☆16☆
Aria
Ero pronta.
Ero pronta a tutto, avevo una sensazione dentro di me che mi faceva sentire sicura e con l'adrenalina a mille.
La porta della mia prigione si apre "sei pronta a toglierti dalle palle?" Una Fanny scazzata mi rivolge la parola con tono arrabbiato.
"Hai dormito male o è andato male il tuo appuntamento di ieri sera?" Le dico sorridendo.
Non mi dice nulla ma si avvicina facensomi vedere lo schermo del suo cellulare "guarda tu stessa se il mio appuntamento è andato male" sorride.
È una foto di Nathan che dorme tranquillo, il lenzuolo lo copre dalla vita in giù e le Sue braccia sono sopra la testa, una gamba è divaricata.
Continuo a sorridere per non dargliela vinta ma dentro sto morendo.
"Buon per te allora." Le rispondo sempre sorridendo.
Sta per rispondere quando Dylan interviene "andiamo, ci stanno aspettando " è teso e nervoso.
In macchina siamo io, Dylan e uno che non ho mai visto alla guida.
Fanny è nella seconda macchina con Donovan, è molto strano che sia venuta anche lei.
"Sei pronta per l'incontro? " mi domanda Dylan.
"Che c'è, vuoi fare conversazione? Non è aria stronzo" mi giro verso il finestrino e chiudo così la conversazione.
Dopo un'ora arriviamo in una zona con dei palazzi in costruzione, alcuni sono abbandonati e fatiscenti ed è proprio in uno di questi che entriamo.
Scendiamo la rampa che porta a quello che dovrebbe essere il garage.
Tutto è illuminato con dei faretti, ci sono altre persone, una decina più o meno.
Tra loro riconosco il mio sfidante. Un energumeno di due metri che mi fissa con un sorrisetto da brividi.
Mi guardo intorno e vedo la solita gabbia posizionata al centro con le sedie tutte intorno.
Ci fermiamo e Donovan prende la parola "buona sera signori, come già accennato, questo sarà l'ultimo incontro della nostra atleta.
Andrà a godersi la meritata pensione su qualche isola caraibica, alla faccia nostra -tutti ridono- quindi, qualora vincesse come spero, non potrà concedere la rivincita.
Ora, se vogliamo mettere la nostra quota saremo inizio a questo incontro."
Tutti tirano fuori delle mazzette di soldi, Fanny mi si avvicina e mi sussurra "non uscirai viva ma stai tranquilla, come hai visto, Nathan è in buone mani " sorride ma non è veloce a spostarsi che la mia fronte è sul suo naso e il suo urlo e il rumore di ossa rotte, mi fa capire che ho centrato il bersaglio.
"Puttana, maledetta" grida con le mani sul naso che gronda sangue. Subito due uomini di Donovan sono su di me ma lui gli intima di non toccarmi. Valgo troppo questa sera "Fanny prendi del ghiaccio e mettiti seduta, non voglio storie" la sgrida lui, facendola rimanere di merda.
Dylan mi si avvicina lentamente, si guarda intorno, lo vedo nervoso e non capisco il motivo.
Si avvicina anche Donovan e, poggiando una mano alla base della mia schiena, mi invita ad avvicinarmi alla gabbia.
Sono proprio sulla soglia, già con i piedi dentro che tutto succede velocemente.
Dylan mi spinge Donovan addosso e chiude la grata, in modo che noi due rimaniamo bloccati dentro.
Poi, estraendo la pistola che teneva nascosta dietro la schiena urla " FBI TUTTI A TERRA"
È il caos, alcune persone tentano di scappare per l'unica strada che porta fuori ma li vedi arretrare con le mani in alto, vedo Fanny guardarsi intorno e piangere disperata, il suo viso sporco di sangue e trucco colato è una maschera grottesca.
Il mio avversario è ammanettato e steso a terra con due agenti che lo tengono fermo.
Mentre mi guardo intorno sbigottita, mi sento afferrare da dietro per i capelli e qualcosa, probabilmente una pistola, puntata alla schiena "fatemi uscire bastardi, aprite o l'ammazzo. Dylan, brutto figlio di puttana, apri questa cazzo di gabbia" urla.
Vedo Dylan girarsi verso di noi e portargli la pistola.
Si guardano, si studiano poi Dylan, con un tono calmo ma fermo gli ordina di buttare la pistola.
Donovan ride e non mi lascia, veniamo però distratti da altri agenti che arrivano urlando "siete circondati, mettetevi a terra" e ne approfitto.
Faccio scattare la mia testa indietro e colpisco Donovan in faccia, lui lascia cadere quello che credevamo fosse una pistola ma che in realtà era la chiave della macchina e a quel punto non ci vedo più.
Velocemente sfilo la chiave che Dylan, distrattamente, ha lasciato nel lucchetto che era alle sbarre della gabbia. Poi lancio fuori la chiave.
Lascio uscire tutte le mie emozioni, tutto l'odio, tutta la paura e la tensione accumulati da quasi un anno vengono riversati su di lui.
Lo colpisco allo stomaco con una ginocchiata e lui si piega su se stesso, gli do un calcio nella parte dietro delle ginocchia e cade a terra.
"Sei una merda e devi stare per terra" calcio al fianco.
Si chiude a riccio ma poi tenta di alzarsi anche se non si regge in piedi. Lo guardo e sorrido "volevi l'incontro, il combattimento, eccoti servito. Fai l'uomo e combatti o hai paura di una donna?" Lo prendo in giro e vedo paura ma poi rabbia nei suoi occhi.
Mi si lancia addosso ma lo fermo e gli blocco collo con il mio braccio in una classica presa di soffocamento.
Diventa rosso e tenta di togliere il mio braccio ma io stringo di più " ora ti soffoco, ti farò morire lentamente brutto stronzo" gli sussurro in un un'orecchio.
Non vedo più nulla, solo noi due.
Non sento niente, solo i suoi rantoli.
Ma quando ho quasi stretto del tutto una voce, la Sua voce, mi riporta alla realtà "Aria, amore non farlo. Ti prego non rovinarti la vita pensa al nostro futuro ti prego. Lascialo piccola. Lascialo e apri questa porta."
Lo lascio e cade a terra e inizia a tossire portandosi una mano alla gola.
Mi avvicino alle sbarre, dove le mani di Nathan sono pronte ad abbracciarmi, per quanto gli sia possibile. Anche Camero si avvicina per unirsi al nostro scomodo intreccio "Hey sorellina, è tutto ok. Non piangere, ora ti tiriamo fuori.
Sei sempre la solita casinista, chissà dove le hai tirate queste maledette chiavi." Cerca di sdrammatizzare ma la sua voce si incrina e inizia a piangere insieme a me.
È finita, ora è veramente finita.
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