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Cameron

"Ma porca puttana,  passala quella dannata palla!" Urlo, seduto sul bordo del divano.
Il mio inquilino e mio migliore amico Nathan, è seduto  affianco a me, bevendo una birra direttamente dalla bottiglia ghiacciata, mentre  smanetta con il cellulare.
Sta per iniziare  la partita dei Los Angeles Lakers, sono  ancora alle prime fasi del riscaldamento  ma io già mi sono immedesimato nel ruolo "tifoso incallito".
Lucas e Dylan ancora non sono arrivati, e questo non fa altro che aumentare il mio nervosismo, visto che, devono portare le pizze.

"Perché ti incazzi così se si stanno solo riscaldando?" Chiede Nathan, senza neanche alzare gli occhi dal cellulare.

"Non vedi?! Sono nervosi, guarda come palleggiano" rispondo ovvio.

Finalmente il campanello suona e corro ad aprire.
"Forza sbrigatevi, stanno per cominciare" gli grido ai miei amici, mentre torno sul divano.
Casa è abbastanza grande, il salone e la cucina sono un grande open-space, al piano di sopra ci sono due bagni e tre camere da letto.
L'abbiamo comprata io e Nathan appena finiti gli studi di specializzazione.
Ci siamo conosciuti la sera stessa che sono arrivato qui a Miami Beach, tre anni fa.
Lui faceva il barista, ci siamo messi a parlare e gli ho raccontato che volevo aprire un negozio di tatuaggi. Ero appena scappato  dal piccolo paese della Georgia, dove sono  nato e cresciuto.
Mi ha ospitato per tutto il tempo che abbiamo fatto il corso, ho iniziato a lavorare con lui al bar per guadagnare qualcosa e aiutarlo nelle spese
Alla fine, abbiamo  aperto il nostro negozio di tatuaggi e, con orgoglio, posso dire che alla nostra età, venticinque anni, siamo molto apprezzati e i clienti non ci mancano.

Dylan appoggia i cartoni caldi sul tavolinetto davanti al divano, mentre Lucas mette le birre in terra.
Anche loro prendono posto e la serata, finalmente ha inizio.

Siamo quasi alla fine della partita quando, il campanello suona.
"Aspettavamo qualcuno?" Chiedo curioso a Nathan che mi guarda e alza le spalle.

"Che palle" mi alzo e vado alla porta.
"Spero, chiunque tu sia, che abbia un buon motivo per rompere i co..." la frase mi muore in bocca,  quando vedo chi ho difronte.
Viso tumefatto, labbro spaccato, occhi rossi, morti dentro. Una  grossa felpa a coprire quel piccolo corpo e dei pantaloncini che lasciano ben poco all'immaginazione, uno zaino più grande di lei sulle spalle. I capelli sono un groviglio di nodi, trema come una foglia e tira su con il naso.
Non dico nulla ma la stringo a me, piano, per paura di farle del male.
Le tolgo lo zaino e lo butto vicino alla porta.
Poi la prendo per mano e, passando davanti ai miei amici che ci guardano senza dire nulla, la porto di sopra nella mia camera.

NATHAN 

Amo queste serate tra amici.
No, non sono gay, amo le donne ma solo per farci del buon sesso, senza vincoli.
Non voglio storie serie, voglio solo divertirmi, come Lucas, Dylan e Cameron.
Forse sembrerò un puttaniere ma non posso farci nulla, mi piace scopare, bere e divertirmi.
Al momento c'è questa tipa che ho rimorchiato ieri sera in un locale.
Mi sta rompendo le palle con mille messaggi, dice che vuole rivedermi.
Non vuole capire che non ho intenzione di rivederla, eppure ero stato chiaro ieri sera.
Il campanello mi fa sussultare.
"Aspettiamo qualcuno?" Mi chiede scocciato Cameron.
Alzo le spalle perché non ho idea di che possa essere.
Lo vedo alzarsi, dopo aver imprecisato e dirigersi alla porta.
"Spero, chiunque tu sia, che abbia un buon motivo per rompere i co..." lo sento dire, poi non parla più.
Non passano neanche cinque minuti e ci passa davanti, tenendo per mano, una ragazza che cammina guardando per terra, non alza li sguardo e si fa guidare da lui.
È bassa, forse un metro e sessantacinque.  Una felpa larga, le arriva sopra ad un sedere che parla.
Ha due gambe meravigliose, muscolose al punto giusto.
Salgono le scale, per poi  sparire . Sento la porta della camera di Cameron chiudersi, poi nulla.

"Be',  il nostro amico ha la scopata assicurata questa sera." Dico,  alzando la bottiglia  per brindare.

"Ha un culo che parla, la tipa" dice Dylan.

"Magari poi ce la passa " continua Lucas.

"Siete delle merde" rispondo ridendo, anche se un pensierino , su quel culo, l'ho fatto anch'io.
La partita finisce e i ragazzi mi danno una mano a sistemare.
Cameron non è più sceso, si vede che ci sta dando dentro.
Saluto Dylan e Lucas e mi sdraio sul divano  a guardare la tv.

Aria

Apro gli occhi lentamente, mi stiracchio ma qualcosa, o meglio qualcuno, mi blocca.
Un braccio intorno alla mia vita mi stringe a se appena tento di muovermi.
Prendo piano il braccio e lo alzo, passandoci sotto.
Guardo il bellissimo ragazzo con il quale ho condiviso il letto fino a un secondo fa.
Capelli neri, corti e scompigliati.
Un corpo da favola, indossa solo dei boxer neri.
Il corpo è ricoperto di tatuaggi .
Lo accarezzo e gli lascio un bacio sulla spalla.
Prendo una sua maglietta, la indosso e vado in bagno.
Faccio una smorfia quando guardo la mia immagine allo specchio.
Ho un livido su uno zigomo bello grande e viola, i miei occhi azzurri sono gonfi per il troppo  piangere. Per completare l'opera, ho il labbro spaccato a causa l'incontro di due giorni fa ma anche grazie a  mio padre. Mi sciacquo i denti, mi lavo il viso, faccio pipì.
Provo a pettinare i miei capelli lunghi e neri ma non ho una spazzola e opto per fare una sorta di crocchia tenuta da una matita.
A piedi nudi, scendo al piano di sotto.
Vado nell'accogliente cucina, alla ricerca di qualcosa da mangiare.
Controllo nei mobili bassi ma non trovo nulla, apro le ante dei pensili ma essendo alta quanto una lattina di coca-cola non vedo bene.
"Porca puttana, ma non potevo nascere dieci,  miseri, centimetri merdosi in più?" Dico a me stessa, a voce bassa mentre, in punta di piedi, cerco di sbirciare.
Improvvisamente, sento un muro, caldo appoggiarsi a me e due mani sui miei fianchi mi sollevano.
" Hey,  stronzo, mettimi giù " grido spaventata.

"Agli ordini nana, volevo solo aiutarti" risponde la voce divertita.

"Non sono nana, sono diversamente alta" rispondo seccata,  girandomi, ma resto a bocca aperta quando un figo, alto piu' di un metro e ottanta, con un fisico da sballo , capelli biondi e ricci, mi fissa divertito con i suoi occhi azzurri.
Ma questo, chi è?

Nathan

Merda, devo essermi  addormentato sul divano ieri sera e ora ho il collo a pezzi.
Apro gli occhi con una smorfia ma, la prima cosa che vedo mi mette di buon umore.
C'è un culo da favola, nella mia cucina! Una ragazza è piegata a novanta gradi, indossa delle micro mutandine di pizzo bianche che le lasciano le chiappe scoperte. Hanno un nome ma non lo ricordo.
Poi, purtroppo si alza ( non solo lei) e tenta, in punta di piedi, di afferrare qualcosa nella credenza.
Resterei a guardarla in eterno, Cameron ha decisamente buon gusto in fatto di donne. Chissà com'è a letto.
Mi avvicino piano a lei e la sento imprecare "Porca puttana, ma non potevo nascere dieci,  miseri, centimetri merdosi in più?" La prendo per i fianchi e la sollevo, è leggerissima.
"Hey,  stronzo, mettimi giù " mi grida, tosta la tipa!
Poi  si gira e resto  imbambolato da quel viso meraviglioso anche se deturpato, la guardo negli occhi e  mi ci perdo dentro.

Cameron

Apro gli occhi, mi giro ma lei non è qui.
"Merda" impreco , mettendomi seduto sul bordo del letto, con i piedi sul pavimento freddo.
Mi passo una mano tra i capelli e, senza vestirmi, scendo.

"Hey, tutto bene?" Chiedo.
Lo sguardo di Nathan non mi piace, sembra troppo interessato alla ragazza.

"Piccola, tutto ok?" Le chiedo, mentre le prendo un polso e l'attiro a me.
Le accarezzo lo zigomo con il livido, guardo il suo labbro spaccato.
Le lascio un bacio in fronte.

"Stavo cercando qualcosa da mangiare ma questo coso  mi ha messo le mani addosso " dice mettendo le mani su i fianchi.

"Ti ho messo le mani addosso? Ma sei pazza? Hey Cam, non le crederai spero, non l'ho toccata , non toccherei  mai la tua donna" dice Nathan , alzando le mani.

"Calma amico, tranquillo.
Lei non è la mia donna, non in quel senso almeno. La amo e sono geloso ma...Ethan ti presento Aria, mia sorella"






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