- Quando sei superiore a tutto, quando nessuno è sopra di te...come è possibile capire cosa è giusto e cosa è sbagliato? Se volessi potrei uccidere tutti e decidere che è giusto; potrei decidere di rimanere solo o di creare qualcosa o qualcuno; potrei essere perfetto o imperfetto; potrei decidere qualunque cosa e ciò avverrebbe.
Potrei fare di te la mia sposa, potrei costringerti ad amarmi, potrei costringerti a essere ciò che non sei... Ma non è questo che voglio... ormai non lo so più...e ho bisogno di aiuto...-.
Le mie parole si spensero, e attesi una risposta, come un assetato nel deserto attende un sorso d'acqua. Ma Dunkelheit mi rivolse solo uno sguardo di sfida, rimanendo in silenzio.
Sapevo che non l'avrei mai piegata al mio volere, non sarebbe caduta ai miei piedi. Dopotutto, ero stato io a crearla proprio a quello scopo. Non sarebbe caduta, nonostante i miei occhi arcobaleno, per lei irresistibili, cercassero inutilmente di smuoverla. Sapevo che la Regina, più di tutti gli altri uomini, non avrebbe fatto niente di ciò a cui l'avevo destinata.
Quella donna non voleva uccidere me, il Dio degli Dei, non voleva amarmi, non voleva essere controllata e nemmeno voleva controllare.
Il desiderio più profondo radicato nel suo essere, l'essenza che avevo piantato nell'essere umano alla sua creazione, era di essere libera di fare ciò che voleva. Proprio per la sua stessa natura di umana, sapevo che Dunkelheit avrebbe assecondato questa sua volontà. Avrebbe fatto tutto di testa sua, da sola, come sempre. Ed io non avrei potuto impedirlo.