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Dedicato a littlemakeupartist
Merda. Devo inventarmi un scusa per la serata ma non voglio mentire a Nathan. Non so cosa cazzo fare. Penso mentre sono a casa, seduta sul divano con le mani su gli occhi.
Potrei chiedere alle ragazze...si, usciremo insieme e dopo cena, quando ci valuteremo io andrò all'incontro e loro a casa. Ai ragazzi dirò che esco con le mie amiche, potrebbe andare bene tutto sommato.
"Hey piccola, siamo a casa" Nathan viene vicino a me per abbracciarmi e darmi un bacio.
"Tutto ok?" Chiede.
Deglutisco "si, domani esco con le ragazze"
"Posso stare tranquillo?" Chiede, mettendomi dietro all'orecchio un ciuffo di capelli.
"E io posso starci?" Rispondo insicura come sempre.
"Smettila, non voglio litigare" risponde scazzato. È nervoso questa sera.
"Che succede Nathan?" Chiedo preoccupata.
"Nulla" risponde guardando mio fratello.
"Pensate che io sia stupida? Ditemi cosa succede"
" Quando stavamo chiudendo, un ragazzino ci ha dato una busta. Ci ha detto che un uomo gli ha dato 10 dollari per consegnarla a noi. Dentro c'era una foto, bruciata, del negozio. Una specie di avvertimento ma non capiamo a cosa." Mi spiega Cam.
"Il locale è tutto quello che abbiamo. È il nostro sogno realizzato e abbiamo paura che qualcuno possa fare qualcosa." Continua Nat abbracciandomi.
Bastardi, gli ho già detto che andrò, cosa vogliono da loro?
"Vedrai che si sistemerà tutto, andrà tutto bene " gli dico mentre lo stritolo in un'abbraccio.
Mi stacco e prendo il suo viso tra le mani, quanto ti amo Nathan, lo faccio per te, per voi.
Lo bacio, ora so cosa fare.
Siamo in una pizzeria. Io Fanny e Stacy. Parliamo di noi, dei nostri progetti e di ragazzi.
Sono simpatiche, mi trovo bene con loro e mi dispiace non essere del tutto sincera ma non ho altra scelta.
Verso le ventidue abbiamo finito, decidono di andare in un locale ma io, a malincuore, declino l'invito.
Ci salutiamo e una volta salita in macchina, mi dirigo alla mia vecchia palestra.
Parcheggio in un vicoletto buio, scendo, prendo la sacca e busso alla porta.
Resto a bocca aperta quando uno Shane mi apre sorridendo.
"Ben arrivata o meglio, ben tornata. Vieni, ti stanno aspettando"
"Tu lo sapevi, eri d'accordo con loro"
Non risponde e si limita a sorridere.
"Vatti a cambiare" risponde senza neanche guardarmi in faccia.
Faccio come dice, prima finiamo, prima torno a casa.
Una volta pronta esco dallo spogliatoio, ci sono facce nuove . Vedo uno seduto con due gorilla ai lati. Sta appoggiato allo schienale con la giacca sulle spalle, avrà una cinquantina d'anni, all'anulare destro porta un un'anello d'oro con un sigillo. Una gamba è appoggiata con la caviglia al ginocchio dell'altra. È sicuro di sé e credo che lo sarebbe anche senza quei due. Mi sorride in modo inquietante.
Sento una mano spingermi verso la piattaforma dove è stata montata la gabbia.
Entro e mi guardo intorno. Non c'è gente, nessun pubblico.
Solo l'uomo di prima, Shane e tre ragazzi, riconosco quello della palestra che mi ha riferito di questo incontro.
Sento le sbarre della gabbia sbattere. Sobbalzo, hanno chiuso la porta.
Mi giro e lo vedo, il bastardo che mi ha picchiata dopo aver perso l'incontro è difronte a me e mi sorride.
Vedo l'uomo con i gorilla fare un cenno a Shane che va subito da lui.
Parlano per un minuto poi Shane si avvicina alla gabbia.
"Da questa gabbia uscirà solo uno di voi."
"Che vuol dire?" Chiedo, anche se ho già capito.
"Vuol dire che l'incontro finirà quando solo uno respirera' ancora."
"E se io mi rifiutassi di arrivare fino a quel punto?"
"Quanto ci tieni al tuo ragazzo e a tuo fratello?"
Bastardi. "Cosa ci guadagna chi vince?"
"Oltre alla vita? Credo che sia sufficiente non credi?" Ride.
"No, non lo è. Se dovessi vincere voglio che vi dimentichiate di me, del mio ragazzo e di mio fratello. Non voglio più vedervi." Sono seria e incazzata.
"Bambolina, non credo che sia possibile. Sicuramente ci dimenticheremo dei tuoi uomini ma per quanto riguarda te, abbiamo altri programmi. Ora basta parlare. Il signor Rosco non ha tempo da perdere" mi fa l'occhietto, si gira e si va a sedere vicino al famoso Rosco, il tipo poco raccomandabile nominato tempo fa da Nathan.
Ok, si comincia, libero la mente. Ora non esiste più nessuno.
Solo io e il bestione davanti a me.
Ci studiamo, fingiamo ma stiamo entrambi attenti.
Non posso tentare un corpo a corpo, è troppo grosso.
Ma io sono più agile e scattante, devo puntare su quello.
Mi allunga un destro e gli rispondo anch'io con un destro al fianco. Mi colpisce allo zigomo, che si spacca facendo uscire il sangue.
Fa una giravolta su se stesso e mi da un calcio sul costato, dove ho ancora dolore.
Mi spiego su me stessa e mi escono le lacrime.
Schivo un colpo solo per caso.
Devo reagire.
Prendo la rincorsa e gli do un calcio, con il tallone, al ginocchio.
Cade a terra urlando, ne approfitto per prenderlo a calci in faccia ma al secondo mi afferra la caviglia e mi tira giù con lui.
Questo non è mma, questa è solo una lotta per la sopravvivenza.
Mi si butta sopra e mi da un cazzotto, uno, due, tento di proteggermi il viso come posso ma sento che sto per mollare.
Sento il sangue colare e penso a cosa dirò a casa, quando e se , rientrerò.
Tento il tutto per tutto e con le ultime forze rimaste faccio scattare il mio ginocchio sul suo osso sacro e, dalle sue grida, credo di aver fatto centro.
Smette di colpirmi e inarca la schiena.
Subito unisco le mie mani per colpire la sua gola, altezza pomo di Adamo.
Si mette le mani sul punto e diventa rosso.
Riesco a uscire da sotto a lui che, intanto, si è messo in ginocchio.
Gli do un cazzotto, poi prendo potenza e gli allungo un calcio in faccia che diventa una maschera di sangue.
Non voglio un morto sulla coscienza.
Cade con le mani in avanti, gli do un calcio sul costato, cade e si gira a pancia in su. Gli vado sopra e lo prendo con una mossa di soffocamento chiamata cross arm choke.
Stringo più forte che posso, con le ultime forze che mi sono rimaste. Sento il suo corpo non fare più nessuna resistenza e allora lo lascio.
Gli tocco il polso e il battito, fortunatamente c'è.
Mi alzo barcollando e esco dalla gabbia, mi avvicino a Rosco " io non lo ammazzo, non voglio un morto sulla coscienza " poi mi giro e mi allontano, voglio uscire da lì il prima possibile.
Entro nello spogliatoio, infilo la tuta che avevo portato poi mi sciacquo il viso.
Il mio zigomo avrebbe bisogno di un paio di punti.
Sto per uscire quando la porta si apre.
Il signor Rosco, accompagnato dai suoi gorilla fa il suo ingresso, seguito da Shane.
"Buonasera Aria, ti faccio i miei complimenti. Le voci su di te sono del tutto vere. Sei una forza della natura. Voglio proporti un affare " dice senza fermarsi, senza darmi tempo di rispondergli.
"Voglio che lavori per me, un un'incontro al mese. Sarai allenata dai migliori. Guadagnerai una barca di soldi. Ti darò una casa, la possibilità di continuare a studiare e fare la bella vita."
"I soldi non mi servono, mi sono allenata sempre da sola e mi sembra con ottimi risultati. Una casa già ce l'ho e mi manca solo un un'esame per finire l'università. Mi dispiace ma devo rifiutare la sua magnifica offerta. Ora se non le dispiace, vorrei andarmene "
"Vedi Aria, non sono abituato a ricevere un rifiuto. Sai quanto hanno investito Cameron e Nathan in quel negozio?"
Abbasso lo sguardo e sento le lacrime agli occhi.
"Brava la mia ragazza, una macchina ti passerà a prendere domani alle quattordici a casa, ora vai a farti una doccia e poi a dormire. Ci vediamo domani."
Prima di andarsene mi porge un bigliettino con un numero di telefono.
Piango per tutto il tragitto fino a casa.
Parcheggio, impreco, sbatto le mani sul volante.
Apro piano la porta, cercando di non fare rumore.
Sono le tre, è tutto buio e i ragazzi dormono.
Vado in camera ma appena chiudo la porta, la luce si accende.
E vedo negli occhi del ragazzo che amo, tutto quello che non vorrei.
Paura, tristezza, rabbia.
"Non ti chiedo dove cazzo sei stata perché lo capisco da solo ma almeno dimmi il perché "
Abbasso lo sguardo e ricomincio a piangere.
"Aria, per favore dimmi il perché. È per i soldi?"
Scuoto la testa.
"Allora cosa? Perché dopo l'ultima volta, quando stavi per rimetterci la pelle, mi hai fatto una promessa. Avevi detto basta. E ora...sei in questo stato, perché?"
Ora sta urlando e sveglierà anche Cameron.
E come se lo avessi chiamato la porta si spalanca.
"Aria ma che cazzo..." le parole gli muoiono in bocca nel momento in cui mi guarda.
"Avevi detto che avresti smesso ma a quanto pare mi hai mentito. Aria, io ti amo, voglio farmi una famiglia con te, avere dei figli. Non posso vivere con la paura.
Quindi scegli Aria.
O me o i tuoi fottuti incontri."
Mi guardano, Nathan ha le lacrime agli occhi, mio fratello è a bocca aperta.
"Mi dispiace Nathan"
Mi giro e vado via.
Da questa casa, da mio fratello e dalla persona che ha il mio cuore.
Ti amo Nathan, perdonami se puoi.
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