guardò intorno, nessun sembrava avere intenzione di interromperla.
"Ho trattenuto i responsabili, assecondato la distrazione di Wheein ed aiutato a mettere fuori gioco le guardie per far scappare le ragazze. Ho liberato Jin e mentito alla mia famiglia, così che lui e Wheein potessero scappare. Il resto lo sapete".
Namjoon aveva perso tutta la tranquillità di prima ed ora fissava Gulmi con cipiglio dubbioso: "e come saresti venuta a sapere che proprio quel giorno c'era l'evasione?"
"È stata colpa mia" Jin rispose al posto della ragazza. "Ho dato per scontato fosse un'omega e mi ha fatto rivelare tutto il piano".
Io ho fatto cosa? L'accusa di Jin sorprese completamente Gulmi che guardò il maggiore incredula.
"Io non ho fatto proprio niente" rispose lei e Jin fece per ribattere, ma Hoseok s'intromise.
"Perché hai deciso di aiutarci, Gulmi-ssi?"
"Perché avevo scoperto la verità su quel posto e non potevo non fare nulla!" esclamò frustrata e guardò Jin negli occhi. "Sentivo di dovervi aiutare".
Il castano deglutì nervoso e distolse lo sguardo.
"Ciò non cambia che tu sia una cliente di quell'attività di merda" disse Yoongi.
"Non lei, ma suo padre" Wheein si unì al discorso. "Suo fratello Taehyung è sempre stato rispettoso nei nostri confronti e, sinceramente, non avevo mai visto Gulmi prima di quella volta".
"Sapevano che sarei stata contraria e non mi hanno mai portato alla Casa Omega" confermò l'alpha. Guardò tutti e quattro gli uomini, forse su Jin insistette di più. "Non ho intenzione di diffamarvi o segnalarvi alle autorità, vi ho aiutato per portare Jin e Wheein al sicuro. Perché dovrei mettere loro e tutti voi in pericolo?"
Namjoon si passò una mano fra le ciocche platino, un sospiro esausto gli fuoriuscì dalle labbra.
"Parlerò con gli altri membri del Consiglio. Non che ci siano molte altre alternative, penso dovremo fidarci".
Il parere dell'alpha chiaramente non piacque a Yoongi e Jin che fecero per replicare, ma vennero distratti dal rumore della porta che veniva spalancata con poca grazia.
"Perché nessuno mi ha detto che si è svegliata?!" quasi urlò una voce nuova. Così nuova non lo era in realtà, Gulmi la conosceva molto bene.
L'alpha si voltò così velocemente da farsi male al collo. Una figura maschile era in piedi di fronte a lei a qualche metro di distanza.
Il fisico del ragazzo era muscoloso e la pelle abbronzata. Era alto, molto più alto di quanto Gulmi ricordasse. I capelli erano scuri e lunghi, nuovi orecchini decoravano le orecchie del beta. Avrebbe riconosciuto quel sorriso e quei buffi incisivi da coniglietto fra mille.
"Mimi!" la chiamò lui e Gulmi giurò di essere tornata a casa per qualche secondo.
"Kookie?" non capí nemmeno lei se fosse una domanda, un'esclamazione o se stesse semplicemente constatando la realtà.
"Vi conoscete?" chiese Jin riportando la ragazza sulla Terra.
"Siamo cugini" rispose lei.
"Siamo ex fidanzati" rispose lui.
Spazio Autrice
Avviso già di iniziare ad amare Eunha perchè sarà la cosa più adorabile di tutta la storia, guardate le mie tre bimbe che legano e chiacchierano facendo colazione.
E finalmente la grande chiacchierata, Nam si rivela il magnifico leader pacifico che è con tanto di Hobi sorridente per migliorare la giornata di tutti, nonostante l'impegno di Yoongi e Jin di rovinarcela. E poi scusate, ma cos'era quella rispostaccia di Jin a Gulmi? Io boh, l'educazione e la premura di qualche pagina fa dove è finita? Io scioccobasita, come mai Jin si comporta così?
Ma il vero shock arriva alla fine perchè gente ora siamo al completo: è arrivato Jungkookie. Io proverò a frenare tutti gli istinti materni che ho per Kook, lo giuro. Ma, cos, "cugini" "ex fidanzati"? Tutti e due dico io!
Domani pubblicherò il capitolo con i personaggi e la guida al fantastico mondo di NTOA, apprezzatelo come un vero capitolo perfavore perchè ci ho lavorato molto!
Grazie per aver letto,
~V e o
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